Potremmo dire che questa lezione sia sulle frasi relative, ma non sarebbe proprio corretto perché in giapponese la maggior parte delle subordinate si crea come una relativa (!!) e ciò significa, per nostra fortuna, in modo davvero semplice!
Quindi sì, questo post è sulle frasi relative, ma anche su moltissime subordinate che sembrano frasi temporali, causali, ecc. eppure sono in realtà delle “frasi relative”.

Vi ho confuso per bene le idee? Bene! Ora vediamo di chiarirle! Ah, non vi preoccupate: se “frasi relative” è un termine oscuro, sappiate che faremo subito un bel ripassino di italiano (lo trovate alla fine, se serve salta lì), in modo da affrontare l’argomento partendo tutti con le idee ben chiare.

54 [V/Adj/Adj-n+な]+N → あれは大学へ行くバスです
54 [V/Adj/Adj-n+な]+N → 友だちの作ったりょうりを食べました

Queste sono le due frasi riportate nella tabella per il JLPT N5 che ben conoscete ormai. Cosa hanno di particolare? Guardiamo questo primo esempio limitandoci alla parte che ci interessa di più (sottolineata)

あれは大学へ行くバスです
are wa daigaku he iku basu desu
quello è l’autobus (che) va all’università

No, non si tratta di un autobus molto istruito… è ovviamente l’autobus per l’università, ma in generale tradurremo inserendo un “che” (o “il quale”) per formare una frase relativa. Come vedete la costruzione giapponese è ancor più semplice di quella italiana. Non serve nemmeno aggiungere un “che”, bisogna applicare solo la solita vecchia regola: ciò che specifica viene prima di ciò a cui si riferisce. Come metto prima un aggettivo e poi il suo sostantivo (oishii gohan, un pasto delizioso), come metto prima il complemento di specificazione e dopo ciò a cui si riferisce (kanojo no kimochi, i sentimenti di lei), allo stesso modo metto prima la frase relativa. Come in “daigaku he iku basu”, oppure, se volete dei nuovi esempi, “kinou katta pan”, il pane comprato ieri, o “boku ga kaita meeru”, ovvero “la mail che ho scritto io“, o ancora “sakki surechigatta bijin”, la bella ragazza incrociata prima (o “che abbiamo incrociato prima”, dipende se è o no chiaro il soggetto).
Ovviamente mi sono limitato a “frase relativa+sostantivo”, ma ciascun esempio poteva proseguire: “il pane che ho comprato ieri ormai è duro”… e così via.

Ad esempio, e concludiamo (eccetto il ripasso sulle frasi relative in italiano, che trovate qui sotto), prendiamo le frasi (complete) viste all’inizio.

あれは大学へ行くバスです (are wa daigaku he iku basu desu), l’abbiamo già vista, si traduce “Quello è l’autobus che va all’Università”.
La seconda frase, ce ci mancava, invece è 友だちの作ったりょうりを食べました cioè, in roomaji, tomodachi no tsukutta ryouri wo tabemashita, “ho mangiato i piatti che una mia amica ha preparato”. Questa frase ha un paio di elementi spiazzanti… uno è in realtà banale: come in italiano, non sempre il sostantivo a cui la relativa si riferisce (qui “ryouri”, piatti, cucina) è soggetto anche della frase relativa. Di questo abbiamo parlato, facendo vari esempi.
L’altro sta nel fatto che il soggetto della relativa (tomodachi) è seguito da “no”, che di norma indica il complemento di specificazione! È “ga” che dovrebbe indicare il soggetto, perché in questo caso ho “no”? Vale sempre? Di questo fatto riparleremo tra un paio di lezioni.

Ripasso sulle frasi relative in italiano

Spero vi ricordiate le lezioni delle superiori, ma se non è così, chiariamo subito semplificando il più possibile.
Una frase relativa è una frase relativa a un sostantivo (qui “autobus”), che ne chiarisce un qualche aspetto, lo definisce meglio e/o dà delle informazioni aggiuntive a proposito di quel sostantivo (Quale autobus? Quello che va all’università!).
Troppo difficile? Allora diciamo che le relative sono le frasi con “che” (il quale, cui, dove…) inserite all’interno di frasi più importanti. Fateci caso, le frasi relative devono solo specificare qualcosa rispetto alla parola a cui si riferiscono, ma se le togliete di torno, non è un grosso problema*. Ad esempio se dico “io, che ho 30 anni, ho una certa esperienza” o se elimino la relativa, “io, che ho 30 anni, ho una certa esperienza”, ho due frasi perfettamente funzionanti.
* Non è sempre del tutto vero, vale solo per relative separate da virgole, perché se la frase relativa è necessaria per definire chiaramente il soggetto, allora eliminarla ci lascia con una brutta frase. Es.: la persona che sta parlando ha grande esperienza. Se tolgo “che sta parlando”, resto con “la persona ha grande esperienza”. Così viene subito da chiedersi… Ma quale persona?! Di chi stiamo parlando?!
Tuttavia non è una tragedia! Se avessi tolto “esperienza” restavo con un misero spezzone di frase, del tutto incomprensibile ” la persona che sta parlando ha grande” (o_0), per cui guardatela in quest’ottica e andiamo avanti con il giapponese.

La trattazione di questo argomento continua con i seguenti articoli:

  1. Kuu mono ga nai! Non c’è nulla… “da” o “con cui” …mangiare …?
  2. Relative particolari e particolarità delle relative (parte 1)
  3. Relative particolari e particolarità delle relative (parte 2)

27 thoughts on “JLPT livello N5 – Grammatica – Le frasi relative

  1. Perdonate i brutti esempi, ma ho poca fantasia… non volevo usare i passati, ma… ho poca fantasia (l’ho già detto?)
    ima hayatte iru bangumi wa tsumaranai
    ima = ora
    hayatte iru che sono di moda
    bangumi wa programmi televisivi
    tsumaranai sono noiosi
    I programmi televisivi che sono di moda ora sono noiosi.

    Queste due traducetele voi:
    Kinou yonda hon wa sugokatta
    Kinou ieri
    yonda verbo leggere
    hon wa libro
    sugokatta fantastico

    ashita au tomodachi wa sugoku bijin da
    ashita domani
    au verbo incontrare
    tomodachi wa amico/a
    sugoku un sacco
    bijin da bella

    Per questa cercate voi i termini:
    Antonio ni kashita DVD wa kowareta
    kashita è passato di kasu
    kowareta è passato di kowareru

  2. 昨日読んだ本はすごかった。
    Ieri ho letto un libro che è fantastico.

    明日会う友達はすごく。
    Domani incontro una amica che è molto bella. (l’ ho resa un po’ più libera, spero di non essere andato troppo fuori).

    アントニオに貸したDVDは壊れた。
    Ho prestato un dvd ad Antonio che ha rotto.
    (Qui non ho capito se il soggetto che rompe il dvd è Antonio oppure io ).

    1. Tutte sbagliate, rileggi il post e poi l’esempio con attenzione per capire in cosa hai sbagliato a fare le relative.
      Qual’è la caratteristica del verbo nelle relative giapponesi?
      Le reative nelle tue traduzioni, quali sono?

      1. Allora le relative giapponesi sono quelle frasi che servono per aggiungere una notizia in più e di solito possono essere omesse tranne in alcuni esempi.
        Non vorrei dire altre stupidate forse è:
        “Il libro che ho letto ieri era fantastico.”
        Ma ho molti dubbi a riguardo.

        1. Invece è proprio così… e la domanda è “qual’è la caratteristica del verbo nelle relative giapponesi?” La risposta è che viene prima del sostantivo a cui si riferisce.
          …yonda hon…
          E’ yonda il verbo che si riferisce al sostantivo “hon” e forma la relativa. Mentre “era fantastico” costituisce (il “verbo” del)la frase principale, quindi nella frase giapponese va alla fine.

  3. Quindi:
    明日会う友達はすごく。
    L’ amica che incontro domani è molto bella.

    アントニオに貸したDVDは壊れた。
    Il dvd che ho prestato ad Antonio è rotto.

    Per esempio della prima è formata da :
    Avv. tempo + Verbo + sostantivo + frase principale
    E diventa in italiano
    Sostantivo+(che, il/la quale, ecc…)verbo+ avv. + fr. princ.
    perché il verbo si riferisco al sostantivo.

    A grandi linee, è così?

  4. 明日会う友達はすごく。 manca l’ultima parola: bijin (lett. “bella persona”) + da (verbo essere).
    Quindi 明日会う友達はすごく美人だ。

    La spiegazione mi dice che hai capito, anche se l’hai messa giù un po’ male.
    Per farla breve breve…
    Il verbo che precede il sostantivo nella frase giapponese è il verbo della relativa nella frase italiana (cioè è il verbo che segue “che” nella frase italiana).
    Es. kinou yonda hon wa sugokatta. (guardiamo solo la parte + importante)
    “yonda” (= “ho letto”) precede “hon” (= “libro”), quindi in italiano avrò “libro CHE ho letto” (nell’ordine opposto rispetto al giapponese).

    Comunque tieni presente che ci sono altre tre lezioni sulle relative… in ciascuna insisteremo su questa cosa, quindi sono sicuro che alla fine sarà tutto chiaro, non preoccuparti.

  5. Ci provo anch’io Riccardo:
    Antonio noleggiò un DVD rovinato(rotto)– Antonio prestò un DVD rotto
    Il passato del verbo Kasu mi risulta sia prestare che noleggio.

    Una amica molto bella che devo incontrare domani
    un’amica un sacco bella che incontrerò domani(fa tanto verdone!)
    Di sicuro ho toppato, più la seconda che la prima(credo), però se non provo almeno a sbagliare, non crescerò mai.

    1. Sono uscite adesso le risposte di Lucka, diciamo che le ho toppate tutte e due, devo capire meglio la parte di grammatica italiana, prima di quella giapponese. Sigh!

      1. Infatti, nella prima manca la relativa, fai te…
        Leggi le correzioni a Lucka perché aveva sbagliato in un modo simile, invertendo il verbo della relativa con quello della principale. Ricorda che il verbo della principale va alla fine della frase giapponese, un verbo incontrato prima nella frase non è parte della principale, è di secondaria importanza!

        prestare e noleggiare… sì, ma il verbo noleggiare in italiano significa principalmente prendere a noleggio. In realtà il senso è sempre quello di prestare o, raramente e in parole composte, “DARE a noleggio” (cioè il soggetto di “kasu” è quello che si prende i soldi, non quello che paga^^)

  6. Allora, vediamo,

    1) Il libro che ho letto ieri era fantastico.
    2) L’amica che incontrerò domani è davvero bella
    3) il DVD che ho prestato ad Antonio era rotto.

    Come sono? ^^

    1. Ciao Flavio ^_^
      Scusa ma proprio non capisco cosa vuoi… Che significa “come sono”? Hai scritto tre valide relative se è questo quel che vuoi sapere. Se vuoi provare a tradurle in giapponese ti dirò anche qualcosa della traduzione.

      1. Sono la traduzione alle frasi che hai scritto tu di tradurre nei commenti xD
        Siccome anche altri hanno provato a tradurle ci ho provato anch’io xD

        1. Va bene, non ti preoccupare xD se ti va posso mettere n paio di frasi che ho fatto e mi dici se sono giuste?

          Gakkou de suki na shoujo wo mirareru. A scuola potrò vedere la ragazza che mi piace.
          Eigakan kara deta hito wa shirimasu yo. Conosco le persone che sono uscite dal cinema.
          Kinou no uchi de tabeta neko wa kyou kimasen deshita. Il gatto che ha mangiato ieri a casa mia oggi non è venuto.

          Sono giuste? Scusa se non ho usato kana e kanji ma sto scrivendo dal tablet xD

        2. Per quel che riguarda le realtive hai capito…
          Altre questioni:
          ….shirimasu yo
          – hito-tachi wo shitte imasu yo.
          (se usi “wa” suona più come “Le persone che sono uscite dal cinema, le conosco!”)
          …deshita
          – kinou, uchi de tabeta neko wa, kyou wa kimasen deshita.
          Da come hai tradotto “no” non serve, ma se vuoi dire “il gatto di ieri” allora ok.

  7. Se quindi ho capito bene, il verbo in forma piana indica la fine di una frase completa (In quanto V è sempre in posizione finale di una frase) e se dopo segue un nome tale frase dice delle caratteristiche/descrive/dice cosa quel nome è. Giusto?

    Per esempio leggendo ho trovato questa frase:
    先端に向かう針が付く十手に銃口が覗くのを見れば,躍起になった。
    Da quel che ho capito
    先端に向かう è giâ una frase completa la quale modifica 先端 dicendo una sua caratteristica e cosí tale relativa si esaurisce diventando un unico nome frasale.
    La frase continua con が付く il quale indica la fine di una frase completa ancora che si riferisce a 十手 dicendo come esso è fatto.
    Corretto?

    Quindi
    guardando il Jitte che ha un buco della pistola sull'”ago” che sta davanti sono diventato ansioso.

    Traduzione molto libera visto che cerco di non tradurre nella mente mentre leggo.

    Quindi la mia domanda è questa alla fine di questo lungo post.
    Le relative sono come delle matrioske in giapponese?
    Riprendendo la frase di prima
    [[[先端に向かう]>針が付く]>十手に銃口が覗く]>のを見れば, 躍起になった。
    La prima frase modifica un nome che é un elemennto della seconda frade che a sua volta descrive un nome che si riferisce ad un altro verbo e cosí via.
    È corretta la mia interpretazione?
    Scusa per il lungo post

    1. Tanto per cominciare se non digerisci le relative non dovresti affrontare frasi del genere…

      Per esempio traduci “guardando il jitte che ha…”, questa struttura presume “relativa+jitte wo mireba”
      Ben lontana dalla struttura effettiva… Purtroppo però per mancanza di contesto è impossibile tradurre con precisione… p.e. nozoku no wo mireba
      potrebbe essere “vedendo il fatto che la canna della pistola sbirciava nel jitte (faceva capolino dal jitte?)…”, ma quel “no” in linea di principio potrebbe essere una persona ed essere tradotto con “quello”.

      Lasciamo dunque perdere la frase e veniamo alla teoria. Sì, la sostanza è quella a cui accenni. Un verbo in forma piana, se è seguito da un sostantivo, va a creare una relativa.
      Nel tradurre devi risalire da destra a sinistra:
      “…verbo + sostantivo” = “sostantivo che + verbo…”
      Il “che” però può essere sostituito da altri pronomi relativi in italiano… puoi avere a/di/per cui ecc. o dove
      私が小学生だった頃 nel periodo in cui ero studente delle elementari
      私が遊んでいた公園 nel parco dove giocavo

      MA! Non è detto che subito dopo il verbo alla forma piana ci sia il sostantivo a cui il verbo si riferisce… può esserci aggettivo + sostantivo… Oppure puoi avere relativa + sostantivo 1 + no + sostantivo 2
      …e la relativa può riferirsi al sostantivo 2!

      issho ni yoku asondeita kinjo no otoko no ko ga…
      Un bambino del quartiere con cui giocavo spesso…

      Addirittura può esserci di mezzo un’altra relativa! In questi casi dopo il primo verbo in forma piana trovi una virgola e capisci subito che il sostantivo seguente non è quello a cui si riferisce il verbo in questione.

      hito ni shitsubou shita, shougakusei datta koro no watashi wa…
      Il me stesso dei tempi delle elementari, che aveva perso fiducia nelle persone, …

      1. Grazie per la risposta tempestiva.

        Tanto per cominciare se non digerisci le relative non dovresti affrontare frasi del genere…

        Le frasi relative così complesse le trovo solo raramente mentre leggo, ed è l’unico modo per esercitarmi in quelle alla fine.

        Nel tradurre devi risalire da destra a sinistra:
        in ogni caso sto cercando di non tradurre nella mente utilizzando la grammatica italiana perchè rallenta molto.

        Ho ricercato la frase che è questa
        先端に向かう鈎がついた十手型の武器で、その根本には短い銃口が覗いていた。
        ben diversa da quella che ho scritto.
        Chiedo scusa per l’inconveniente.

        E’ una arma con l’ago che punta davanti e sulla base c’è un buco di pistola che spunta fuori.
        Credo sia la traduzione corretta.

        MA! Non è detto che subito dopo il verbo alla forma piana ci sia il sostantivo a cui il verbo si riferisce… può esserci aggettivo + sostantivo… Oppure puoi avere relativa + sostantivo 1 + no + sostantivo 2
        …e la relativa può riferirsi al sostantivo 2!

        Questa la sapevo, ma è sempre un problema perchè non ero sicuro fosse possibile, grazie per averla chiarita.

        Addirittura può esserci di mezzo un’altra relativa! In questi casi dopo il primo verbo in forma piana trovi una virgola e capisci subito che il sostantivo seguente non è quello a cui si riferisce il verbo in questione.

        Questo l’ho notato spesso leggendo, e ti vorrei chiedere una cosa a riguardo.
        Mettiamo questa frase:
        太郎はまりおさんが買ったりんごに、ぼくが上げたスタンプを付いた。   

        太郎は:Topic della frase quindi lo lascio fuori.

        まりおさんが買ったりんごに、[ぼくが上げた]>たスタンプを付いた。
        Quindi dopo に、 c’è una subordinata che si riferisce solamente a スタンプ il quale si trova sullo stesso piano di に、 giusto?

        1. Scusa il ritardo, ero convinto di aver risposto…
          Ad ogni modo, anche questa frase ha dei problemi… tsuku non è tadoushi (si usa tsukeru), inoltre “ageta” lascia il dubbio di “a chi?”. Comunque per restare alla grammatica delle relative, sì, hai ragione:
          A wa xxxxxxx ni, yyyyyyyy wo tsuketa.

          先端に向かう鈎がついた十手型の武器で、その根本には短い銃口が覗いていた。
          鈎 è una parte del jitte, che punta verso l’estremità (dell’arma?) ed è attaccata (tsuita) all’arma stessa
          Inoltre buki de (verbo essere) e nozoite ita sono sullo stesso piano, coordinati, quindi la traduzione dovrebbe essere
          E’ un’arma a forma di jitte con attaccato un kagi che punta verso l’estremità (dell’arma stessa) e da questa base spunta fuori una breve canna di pistola.
          Senza contesto è il massimo che si possa dire, ma comunque quel che ci interessa è la struttura grammaticale non la traduzione.
          In particolare nota che mentre 先端に向かう si appoggia al sostantivo successivo, 鈎, la seconda relativa 鈎がついた si appoggia a 武器 non a 十手型 (che fa da “aggettivo in no” e descrive solo la forma dell’arma) …è uno dei casi che dicevamo insomma.

Fatti sentire!

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