Ancora una volta ci tocca parlare di wa e ga. L’idea è quella di presentarvi un approfondimento, legato in particolare ai verbi aru ed iru, che danno spesso problemi.

Un classico errore degli studenti di giapponese è ritenere, in base a quanto studiato su pessimi testi, che con il verbo “aru” o “iru” (e, in generale, in frasi come quelle degli esempi visti qui) non possa essere usata la particella wa al posto di ga. Questo non è affatto vero.
Se prendo una frase del tipo “xxx ga arimasu” e la porto al negativo, la situazione cambia, e non poco! Gli studenti più inesperti credono, come appena detto, che avendo “aru” (in questo caso il suo negativo “nai” o “arimasen”) debba usare per forza “ga”. In realtà le frasi negative sono per loro natura contrastive, quindi avrò di norma “wa”… ma in particolari casi potrei avere “ga”, tutto dipende sempre da cosa voglio dire, da quale sfumatura voglio dare alla frase.

Cerchiamo di approfondire. Che con aru/iru si usi ga per il soggetto, è vero unicamente perché un verbo come aru (o iru) tende a creare un determinato tipo di frase, ovvero una “frase descrittiva”. Il termine “descrittiva” non è il massimo, a dire il vero. Diciamo che si tratta di una frase priva di particolari sfumature, che constata un fatto. Questo discorso, badate bene, vale tanto per “inu ga hito wo kamimashita”, cioè “un cane ha morso una persona”, quanto per il nostro “(tsukue no ue ni) hon ga arimasu”, cioè “c’è un libro (sopra la scrivania)” (o anche “ci sono dei libri”, ricordatevi che singolare/plurale non conta). Qui, per rendere questo tipo di frasi, “wa” non sostituisce né ga né wo.

Se osserviamo le frasi del punto 29 (nel link dato all’inizio), dovrebbe risultare facile comprendere la differenza. Una frase descrittiva è “teburu no ue ni shinbun ga arimasu” (sul tavolo c’è un giornale). Ma se ho già parlato di qualcosa, questo sarà tema nella mia nuova frase. Oppure posso voler mettere in contrasto questo qualcosa con qualcos’altro. Dovrò quindi usare “wa” (come al punto 29): “shinbun wa teeburu ni arimasu” è una classica frase data da un tema e una nuova informazione (come dicessi “a proposito del giornale, sappi che è sul tavolo”). E così abbiamo visto un primo caso in cui la falsa regola “con aru si usa ga” viene sconfessata.

Quando rendo negativa una “frase descrittiva” (come quelle viste sopra), di norma non uso più “ga”, ma “wa”! Perché? Perché la frase al negativo di solito tende a non essere più descrittiva. Sembrerà difficile da capire, ma in realtà è semplicissimo.

Premessa. Chiedetevi, come fate a descrivere una stanza. Molti libri dicono che “le frasi descrittive vogliono ga”, ma è fuorviante: non tutto ciò che noi consideriamo una descrizione vuole davvero “ga”. Potete dire ad esempio se è spaziosa, bella, pulita, ecc. (Mitsuki no heya WA hiroi desu = La stanza di Mitsuki è spaziosa) …oppure potete dire cosa c’è nella stanza. E allora sì che “ga” serve (perlomeno alla forma affermativa).

Quando dite cosa c’è in una stanza (descrivendola!) molto probabilmente la stanza sarà il tema, ma la descrizione, la nuova informazione che volete fornire verrà dopo e ciò che c’è sarà seguito da GA: kono heya ni wa isu ga futatsu arimasu = In questa stanza ci sono due sedie… Però non direte mai cosa NON c’è nella stanza per descriverla!

Per questo una frase negativa di norma non è descrittiva… se devo dire qualcosa di una stanza, dico appunto quante sedie vi sono, non che NON vi sono due elefanti, giusto? D’accordo, ora ho esagerato un po’. Potreste dirmi che “non ci sono quadri” è una descrizione… sì, ma è pur vero che parlare di qualcosa che non c’è mi porta a chiedermi, per contro, cosa ci sia… Cioè chi ascolta e sente dire “XXX non c’è”, si aspetterà di sapere se invece YYY c’è oppure no. E’ per questo motivo che si parla di natura contrastiva della frase negativa e, se siete state attenti, sapete che i contrasti richiedono l’uso del nostro caro WA (sushi wa tabeta ga, sashimi wa tabenakatta = ho mangiato il sushi, ma non il sashimi).

E allora se ho una frase negativa con nai/arimasen ho sempre WA? …direte giustamente.

Eh, no. Perché esistono le frasi che io chiamo percettive. Se noti qualcosa e come lo noti lo esclami, allora ci va il ga!

– Tsuki ga kirei!, Che bella, la luna!, cfr. con Tsuki wa tentai desu, La luna è un corpo celeste
– Miruku ga nai!, Non c’è il latte!, cfr. con Miruku wa nai, Il latte non c’è… (altri ingredienti sì)
– Okane ga nai, Non ho soldi

Ok, è tutto. Mi rendo conto sia difficile, ma wa e ga è un argomento difficile di suo e chi ve lo presenta in modo semplice ipersemplifica e vi mette sulla cattiva strada. Penserete “non ce la farò mai” ma è una sciocchezza: l’uso degli articoli in italiano il, lo, un, una… è MOLTO più difficile ve lo assicuro eppure li usate senza pensarci. Si può arrivare ad usare correttamente wa e ga, basta capirli, farci caso quando li si incontra durante un corso… e considerare che non è un argomento che si studia ed è finito, si inizia a inizio corso e lo si padroneggia dopo qualche anno e vari libri!

15 thoughts on “は (wa) e が (ga) con il verbo aru (e iru)

    1. Grazie del complimento, sono contento che sia servita… stay tuned perché prima o poi pubblico un pdf che spiega per filo e per segno l’uso di wa e ga… dalle cose più basilari a quelle più particolari e inattese ^__^

  1. Nel post precedente non avevo capito molto, ora è tutto più chiaro! Grazie mille!^^
    Ah, volevo sapere, ma il post sugli aggettivi in -na non c’è più?o_o mi dice pagina inesistente! Può darsi che è il mio pc >.<

  2. Grazie mille d’averlo segnalato! Era un problema di link ricopiato male, riportava un indirizzo sbagliato… Ora funziona anche l’indice a inizio pagina…
    Se trovi altri link che danno errore, avvertimi sempre per favore! ^__^
    Ciao (^_^)/°”

  3. Ciao! Oggi ho ripreso in mano i verbi aru e iru, e studiando di qua e di là mi sono capitate delle strutture che non capisco bene!
    には
    へは
    に Ed へ sono accompagnate dalla particella は nelle frasi contrastive, ma non capisco bene come e quando usarle.. Non è che mi daresti una mano? 😉
    Grazie mille..

  4. Qualunque particella (a parte wo e ga) può essere seguita da WA e diventare così il tema della frase.
    Il fatto che io abbia “ni wa” o “he wa” non significa necessariamente che la frase sia contrastiva. Può essere che la parola seguita da “ni wa” sia semplicemente il tema, oppure può darsi che si crei un contrasto.
    Uso l’italiano, così prima capiamo che tipo di frasi avresti in italiano, poi vediamo il giapponese.
    Poniamo che io stia raccontando una favola e che qui ne copi solo un pezzetto.
    …il contadino viveva con la sua famigliola in un villaggio ai piedi di una montagna altissima. Ci si viveva proprio bene e tutti gli abitanti erano felici.
    Nel villaggio però c’era una particolare regola: tutti dovevano…

    Il villaggio era già stato citato una volta, no? La prima volta che viene citato compariva nella frase giapponese senza “wa”: …mura ni kazoku to issho ni sunde imashita (viveva con la sua famigliola in un villaggio…)
    La seconda volta che viene citato, quella con il grassetto, il villaggio è diventato tema della frase… quindi scriverò “mura ni wa toaru kisoku ga atta” ma non è una frase contrastiva, non ha questa sfumatura.
    Prendiamo un altro discorso, stavolta da un film d’azione.
    …ci sono dei civili sopravvissuti?
    Nel villaggio non ce ne sono, nella chiesa sulla montagna ci sono una trentina di paesani.

    Il villaggio non è stato citato… o anche se è stato citato, non ci interessa (se è stato già citato, allora posso dire pure che il villaggio è anche tema, ma ciò non toglie la sfumatura di contrasto).
    Le due parte in grassetto sono quel che ci interessa. E’ ovvio che sono in contrasto l’una con l’altra…
    Sopravvissuti? Nel villaggio, no, nella chiesa, sì. E’ chiaro che contrastano, giusto?
    In questo caso per tradurre “nel villaggio non ce ne sono” dirò “mura ni wa arimasen” e questa sì sarà una frase contrastiva.

    Nelle frasi di esempio che ho usato “ni” non si può sostituire con “he”, ma se avessi fatto delle frasi con un complemento di moto a luogo (es. vado in università) allora potevo usare “he” o “ni” (e se nel contesto questo complemento di moto a luogo diventava il tema e/o faceva da contrasto, allora avrei usato “he wa” o “ni wa”).

    1. Perfetto!! tutto chiarissimo!!
      Non pensavo di poter usare は in aggiunta ad altre particelle di caso per creare un argomento principale!
      Mi hai aperto un mondo 0_o
      Ora dovrò far sedimentare…
      Grazie mille veramente! sei sempre troppo disponibile… ho visto a che ora mi hai risposto!!

  5. Le tue spiegazioni sono sempre utilissime! Anch’io sono alle prese con aru/iru wa/ga e tutto ciò che è correlato….. Sul libro di testo dove studio, non ho capito bene una cosa. Quando si usa la particella ka con significato di o/oppure, la frase va considerata contrastiva e quindi si usa la particella wa? Sul libro a volte usano ga e volte wa e le frasi sono praticamente identiche….
    Esempio: “sono machi ni ginkou ka yuubinkyoku ga/wa arimasu ka.”
    Lo so, ci vuole un pò di contesto, ma porta pazienza…..
    ciao, ciao

  6. No, l’uso di “ka” per dire “oppure” non implica un contrasto che abbia a che fare con il “wa” tematico… Per una coincidenza in italiano usiamo il termine “contrasto” per riferirci a entrambe le cose, tutto lì.

    Una cosa che i libri non spiegano mai (e idem i professori), per non so quale cavolo di motivo, è che in una data frase non DEVI quasi mai usare wa O ga, puoi usare wa o in alternativa ga, in base a ciò che vuoi dire, tutto qui.
    inu ga suki / inu wa suki(…)
    otoko ga haitte kita (anche se era già stato nominato!)
    otoko wa haitte kita (anche se non era già stato nominato!)
    …tutto sta a cosa e COME lo vuoi dire.

    Usando la frase che hai indicato per guardare all’uso di ka, vediamo che può essere scrittaa in vari modi… 4 che mi vengono in mente (quel che è tra parentesi può esserci o no, non importa):
    sono machi (ni) wa ginkou ka yuubinkyoku ga arimasu ka.
    ginkou ka yuubinkyoku (ka) wa, sono machi ni ……….
    Non ho finito la seconda frase perché la costruzione in sé [xxx ka yyy (ka) wa] è possibile, ma non ha senso qui. Semmai diresti
    ginkou ya yuubinkyoku (ka) wa, sono machi ni arimasu ka
    Come se dicessi “a proposito di/riguardo a una banca, un ufficio postale… ce n’è in quella città che hai appena detto?)
    Se vuoi che l’alternativa sia tema scriverai una frase tipo:
    ginkou ka yuubinkyoku (ka) wa, dochira ga chikai desu ka
    ginkou ka yuubinkyoku ka, dochira ga chikai desu ka
    (insomma, dopo yuubinkyoku puoi avere solo wa, solo ka+virgola o anche “ka wa”).

    Bene, spero che risponda alla tua domanda. Se vuoi approfondire, di’ pure, ma magari posta le frasi tra cui non capisci la differenza, così facciamo prima e risolviamo subito.

  7. Ogni volta che leggo mi vengono dei dubbi che, continuando a leggere, mi sciogli direttamente tu. XD Mi piace tantissimo come spieghi! ありがとうございます!

  8. Leggendo i tuoi post mi sono chiarito moltissimi dubbi. Me ne è però rimasto uno riguardante il ga nelle classiche frasi affermative LUOGO ni N ga aru/iru. In queste frasi qual’è il tema? Non dovrebbe essere N, sostituendo quindi il ga con wa? Perché invece viene considerato solo soggetto?

    1. Perché nella frase in questione non c’è il tema. Guardo qualcosa e così come lo vedo (percepisco) lo descrivo (da quando ho scritto qs post ho rinnegato il termine “frase descrittiva” e preferisco “percettiva” perché tante descrizioni usano wa).

      Una frase non DEVE avere un tema per forza, ma posso scegliere di prendere qualcosa e metterlo a tema (ga → wa; ni → ni wa).
      O viceversa se prendo una frase con tema, spesso posso trasformare il tema in una parte del discorso (es wa → ga).

      Una frase con ga di solito in italiano si scrive (o si può scrivere) prima il verbo e poi il soggetto (se non è una frase in wa-ga come usagi wa mimi ga nagai)
      La costruzione che citi sarà sempre
      C’è la cosa N nel LUOGO X
      Prima verbo (c’è) e poi soggetto (N)

      Non è una regola perfetta ma funziona quasi sempre.

      Ps a volte il tema non c’è ma è sottinteso: (watashi wa) supaa ni ikimasu. Vado al cinema.

Fatti sentire!

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