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38++N+が+Vit/N+を+Vt+++La finestra si apre/Apro la finestra

Anche questo argomento andrà trattato in più lezioni. Comprende solo un paio di temi, che però sono di grande importanza. Innanzitutto il concetto di complemento oggetto: lo rivedremo prima in italiano e poi scopriremo come è reso in giapponese.
Cercheremo poi di capire cosa sono i verbi transitivi e intransitivi (concetti legati a quello di complemento oggetto) e per finire affronteremo le coppie di verbi transitivi e intransitivi, che si incontrano in giapponese e che a volte ci confondono se ci “affidiamo” troppo alle traduzioni (letterali) in italiano.

Il complemento oggetto è un sostantivo (un nome) che “subisce” l’azione espressa dal verbo. Se dico “io mangio una mela” è ovvio chi fa e chi subisce l’azione, giusto?
Di norma un complemento oggetto è quel qualcosa che segue il verbo, rispondendo alla domanda “che cosa?” o “chi?”. Ad esempio: “mangio …che cosa? una mela”. Oppure posso dire “ho fermato mia sorella sulle scale” e quindi posso verificare come prima quale sia il complemento oggetto: “ho fermato …chi? mia sorella (sulle scale)”.
È un trucchetto sempre valido per scoprire il complemento oggetto, ma non quando ho il verbo essere. Ad esempio in “io sono un insegnante” non ho un verbo (il verbo essere, “sono”) seguito da complemento oggetto… anche se potrei dire “io sono che cosa? un insegnante”. Ricordate che il verbo essere è un discorso a parte.
Oltre al verbo essere esistono altri (rari) casi in cui potreste essere tratti in inganno. Se ad esempio dico “io vengo considerato un insegnante”, potrei pensare che la frase si possa rendere così: “io vengo considerato …che cosa? un insegnante”. In realtà non è così, anche in questo caso “un insegnante” non è complemento oggetto, in realtà risponde alla domanda “come?” o “in che modo?” (i.e. in che modo vengo considerato? come un insegnante). Il trucco per smascherare questi verbi è provare a sostituire un aggettivo a quello che ci sembra un complemento oggetto. Fateci caso: “io vengo considerato bello” si può dire, quindi “un insegnante” non era complemento oggetto. Viceversa “io mangio bello” non ha nessun senso, quindi “una mela” era complemento oggetto.

Veniamo al secondo punto, verbi transitivi e intransitivi. È presto detto: in italiano i verbi transitivi possono reggere il complemento oggetto, gli intransitivi non possono. Per esempio “mangiare” è transitivo poiché posso specificare che cosa mangio. Al contrario “andare” è intransitivo, poiché non posso certo dire “che cosa vado”. Posso dire “dove vado”, ma non che cosa.

Quanto detto vale per l’italiano, ma vale per il giapponese? In linea di massima sì, ma non sempre, o meglio non si comportano sempre come noi ci aspetteremmo.
Il fatto è che noi abbiamo determinate “aspettative” riguardo a questi due tipi di verbi, transitivi e intransitivi. A ben vedere però si tratta solo di “etichette” che noi abbiamo affibbiato ai verbi giapponesi, delle “categorie” che noi occidentali abbiamo creato. Non possiamo aspettarci che i verbi giapponesi le rispettino perfettamente.
Inoltre quando consideriamo se i verbi giapponesi si comportano o no rispettando questa suddivisione (transitivi/intransitivi), in realtà stiamo considerando se il verbo giapponese si comporta o no come la traduzione che noi ne abbiamo dato nella nostra lingua!

Non è assolutamente un fatto di poco conto. Per arrivare a capirlo bene e per capire cosa hanno di particolare questi verbi transitivi o intransitivi giapponesi rispetto a quelli italiani, passeremo, la prossima volta, al terzo e ultimo punto: le coppie di verbi transitivi e intransitivi (tipiche della lingua giapponese).

La trattazione di quest’argomento prosegue in questi articoli:

  1. Le coppie di verbi “jidoushi/tadoushi”
  2. “Tipi” di coppie jidoushi/tadoushi

2 thoughts on “JLPT livello N5 – Grammatica – Verbi transitivi e intransitivi

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