Spiegazione dell’origine del kanji 道, strada, nel manga Nihonjin no shiranai nihongo

Il kanji di oggi è un altro “horror kanji”, si tratta di 道 , letto “michi” o “dou” a seconda dei casi; significa “strada” o anche “modo”. Sembrerà strano, ma vale lo stesso per l’inglese “way”. Posti di fronte a questo kanji una domanda molti studenti spesso si chiedono: Perché contiene una componente che sembra proprio il kanji (kubi; shu), cioè “collo” o “testa”? Cosa c’entra una testa con una strada?

Per la precisione il kanji ha due componenti, la “testa”, già citata, e una parte a sinistra ⻌ che indica di solito un qualche tipo di “moto”. Per capire come questi “disegni” si legano a questi significati dobbiamo guardare la forma antica del nostro kanji.

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Velocizzando e semplificando la scrittura si è arrivati ad ottenere ⻌ ma in passato la parte sinistra del nostro kanji era 辶 e prima ancora 辵 , che è abbastanza facile ritrovare nella forma antica del kanji in questione.

辵 è fatto a sua volta da due parti. Nella parte bassa abbiamo il disegno di un piede, che oggigiorno si ritrova nei kanji, semplici e più “noti” ai principianti, di 止 “fermarsi” (tomaru, tomeru; shi) e di 足 “piede” (ashi, tariru, tasu; soku), per l’appunto.

Nella parte più alta troviamo il disegno di un bivio. Sì, è vero, sono solo tre trattini, non sembrano affatto un bivio. Guardate però quest’altra immagine, per la precisione le due parti laterali: erano il vago disegno di un incrocio stradale! Lo stesso disegno da cui deriva il kanji di “andare”: 行 (iku, yuku; gyou, kou, an).

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Durante l’evoluzione del kanji (fatta di solito di copiature, decisioni arbitrali ed errori) la parte destra dell’incrocio si è persa e il “piede” 止, che è oggi il verbo fermarsi, è stato spostato a sinistra ed ha finito per “schiacciare” la parte sinistra dell’incrocio stradale fino a trasformala in tre semplici trattini.

Ora che abbiamo capito da dove viene l’idea di movimento rappresentata oggigiorno da ⻌, proviamo a capire perché 首 rappresenti una testa.

L’immagine di una testa si ritrova in vari kanji, sempre molto semplificata. Nelle scritture più antiche di questi kanji di solito appariva come un disegno a forma di plettro (che ritroviamo anche nell’ultima immagine vista). Questa forma a goccia, diciamo, in “versioni” più recenti dei kanji che la includevano è diventata un semplice rettangolo. Ad esempio 白 “bianco” era il disegno di un teschio, 目 “occhio” era una testa che evidenziava un occhio. Si capisce allora, guardano la prima immagine, come 首 rappresenti una testa con dei capelli (che poi sarebbero i tre trattini in alto nell’immagine).

Ora che è chiaro da dove vengano i disegni di “testa” e “movimento”, proviamo a capire perché messi insieme rendano l’idea di “strada”.

In certe forme molto antiche del kanji 道 (come quella nell’immagine qui sotto) la testa non si trovava però sopra un piede: era invece “portata” da una mano.

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Perché? Di che si tratta?

Be’, tiriamo le somme: “piede” e “incrocio stradale” danno l’idea del “movimento”, in questo kanji questo “moto” è più concretamente l’atto del percorrere un qualche tragitto… e tragitto implica di norma una strada (eccola finalmente)! A ciò si aggiunge una testa che, in certe forme antiche di questo kanji, è retta da una mano. Perciò, volendo interpretare letteralmente il nostro ideogramma, potremmo dire: “Percorrere una strada portando con sé la testa mozzata (di un nemico)”. Terribile, ma letterale.

Perché una “testa mozzata”? Be’, non si tiene una testa in mano e la si porta in giro, se prima non la si è tolta al proprietario, no?

E da dove salta fuori il nemico? Dai libri di storia, per così dire.

Sappiamo infatti che esisteva un rituale identico all’immagine del kanji! Di solito impiegava la testa di nemici o prigionieri di guerra, un rituale svolto per purificare una strada (specie se nuova) e proteggerla, scacciando gli spiriti maligni: consisteva nell’utilizzare la testa di un nemico a mo’ di sacrificio, eseguendo una sorta di “battesimo di sangue“. Perché fare una cosa del genere? Be’, è bene ricordare che il rosso nella cultura cinese e giapponese è un colore che allontana le influenze maligne e non a caso il colore che “benedice” i grandi eventi in Cina (dal capodanno alle nozze) è il rosso e che molti antichi ponti in Giappone sono dipinti di rosso, specie in prossimità di templi e castelli. Certo, il legame tra “rosso” e “sangue” è ovvio, mentre quello tra l’idea che “il rosso è il colore del sacro” e un simile rituale lo è molto meno, ma si parla pur sempre di rituali di migliaia di anni fa: arrivare all’attuale grado di civilizzazione non è stato semplice, né veloce.

Torniamo però al nostro kanji. 道 è dunque un “disegno” che richiama un rituale, in particolare, dobbiamo aggiungere, la sua fine. Portare a termine il rituale significava percorrere tutta la strada e dunque si è arrivati a intendere 道 anche come l’idea di “strada percorsa”, che ci ricollegherà a breve al suo secondo significato.

Prima però lasciatemi spendere ancora due parole su questo rituale. Veniva eseguito utilizzando un arnese particolare munito di una punta acuminata. Durante il tragitto si puntellava il terreno (per così dire), lo si “segnava”, secondo il rituale, quasi a voler definire un percorso mistico, che sarebbe stato immune alle presenze maligne; in altri casi era usato per ingraziarsi le divinità e ottenere benefici (solitamente la caduta della pioggia in periodi di siccità). Con questo rituale, si purificava l’intera area coperta dal percorso, soprattutto le vie di comunicazione tra villaggi o centri di potere, che si riteneva fossero utilizzate tanto dalle persone quanto dagli spiriti maligni per recarsi nei diversi luoghi.

Alla fine il kanji in questione, 道, ha assunto il significato generico di strada, dall’idea di percorso, tragitto. Non è un caso però che dei significati secondari connessi a quello di strada, sebbene astratti, siano quelli di “strada percorsa” e “strada da percorrere” e quindi “via da seguire”. Da quest’ultimo concetto deriva sia il concetto di “modo” sia quello di “filosofia”, “scuola”, “insegnamento” (anche il nostro catechismo parla de “la Via”); questa filosofica “via da seguire” è quindi qualcosa di volto a purificare l’anima e a fornire i migliori strumenti per vivere meglio o imparare a padroneggiare un’arte (anche marziale) e così via. Non per niente il Tao, che avrete sentito nominare, è una filosofia il cui nome in cinese si scrive semplicemente 道! E non a caso sia le arti marziali sia arti come la calligrafia o la cerimonia del tè hanno tutti nomi che comprendono questo kanji: si tratta di arti che conducono ad una purificazione dell’animo; i nomi di altre arti, come scultura, pittura o musica, invece non comprendono questo kanji.

Dalla stesso concetto deriva il termine 道場 “doujou” (una palestra di arti marziali), che non è “un posto (場) con una strada (道)”, ovviamente, bensì un luogo dove seguire una determinata “Via”, allo scopo di ottenere e comprendere gli insegnamenti di un maestro. Un luogo per purificare, in senso lato, la propria anima e colmarla di giusti concetti.

Ci vediamo al prossimo e horror kanji …per ora! BWAH-AH-AAH! ヽ(`Д´)ノ

11 thoughts on “Etimologia – Horror Kanji (2): 道 la strada… verso l’inferno!

    1. Purtroppo, almeno i due terzi dei kanji sono “costruiti” in modo meno interessante, cioè sono fatti da una parte “semantica”… per esempio, hanno una componente che indica che il kanji ha “qualcosa a che fare con l’acqua”… e poi hanno una parte fonetica. Cioè una parte del kanji è lì perché rappresenta il suono del kanji e non direttamente il significato.
      Ad esempio
      召 紹 招 詔 昭 照
      Hanno tutti in comune la parte 召 cioè una katana 刀 e una bocca 口
      …è ovvio però che non tutti questi kanji possono avere a che fare con queste cose.
      La componente 召 è lì solo per indicare chiaramente il suono.
      Così l’etimologia per questi kanji diventa meno interessante (e meno utile)…

      Mah, comunque, sapendo l’inglese e usando un libro come quello di Henshall o anche “Key to kanji” si può studiare molto con l’etimologia… certo, non sono lezioni lunghe come queste, ma è un inizio.

      1. Forse perché… i concetti alti e filosofici come “percorso da seguire per raggiungere qualcosa”, “retta via”, “strada percorsa al fine di”, “azioni compiute seguendo delle regole”, hanno un’implicazione morale e dunque una storia/significato/spiegazione ricca e interessante, tutta immersa nella cultura del popolo che conia questo termine.
        Mentre gli oggetti di uso comune sono sempre evocati in modo immediato, da parole brevi o facili da pronunciare/scrivere. Giusto? =)

  1. posso mandarti per email del materiale? non devi fare nessuna traduzione devi solo visionarlo in pochi secondi, se non lo trovi interessante cestinalo pure.

  2. Di ogni pagina che leggo prendo appunti, e ricopio a mano su una grossa agenda i kanji e la loro traduzione in ordine alfabetico, cosi’ diventera’ il mio vocabolario. Certo strada oramai e’ memorizzato. ジュリアーノ

    1. Be’, scrivere è un ottimo metodo per memorizzare… il migliore insieme al mio metodo… rispondere ai propri dubbi E ai dubbi degli altri (stressante a volte, ma più persone fanno domande e più si impara ^__^)

Fatti sentire!

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