5. Obbligo e divieto
Anche quest’ultimo caso è strettamente connesso al terzo (o potremmo vederlo come caso particolare del 4°), ma dato che in italiano implica un concetto molto diverso, lo vediamo come caso a parte.

  • 何とかしないといけないんだ。 (18)
    nantoka shinai to ikenai-n-da.
    Bisogna fare qualcosa! (Se il soggetto fosse “io” ovviamente dirò “DEVO fare…”)

Ma come si collegano le frasi con to viste finora a questa forma di obbligo? Perché improvvisamente tiriamo fuori il verbo “bisogna” o il verbo “dovere”?

Vorrei rispondere subito, ma serve prima una premessa, per ricordare alcune cose già viste e per chiarirle.
Avrete visto almeno una costruzione di obbligo molto simile, p.e. X wo shinakute wa ikenai, significa Bisogna/Si deve fare X. I testi che che la insegnano però evitano di dire alcune cose che a mio parere (modesto, per carità) sono molto importanti.

  1. Queste cosiddette “forme di obbligo” (o di divieto, se la parte iniziale è alla forma affermativa, es.: shite wa ikenai) sono solo frasi ipotetiche… sempre! Significano tutte la stessa cosa: “Se non fai X, non va bene”.
  2. Le costruzioni di obbligo/divieto non sono così rigide come ci fanno credere (“naranai” non segue solo la forma in -nakereba e ikenai non segue solo la forma in -nakute wa; per esempio, ikanakute wa naranai va benissimo).
  3. Come visto sopra, nella prima parte della frase posso avere un presente negativo o affermativo, seguito da と e ottenere così una forma di obbligo o divieto, a seconda dei casi: boku wa X wo shinai to ikenai = devo fare X (suru to ikenai = non devo fare)

Un altro fatto spesso trascurato è il seguente. Le frasi giapponesi restano spesso “ufficialmente” in sospeso. Si elimina cioè la seconda parte della frase, per dare un tono meno “drastico” al tutto.

  • そろそろ帰らないと。 (19)
    sorosoro kaearanai to.
    A breve dovrei rientrare/rincasare…
    (lett.: Se a breve non ritorno… = devo tornare a casa; ma il soggetto non è scontato, può essere che sia DEVI tornare a casa, dovete o dobbiamo… come già visto sopra, insomma)

Similmente potete avere una frase tipo quella nell’immagine qui a destra, tratta dal manga Gisele Alain. 早く隠れないと hayaku kakurenai to …è chiaro anche solo dal contesto che significa “DOBBIAMO nasconderci in fretta!” o anche “Presto, dobbiamo nasconderci!”, se preferite.
Il punto però è lo stesso dell’esempio: la frase è spezzata, finisce alla congiunzione “to”.

Lo facciamo anche noi spesso (con altri tipi di frasi in genere): lasciamo la frase in sospeso a metà, mettendo poi i puntini di sospensione… Es.:
– Vorrei andarci… (manca “ma non posso”).
– E se ci andassi da solo…? (manca “andrebbe bene?”)
Nel nostro caso però la frase deve finire lì, con i puntini, ma non è così in giapponese. In giapponese, infatti, dove posso avere, per esempio, una particella finale come “ne” (sorosoro kaeranai to ne), o magari il tema posto in ultima posizione (inversione del tema; es. sorosoro kaeranai to, watashi).

Altro punto troppo spesso trascurato dai libri. Come “narai” e “ikenai” si possono scambiare di posto, così posso usare qualunque altra forma che renda lo stesso concetto. I negativi di iku, anche alla forma piana… ikanai, ikanu, ikan… vanno benissimo. Ma anche un aggettivo va bene! Ad esempio la prossima frase usa 駄目 (dame).

  • はっきり言わないとダメでしょ? (20)
    hakkiri iwanai to dame desho!?
    Devi dirlo chiaramente, ti pare?! (lett. Se non lo dici chiaramente, non va bene, no?)

…piccola nota a margine, spero sia chiaro il parallelismo con il punto 4, dove abbiamo visto “tojimari wo shikkari shinai to abunai”. Qui abbiamo “dame” invece di “abunai”, ma è lo stesso. Perché parlarne qui e non al punto 4, allora? Perché, come avrete visto nell’esempio, la traduzione letterale è davvero brutta e usare un’espressione d’obbligo (o divieto) è molto meglio… mentre “(se non chiudi)/non chiudere bene la porta è pericoloso” funziona benissimo… e tradurre “devi chiudere bene…” fa perdere qualcosa alla traduzione (l’idea di pericolo, ovviamente).

Infine con i prossimi esempi vorrei far notare che un’espressione d’obbligo o di divieto non è “a sé stante”. Qui di seguito la vediamo posta come domanda con “no desu”, la vediamo usata come soggettiva (il verbo è all’infinito) nella frase 20 e infine, nella frase 21, la vediamo in un discorso indiretto retta da “to iu” (in questa frase と云う con un kanji che forse non siete abituati a vedere, ma capita abbastanza spesso).

  • 借金ができた事情を詳しく言わないといけないのですか? (21)
    shakkin ga dekita jijou wo kuwashiku iwanai to ikenai no desu ka
    Devo parlare (per forza) nel dettaglio della situazione che mi ha portato a questi debiti?
  • 辛い時に頑張りますと言わないといけないのは辛い。 (22)
    tsurai toki ni ganbarimasu to iwanai to ikenai no wa tsurai.
    Nei momenti (più) duri dover dire “ce la metterò tutta” è (davvero) dura.
  • 妊婦さんは、お墓参りに行くといけないとは云われていないですよね? (23)
    ninou-san wa, o-haka-mairi ni iku to ikenai to wa iwarete inai desu yo ne?
    Non si dice che le donne incinte non devono andare al cimitero, vero?

6 thoughts on “Gli usi di と (to) come congiunzione

  1. aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhh!!!!confusioneeeeeeee!!!!!ma perchè è così difficile!!!!!!!!XDXD
    comunque, complimenti!le tue spiegazioni sono molto più chiiare di quelle date in molti libri!!!:)

  2. Non la mettere giù così drastica… puoi prenderla anche in modo più banale e meno nel dettaglio.
    Diciamo così. Posto che la frase è scritta con questa forma: Aと、B
    a) l’uso di と suggerisce che dopo A avviene B in modo spontaneo o automatico.
    b) a volte posso usare “se” o “quando” nella traduzione (provi a tradurre e noti che non cambia il senso della frase italiana se usi uno qualunque dei due termini. Ad esempio…
    – se premi questo bottone, esplode tutto
    – quando premi questo bottone, esplode tutto
    …sono la stessa cosa, no?)
    SE LA FRASE ITALIANA NON CAMBIA DI SENSO se usi SE o QUANDO, allora la frase giapponese vuole と sempre che B sia l’immediata conseguenza di A.
    c) a volte rende un’abitudine (es. ogni volta che vado a Kyoto incontro sempre Yuzuchan), tuttavia non è un gran problema, perché posso usare anche “se” o “quando” e il senso non cambia.
    d) si usa per creare degli obblighi o dei divieti, secondo l’idea giapponese che una forma di obbligo si scrive dicendo “Se non fai X, non va bene” (X wo shinakute wa ikenai/Xwo shinakereba naranai/X wo shinai to, ikenai/dame, ecc.)

    Se tieni a mente queste poche cose, anche se non sai i dettagli te la dovresti cavare ^__^

  3. Mmm! Sempre bravissimo.. Ma mi sa che sono capitato in un post di grammatica avanzata!! Aiuto.. Non ce la posso ancora fare 😉 meglio se faccio qualche passo indietro..
    Cmq bravo veramente! È sempre un piacere leggerti quando ho un po’ di tempo libero..

  4. Ciao 🙂 è il mio primo commento qui 🙂 tempo fa cominciai ad imparare il giapponese partendo dalla scrittura, arrivata a 800 kanji ho dovuto lasciare per una serie lunghissima di sfighe, però il giapponese è sempre nel mio cuore e prima o poi riuscirò ad impararlo!!è__é tutto questo per dirti…ti prego continua a fare il corso!*__* mi piace un sacco come spieghi, ho letto qui e lì, ma SICURAMENTE (perdonami il maiuscolo) ti seguirò 🙂 sono anche iscritta al tuo blog per non perdermi i tuoi post…è un’isola felice qui. Grazie mille^^
    ps. scusa per avertelo lasciato qui il commento!

    1. Finalmente qualcuno a cui posso consigliare kanji ABC …è un libro che a mio parere è fatto apposta per chi è nella tua situazione (che era anche la mia situazione tempo fa), perfetto per chi ha le basi e cerca un modo per ripassare da un lato e per avanzare, velocemente se possibile, dall’altro… ti linko la pagina di Amazon se ti interessasse…
      Kanji ABC Kanji ABC: A Systematic Approach to Japanese Characters a Systematic Approach to Japanese Characters
      p.s. so che c’è tanta roba, ma se cominci a guardare la barra in alto, (l’indice, lancia un urlo, domande…) e i “progetti principali” nella colonna di destra in prima pagina, penso riuscirai a orientarti… La prossima volta ad esempio un commento come questo puoi metterlo in CHAT (sotto Lancia un urlo, che trovi in barra)

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