C’è spesso confusione su come fare le frasi con “se” in giapponese. Cerchiamo dunque di fare un po’ di chiarezza. Il primo “se” di cui ci occupiamo (che non sempre è un “se”) è la congiunzione と (to).

Se eliminiamo l’uso “quotativo” (cioè i casi in cui questa particella serve a introdurre il discorso diretto o indiretto) e tutte le costruzioni idiomatiche con “to” (es. “X to iu Y”, “To iu to”, “da to ii ne”, ecc.), restiamo con appena 3 casi per questa congiunzione (tenete presente che dicendo “congiunzione” mi riferisco solo al caso in cui と unisce due frasi, se unisce 2 sostantivi non fa da congiunzione, ma da posposizione …e vi ricordo che come posposizione vuol dire “con” o “e”).
Ad ogni modo, solo in uno dei 3 casi menzionati, quello al punto 3, corrisponde alla vera, per così dire, congiunzione “se” in italiano… Ovviamente questo caso è quello che ci interessa di più al momento.
Se volete leggere solo una sintesi saltate a questo commento. Altrimenti cominciamo.

Attenzione a due cose…

  • pur parlando solo di 3 casi, quello al punto 3 ha alcuni interessanti usi che vedremo a parte (ai punti 4 e 5).
  • la congiunzione と è una: non esistono diverse congiunzioni と, una per ciascun caso. Non cercate sempre di far rientrare, in modo rigoroso, ogni frase che trovate all’interno di uno dei casi presentati qui sotto, perché non è possibile… non sempre almeno. Se ad esempio prendete un esempio fatto al punto 2 e lo traducete con “se” (come suggerito al punto 3), non otterrete di certo una frase “assurda”! Stiamo parlando di sfumature e bisogna aspettarsi che, in base al contesto, una frase possa rispecchiare bene una di queste ma in modo minore anche le altre… è ovvio avere delle incertezze! Quel che bisogna fare è cercare di leggere quanti più esempi è possibile e tanto materiale in lingua originale per cogliere sempre più spesso “a pelle” quel che l’autore voleva dire, quale sfumatura voleva dare, perché, per esempio, ha usato と e non たら.
    Insomma, sì, cercate di capire che caso avete davanti, provate con una traduzione “classica” per quel caso… ma se non suona in italiano, cambiatela! Le regole e le classificazioni non sono tutto e quando si traduce in italiano il punto chiave è l’italiano, perché italiano è il vostro lettore!

Passiamo a vedere i vari casi in questione. Schematizzando una frase con “to” scrivendo Aと、B , abbiamo i seguenti casi:

  1. All’accadere di A spesso/immancabilmente succede B
  2. Ogni volta che (succede A), allora (succede B)
  3. Se/quando
    3.1) Facendo A succede subito B (B è al presente! と = “se” o “quando”, è lo stesso)
    3.2) Appena fatto A è successo B (B è al passato! と = “quando/appena”)
    N.B. “sotto-caso”: se il soggetto di A e B è lo stesso
  4. (Non) fare A comporta B
    N.B. caso particolare: la costruzione con ~といい (e ~とよかった)
  5. Obbligo e divieto

6 thoughts on “Gli usi di と (to) come congiunzione

  1. aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhh!!!!confusioneeeeeeee!!!!!ma perchè è così difficile!!!!!!!!XDXD
    comunque, complimenti!le tue spiegazioni sono molto più chiiare di quelle date in molti libri!!!:)

  2. Non la mettere giù così drastica… puoi prenderla anche in modo più banale e meno nel dettaglio.
    Diciamo così. Posto che la frase è scritta con questa forma: Aと、B
    a) l’uso di と suggerisce che dopo A avviene B in modo spontaneo o automatico.
    b) a volte posso usare “se” o “quando” nella traduzione (provi a tradurre e noti che non cambia il senso della frase italiana se usi uno qualunque dei due termini. Ad esempio…
    – se premi questo bottone, esplode tutto
    – quando premi questo bottone, esplode tutto
    …sono la stessa cosa, no?)
    SE LA FRASE ITALIANA NON CAMBIA DI SENSO se usi SE o QUANDO, allora la frase giapponese vuole と sempre che B sia l’immediata conseguenza di A.
    c) a volte rende un’abitudine (es. ogni volta che vado a Kyoto incontro sempre Yuzuchan), tuttavia non è un gran problema, perché posso usare anche “se” o “quando” e il senso non cambia.
    d) si usa per creare degli obblighi o dei divieti, secondo l’idea giapponese che una forma di obbligo si scrive dicendo “Se non fai X, non va bene” (X wo shinakute wa ikenai/Xwo shinakereba naranai/X wo shinai to, ikenai/dame, ecc.)

    Se tieni a mente queste poche cose, anche se non sai i dettagli te la dovresti cavare ^__^

  3. Mmm! Sempre bravissimo.. Ma mi sa che sono capitato in un post di grammatica avanzata!! Aiuto.. Non ce la posso ancora fare 😉 meglio se faccio qualche passo indietro..
    Cmq bravo veramente! È sempre un piacere leggerti quando ho un po’ di tempo libero..

  4. Ciao 🙂 è il mio primo commento qui 🙂 tempo fa cominciai ad imparare il giapponese partendo dalla scrittura, arrivata a 800 kanji ho dovuto lasciare per una serie lunghissima di sfighe, però il giapponese è sempre nel mio cuore e prima o poi riuscirò ad impararlo!!è__é tutto questo per dirti…ti prego continua a fare il corso!*__* mi piace un sacco come spieghi, ho letto qui e lì, ma SICURAMENTE (perdonami il maiuscolo) ti seguirò 🙂 sono anche iscritta al tuo blog per non perdermi i tuoi post…è un’isola felice qui. Grazie mille^^
    ps. scusa per avertelo lasciato qui il commento!

    1. Finalmente qualcuno a cui posso consigliare kanji ABC …è un libro che a mio parere è fatto apposta per chi è nella tua situazione (che era anche la mia situazione tempo fa), perfetto per chi ha le basi e cerca un modo per ripassare da un lato e per avanzare, velocemente se possibile, dall’altro… ti linko la pagina di Amazon se ti interessasse…
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      p.s. so che c’è tanta roba, ma se cominci a guardare la barra in alto, (l’indice, lancia un urlo, domande…) e i “progetti principali” nella colonna di destra in prima pagina, penso riuscirai a orientarti… La prossima volta ad esempio un commento come questo puoi metterlo in CHAT (sotto Lancia un urlo, che trovi in barra)

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