Il kanji di oggi è 県 (ken), cioè quello di “prefettura” (es. Chiba-ken è la prefettura di Chiba).

Che diavolo ci sarà mai di macabro nel kanji di “prefettura”?! ( ´゚д゚)(゚д゚` )ネー

Tanto… per cominciare, come vedete dal disegno in alto… è una testa capovolta. Chi sa, poi, che “sarashi kubi” significa “testa appesa”, sa anche dove andremo a parare…

NB. anche stavolta devo ringraziare Musashi di Jappop, sia per la spiegazione, sia perché la parte finale dell’articolo è scritta da lui.

L’ideogramma originario da cui deriva il kanji 県 (ken) di “prefettura” è molto raro in giapponese e si scrive 縣. È diviso in due parti, sinistra e destra. Una volta semplificato, la sola parte sinistra di questo kanji è rimasta nell’uso comune della lingua giapponese.
Il kanji 縣 si può trovare in giapponese con la pronuncia “agata” e il significato di “territorio”, ma non è affatto comune (è molto più comune in cinese invece). È interessante notare che anche in questa forma “antica”, in giapponese questo kanji ha a che fare solo con una zona, un territorio.
In compenso 縣 si ritrova in giapponese come componente (nella parte alta) del kanji di uso comune 懸 (kakeru; ken), con il significato* di “appendere”, “sospendere” …che guarda un po’ che caso, è anche il significato originale (in cinese) del kanji 縣.
*oltre ovviamente ad altri significati secondari

Ad ogni modo, restiamo al kanji 縣 e partiamo proprio dalla componente di sinistra, “県”, che nella parte in basso, come vedete dal fumetto sopra (e dall’immagine qui sotto), aveva questo elemento “巛”, tre tratti uguali e “ondulati” al posto degli attuali tre tratti (simili a 小). Il kanji insomma si è modificato nel tempo, ma i tre trattini “巛” raffiguravano dei capelli, e nel complesso avevo la rappresentazione di una testa capovolta con i capelli che, scompigliati pendono verso terra, ovviamente.
La parte destra di 縣 invece è 系 e raffigura un filo e, forse, anche un albero; perciò un albero e una corda e/o una corda legata a un ramo.

A tal proposito, secondo altre fonti la forma originaria di 県 non era semplicemente 縣 ma un albero 木 posto a sinistra di 縣. D’altronde, se è vero che esiste questa forma……con la testa capovolta a sinistra e un filo intrecciato (ecco perché quei cerchietti) sulla destra, forse legato a qualcosa, a un ramo… È anche vero però che esiste anche quest’altra forma……che ritroviamo nelle iscrizioni su bronzo, sempre più ricche di dettagli e fantasiose, per la verità. Ad ogni modo, qui si vedono bene tre elementi.
L’albero, a sinistra, è l’antica forma di 木, il filo intrecciato dovrebbe essere più ovvio adesso… e quello che pare un occhio, be’, è un occhio.
Vi sembrerà strano, ma se pensate che occhio si scrive 目 e in precedenza era 罒 dal disegno stilizzato di un occhio con tanto di pupilla (poi girato in verticale) dovreste capire perché. Il fatto che un occhio sia poi passato a simbolizzare una testa, be’, mi pare sensato, visto quanto conti per noi il senso della vista, il guardare negli occhi per capire le intenzioni… noi occidentali diciamo che gli occhi sono specchio dell’anima, no? Insomma, l’occhio 目 è la parte più caratterizzante della testa 首 e a volte, per estensione, d’una persona… Non a caso una persona che guarda è 見 cioè un occhio su due gambe!

Insomma, come dimostra l’antica forma dell’ideogramma che abbiamo appena visto, questo kanji raffigurava una testa mozzata capovolta appesa ad un albero tramite una corda (il filo intrecciato).

L’usanza macabra di appendere le teste mozzate risale forse alla dinastia Zhou e serviva come avvertimento contro i criminali e per dissuadere la gente dal compiere determinati crimini considerati molto gravi. Ovviamente era un atto compiuto dall’autorità, autorità implica controllo del territorio, da cui l’associazione di 県 al territorio (in particolare d’una prefettura, che è il senso moderno).

Tuttavia, già durante la dinastia Zhou, tutte le aree sotto il controllo diretto del potere centrale erano denominate “県”. Più tardi, in seguito all’unificazione del paese con l’avvento della dinastia Qin (221 a.C.), vennero istituiti i “郡県”, un sistema di suddivisione in regioni sotto la giurisdizione del governo centrale: il paese era costituito da 36 郡 a loro volta suddivisi in un certo numero di 県.

Pare che “ken” fosse, quindi, partendo dal suo significato originario, sinonimo di “standard”, “una via di mezzo”, “il giusto mezzo”. In altre parole, questo “ken” con accezione puramente “politico-amministrativa”, se vogliamo chiamarla così, nacque per associazione di idee. Divenne una “unità di misura” di base per definire le circoscrizioni amministrative, quelle aree, in altre parole, dove vigeva la legge e dove andava rispettata. Volendo ripetere ancora una volta il concetto, quelle aree che erano sotto il diretto controllo del potere centrale e sulle quali il potere centrale esercitava la sua legge, legge che andava fermamente rispettata al fine di evitare …pene severissime.

Insomma, si sarebbe partiti, non tanto da un’usanza (perché il kanji parrebbe antecedente all’usanza), ma dalla “banale” rappresentazione di una pena inflitta da chi controlla il territorio… per arrivare a un’idea di una zona precisa del territorio in questione.

Ah! Successivamente, con la dinastia Quin, si passò dall’unità di misura del territorio al vero e proprio significato di prefettura, cioè di un’area più piccola rispetto a quella che potremmo chiamare contea, ma più grande rispetto a una città, un villaggio o un nucleo abitato (anticamente chiamati “邑” …che spesso vedrete come radicale sulla destra di un kanji, scritto⻏. P.e. in 郷 (sato; kyou), che significa “villaggio” …che coincidenza, eh^^).

L’ideogramma originario “縣” divenne un segno a sé stante, in cinese, col significato di “appendere”, “sospendere” (impiccare) e così via, mentre 県 “ken” assunse gradualmente il significato che conosciamo oggi e si stabilizzò come tale.

Quasi tutti questi ideogrammi dal significato solitamente astratto nascono da concetti o idee concrete e vengono poi sviluppati semanticamente per associazione di idee o per metafora o chissà cos’altro. Insomma, sebbene sembri un discorso davvero complesso, resta plausibile… in fondo si tratta di ripercorrere all’indietro una sorta di telefono senza fili, ricordate il gioco? Tutti bisbigliano qualcosa nell’orecchio del vicino e alla fine il significato originale si è perso perché più persone avranno capito male, ecc.

Nello studio dei kanji ci sono cose simile, fraintendimenti, associazioni di idee (a volte male interpretate) e così, mentre la scrittura attraversava i secoli (i millenni!) l’informazione originale andava perdendosi, veniva mascherata… per associazione d’idee o per errore, un kanji poteva iniziare a significare tutta un’altra cosa… e ovviamente nel frattempo, per calligrafie diverse, errori e decreti imperiali… cambiava anche la sua forma!

Insomma, studiare l’etimologia è molto affascinante, ma non è “una scienza esatta”, cerchiamo solo le spiegazioni più convincenti… Personalmente però ho deciso di proporvi le più affascinanti, innanzitutto, senza tacere le alternative, ma facendomi guidare da quello che è il fascino incredibile di questa materia, punto di incontro tra la storia e la lingua di vari popoli (Cinesi, Coreani, Giapponesi…).

Ok, fine di questa “rubrica sperimentale”. Fatemi sapere che ve ne pare per favore, così mi regolo se è il caso o no di continuare a proporre articoli simili.

Jaa ne! (´・ω・`)

11 thoughts on “Etimologia – Horror Kanji (3)

  1. io li trovo interessanti e di aiuto per memorizzare i vari kanji, con la loro storia si impara meglio, sarà solo più lungo studiare il tutto ma questo è anche un modo per impararare la storia del giappone

    1. Mah, in realtà se uno legge un articolo così, può impiegare qualche minuto al massimo, poi non deve impararlo a memoria, ma la sostanza dovrebbe restargli comunque in testa, no? Quindi non penso nemmeno sia granché più lungo, anzi, forse, considerando che una volta imparata una particolare storia, non devi più sforzarti con un kanji, forse alla fine dei conti si impiega meno^^

  2. si ti prego vai avanti con la rubrica dei kanji!!!!è bellissima!!!io sto imparando più con questi post che in tutto il tempo che studio giapponese!!capire il perchè di qualcosa aiuta a memorizzare la cosa stessa perchè quando ne leggi l’origine è come se entrassi a far parte di quella cosa e quella cosa entra a far parte di te, o almeno è quello che sento io ogni volta che creco di capire il perchè delle cose! (sono un biologo quindi è anche una sorta di deformazione professionale!!XDXD) cmq i tuoi post sono bellissimi e interessantissimi!!quindi per favore continua con questo argomento!!! grazie!!! elisa

  3. A me e piaciuto,mi sono trascritto i kanji sul mio vocabolario fatto a mano, e si va avanti, una parolina alla volta. Grazie. ジュリアーノ

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