Questo post vuole chiarire gli esempi dati nella sezione di grammatica del JLPT N5 riguardanti gli aggettivi in -i.
A differenza della tabella di ripasso su tutte le costruzioni grammaticali del livello N5, qui avete il roomaji e la traduzione… ed ogni riga è commentata e spiegata! Avendo finalmente a disposizione tutti i punti della tabella spiegati nel modo più chiaro possibile, il vostro studio dovrebbe essere molto facilitato… o almeno era questa l’intenzione. (^_^;;)

Se non capite qualcosa, semplicemente chiedete nei commenti che ne parliamo ^__^
Ah! A fine pagina, dopo le spiegazioni punto per punto, ritrovate la parte della tabella di ripasso che riguarda gli aggettivi in -i (ma con roomaji e traduzione).
Un’ultima nota: i kanji utilizzati sono solo quelli del livello JLPT N5.

Gli aggettivi in giapponese si coniugano, cioè equivalgono a forme verbali, quindi variano passando dalla forma affermativa a quella negativa, da quella presente alla passata. Inoltre hanno una forma cortese e una piana (che non possiamo chiamare “scortese”… semplicemente è “neutra” e va evitata in situazioni più cortesi e formali).
Vediamo tutto nel dettaglio.

3 Adj+です この本は高いです。
kono hon wa takai desu
Questo libro è costoso.
7 Adj+です この本はおもしろい。
kono hon wa omoshiroi.
Questo libro è interessante.

Le forme al punto 3 e al punto 7 sono rispettivamente cortese e piana degli aggettivi al tempo presente. Come vedete l’aggettivo in sé è immutato (termina in -i), semplicemente alla forma cortese ha anche “desu”, in quella piana invece no.

4 Adj+くないです このへやは広くないです・広くありません。
kono heya wa hirokunai desu // hiroku arimasen.
Questa stanza non è spaziosa.
8 Adj+くない そのへやは広くない。
sono heya wa hirokunai.
Quella stanza non è spaziosa.

Al punto 4 ci sono le due possibili forme presenti, negative e cortesi. Come vedete l’aggettivo perde la -i finale e prende una -ku. E’ poi seguito da due diverse forme. Quella in “-ku nai desu” sfrutta il fatto che l’ausiliare “nai” si comporta da aggettivo in -i e quindi crea la forma cortese semplicemente aggiungendo “desu” (come posso scrivere “takai desu” posso scrivere “nai desu” e quindi “takaku nai desu”; cfr. punti 3 e 7). Può succedervi di trovare scritto staccato il nai (in romaji, perché il giapponese comunque non usa gli spazi), p.e. takaku nai, poiché capita che vi venga inserita una particella come wa o mo per rendere sfumature di significato (argomento del JLPT N4), quindi c’è chi considera “takaku” forma aggettivale + “nai” ausiliare, invece di considerare forma aggettivale l’intera espressione “takakunai”. Ma sono questioni di lana caprina^^
“takaku arimasen” si scrive così poiché “arimasen” è la forma cortese di “nai” che a sua volta è la forma negativa di aru: aru → arimasu , nai → arimasen.
In pratica le due forme (takakunai desu / takaku arimasen) si equivalgono (in termini di cortesia, ma quella in “nai desu” è un po’ meno formale dell’altra). E’ facile intuire perché siano entrambe possibili: scrivere nai desu è come fare il negativo di aru e poi renderlo cortese, mentre arimasen corrisponde a fare la forma cortese di aru (arimasu) e poi renderla negativa (arimasen).
Al punto 8 troviamo la forma piana e negativa dell’aggettivo. Corrisponde alla prima delle due forme cortesi viste al punto 4, ma senza il desu. Es.: takakunai.

13 Adj+N これは高い本です。
kore wa takai hon desu.
Questo è un libro costoso.
14 Adj+の 大きいのは いくらですか。
ookii no wa ikura desu ka.
Quello grande quant’è? (Quanto costa?)

Al punto 13 l’aggettivo non è più la forma verbale della frase principale: è in posizione attributiva. In pratica non dico “Questo libro è costoso“, ma “Questo è un libro costoso“. Come vedete la posizione del verbo essere in italiano cambia. L’aggettivo “costoso” non è più predicato nominale, nella seconda frase si riferisce direttamente a libro, mentre “questo”, che era aggettivo di libro nella prima frase, diventa pronome (e soggetto) nella seconda frase. In giapponese un aggettivo che si riferisce direttamente a un sostantivo va prima del sostantivo stesso: akai kuruma = la macchina rossa. Come vedete qui non ho nemmeno una frase, solo aggettivo+sostantivo (mentre prima potevo avere una frase scrivendo sostantivo+wa+aggettivo: kuruma wa akai = la macchina è rossa). Quando l’aggettivo è in questa posizione (attributiva), cioè prima del sostantivo, non può presentarsi mai in forma cortese* (non scriverò mai “akai desu kuruma”!), ma può essere negativo (e/o passato): omoshirokunai eiga = un film non interessante.
Al punto 14 vediamo questa stessa situazione, ma al posto del sostantivo abbiamo “no” nella sua funzione “sostantivante” o “pronominalizzante”. In parole povere quel che precedete questo “no” diviene un sostantivo: atarashii = nuovo, atarashii no = quello nuovo. Come si distingue da un “no” qualsiasi? Di norma da quello che segue (di solito una particella: watashi no wa koko ni arimasu = il mio è qui), ma con gli aggettivi in -i il discorso è più semplice: non creano complementi di specificazione come i sostantivi, quindi se trovo “aggettivo in -i + no” ho sempre un sostantivo che renderò in genere con “quello…”, p.e. “quello nuovo”, “quella rossa”, “quello grande”. Spesso si dice che “no” si trova nella frase in sostituzione di qualcos’altro che viene sottinteso nel contesto.
* Argomento avanzato: lo stesso vale per i verbi che precedono un sostantivo per formare frasi relative.

9 Adj+かった きのうはあたたかかった。
kinou wa atatakakatta.
Ieri è stato (un giorno) caldo.
10 Adj+くなかった きのうはさむくなかった。
kinou wa samukunakatta.
Ieri non è stato (un giorno) freddo.

Al punto 9 abbiamo la forma passata piana. Anche questa si costruisce a partire dal verbo “aru” (il passato di aru, cioè “atta”) anche se non si nota a causa di una contrazione:

taka-i → takaku + atta → takakatta

La forma passata negativa e piana (punto 10) si costruisce dal negativo, sfruttando il fatto che l’ausiliare -nai (il negativo di aru) si comporta come un aggettivo in -i:

taka-i → takaku-nai → takaku-naku + atta → takakunakatta

Anche il passato però ha la sua forma cortese.La vediamo qui di seguito.

5 Adj+かったです。 きのう、ひるごはんは高かったです。
kinou, hirugohan wa takakatta desu.
Ieri il pranzo è stato costoso.
6 Adj+くなかったです。 きのう、ひるごはんは高くなかったです。
kinou, hirugohan wa takakunakatta desu.
きのう、ひるごはんは高くありませんでした。
kinou, hirugohan wa takaku arimasen deshita.
Ieri il pranzo non è stato costoso.

Per la forma affermativa basta aggiungere desu (takakatta desu), come al punto 5. Per la forma negativa (punto 6) ho due scelte:
1) posso aggiungere desu, p.e. avrò “takakunakatta desu” (cioè faccio la forma cortese del passato negativo), oppure…
2) come già visto prima posso “invertire l’ordine”, cioè fare prima una forma negativa cortese al presente (takaku arimasen), quindi metterla al passato …ragion per cui avrò “takaku arimasen deshita” (poiché arimasen deshita è il passato della forma cortese negativa di aru, cioè arimasen)

1) takaku-nai → takakunakatta → takakunakatta desu
2) takaku-nai → takaku arimasen → takaku arimasen deshita

Può venire voglia di fare un parallelo con la forma attiva del punto 5 e chiedersi “Non posso usare il presente piano e usare il verbo desu al passato cortese?” …No, punto e basta. Potete dire “takakatta desu” ma non “takai deshita” (e se fate caso noterete che la simmetria non sarebbe nemmeno completa poiché “takai deshita” non si ottiene con i “passaggi” visti al punto 2 qui sopra: otterrei “takai desu deshita” e… due volte il verbo desu di seguito? La cosa proprio non sta in piedi^^).

+++

11 Adj+くて この本は高くておもしろくないです。
kono hon wa takakute omoshirokunai desu.
Questo libro è costoso e non è interessante.

Al punto 11 troviamo la forma coordinativa degli aggettivi in -i, anche in questo caso perdo la -i finale faccio la forma in -ku e aggiungo il -te della forma coordinativa/sospensiva* (come per i verbi, es.: taberu → tabete). Dunque ho: taka-i → takaku+te → takakute.
In questo modo posso coordinare due (o più) aggettivi, affermativi (-kute) o negativi (-kunakute) che siano, sia in posizione di predicato nominale (come al punto 11), sia in posizione attributiva; es.: “takakute omoshirokunai hon”; “takakunakute omoshiroi hon”.
Cosa succede alla forma in -te (-kute o -nakute) quando voglio mettere tutto al passato? Proprio un bel nulla! Se omoshiroi è scritto al passato, omoshirokatta (desu), l’aggettivo precedente alla forma in in -te (affermativa o negativa) non varia… ma lo tradurrò al passato così come omoshiroi. Tutto qui.

* Spesso (giustamente) è indicata semplicemente come “te-kei” (forma in -te)

N.B. Argomento avanzato – Non è indispensabile usare la forma in -te per coordinare due aggettivi. Posso scrivere ad es. “samui hiroi heya” (una spaziosa stanza fredda). Viceversa coordinare il primo alla te-kei (per la natura di questa forma) può far pensare a una connessione logico/causale: “amakute oishii sake” può lasciare intendere che l’alcolico (sake) in questione è dolce (amakute) e per questo motivo delizioso (oishii).

12 Adj+く+V 友だちとたのしくあそびます。
Tomodachi to tanoshiku asobimasu.
Gioco/a allegramente con un amico.

Al punto 12 ho la forma avverbiale. O meglio la forma in -ku usata in modo avverbiale. Dunque se ureshii = felice, ureshiku = felicemente. Questa forma può avere però anche altri usi (argomenti più avanzati). Ad esempio equivalere alla precedente forma coordinativa (punto 11), ma in genere accade in contesti più formali o letterari. Oppure permettere di fare una sorta di “futuro” degli aggettivi. Non posso dire “sarà rosso”, ma posso dire “diventerà rosso” e lo faccio facendo seguire alla forma avverbiale il verbo naru (diventare): akaku naru/narimasu. Poiché “naru” è un normalissimo verbo, come tutti i verbi giapponesi al presente può essere inteso sia come presente sia come futuro a seconda del contesto… in questo caso avremo “sarà/diventerà rosso”.

NB! Un “argomento avanzato” è un argomento che appartiene a un livello del JLPT superiore al livello della lezione che state studiando (presumibilmente di poco). Se lo tratto però è perché mi sembra opportuno, non per cattiveria^^

3 Adj+です この本は高いです。
kono hon wa takai desu
Questo libro è costoso.
4 Adj+くないです このへやは広くないです・広くありません。
kono heya wa hirokunai desu // hiroku arimasen.
Questa stanza non è spaziosa.
5 Adj+かったです。 きのう、ひるごはんは高かったです。
kinou, hirugohan wa takakatta desu.
Ieri il pranzo è stato costoso.
6 Adj+くなかったです。 きのう、ひるごはんは高くなかったです。
kinou, hirugohan wa takakunakatta desu.
きのう、ひるごはんは高くありませんでした。
kinou, hirugohan wa takaku arimasen deshita.
Ieri il pranzo non è stato costoso.
7 Adj+です この本はおもしろい。
kono hon wa omoshiroi.
Questo libro è interessante.
8 Adj+くない そのへやは広くない。
sono heya wa hirokunai.
Quella stanza non è spaziosa.
9 Adj+かった きのうはあたたかかった。
kinou wa atatakakatta.
Ieri è stato (un giorno) caldo.
10 Adj+くなかった きのうはさむくなかった。
kinou wa samukunakatta.
Ieri non è stato (un giorno) freddo.
11 Adj+くて この本は高くておもしろくないです。
kono hon wa takakute omoshirokunai desu.
Questo libro è costoso e non è interessante.
12 Adj+く+V 友だちと たのしく あそびます。
Tomodachi to tanoshiku asobimasu.
Gioco/a allegramente con un amico.
13 Adj+N これは 高い本です。
kore wa takai hon desu.
Questo è un libro costoso.
14 Adj+の 大きいのは いくらですか。
ookii no wa ikura desu ka.
Quello grande quant’è? (Quanto costa?)

34 thoughts on “JLPT livello N5 – Grammatica – Aggettivi in -i

  1. Volevo fare una piccola segnalazione, nel caso magari crea qualche dubbio a qualcuno durante lo studio

    5 Adj+かったです。 きのう、ひるごはんは高かったです。
    kinou, hirugohan wa takakatta desu.
    Ieri il pranzo è stato costoso.
    6 Adj+くなかったです。 きのう、ひるごはんは高くなかったです。
    kinou, hirugohan wa takakunakatta desu.
    きのう、ひるごはんは高くありませんでした。
    kinou, hirugohan wa takaku arimasen deshita.
    Ieri il pranzo è stato costoso. <—– non dovrebbe essere Ieri il pranzo Non è stato costoso?

  2. Avrei un dubbio. Parlando di vita reale, con quale persone dovrei usare la coniugazione al negativo “-kunai desu” e con quali invece “-ku arimasen”. La forma piana è “-ku nai” e questo è ovvio. Ma non riesco ad afferrare completamente la differenza di cortesia delle altre due versioni.. Ad esempio sul libro “Genki”, mette la forma standard “-ku arimasen” e poi in una noticina dice “Alcuni preferiscono la forma -ku nai desu” (e te credo aggiungerei! >.<). Puoi illuminarmi, grazie mille!

    1. Ah, “alcuni” è un ridicolo eufemismo… La forma -nai desu è 10 volte più usata, basta usare google per accorgersene cercando qualcosa tra virgolette e poi cercando la forma corrispondente in “-ku arimasen”.

  3. Buongiorno ho una domanda per quel che riguarda la forma piana e cortese negativa presente: se diciamo che nai si comporta come un aggettivo in i, perché al presente negativo non prende la ku, mentre alla forma passata negativa piana e formale si?

  4. Perché “nai” è di per sé un negativo. Ausiliare per gli aggettivi (es. takakunai), presente (che i testi lo ammettano o no) nel verbo essere (janai) e forma irregolare del verbo “aru” (nai appunto).
    Dopo aver creato un negativo, es. takaKU+nai posso farne il passato e ottenere takaku-naKATTA (da takaku-NAKU+ATTA …il verbo aru interveniva come ausiliare per il passato, ma ora le due cose si sono fuse).
    Quindi con nai al presente quel che fa la forma in ku è l’aggettivo che precede.
    Se voglio fare il passato negativo non basta takaku, anche nai deve variare

    Se metto nai al negativo faccio il negativo di un negativo. Impossibile?
    No, non del tutto. Posso dire ad esempio takakunakunai? Cioè non è “non costoso”?
    Nel senso di “non ti pare sia economico?”

    O perfino… ma a dire il vero sconsiglio di imparare quanto segue, non è certo buon giapponese…
    kawaikunakunakunai? Che a conti fatti va a significare non ti pare sia carino (o meglio non ti pare sia non-noncarino?)
    Che è ovviamente una forma orripilante, ma a volte si sente… Specie, direi, con aggettivi/verbi che finiscono già di per sé in -nai, come sukunai e arienai,in particolare, forse i più banali e facili da sentire.
    arienai = impossibile
    arienakunai = possibile, plausibile
    arienakunakunai? = non ti pare sia possibile?
    Ma dipende dal senso… sukunai e altri, come tsumaranai, setsunai,…
    sukunakunai = Non ti paiono pochi?
    sukunakunaku nai = Non ti paiono non-pochi (tanti)?

    E ora che hai letto questa seconda parte puoi pure scordarla^^

  5. Ripassavo gli aggettivi in -i e mi è venuto un piccolo dubbio. La sfumatura di significato logico/causale della forma coordinativa in -te, vale sia se l’aggettivo è in posizione attributiva sia se è in posizione di predicato nominale? Oppure è prevalente in uno dei due casi? E infine, quale delle varie forme si usa di più per coordinare due aggettivi?
    ありがとう ございます 🙂

    1. Predicativa: tema + A-te A desu.
      kono heya wa atatakakute kokochi-yoi desu.
      atatakakute ha sfumatura causale
      Attributiva: A-te A + N
      atatakakute kokochi-yoi heya wa sukunai
      allo stesso modo anche qui ho una sfumatura causale per atatakakute.

      Per quanto riguarda le forme della coordinazione di due aggettivi ho appena scritto un post a riguardo…
      http://studiaregiapponese.com/2015/07/17/miti-la-coordinazione-degli-aggettivi/
      A volte sono costretto a non usare la coordinazione es.: iroiro na kawaii nuigurumi (NON iroiro de kawaii…)
      A volte posso coordinare o non farlo
      chisakute kawaii onna no ko
      chiisai kawaii onna no ko
      …tutte e due giuste, ma va detto che c’è chi percepisce come più corretta la prima.
      Ci sono poi dei casi in cui DEVO coordinare con la forma in -te… p.e. per esprimere sfumatura causale.
      Infine quando coordino (senza particolare sfumatura) posso usare la forma in -ku invece di quella in -kute per gli aggettivi in -i, ma è un tipo di coordinazione tipico del linguaggio scritto, letterario e/o formale.

      Insomma, non è questione di quale forma si usa di più, come se fossero equivalenti e una fosse più popolare… è questione di quale è meglio usare nel preciso contesto.

  6. Scusa il ritardo, ma in questi giorni avevo tempo solo per memorizzare kanji. Dunque, prima di tutto, fantastico il nuovo post sugli aggettivi!! Dopo di che, se non ho capito male, coordinare sta quasi tutto nella discrezione di chi parla. La forma più accettata è quella in -te, ma se proprio non voglio dare alcuna sfumatura userò gli aggettivi piani, mentre quella in -ku giusto se divento scrittore di romanzi giapponesi XD
    Per l’ordine invece mi atterrò a ciò che hai scritto nel nuovo post.
    ありがとう ございます

  7. Riassunto riassuntivo:
    -kunai/ -ku arimeasen= negativo
    -kunakute= coordinativo negativo
    -kute= coordinativo
    -kunakatta= passato nregativo
    -ku= avverbiale
    -katta= passato
    Il resto l’ho capito, ma questo è giusto?

  8. Scusami ma non ho ben capito al punto 9 perché nella costruzione si usa il -ku, che in teoria andrebbe aggiunto alla forma negativa, o così avevo capito.

    1. Perché il -ku non è parte della negazione.
      Gli aggettivi in -i hanno quella che potremmo chiamare una “forma in -ku”.
      Puoi utilizzarla per fare la forma negativa, se gli aggiungi “nai”. Puoi usarla da sola, come avverbio, o come forma coordinante al posto della forma in -te.
      O appunto si può partire da questa forma per creare il passato dell’aggettivo.
      La forma passata dell’aggettivo si ottiene infatti da una contrazione tra la forma in -ku e il verbo aru al passato (atta).
      Es. nel caso di furui, antico, vecchio
      furuku+atta si contrae in furukatta
      …ecco come nasce la forma passata dell’aggettivo quindi. Proprio come la forma negativa si creava a partire dalla forma in -ku (es. furuku-nai), questo vale anche per il passato… però furukuatta stona, quindi si è arrivati alla contrazione in -katta che è poi la forma moderna.

      Spero sia più chiaro ^__^

  9. Mi sono fatta uno schemino e non mi resta che memorizzare, ma ho una domanda sciocca per cui chiedo scusa in anticipo … “kuro” è anche lui un aggettivo in -i, giusto? Se non lo è il problema non si pone, se invece lo è: come mai in Kuroshitsuji o Kuro Oji non compare la -i?

    1. Kuro è il sostantivo, il nero
      Kuroi è l’aggettivo, nero
      Dopo kuro puoi mettere particelle come wa e ga, dopo kuroi non puoi.
      Dopodiché a volte trovi il prefisso kuro- , da kuroi, possiamo dire, come parte di una parola usato nel senso di nero, come aggettivo. Proprio come nei tuoi esempi.

  10. Salve, ho notato che nella canzone “Sora wa takaku kaze wa utau” la parte del titolo viene tradotta come “Il cielo è alto/vasto, il vento è una melodia” ma la forma in -ku di takai non dovrebbe essere una forma negativa?

    1. Ciao!
      No, la forma in -ku (così come quella con “de” nel caso degli aggettivi in na) non è di per sé negativa, è la base di varie forme dell’aggettivo.

      L’uso che citi è simile a quello della forma in te. Quindi un aggettivo in -i può usare takakute o takaku, mentre un aggettivo in na avrà una sola forma, shizuka de (ma al negativo avrà sia shizuka janakute che shizuka janaku).

      Ne ho parlato in questi due articoli che ti consiglio di leggere assolutamente

  11. Avrei 2 punti diversi su cui vorrei farti delle domande:

    “Al punto 14 vediamo questa stessa situazione, ma al posto del sostantivo abbiamo “no” nella sua funzione “sostantivante” o “pronominalizzante”. In parole povere quel che precedete questo “no” diviene un sostantivo: atarashii = nuovo, atarashii no = quello nuovo. Come si distingue da un “no” qualsiasi? Di norma da quello che segue (di solito una particella: watashi no wa koko ni arimasu = il mio è qui), ma con gli aggettivi in -i il discorso è più semplice: non creano complementi di specificazione come i sostantivi, quindi se trovo “aggettivo in -i + no” ho sempre un sostantivo che renderò in genere con “quello…”, p.e. “quello nuovo”, “quella rossa”, “quello grande”. Spesso si dice che “no” si trova nella frase in sostituzione di qualcos’altro che viene sottinteso nel contesto.”

    Non ho molto chiaro questo punto. Nel caso di “Kore casa wa wtashi no desu” watashi no diventa una sorta di pronome possessivo. Ma allora Aggettivo in -i + no, perché diventa sostantivo? Se lo pensiamo come “quello rosso,” o “quello grande”, non diventa un pronome dimostrativo?

    “Quando l’aggettivo è in questa posizione (attributiva), cioè prima del sostantivo, non può presentarsi mai in forma cortese* (non scriverò mai “akai desu kuruma”!), ma può essere negativo (e/o passato): omoshirokunai eiga = un film non interessante.”

    Tempo fa ho studiato che quando l’aggettivo è in posizione attributiva (dunque vi è un sostantivo fra aggettivo e copula) la forma negativa incideva sul verbo, ma l’aggettivo rimaneva nella sua forma originale in -i.

    oishii sakana desu ——> oishii sakana ja arimasen
    ookii kaban desu ——> ookii kaban ja arimasen

    Può essere?
    Comunque come sempre leggo spiegazioni dettagliate! ^_^

    1. “Quello” è pronome dimostrativo, ma “akai no” non c’entra nulla con il pronome dimostrativo giapponese che è kore, sore, are.
      Comunque possiamo dire che il no rende pronome akai o che “alzi no” equivale a un sostantivo (come ogni pronome), perché seguito da particella… In realtà non importa affatto, l’importante è non scrivere aggettivo + particella, ma usare “no”: aggettivo + no + particella.

    2. Dimenticavo …
      Quel che dici alla fine vale per il passato, non per la forma negativa.
      Quel che avrai letto è che se vuoi dire “non è un pesce buono” non metti due forme negative
      Oishii sakana janai
      Ma se vuoi dire che “è un pesce (che) non (è) buono”,
      Oishikunai sakana desu yo
      Va benissimo. A seconda del contesto diventa ovvio
      Omoshirokunai otoko da yo
      è palesemente assolutamente naturale, lascia stare qualunque cosa tu abbia letto.
      Ancora:
      Donna heya desu ka
      Tonikaku, shizuka janai heya desu ne…
      Idem.
      Dipende tutto da cosa vuoi dire, insomma.

      E col passato? Anche qui non coordino aggettivo e copula. Dico
      Tanoshii ichinichi deshita
      E non
      Tanoshikatta ichinichi deshita
      Perché tanoshii è una mera descrizione. Tuttavia ci sono casi in cui il nome può essere preceduto dal passato e casi in cui deve essere preceduto dal passato se l’aggettivo forma in realtà una frase relativa.

  12. Ciao 🙂

    Oggi vorrei fare una domanda stupida, più che altro per una mia curiosità…
    La forma in -ku descritta al punto 13 può essere usata in modalità avverbiale o per costruire psudo futuri: resta sempre invariata per ogni utilizzo? Ovvero non si coniuga al passato o al negativo come le precedenti?

    Grazie in anticipo! 🙂

    1. La forma in -ku è la forma in -ku se la modifichi non è più la forma in -ku. Quando la usi come avverbio (o come forma coordinante come vedrai più molto avanti) non devi cambiarne il tempo anche se la frase è al passato… D’altronde non puoi farlo.
      Gli aggettivi come i verbi hanno le basi. Come gli ichidan che hanno tutte le basi uguali, così gli aggettivi hanno praticamente tutte le basi uguali… o meglio, queste basi dell’aggettivo o sono proprio la forma in -ku o si tratta di qualche forma derivata dalla forma in -ku.
      Questo a conti fatti vuol dire che tutte le forme degli aggettivi (a parte quando hai -i) sono in qualche modo legate, derivate o affini alla forma in -ku… *in qualche modo*
      Il negativo è takaKUnai, il passato è takaKatta, la forma condizionale è takaKereba, la forma avverbiale è takaKU, la forma coordinante può essere takaKUte o takaKU (e forme che non troverai mai come lo pseudofuturo, takaKarou, o l’imperativo, takaKare, sono pure loro derivate da takaKU)… Ogni volta la presenza della K maiuscola ci dice da dove viene quella forma (in genere per contrazione, come visto per il passato).
      Certo, ci sono forme dell’aggettivo che non c’entrano (es. taka-sa, l’altezza)
      Insomma se “metti takaKU al passato” diventa la forma passata e non è più la forma in -ku

Fatti sentire!

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