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Se state leggendo questo post dopo aver affrontato l’hiragana (per molti versi l’alfabeto il sillabario più importante del giapponese) e prima di affrontare il katakana, bene… ma va bene anche se non avete ancora fatto nulla! In tal caso, però, sarebbe bene che apriste almeno una tabella dei simboli dell’hiragana e del katakana (o magari qualche video) così da dargli almeno una prima occhiata e iniziare a vedere le prime “differenza grafiche”.

Ma torniamo a noi! Come forse si deduce dal titolo, oggi vi proporrò una brevissima…

Introduzione alla scrittura giapponese

Saprete, credo, che il giapponese ha 3 metodi di scrittura: kanji, hiragana, katakana. Per questi ultimi due parlo genericamente di kana… si tratta di circa 50 simboli per l’hiragana e altri 50 circa per il katakana.

Sono associati agli stessi suoni, ma usati con scopi diversi.
I kanji hanno un significato (a volte più d’uno) e almeno una pronuncia. Quelli “obbligatori”, o meglio “i kanji di uso comune” (noti come “jouyou kanji”) sono 2136 ma una persona di cultura media riconosce circa 3000. Ogni ambito specialistico (ad esempio scientifico, giuridico, ecc.) poi porta con sé numerosi altri kanji (qualche centinaio), così come in italiano questi ambiti hanno un loro “gergo tecnico” e quindi vocaboli che nessuno conosce se non è “pratico del settore”.

Di seguito proverò a spiegare, in breve, tutti i possibili usi di kanji, hiragana e katakana.

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I kanji


Mentre la lettera A è un simbolo che indica solo un suono e deve essere messo insieme ad altri simboli (scrivendo per esempio ALBERO) perché si possa avere anche un significato, i kanji si rifanno a un’idea di scrittura ben diverso.

Un kanji in origine era un disegno di qualcosa, un ideogramma: la sua forma richiamava un significato. Ancora oggi quando scrivo 木 posso intravedere la forma di un albero, che è poi il significato di questo kanji. La maggior parte dei kanji non sono più disegni di qualcosa, perché la loro scrittura si è evoluta nel tempo (semplificazioni, sostituzioni, errori… li hanno trasformati moltissimo), ma continuano a richiamare un significato. E oltre a un significato hanno ovviamente una pronuncia.

Vi pare incredibilmente assurdo? Ma anche noi usiamo dei “kanji”! Non ve ne siete mai accorti?

Le cifre 1, 2, 3, 4… sono dei “kanji”! Sono dei simboli che richiamano un concetto, prima che un suono (tanto che, per esempio, 1 si legge “uno” in italiano, ma “one” in inglese… pur richiamando lo stesso significato in ciascuna lingua).

Non solo! Se vedete una maglietta con su scritto “I ❤ NY” leggete I love New York, giusto? Eppure quel cuore non è una lettera, non richiama un suono, richiama un concetto, innanzitutto, e poi, in secondo luogo, una pronuncia.. a volte diversa da paese a paese, così come per la cifra 1 o per il kanji  我 (io) che si legge wo in cinese, ma wa, ware o GA in giapponese.

Vediamo dunque nei dettagli qualcosa sui kanji nella lingua giapponese…

I kanji si trovano (1) da soli, seguiti da kana (che possono (2) far parte o (3) no della parola), oppure (4) insieme ad altri kanji (per formare parole fatte solo da kana). Ecco degli esempi:

  1. 後、 (ato, …), cioè Dopo… , E poi…
  2. 後ろ (ushi.ro) Dietro, (sul) retro, in fondo; il kana è parte della parola “ushiro”.
  3. 後がない (ato ga nai) non c’è un dopo (con l’idea che “se sbagliamo ora, non ci sarà un dopo” i.e. non avremo un’altra occasione). Non usando gli spazi in giapponese, i kana seguenti sembrano parte della parola, ma non è così: ga e nai hanno delle proprie funzioni grammaticali. Lo stesso vale per 後で (ato de), che da solo significa “a dopo” e preceduto da un verbo “dopo che”.
  4. 午後 (gogo) pomeriggio (lett. dopo mezzogiorno). In coppia con altri kanji spesso il kanji cambia pronuncia… e può averne più d’una!* Per esempio 後悔 koukai, rimpianto (lett. la frustrazione del dopo) vede il kanji 後 con pronuncia “kou”.
    *Non è una regola fissa.

I kanji, come avrete capito dagli esempi, indicano un generico significato di base. Inoltre bisogna ricordare che non possiedono, in genere, una singola pronuncia… ma se ci pensate ciò vale per tante lingue, perfino quelle occidentali; l’inglese ad esempio cambia spesso la lettura delle proprie lettere da una parola all’altra.

I kana che seguono il kanji (vd. 2 e 3) spesso ci permettono di capire, avendo studiato quel dato kanji, come leggerlo: cioè se trovo 後ろ , siccome ho studiato che quando 後 è seguito da ろ (ro) si legge ushi-, allora so di aver davanti la parola “ushiro”.

Per il resto, vd. esempio 4, devo aver studiato un vocabolo per essere sicuro di quale pronuncia il kanji abbia in quel vocabolo.

Chi avesse dubbi da chiarirsi sul perché i kanji abbiano più d’una pronuncia può leggere gli articoli della tag pronunce o direttamente questo post.

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I kana


Per indicare hiragana e katakana si usa il termine generico “kana“. A differenza dei kanji, questi “kana” non hanno alcun significato, sono caratteri (tipo le nostro lettere) associati a dei suoni (essenzialmente tutti sillabici, a parte le 5 vocali e la consonante N… per questo parlo spesso di “sillabari” e non mi piace il termine “alfabeto/i giapponese/i”!).

Primo uso che vediamo: sia l’hiragana (in particolare nei testi letterari, dai romanzi, ai manga) sia il katakana (in altri contesti) vengono usati come “furigana” (cioè quei piccoli kana scritti sopra i kanji per suggerirne la pronuncia… perché il kanji è difficile o perché il testo è per bambini o ragazzi che ancora non sanno molti kanji).
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1) L’hiragana


L’hiragana si usa anche, in particolare, per “completare” certe parole che non sono scritte interamente in kanji. Per indicare tutto quel che resta oltre il kanji, cioè la parte in kana, si parla spesso di “okurigana (che si può tradurre letteralmente come “kana di accompagnamento“).

L’uso principale è cioè quello di creare le desinenze (grammaticali) di una parola. Il kanji ci dà un’idea del senso, l’hiragana ci dice cosa abbiamo di fronte da un punto di vista grammaticale (un aggettivo? un verbo? e se è un verbo, è al presente oppure no?).

Ad esempio se ho il verbo 見る miru, “vedere”, il kanji si legge “mi”, quanto segue è okurigana e corrisponde alla desinenza grammaticale di questo verbo.

Se invece ho 食べる taberu, “mangiare”, il kanji si legge “ta”, quel che segue è scritto in kana ed è okurigana. Il kana usato per “be” però non fa parte della desinenza grammaticale: solo “ru” ne fa parte. Perché? Come lo so? Conoscendo la grammatica. Ad esempio, so che se tolgo “ru” e metto “ta” passo dal presente alla forma passata (食べた), mentre togliendo “ru” e mettendo “nai” passo dal presente, in forma affermativa, al presente in forma negativa (食べない).

Studiando la grammatica tutto ciò vi diventerà familiare… Certo, c’è un piccolo trucco: di norma solo l’ultimo kana è una desinenza grammaticale; esistono solo un paio di desinenze scritte con più d’un kana^^

L’hiragana viene usato poi per le particelle (posposizioni e congiunzioni), che non hanno (o non hanno più) un loro kanji, per certe onomatopee e per scrivere certe parole che vengono normalmente espresse in kana per comodità, perché il loro kanji non è ufficiale, oppure è ufficiale, ma particolarmente (o “inutilmente”) complesso.

Vi capiterà poi di trovare una parola scritta in hiragana perché in effetti è la contrazione di un’altra parola (es. あんた anta è la contrazione di 貴方 anata, cioè “tu”) o una variazione fonetica (es. みんな minna invece di 皆 che leggo solo “mina”).

A volte anche un kanji semplice può essere evitato, scrivendo la parola in hiragana.

Accade poi spesso in determinate espressioni o costruzioni, per distinguere la parola “vera e propria” (il kanji in sé con il suo preciso significato), dalla parola usata in quella data costruzione, magari, in modo idiomatico… ad es.: “toki” si scrive in kanji per dire “tempo”, ma di solito si scrive in kana se segue un verbo e significa “quando”. Lo stesso vale per il verbo “iu”, dire, che scrivo in kana nella costruzione “A to iu B” (che prende B e lo definisce come A: “B che si chiama/è detto A”).

Poi ovviamente, ci possono essere ragioni “stilistiche” o di semplicità, immediatezza ed efficacia comunicativa (pubblicità, slogan, libri per bambini, scrittura più rapida, eccetera).

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Il katakana


Abbiamo infine il katakana. Tutti vi diranno che il katakana si usa per le parole straniere. E’ una verità parziale. Innanzitutto si usa per trascrivere in giapponese le parole che hanno un’origine straniera (noi usiamo il roomaji, loro usano il katakana).

Ciò significa che si userà per trascrivere parole straniere, ma anche parole che ormai fanno parte del vocabolario giapponese! Come la nostra parola “sport”, ad esempio, che è ormai parte del vocabolario italiano, così たばこ “tabako” (tabacco) è considerata una parola giapponese; certe parole sono arrivate in Giappone da tanto tempo che hanno perfino dei kanji ufficiali scelti apposta e capita davvero di trovarle scritte in kanji (anche se di norma si trovano scritte in hiragana o, più spesso, in katakana).

Bisogna che teniate ben presente una cosa: la trascrizione in giapponese si ha adattando la pronuncia della parola d’origine straniera, non la sua forma scritta!

Questo è un fatto importante, non dovete riportare la parola come è scritta, ma, usando i kana, dovete trascriverne la pronuncia. Quindi per una parola d’origine italiana è molto facile, ma con altre lingue no! In pratica quel che fanno i giapponesi è un po’ come se noi scrivessimo “Uòscintòn” invece di Washington, o “acsciòn” invece di action

Ma non è tutto qui! Bisogna anche adattarsi al fatto che i suoni della lingua giapponese sono davvero pochi.

Non hanno i suoni “di”, “si”, “tu”, “ti”, né i suoni con la F a parte “fu”… gli mancano perfino tutti i suoni con la V, così per molto tempo li hanno resi con la B (バカンス bakansu è la trascrizione dell’inglese “vacance”, ovvero sia “vacanza”)! Anche loro, come noi, hanno spesso a che fare con l’inglese, quindi tutto ciò dà origine ad un vero incubo linguistico!

Volete degli esempi? Abbiamo parole (non le trascrivo in katakana, scrivo solo in romaji per comodità) tipo l’inglese network che diventa nettowaaku (e viene pronunciata proprio così!), o anche shirt che diventa shatsu, o mail che diventa meeru… E poi… poi ci mettono pure un pizzico di fantasia e improvvisazione, per cui cake, torta, si leggerebbe “keik”, ma in giapponese non si trascrive, come sarebbe ovvio, “keiku” (tanto la U non si sente a fine parola), la si scrive ケーキ “keeki” …/'(_ _#)’\…

La buona notizia è che ci si abitua…

La cattiva notiz. …scherzo, non c’è nessuna cattiva notizia. Vediamo invece altri usi.

Il katakana è usato nello scrivere molte onomatopee, ma anche al posto del maiuscolo per enfatizzare (le pubblicità, il nome dei prodotti, le insegne… se ne fa un grande uso), a volte si usa anche solo per far risaltare una parola in particolare in mezzo al testo.

È importante, specie entro una lunga sequenza di caratteri hiragana, perché aiuta a distinguere meglio tra le parole… in genere bastano i kanji per questo: segnalano dove finisce una parola e ne inizia un’altra (cosa essenziale in una lingua che non usa spazi nello scrivere). In pratica usare i kanji separa le parole, come se segnalassi l’iniziale di OgniParolaScrivendoCosì, e facilita la lettura.

Se i kanji mancano, leggere molti hiragana di seguito può creare confusione (sescrivocosìèdifficileleggere, ma è già più facile leggereSEscrivoINquestoMODO).

A volte, poi, il katakana si usa, come l’hiragana, per sostituire kanji difficili, poco usati… o anche in questo caso, secondo il gusto dell’autore. Il katakana è molto usato anche per scrivere rapidamente: le ordinazioni al ristorante, ad esempio… ho notato che perlopiù vengono scritte in katakana.

Citiamo infine, non stupitevi, gli acronimi (CIA, ONU, ecc.) e, come dicevo, il furigana, sono un esempio di altri usi del katakana. E ancora, per finire, sappiate che in determinate occasioni, specie scrivendo a mano, in piccolo e/o velocemente, si tende a usare il katakana, perché, scrivendo a mano, le linee “secche e squadrate” del katakana sono più adatte (e veloci) rispetto a quelle “morbide e curve” dell’hiragana.

Poi… be’, direi che, almeno per ora, sono tutti gli usi che mi vengono in mente! ^__^;;

Chi volesse approfondire il discorso può trovare su Jappop alcuni miei interventi sull’argomento “scrittura giapponese“. Ad esempio qui e nel post seguente si parla di kanji, mentre qui e nel post seguente si affronta l’hiragana e infine qui e nei due post seguenti si parla di katakana… tutto con dovizia di esempi e immagini e, come sempre, tutto spiegato nei minimi dettagli.

Se qualcosa non fosse chiaro, o voleste anche solo parlare dell’argomento, dovete solo lasciare un commento qui di seguito (-_^)

70 thoughts on “Introduzione alla scrittura giapponese

  1. questo sito è meglio di un libro!!!grazie continua a scrivere!!non so se imparerò mai il giapponese ma tu mi sei molto di aiuto!!!da autodidatta secondo te è fattibile?considereando che mi ci posso dedicare solo qualche ora al giorno e non sempre???grazie lucia

    1. Grazie a te di seguirmi, Lucia.
      Certo che è fattibile… la costanza è al cosa migliore però, cerca di dedicare del tempo ogni giorno per non dimenticare cosa hai fatto il giorno prima… anche se hai solo 15 minuti, ripassa. Per contro non serve tu faccia varie ore gli altri giorni, punta alla continuità e non a fare tante ore un giorno poi interrompere per due. Tutto qui. In bocca al lupo.

  2. ciao.. ho un piccolo amico che si sta appassionando alla cultura e lingua giapponese. mi piacerebbe regalarli un libro per imparare a scrivere i primi segni, che siano kana o kanji semplici. ha 9 anni. mi sapresti consigliare un eserciziario di questo tipo adatto alla sua età? grazie mille

  3. Ciao. Sono approdata al tuo sito ieri sera per caso:cominciato da poco a studiare Giapponese da autodidatta e cercavo dei testi in Hiragana (ho fatto solo quelli ancora).Sono entusiasta del sito…non riesco proprio a smettere di leggere…ti prego tu non smettere mai di scrivere!

    1. Grazie mille del bellissimo commento! 😄 Sono commosso!
      Lo metto nella pagina del Dicono di noi …che è la pagina che vado a rileggere quando sono a corto di motivazione per continuare 😅😋

  4. Ciao! Prima di tutto vorrei ringraziarti perché quello che mi era sempre stato impossibile ora sembra quasi fattibile cioè imparare il giapponese! Ho 12 anni e vado in seconda media. Da una settimana studio gli hiragana e ho imparato i primi venti. (Vocali- la Serie delle K- La Serie delle S-la Serie delle T). Vedo anime quasi ogni giorno quindi ho l’orecchio abituato. (Li vedevo fin da piccola con mia sorella maggiore otaku c:)
    Ho pensato che fosse impossibile poi ho letto che queste cose le imparano i bambini di sei anni in Giappone! Non finirò mai di ringraziarti! 3
    Vorrei chiederti un consiglio, quando imparerò bene Hiragana e Katakana (io uso il metodo alla Bart, li riscrivo finché non Mi entrano nella capoccia XD) dovrei acquistare tipo un libro per il giapponese?

    1. Un corso di giapponese, sì, certo. Immagino tu faccia inglese a scuola e probabilmente avrai un libro di inglese… L’idea è la stessa. È bene che comprenda dei CD o dell’audio disponibile su internet.
      In più esistono dei libri di grammatica (immagino che per l’italiano vi facciano studiare su un libro di grammatica, anche qui l’idea è la stessa: non puoi usarlo da solo ma ti aiuta a capire come funziona la lingua). Non è strettamente necessario.
      Ecco di solito va così… si prende un corso, lo si usa e, se proprio ci sono delle costruzioni grammaticali che non si capiscono nel corso, si usa un libro di grammatica, andando a cercare l’argomento in questione e provando a vedere se risulta più chiaro.
      Poi di solito ti serve anche un dizionario, ovviamente.

      Purtroppo i corsi disponibili sono pochi e a volte fuori stampa o vecchi o semplicemente molto noiosi.
      Alla fine della fiera l’unico che puoi prendere in italiano è il corso Hoepli… Che rientra tra i noiosi.

      Non ci sono però solo i libri. A volte uno può preferire un corso online. Anch’io ne sto costruendo uno… Pensa ho giusto giusto appena finito di videoregistrare una lezione… ma non sarà disponibile finché tutte le lezioni del primo livello non saranno finite e questo mi richiederà ancora mesi e mesi di lavoro.

      Mentre devo proprio lodare la tua determinazione ad un’età così giovane, devo forse suggerirti di concentrarti per ora sull’inglese… Anche perché poi l’inglese ti tornerà utile per studiare su libri più validi. O magari passato del tempo tornerai qui per usare il mio videocorso o comprerai il libro del corso 😋

      1. Ciao!
        Ho dato un’occhiata in giro e credo che comperò imparare il giapponese a fumetti (il titolo era più o meno cosi) e il dizionario della Hoepli.
        Comunque per l’inglese non ho problemi quest’anno sto facendo il Ket, l’anno scorso ho fatto il flyers e l’ho passato con cinque stelle a tutto e quattro al speaking. Poi c’è mia sorella che ha fatto il Pet e il livello dopo (non mi viene il nome)
        Fra poco ci saranno le vacanze di Natale quindi avrò tempo!
        Se farai un libro lo comperò sicuramente. Le video lezioni non mi ispirano proprio XD
        PS: Stamattina ho imparato altri cinque hiragana!
        Dopo aver imparato l’hiragana e il katakana bisogna passare ai Kanji giustp? Ma non sarebbe meglio studiare un’po di grammatica e poi i Kanji?
        Comunque ho scaricato i tuoi mazzi per Anki! Sono fantastici!

  5. Ho iniziato a studiare da poco giapponese da autodidatta, anche se a settembre vorrei iscrivermi ad un corso. In precedenza avevo comprato un libro, ma alla fine ho scoperto che non c’era quasi nulla di teoria e quindi mi ha abbattuta un po’ ma, fortunatamente, poi ho trovato questo sito.. Ti ringrazio! Ora, con calma, posso iniziare a capire meglio questa lingua. Solo una cosa non mi è chiara.. Dato che mi sto appuntando tutto e volevo scrivere tutte le parole che hai scritto in roomaji in katakana, non ho capito le doppie.. Esiste un simbolo particolare o non si scrivono?

    1. Si usa un “piccolo tsu”, sia in hiragana che in katakana. Cfr quello normale つ con っ quello piccolo. In katakana ovviamente sarà ッ
      Se vuoi digitarlo al pc da solo puoi scrivere ltsu dove la elle iniziale sta per little. Altrimenti ti basta scrivere in roomaji normalmente. P.e. il tè al maccha si ottiene proprio scrivendo “maccha” (in giapponese apparirà まっちゃ)

  6. ehi ciao, sono davvero interessata ad imparare da autodidatta il giapponese. Volevo soltanto capire una cosa.. molti mi dicevano che per parlare/ sapere il giapponese bastava imparare l’hiragana. Ma adesso ho letto qui che i kanji sono fondamentali. Non riesco a capire la funzionalità di ogni sillabario.. potresti aiutarmi?

    1. Per saper leggere il giapponese non basta l’hiragana… i kanji, e sono parecchi, sono dappertutto in Giappone ^^;;
      Ecco un articolo per capire i kana
      https://studiaregiapponese.com/2016/12/02/per-imparare-il-giapponese-o-unaltra-lingua-chi-ben-comincia/
      e uno per capire i kanji
      https://studiaregiapponese.com/2017/01/13/per-imparare-il-giapponese-i-kanji-e-i-loro-segreti/
      Trovi la continuazione e altri articoli simile nella sezione FAQ (questi articoli sono linkati al primissimo punto, “domande fondamentali”)

  7. Buon giorno,
    Ho iniziato da poco a studiare la lingua giapponese (pensando di fare l’esame per N5) e ho una curiosità sulle tabelle dei katakana e hiragana: è preferibile usare il sistema Hepburn oppure Kunrei? Io ho scelto il Kunrei ma il dubbio resta.
    Grazie tante
    Stefano
    ps. il sito mi piace molto ed è fatto benissimo, complimenti

    1. Decisamente l’hepburn, che trovi qui sul sito, nella maggior parte dei libri di testo, ed è ormai stato adottato in Giappone, per esempio dalle linee ferroviarie. Un tempo non era ufficiale (quindi spesso molti giapponesi fanno confusione e finiscono per mischiare due sistemi), ma ormai è molto più importante di kunrei o nihonshiki

  8. Ottimo articolo, solo una correzione vacanza in inglese si dice holiday.. vacance è francese e significa posto vagante che in inglese si dice vacancy

    1. Certo difatti bakansu viene dal francese, tra l’enorme quantità di gairaigo provenienti dall’inglese e l’esistenza dell’inglese vacation mi sarò confuso… è un articolo di quando questo sito era appena nato, non facevo abbastanza proof-reading al tempo 😅 Grazie della segnalazione 😀

  9. Ciao l’errore citato nel commento precedente non inficia la bontà di questo articolo. Sono un vero novizio ma leggendo queste righe ho capito parecchio e bene.
    Saluti e grazie di cuore,
    Flavio

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