Questo evento si narra che avvenne nel 江戸時代 periodo Edo (dal 1603 al 1868), ad Honjo dove c’era la kami-yashiki del 大名 Daimyō del clan 松浦 Matsuura che tra i suoi possedimenti aveva il feudo secondario di Hiradoshinden, come parte del feudo di Hirado, nella provincia di Hinzen (con il termine “feudo secondario” (支藩 shihan) intendo una “frazione” del feudo “principale” ( han), affidato in genere a un ramo secondario della famiglia o a un sottoposto).

La 上屋敷 kami-yashiki è la residenza del Daimyo durante il suo anno di permanenza a Edo per editto dello Shōgun (durante il periodo Edo i Tokugawa imposero a tutti i Daimyō di trascorrere un anno ogni due a Edo, aumentando così il controllo politico e economico che lo shogun aveva su di loro) .
La 下屋敷
shimo-yashiki è la residenza del Daimyō nella sua terra natale.
I due termini sono traducibili come villa “di sopra” (kami) e “di sotto” (shimo), ma possono anche essere intesi come “prima” e “seconda” rispettivamente.

La kami-yashiki del Daimyō era circondata da un largo muro che correva parallelo a quello che un tempo era chiamato “Grande Fiume” e che oggi è conosciuto come il fiume Sumida. All’interno del giardino era piantato un meraviglioso albero di chinkapin (purtroppo non sono riuscito a capire con precisione di quale albero si tratti, il termine chinkapin indica varie tipologie di alberi: alcuni tipi di querce, alcuni tipi di castagno e altri. Anche se di certo si tratta del genere Castanopsis – poiché questo indica il kanji shii nel nome con cui questo mistero è noto – appartenente alla famiglia delle fagaceae, affini al castagno, caratterizzato dall’essere un sempreverde ed essere esclusivo delle regioni temperate e tropicali dell’Asia) i cui rami superavano il muro e sporgevano sulla strada.

La particolarità di quest’albero era che non si era mai vista una foglia cadere dai suoi rami. Per quanto i chinkapin siano sempreverdi un minimo di foglie cadono sempre, eppure a questo albero non fu mai vista cadere una sola foglia e per quanto il giardiniere fosse diligente non era possibile riuscire a ripulire ogni singola foglia che fosse caduta.
落葉なき ochiba naki in effetti significa proprio “senza foglie cadute”.

Il Daimyō era turbato da quest’albero, temendo fosse il risultato dei poteri di qualche volpe o di un qualche misterioso spirito e usò questa sua residenza il minimo possibile. La fama dell’albero divenne però tale che la residenza non venne più indicata come la casa del clan Matsuura, ma come la “Villa dell’albero di chinkapin”. La strada che la costeggiava divenne ben presto un luogo popolare per le passeggiate per via dello spettacolo offerto dall’albero sporgente.

Quale fosse il potere che lo animava è rimasto un mistero ancora oggi.

L’albero e la villa che lo ospitava oggi non esistono più, durante l’era 明治 Meiji (che va dal 1868 al 1912) fu acquistata dal gruppo finanziario Yasuda che abbatté tutto per creare un parco privato chiamato Yasuda Park, che venne donato alla città nel quindicesimo anno dell’era 大正 Taishō (che va dal 1912 al 1926, dunque il 15° anno è proprio il 1926) e divenne un parco pubblico.

Come per tutti gli altri misteri dove un tempo sorgeva il fenomeno oggi è stato piantato un cartello esplicativo.

Il dipinto è di 小林清親 Kobayashi Kiyochika e rappresenta 落葉なき椎 Ochiba Naki Shii uno dei sette misteri di Honjo.

Per maggiori informazioni vi invito a leggere la pagina introduttiva dei sette misteri di Honjo

2 thoughts on “Ochiba naki shii

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