NEKO NI KOBAN

猫に小判
kana: ねこにこばん。
lett.: (Dare) koban a un gatto.
lib.: Perle ai porci.
Equivale a “dar qualcosa di valore” a chi non sa capirne il valore e quindi non sa che farsene… Ovvero sapendo già che non potrà farne buon uso. Una sfumatura è l’idea che dare qualcosa a qualcuno sarà semplicemente inutile, non avrà un effetto positivo (per noi). Mah… non che dicendovi solo “perle ai porci” non abbiate chiaro che intenda, giusto?
Vediamo prima un esempio …e poi riparliamo di maialini ^.^ 

この本は彼にやっても猫に小判だ
kono hon wa kare ni yatte mo neko ni koban da
Se anche gli dessi questo libro, sarebbe come dare perle ai porci.

Note:
Il termine “koban” indica un tipo di antica moneta giapponese, fatta in oro e di forma ovale. Negli anime ambientati nel periodo feudale la si vede spesso (vd. wiki).
I giapponesi usano anche un altro detto quasi uguale… altrettanto diffuso direi (anche se personalmente ho sentito più il primo), ed il bello è che è identico al nostro!
豚に真珠 , buta ni shinju, ovvero, appunto “perle ai porci”.
Anche gli inglesi dicono “(Don’t toss/Do not cast) pearls before swine”, cioè “(Non gettare) perle di fronte ad un maiale”. Come mai abbiamo tutti lo stesso detto? Perché in effetti la frase viene dalla Bibbia. Inoltre ha varie versioni. Un esempio del passo completo è questo: “Never give what is holy to dogs or throw your pearls before pigs. Otherwise, they will trample them with their feet and then turn around and attack you”. Ma ci sono altre versioni che traducono diversamente… p.e. con i maiali che diventano “cinghiali selvatici” e i cani che sono sostituiti da “persone indegne”. Ovviamente si usa in modi diversi quindi anche senza negazione: “è come dare perle ai porci”, va bene nelle tre lingue citate.

I Giapponesi hanno vari altri detti simili!
Sono rimasto stupito dall’abbondanza di detti che ho incontrato nel tempo …in genere i proverbi o i modi di dire tendono a contraddirsi tra loro, ma difficilmente ci sono vari detti che si sovrappongono quanto a significato. Intanto nell’epoca Edo era più diffuso il detto che affermava che ai cani non bisogna dare koban… ma come vedremo prima o poi, seppure i giapponesi siano dei veri amanti dei gatti, stranamente nei proverbi li maltrattano non poco. Comunque, koban a parte, ancora oggi ai cani non vanno dati discorsi di Confucio (inu ni rongo)… mentre è ovviamente inutile recitare i sermoni del Budda nelle orecchie dei cavalli (uma no mimi ni nenbutsu). Però va detto che questi due detti si focalizzano sull’idea dell’azione inutile… l’ultimo in particolare, più comune, è traducibile come il nostro “è come parlare al vento” (più specifico di un’azione inutile). Mi occuperò in un’altra occasione di “azioni inutili”, ma, mi raccomando, nel frattempo non leggete sutra alle mucche e non intonate canti per i conigli… ^__^

Comunque a volte a nulla valgono gli avvertimenti, a volte è troppo tardi… E alla fine c’è sempre chi dà dei koban al gatto… …si vede dallo sguardo che non ne farà buon uso… anzi!

Chi invece si esprime diversamente?
In Cina dicono qualcosa di simile, con parole diverse: 对牛弹琴 , duì niú tán qín, letteralmente: “suonare musica per una mucca”.
Gli spagnoli, infine, dicono: “No está hecha la miel para la boca del burro”. Letteralmente tradotto “Il miele non è fatto per la bocca dell’asino”.

Avvertenza il termine “proverbi” è dovuto solo all’esigenza di dare un nome semplice alla “categoria”. In effetti presenterò sì proverbi, ma anche modi di dire, yoji-jukugo, espressioni comuni… Per scegliere solo un tipo tra queste espressioni utilizzate le corrispondenti etichette/tag a fine post.

5 thoughts on “Modi di dire – Neko ni koban

  1. Sì, dò ragione a Diego. Sono belli i significati e per ora quello che mi è piaciuto di più è stato il secondo! 😀 continua a metterne altri!!
    ps: però non è giusto “maltrattare” gli animali nei proverbi 🙁

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