Vorrei parlarvi, nel giro di un paio di post, di numeri fortunati e numeri sfortunati in giapponese. Dal titolo e dalla data di oggi, dovreste intuire a chi tocca oggi… Potete leggere il prossimo articolo se volete informarvi anche sui numeri fortunati in giapponese.

Numeri da paura!

Amici miei, oggi è il 17. Forse sapete già perché in Italia si pensa che il 17 porti sfortuna. La ragione è semplice, 17 in numeri romani è XVII, che anagrammato diviene VIXI, o meglio, “vixi”, che è latino e significa “vissi”, passato remoto di vivere. Ma se io “vissi”, al passato, significa che ormai sono ormai morto! Da qui, la sfiga.
I giapponesi però non si preoccupano come noi del 17, né gli importa qualcosa dell’americano 13 …Venerdì 13, per inciso, sarebbe il giorno in cui è morto Cristo (ma, Totocalcio vincit omnia, quindi da noi porta fortuna^^).
Per loro, i giapponesi, i “numeri terribili” sono essenzialmente due: il 4 e il 9.
Perché? direte voi… Perché la somma fa 13? (XD).
No, miei matematici amici e lettori, portano sfortuna per via della loro pronuncia!

…”La somma fa 13″… ma quando le pensate certe scemate? o_0 (XD)
Il 4 si pronuncia “shi”, ma “shi” è anche la pronuncia del kanjiche significa “morte”.
La gran parte delle volte, contando in giapponese, si usa la serie numerica con pronuncia cinese… ciò equivale a dire che i numeri da 1 a 10 sono letti:
ichi ni san shi go roku shichi hachi kyuu juu.
Tuttavia due numeri spesso non si pronunciano così… Dai, indovinate quali! Esatto! Il 4 e il… 7!

Ci siete cascati, eh? 😀
Per questi due numeri si usa “la pronuncia di origine giapponese” (non quella d’origine cinese, come accade per gli altri).
Il 7 si pronuncia in genere “nana”, perché “shichi” suona molto come “ichi”, il che in genere non è pratico… poi, be’, contiene “shi” anche lui, -.-” ma del 7 parleremo la prossima volta.
Con il 4, come detto, si evita la pronuncia “shi”, si preferisce sempre “yon” (o “yo”).
E il 9?! direte voi….
Un minimo di pazienza, cavolo! ( 😛 )
Il 9 si pronuncia kyuu, come avete visto, e questa pronuncia non ha nulla di male. Ha però una seconda pronuncia (sempre di origine cinese), abbastanza comune: ku.
Purtroppo però “ku” è anche il suono di un altro kanji…il kanji di “sofferenza”!
Ora… indovinate quali numeri mancano sulle stanze d’ospedale…
4 e 9.
No… niente tranelli stavolta 😀
Ma non è tutto, spesso nei condomini e negli alberghi mancano gli appartamenti/le stanze numero 4 e 9… e lo stesso vale per i tavoli al ristorante!
Noterete questo tipo di cose perfino facendo la spesa: le confezioni sono da 3 o da 5 (eppure una famiglia media è di 3 o 4 persone).
Non è un po’ da fuori di testa? vi chiederete.

Chiariamo due cose, dunque.
Uno, succede sempre meno… Le superstizioni sono superstizioni in fondo e per fortuna si tende a dimenticarle. Per esempio andrebbe aggiunto il 2 a questo discorso, letto “ni”, ricorderebbe nikushimi (odio, rancore)… eppure ormai non si ricorda più (o forse è che l’odio è comunque più accettabile?^^). Anche il 9, comunque, è già più “accettabile” del 4, per quanto manchi negli ospedali… forse è il prossimo candidato al dimenticatoio?
Il secondo punto da chiarire è, al contrario, un motivo per cui, anche se non sempre, questa superstizione è presa in considerazione.
In Giappone “esiste” una cosa detta 言霊 , kotodama, ovvero “lo spirito delle parole”. Attenzione, non è un’assurdità superstiziosa o religiosa, sconosciuta ai più… è un termine che fa parte della cultura generale… insomma, ho visto pure un “bar” con questo nome!
Ma sto divagando… (^_^”°\)_
In buona sostanza le parole hanno un innato potere, quasi magico. E questo vale sia che si tratti di controllare un demone, nelle storie del folklore nipponico, solo perché se ne conosce il nome, sia che si tratti di far avverare qualcosa, solo per averne “pronunciato” il nome.
Lo stesso accade in molti altri paesi. Nella religione cristiana (e musulmana), la divinità non ha un vero nome, o meglio il suo vero nome non è noto agli uomini! I termini usati per indicarla significano più o meno tutti “divinità”, a parte Dio che viene dal genitivo, “dios”, della parola greca… Zeus!
Curiosità mia… Sapevate che per tutto questo tempo avete pregato il dio degli antichi greci? ^_^
Tutto ciò perché conoscere “il vero nome di Dio” darebbe all’uomo un potere sulla divinità (il che è impensabile), in quanto le parole hanno un loro intrinseco potere (in certe storie il nome di Dio uccide!).
Possiamo però evitare di allontanarci tanto, restare in Oriente e parlare della Cina.
In Cina gli oggetti i cui nomi includono il suono del kanji 死 (stesso kanji che in giapponese, ma diversa pronuncia) non vengono mai regalati perché di cattivo augurio… Dunque, se andate in Cina, MAI regalare ombrelli, fazzoletti di stoffa, ventagli (un tipo particolare, detto “uchiwa” in giapponese)…

Può sembrare, lì per lì, poca cosa, ma pensate a quanti errori e gaffes… quante offese si posso evitare, semplicemente rendendosi conto che studiare la cultura, gli uni degli altri, è essenziale per capirsi, perché è incredibile il numero di situazioni (a tavola ad esempio) in cui consideriamo universale il nostro modo di comportarci. Chiedere della stanza 49 nel 4° reparto del 9° piano in un ospedale giapponese sembrerà una battuta orribile a qualunque infermiera, così come regalare ad una signorina cinese il ventaglio sbagliato, non vi permetterà di fare colpo, o provare a corrompere un funzionario regalando un orologio, potrebbe farvi finire in galera… non per la corruzione, largamente diffusa, ma perché semplicemente “porta sfiga!”.

7 thoughts on “Numeri da paura!

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