Dunque, mi pare un buon momento per un piccolo promemoria. Lo chiamo così, ma in effetti vedremo cose vecchie e nuove(!), per cui non vi consiglio di saltarlo.
Forse non capirete tutto, ma ripeteremo più avanti questo “esperimento”, facendo altri riassunti simili per chiarire e spiegare sempre più. Per ora leggete e vedete come va.

In giapponese esistono due “katsuyou” (coniugazioni) principali, godan e ichidan (gli ichidan si suddividono in due sottotipi come presto vedremo, ma non è molto importante). Inoltre abbiamo dei verbi irregolari (pochissimi!) che vedremo a parte.

I verbi godan appartengono a diverse “gyou”: per suddividerli, in riferimento all’ “alfabeto” giapponese, si usano le “gyou”, カ行 (ka-gyou), サ行 (sa-gyou), タ行 (ta-gyou), ecc. Ciò significa che poiché i verbi godan finiscono in -ku, -su, tsu, ecc. (cioè finiscono con il suono terminante in -u della gyou indicata), dirò che appartengono alla カ行 o alla サ行 e così via. Gli stranieri spesso usano “codici” tipo v5k, v5s, v5t …eccetera.
Come abbiamo detto posso incontrare verbi godan che terminano con vari kana con il suono U (in “ku” come il verbo “kaku” o in “su” come “hanasu”, ecc.), ma non tutti i kana che terminano con il suono -u possono essere la terminazione di un verbo (infatti non ho nessun verbo che finisca in -zu, -du, -fu, -pu, -yu). Li abbiamo già visti, ma rivediamo i kana con cui finiscono i verbi (in vari ordini, scegliete voi il più comodo):

  • う く ぐ す つ ぬ ぶ む る nell’ordine alfabetico giapponese dei gojuuon o in quello italiano: bu, gu, ku, mu, nu, ru, su, tu, u
  • く ぐ ぶ ぬ す む う つ る in un ordine facile da ricordare, dato che ku e gu sono affini, bu è l’unico altro kana sonorizzato, mentre “nusumu” e “utsuru” sono due verbi molto comuni che significano “rubare” e “riflettersi”.
  • ぶ ぬ む う つ る dove i colori raggruppano verbi che si comportano in modo simile nel creare la forma passata e la cosiddetta te-kei (come vedremo poi).

I verbi ichidan invece, finiscono con i suoni -iru o -eru e quindi appartengono tutti alla ラ行 (cioè finiscono tutti in -ru). La linguistica definisce i godan come verbi consonantici, gli ichidan come verbi vocalici (ne riparlerò), in base alla terminazione della radice dei verbi (per consonante o vocale). La radice verbale (語幹 gokan) è ciò che resta immutato nel verbo quando passo da una “base” all’altra, da una “forma” all’altra. Per es. il verbo “scrivere” in forma affermativa è kaku, in forma negativa è kakanai: è ovvio che la parte invariata è kak- , che termina per consonante …e infatti kaku è un verbo godan. Viceversa il verbo taberu al negativo fa tabenai, ciò che non varia è tabe- che termina per vocale (quindi ho un verbo ichidan).

Da tutto ciò derivano i nomi godan (5 dan) e ichidan (1 dan). Vedremo che le varie basi di un verbo godan hanno in comune la radice (gokan) che finisce per consonante (es. kak-), ma ciascuna base finisce con una diversa vocale. Ad es. ho kaka-nai, kaku, kaki-masu… o meglio, in kana scrivo かない、か、かます ecc.
Ma cosa notiamo? Sì, kaka-, kaku, kaki- hanno il suono “kak-” in comune ma terminano con kana diversi: か く き (e ho altre basi che finiscono in け e こ), quindi le varie basi di un verbo godan usano kana della stessa “gyou”, ma di diverse (5!) “dan” (riprendete una tabella dell’hiragana e verificate che è divisa in 5 colonne (dan), ciascuna delle quali contiene solo suoni terminanti con la stessa vocale, mentre i suoni in riga (gyou) iniziano con la stessa consonante).
Se le basi del mio verbo terminano con i kana della stessa gyou, ma di 5 diverse dan, ho un godan. Se invece le basi terminano tutte con lo stesso kana (stessa gyou, stessa dan), come nel caso di taberu (mangiare), le cui basi hanno tutte in comune “tabe-” (e non taber-), allora ho un ichidan. La dan dei verbi ichidan (cioè la dan cui le loro basi appartengono) dunque è unica. È la e-dan, come per tabe-ru, o la i-dan, come per sugi-ru.

Tranquilli, continueremo a rivedere ogni punto approfondendolo man mano, in modo da capire meglio e nel contempo ripassare ogni cosa già vista. Vedremo le varie basi e molti esempi, così vi renderete conto che è tutto molto intuitivo e semplice.
Se vi sembra invece che ripeto continuamente dei concetti ovvi… be’ considerate che più volte li rileggete e più li ricorderete, senza dover faticare a studiare!

6 thoughts on “JLPT livello N5 – Grammatica – Promemoria verbi (1)

  1. Bella anche questa lezione!! 😀 forse mi sta piacendo anche perchè grosso modo la sto capendo XD
    Sì, è giusto secondo me ripetere i concetti anche se si son imparati, perchè così li memorizzo(li memorizziamo) meglio!!
    La parte che non ho capito è più o meno questa:
    Se le basi del mio verbo terminano con i kana della stessa gyou, ma di 5 diverse dan, ho un godan. Se invece le basi terminano tutte con lo stesso kana (stessa gyou, stessa dan), come nel caso di taberu (mangiare), le cui basi hanno tutte in comune “tabe-” (e non taber-), allora ho un ichidan. La dan dei verbi ichidan (cioè la dan cui le loro basi appartengono) dunque è unica. È la e-dan, come per tabe-ru, o la i-dan, come per sugi-ru.
    E anche un pò il pezzetto precedente, ma non volevo riportarlo tutto XD comunque è di più il pezzo finale delle varie basi che non capisco!
    Però dai, stavolta, ho imparato ad esempio la distinzione tra verbi consonatici e vocalici… che già è un passo in più per intuire se si tratta di un verbo ichidan o godan 🙂

    Spero metterai tipo qualche schema con tutti gli esempi, così visibilmente, avendo rispettivamente gli esempi di verbi godan e ichidan, si capirà ancora meglio ^____^

  2. Se è il concetto di “BASE” che ti sfugge, è normale, perché ancora non ho ben spiegato le basi… Forse il parlare di gyou e dan era un problema… cmq ho fatto solo presente che alla forma affermativa ho:
    kaku (scrivere), tabe-ru (mangiare)
    Alla forma cortese ho:
    kaki-masu (scrivere), tabe-masu (mangiare)
    …però alla negativa ho:
    kaka-nai (non scrivere), tabe-nai (non mangiare)
    Proviamo a togliere tutte le desinenze (masu, nai…) cosa resta? Le basi.
    Ho già visto così tre basi del verbo scrivere… che sono: kaku, kaki-, kaka-
    …e tre basi di “mangiare”, cioè tabe, tabe, tabe.
    Un verbo, vedremo meglio, ha 5 basi (per ora diciamo solo questo, poi le vedremo meglio)… fin qui ne abbiamo viste 3 per un godan come kaku e 3 per un ichidan come taberu.
    Si nota subito, anche solo con 3 basi, che le basi di taberu sono tutte uguali, mentre le basi di kaku cambiano.
    Messe in ordine alfabetico sono kaka-, kaki-, kaku, (e quelle mancanti sono kake e kako(u) …così in tutto sono 5, no?).
    A questo punto vedi una tabella dell’hiragana. Le colonne, o “dan”, corrispondono a diverse vocali, le righe sono diverse consonanti, no?
    Se prendi kaku, vedi subito che la parte finale di tutte le basi mantiene la stessa consonante (cioè termina con un kana della stessa gyou, ad esempio la “serie della K” o “ka-gyou)… d’altronde è un verbo consonantico (in quanto godan) quindi è ovvio che kaK- resti invariato! Invece passando da una base all’altra cambia la vocale… kaka-, kaki-, kaku, (kake, kako(u)).
    Dunque, tornando a noi, le basi di un godan terminano con i kana della stessa gyou, ma di diverse dan (cioè con un diverso suono vocalico).
    Penso che ora sia chiaro ^__^

    1. Ora và mooolto meglio, grazie!! ^_^
      Quindi, ricapitolando, solitamente i godan variano la “base” in base(scusa il giorno di parole XD) alla consonante, o meglio kana, della stessa gyou(che poi nemmeno così tanto, perchè alla fine la base che resta sempre invariata è kaK); mentre invece le basi di un ichidan sono sempre le stesse. E’ questa, in poche parole, è un’altra differenza per capire se si tratta di un godan o un ichidan, oltre la differenza delle “desinenze” di -u e -eru.
      Ma allora mi sorge una domanda, che non vorrei farla perchè magari pensi:”ma allora non hai capito niente!!!!!! XD”, ma la faccio lo stesso: questi cambiamenti di consonante/kana(kaku, kaki, kaka etc.) a che servono sostanzialmente?? Per fare le frasi affermative e negative? cioè rispettivamente kaku, kaki, kaka che significavano visto che i tempi(presente, passato e futuro) restano sempre con lo stesso verbo in una frase? Boh, mi sento ridicola a chiedere ciò :/ magari fammi un esempio con l’italiano se c’è qualche fattore comune in merito alla domanda che ho fatto.

  3. >> o meglio kana, della stessa gyou(che poi nemmeno così tanto, perchè alla fine la base che resta sempre invariata è kaK)
    Appunto! La ka-gyou è data dai kana ka, ki, ku, ke, ko.
    Come vedremo un godan come “iku” ha le seguenti basi: ika-, iki-, iku, ike, iko(u)
    (il discorso è un filo più complesso, ma anche vederla così va bene, non è un grosso errore).
    “kak-” è la radice del verbo, non è la base. E’ semmai la parte che tutte le basi di “kaku” hanno in comune. Ti ricordo che le basi di kaku sono: kaka-, kaki-, kaku, kake, kako(u).

    E a cosa servono, dici… Giustamente servono a quel che immagini. A fare vari forme verbali.
    Come visto una base è la forma piana (non cortese), cioè,per il verbo scrivere è “kaku”. La forma cortese si fa a partire dalla base che finisce per -i, quindi ad esempio kaki- (poi aggiungo “masu” e ho la forma cortese).
    Infine la forma piana negativa si fa a partire dalla base che finisce in -a …kaka- a cui aggiungo “nai”: kakanai.
    Taberu, che è un ichidan (o anche “miru”, un altro ichidan) non hanno tutte queste variazioni nelle basi.

    La forma piana rende presente e futuro, NON il passato! Il passato si fa in un altro modo.
    Le basi che non abbiamo ancora visto poi… le ultime due, che per i godan finiscono in -e ed -o(u) serviranno a fare altre forme ancora (la forma imperativa, ad esempio, quella ipotetica… ed altre).

    1. >>“kak-” è la radice del verbo, non è la base. E’ semmai la parte che tutte le basi di “kaku” hanno in comune.
      Aaaah ok, basta, ora penso proprio di aver compreso! Non capivo cosa fosse kaK visto che le basi sono kaku, kaka, kake etc.

      >>La forma piana rende presente e futuro, NON il passato! Il passato si fa in un altro modo.
      Ah, bene quindi riguarda solo presente e futuro che non cambiano, mentre il passato dei verbi godan e ichidan ha tutto un altro procedimento…

      Grazie ancora per la pazienza!
      Avevo letto alcune cose sui verbi godan e ichidan in una specie di “corso di giapponese in 20 unità” che ho preso da internet e mi sono stampata… e non ci avevo capito molto perchè questo corso dà tutto per scontato… poi insomma, è un pò impossibile studiare il giapponese in 20 unità XD ma non avendo alcun libro, mi sono accontentata… poi ho scoperto il tuo blog quindi penso di poter integrare le lezioni con questo corso, per intanto, almeno per comprendere un pò di più in attesa di un libro, un dizionario… ^__^

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