Riprendiamo ora il commento alle varie frasi.

  1. Domanda: dou shiyou?! Risposta: watashi ni kangae ga aru
    La risposta è “io ho un’idea”. È il primo esempio che vediamo in cui “aru” mi permette di scrivere il verbo “avere” in italiano. Però va fatta una precisazione a tal proposito. Se si tratta di usare il verbo “avere” nel senso di “ho con me una certa cosa” (es. ho io i biglietti dell’aereo), se si tratta cioè di “portare con sé qualcosa” allora non uso mai “aru”, ma “motsu” (kippu wa watashi ga motte imasu = ho io i biglietti; sull’uso di wa e ga in questa frase torneremo un’altra volta).
    Ad ogni modo la frase dell’esempio sopra equivale a una frase descrittiva come la 1. Se ci fate caso, sia la 1 che la 5 non sono altro che informazioni fornite, di punto in bianco, senza che nessuno abbia citato prima alcuno degli elementi della frase.
  2. watashi ni wa watashi no kangae ga aru
    In questa frase, identica alla precedente, entra in gioco un wa. Traduco “io ho le mie idee” e uso quel “wa” per creare un contrasto, come volessi dire “Io ho le mie idee, tu hai le tue”.
    Viene da chiedersi se “watashi ni wa” non potrebbe essere semplicemente tema. Come ho detto altre volte “io” e “tu” sono sempre elementi impliciti in un discorso e quindi quando compaiono sono spesso tema della frase… SE compaiono perché spesso li sottintendo. Ad ogni modo “watashi ni wa” potrebbe essere, a rigor di logica, solo il tema della frase (non presentare alcuna sfumatura di contrasto), ma in tal caso sarebbe molto più probabile trovare solo “watashi wa”, poiché è una frase la cui struttura ben si presta ad una costruzione tipo tema+commento (sul tema): watashi wa watashi no kangae ga aru sarà una frase priva, di norma, di una sfumatura di contrasto e significherà solo “io ho le mie idee” (non enfatizzerà l’idea “io ho le mie idee e tu hai le tue (e sono diverse)”.
    Allora vi chiederete se “ni wa” enfatizza sempre un contrasto… no, vale per questa frase, con watashi, non può applicarsi a qualunque frase con aru, a volte il complemento con ni wa potrebbe essere solo il tema della frase.
  3. boku wa kodomo ga futari imasu/arimasu
    Questa frase ci fa notare due cose. La prima è che se il tema (“boku wa” o “boku ni wa”), per così dire, “possiede una persona”… cioè se è il soggetto di “aru” è una persona (o più d’una), allora il soggetto non deve necessariamente usare “imasu” (che uso invece quando dico che una persona o un animale si trova in un luogo). Dunque se devo dire “Io ho due bambini” posso scrivere la frase in rosso, con “arimasu” o con “imasu”, non importa. È una particolarità del verbo “aru” quando è usato nel senso di “avere”.
    La seconda cosa che questa frase ci fa notare è il tema. Non c’è la particella “ni”, quindi non ho il vero e proprio complemento (boku ni) reso tema dal contesto (boku ni wa). Ho invece un “tema puro”. Quando scrivo “Boku wa kodomo ga imasu” (Ho un/dei figlio/i), in “boku wa” la particella wa non sostituisce un’altra particella (come succede con ga o wo). Nel resto della frase ho già un soggetto (kodomo ga) e la frase non richiede un complemento oggetto. No, come detto “boku wa” è un “tema puro”. L’idea di fondo è quella di dire “Riguardo a me sappi che…”. Insomma la frase è composta da due elementi, un tema e un commento che riguarda quel tema. Purtroppo rendere in un buon italiano questa fatto è impossibile e alla fine dovrò tradurre, con o senza “ni”, allo stesso modo.
  4. sekinin wa boku ni arimasu
    Ho tradotto questa frase con “Ho io la responsabilità”. Come notate “sekinin” è tema (o crea un contrasto: non possiamo saperlo senza un contesto in cui porre questa frase). Il soggetto della frase italiana, invece, quel “boku” ha perso la particella del tema, è solo un complemento, retto da “ni”, nella frase giapponese. Ma se non è tema, allora ciò significa che fornisce una nuova informazione.
    Dunque ho un elemento che è tema (sekinin, la responsabilità) su cui fornisco una nuova informazione. Come ho fatto altre volte posso porre questa frase in un modo interessante che vi aiuta a capire la diversità tra quel che è tema (già presente nel discorso) e quel che è nuova informazione (che è una novità ovviamente).
    Sekinin wa boku ni arimasu = Sekinin wa? Boku ni arimasu
    cioè “La responzabilità? Ce l’ho io”.
    Da cui deduco che ovviamente si è già discusso di “responsabilità” e deduco che la “notizia” che do a chi mi ha chiesto qualcosa in merito, cioè “Ce l’ho io”, è la nuova informazione. Ecco perché sekinin figura come tema, con “wa, mentre boku ni arimasu è scritto così e non “boku ni wa arimasu”.
    Potevo avere “boku ni wa arimasu”? Sì, ma, visto che il tema era già “sekinin”, “boku ni wa” avrebbe creato un contrasto (es.: La responsabilità? Io ce l’ho… Gianni, di cui parlavi, non ha alcuna responsabilità invece).
  5. ii kangae wa aru ga, jishin ga nai
    Ho tradotto questa frase con “Un’idea buona ce l’ho, è la fiducia in me stesso che non ho”. Nella prima parte abbiamo “una buona idea” (ii kangae wa). Questa sarà (anche) il tema della frase, se abbiamo già parlato di “buone idee”, ma più probabilmente crea semplicemente un contrasto (tra ciò che ho e ciò che non ho).
    Normalmente volendo creare un contrasto potrò scrivere:
    “(Boku wa) A wa aru ga, B wa nai” (Io ho A, ma non ho B)
    La nostra frase usa però “jishin GA nai”, non “jishin wa nai”!
    Abbiamo citato, in una pagina precedente, il fatto che con i verbi al negativo di solito uso “wa”, ma abbiamo anche detto che ha senso dire “okane GA nai” (che ho definito “frase percettiva”). È questo il caso con “jishin GA nai”?
    A meno che vi siate appena accorti del fatto che non avete fiducia in voi stessi, la risposta è no. Guardate invece come ho tradotto in italiano: “è la fiducia che non ho”. Dunque se rendo la nostra frase generica, rispecchiando questa traduzione avrò…
    “(Boku wa) A wa aru ga, B ga nai” = Io ho A, è B (quello) che non ho.
    Andando avanti vi accorgerete di un fatto… Se, specie in una frase dove è normale aspettarsi “wa”, trovate invece “ga”, allora la traduzione italiana si comporta in uno di questi due modi:
    (a) inverte il soggetto e il verbo
    (b) usa “sono/sei/è… xxx (quello) che…”, come nella traduzione di “jishin ga nai”
    Es: se la frase con “wa” è boku wa ikimasu = io ci vado (soggetto e poi verbo);
    boku ga ikimasu = ci vado io (verbo e poi soggetto)/sono io che ci vado
    Quanto detto al punto (a) può valere anche per frasi dove è normale aspettarsi “ga”:
    neko ga imasu = c’è un gatto (verbo e poi soggetto), però non vale sempre!
    Es.: inu ga taishita supiido de hashitte imasu = un cane sta correndo a gran velocità
    Quanto detto al punto (b) invece non è proprio più vero. Se sostituisco “ga” con “wa”, allora creo un contrasto (probabilmente con un diverso animale) oppure introduco “forzatamente” un tema. Creo cioè una di queste due sfumature:
    (i) inu wa imasu = “il cane? (Quello) c’è” o solo “il cane c’è…” (ma manca, o ancora non vedo, l’altro animale di cui parlavamo)
    (ii) inu wa taishita supiido de hashiru = “IL cane corre a gran velocità” (e mi riferisco a “il cane” in senso generico, come avessi detto “Il cane è un animale che corre a gran velocità”.

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31 thoughts on “N5 in sintesi – Arimasu/imasu: “trovarsi in un luogo” e avere

  1. Devo leggere ancora le altre pagine ma la N° 4 mi mette in dificolta cioe non ho capito bene perche potevo mettere solo il NI ? cosa cambiava nel contesto ?

    1. aspetta il kyoushitsu ni wa seito ga imasu, può essere che nell’aula ci sono gli studenti per dire che stavo pensando prima a un’altro luogo, invece con kyoushitsu ni seito ga imasu lo dico senza errore e con certezza e che non stavo pensando ad altro ?
      lo so che non c’entra con questa lezione, ma noi abbiamo parlato di studenti in modo generale , ma se volessi dire il numero giusto di studenti cioe, kyoushitsu ni sanjin seito ga imasu ?

      1. kyoushitsu ni seito ga imasu
        è una affermazione priva di ogni sfumatura.
        Nessuno ha parlato di un’aula o di studenti, nella parte precedente del discorso…
        Tradotta è:
        Ci sono degli studenti in un’aula.
        kyoushitsu ni wa seito ga imasu
        Tradotta è
        Nell’aula ci sono degli studenti.
        Un primo caso possibile è che In precedenza qualcuno abbia parlato di quell’aula. A questo punto ne parlo anch’io e comunico che ci sono degli studenti dentro.
        Un secondo caso possibile è che, a prescindere dal fatto che si sia già parlato di quest’aula, io intendo dire che nell’aula e NON altrove ci sono degli studenti.
        Ad esempio prima qualcuno potrebbe aver detto che “in giardino non c’è nessuno”, al che io dico che
        Nell’aula ci sono degli studenti.

        Per quanto riguarda numero e classificatore… ci sono delle lezioni nella sezione di grammatica per il jlpt N5 (il corso non sintetico).
        Quella frase si scrive di norma così:
        kyoushitsu ni seito ga sannin imasu
        Ci sono vari modi in realtà per usare i classificatori, tutti comportano leggere sfumature di senso che possiamo riportare all’italiano in qualche modo.
        Ricordo di aver fatto un post su un altro forum per riassumerli… oltre a guardare la pagina-indice per la grammatica dell’N5 puoi aspettare che trovi quel post e lo ripubblichi sul forum per la sezione Domande… Ci vuole solo un po’ di pazienza perché non ricordo più dove l’ho scritto (^_-)

        1. si capisco, per i classificatori non c’è fretta, e ho capito anche dove avevo sbagliato, cioe il numero e classificatore va dopo quello che conteggio che in questo caso è il sogetto della frase, in più il classificatore delle persone è nin come scrivi tu e non jin.
          Devo fare degli esercizi per la particella NI, ho capito il tuo discorso ma devo esercitarmi tanto perche questo concetto se lo metto da parte non è facile ritornarci su, grazie ancora.

  2. Eh, purtroppo insegnare questa cosa per iscritto è molto difficile. C’è il modo di trasmettere lo stesso concetto in italiano, anche scrivendo, ma richiede una certa sensibilità e la maggior parte delle persone non si accorge della differenza. Invece usando il tono di voce diventerebbe tutto molto più semplice. Dovrei mettermi ad offrire lezioni private a Milano… ma se non sei di qui è inutile XD

  3. Link non funzionanti o li hai solo preparati??

    ➥ L’uso di “wa e ga”: i casi più comuni
    ➥ Quando si usa “wa” per qualcosa che non avevo già citato?
    ➤ Spiegazioni degli esempi 5-9 e commenti sull’uso delle particelle

  4. Non mi spiego perché ma aveva tolto tutta una parte dell’URL dei link, quella con il titolo, subito dopo la data…. Cercherò di fare più attenzione in futuro…
    Per tutti (milioni di persone immagino^^) quelli che l’hanno letto nel frattempo… spero solo abbiano notato i numeri a fine post, che corrispondono alle pagine in cui è suddiviso l’articolo…

  5. “koko ni wa boku shika inai yo = Ehi, qui ci sono solo io!”

    il fatto che il verbo sia al negativo “inai” è voluto per via di “shika” che dovrebbe volere il verbo in forma negativa?
    Per rendere letteralmente “ehi, qui non ci sono altro che io!”, giusto? o.o

  6. “Messeji wa arimasen”

    per via del fatto che si passa al negativo e quindi non è più descrittiva ma ha un valore di “contrasto” si usa wa di norma piuttosto che ga.

    Tuttavia, può esistere o essere usata una forma al negativo con GA?
    Se si, come e quando potrebbe essere usata?

  7. Mi è venuto il dubbio perchè ho letto la frase “Watashi wa pen ga nai”

    Forse qui si usa ga perchè non stiamo parlando di frasi “descrittive” quindi non si pone come problema il fatto che descriva oppure no ma il valore di iru è legato al verbo “avere”?

  8. >> per via del fatto che si passa al negativo e quindi non è più descrittiva ma ha un valore di “contrasto” si usa wa di norma piuttosto che ga.

    Esattamente…
    XXX wa nai = non c’è XXX
    o eventualmente “non ho XXX” con il soggetto “io” sottinteso.
    Esplicitandolo avrò:
    watashi ni/wa/niwa XXX wa nai = io non ho XXX (sì, anche un doppio wa va bene, se ho due wa possono essere entrambi contrastivi o il primo può essere tematico. Invertire tema e soggetto con “ni”, mi dà XXX wa watashi ni nai. Es. yuuki wa watashi ni nai-n-da! che suona come “Il coraggio io non ce l’ho!” cioè il coraggio è molto probabilmente tema, ma potrebbe creare un contrasto con qualcuno presente nel resto del discorso, mentre il resto è una nuova informazione: “io non ce l’ho”. Anche in italiano questa frase ci dice che le possibilità sono due… o “io non ce l’ho” perché ce l’ha qualcun altro, oppure “la cosa di cui parli, io non ce l’ho”, punto e basta. Nel primo caso ho un contrasto, nel secondo ho un semplice tema)

    La stessa frase con “XXX GA” significa che “quel che non ho è XXX”, cioè stai dando un’informazione nuova alla persona con cui parli. I “casi” sono due.
    1) L’altra persona non sapeva proprio nulla e tu la informi che “XXX ga nai”. Il fatto che qualcosa manchi E che quel qualcosa è XXX …è la nuova informazione che stai dando.
    Es.: Perché non fai blablabla? Perché mi manca XXX.
    2) Stavate parlando di qualcosa che manca, l’altra persona pensava potesse essere YYY e tu invece dici che è XXX. In tal caso la nuova informazione è solo “XXX ga”.
    Es.: Ti manca YYY? No, mi manca XXX!
    Posso distinguere tra questi due casi? No. Ti serve? Nemmeno,,, è qualcosa che deduco sempre dal contesto. Ma spero che i due esempi e la spiegazione ti aiutino a capire nel complesso quando usare GA.

    Perché ho usato XXX?
    C’è un rischio con le frasi con aru, specie se il soggetto è un oggetto piccolo come una penna.
    “Avere o non avere qualcosa che puoi portare con te” si esprime con “motsu”, anzi, molto più precisamente con “motte iru/motte inai”. Mettiamola così… ogni volta che intendi “ce l’ho con me” allora usi “motte iru”… biglietto, penna nel taschino, cellulare… tutti motteiru.
    Se intendi il puro possesso allora usi “aru”. Nel caso particolare la frase che dicevi suona come “non possiedo la/le penne” (boku wa pen ga nai …quel “la/le”)
    Un buon esempio sia ha con
    XXX wa ima wa nai
    XXX wa ima wa motte inai
    Noi traduciamo sempre con “ora non ce l’ho” (per semplicità, per tenere le frasi simmetriche, non dico che cosa non ho e non metto il soggetto… bear with me), ma nel primo caso probabilmente intendo “ora non lo possiedo più” (forse l’ho dato via?), nel secondo caso intendo “ora non ce l’ho con me” (magari è a casa)

    Ah, posso usare aru ovviamente se si tratta di esistenza… mettiamo che ti chiedo se hai qualcosa con te (motte iru). Tu pensi subito “ce l’ho in borsa” e inizia a frugarla ma… “Nai!” esclami, cioè “non c’è”… questo ovviamente è lecito anche se quel nai si potrebbe leggere come un “non l’ho”. Semplicemente non c’è, non si trova nella borsa.
    Ah, non deve trattarsi di possesso “fisico”, ti ricordo che posso dire di “avere la responsabilità” di qualcosa o posso dire che fare qualcosa “sta a me”, no?
    Spesso poi con “aru” si creano delle “frasi fatte” che in genere sono anche aggettivi (specie in italiano). Mi spiego…
    a) kodomo wa tsumi ga nai = i bambini/il bambino non ha colpa/è innocente
    b) tsumi ga/no nai kodomo = un bambino innocente
    …ecco cosa intendevo per “frasi fatte”, qui ho “tsumi no nai” spesso usato come aggettivo “innocente” prima di un sostantivo (b)… ma anche come frase principale (a) dove vediamo meglio che questo “possesso” è figurato.

    Se io ho scritto la frase qui sul sito forse c’è un motivo, distrazione compresa… nel caso, se l’avessi letta qui e mi linki il punto preciso mi faresti un favore, così correggo.

    p.s. invece il verbo alla forma base si usa per dire che qualcosa durerà, ad esempio il latte in frigo… miruku desuka? futsukakan nara motsu to omoimasu yo (il latte? Un paio di giorni penso che stia…)

    1. Ciao, complimenti per il sito e per le tue magnifiche spiegazioni. Seguo da un pò con molto interesse quello che scrivi. Avrei un dubbio che ora ti espongo.

      “yuuki wa watashi ni nai-n-da! che suona come “Il coraggio io non ce l’ho!” cioè il coraggio è molto probabilmente tema, ma potrebbe creare un contrasto con qualcuno presente nel resto del discorso, mentre il resto è una nuova informazione: “io non ce l’ho”. Anche in italiano questa frase ci dice che le possibilità sono due… o “io non ce l’ho” perché ce l’ha qualcun altro, oppure “la cosa di cui parli, io non ce l’ho”, punto e basta. Nel primo caso ho un contrasto, nel secondo ho un semplice tema”

      Comincio a capire la differenza fra GA e WA ma ho ancora pò di difficoltà con il WA usato come contrasto. Potrei chiederti degli esempi concreti? Mi sono creato delle frasi in testa ma non so se sia corretto il modo di ragionare.

      “Yuuki wa watashi ni nai-n-da!” con “il coraggio” come tema, magari qualcuno ha detto riguardo a qualcos’altro “Eh…ci vuole coraggio” e allora nella risposta “il coraggio” diventa tema. Oppure: “Hai il coraggio?” e nella risposta “il coraggio” può diventare tema.

      Ma per il contrasto? Può essere che qualcuno abbia detto “Paolo ha il coraggio” o “Paolo è coraggioso” e a questo punto nella frase d’esempio “yuuki wa” crea contrasto. Ma non lo capisco bene, perchè mi verrebbe da pensare che il contrasto si creerebbe con “Whatashi wa” dato che rispetto a “Paolo” sono “io” che non ho il coraggio.
      Scusami se magari non mi sono espresso benissimo.

      1. Purtroppo sebbene tu abbia fatto una buona traduzione della frase, hai un po’ di confusione in testa sul tema, come dici, e si vede nella continuazione del tuo discorso.
        Due fatti importanti da tenere a mente.
        – Spesso non c’è una vera distinzione tra wa tematico e wa contrastivo. Si tratta comunque di un’unica particella che può avere più o meno carattere di contrasto.
        – Se hai più d’un wa (yuuki wa watashi ni wa nai n-da) solo il primo wa può essere tematico, i successivi wa possono essere solo contrastivi; ciò significa quindi che il primo wa può essere tematico o contrastivo, non lo sappiamo senza un contesto.

        In “yuuki wa watashi ni nai n-da” hai un solo wa. Può essere tematico o contrastivo. A senso, così, fuori contesto, sarà tematico. Stiamo parlando del coraggio e io dico: “Il coraggio, io non ce l’ho!”.
        Una buona traduzione se il wa fosse contrastivo sarebbe “Il coraggio, quello mi manca!” (a lasciare a intendere che altre cose invece le ho).

        In nessuna delle due frasi però ho un “wa” dopo “watashi ni”, quindi non c’è un contrasto lì con altre persone.

        Come detto, quando ho un solo wa non posso sapere se sia contrasto o no, a meno di spiegare il contesto.

        Per esempio degli occidentali che sanno poco di Giappone parlano di sushi e uno dice
        sushi wa tabeta koto aru = Il sushi, mi è capitato di mangiarlo
        Qui il wa è tematico.

        Una nonna ha portato in tavola sushi e verdura. Si allontana, poi torna e chiede al nipotino:
        sushi mo yasai mo chanto tabeta?
        hai mangiato da bravo sia il sushi sia la verdura?
        Risposta: sushi wa tabeta = Il sushi l’ho mangiato. (lascia intendere un “della verdura non parlo, ma il sushi l’ho mangiato”)

        Quando un wa esprime sicuramente un contrasto? Quando è il secondo wa che compare in una frase!
        yuuki wa watashi ni wa nai n-da!
        Il coraggio io non ce l’ho (mentre qualcun altro, tu, l’altra persona di cui parlavamo, chiunque altro, invece ce l’ha).

        Il coraggio può essere tema o contrasto (diciamo sia tema), mentre “io” può essere solo contrasto, perché è indicato dal secondo wa della frase.

        Gli wa contrastivi possono essere pure di più (di norma max tre):
        watashi wa ano mise de wa sakana wa kawanai. Shinsen janai n-da.
        Dato che di norma il watashi wa si sottintende, se lo espliciti è contrastivo, perlomeno in parte (ti dicevo che spesso è questione di sfumatura tra tema e contrasto… conta anche il tono di voce).
        “ano mise de wa” e “sakana wa” sono il secondo e terzo wa quindi sono sicuramente dei contrasti.
        Dunque è come dire:
        Io, in quel negozio, il pesce, non lo compro.
        cioè
        Io, non so tu, in quel negozio perlomeno (altrove sì), il pesce, non lo compro (se vuoi comprare altre cose, ok).

        Spero che con questo “minicorso” ti sia ora più chiara la differenza tra wa tematico e contrastivo.

        1. Sei stato un grande! Con l’esempio di “watashi wa ano mise de wa sakana wa kawanai.” ho visto una luce in fondo al tunnel!

          Ho pensato a un esempio in cui nella frase “yuuki wa watashi ni wa nai n-da!” anche “yuuki wa” potrebbe creare contrasto: magari qualcuno (o io stesso) ha detto “Paolo ha forza e coraggio” ed io rispondo (o continuo la frase) “yuuki wa watashi ni wa nai n-da!” (a me invece il coraggio manca, io invece il coraggio non ce l’ho) come per intendere che rispetto a Paolo il coraggio non ce l’ho ma la forza si.

          Sbaglio qualcosa? Scusa ancora se sfido la tua pazienza!

  9. No la frase non l’ho letta qui, non l’hai scritta tu tranquillo quindi nessun errore. Mi è capitata di leggerla, non ricordo se in un sito o pdf trovato in rete.

    Avendo studiato già giorni fa la tua lezione e avendo più o meno chiaro come e quando usare wa e ga con aru, questa frase mi è saltata all’occhio e volevo capire se era una cosa che si poteva fare.

    Ora però dopo il tuo commento è tutto più chiaro. Mi pare di capire che ga può essere usato ma ciò succede in casi particolari in cui si vuole dare una sfumatura alla frase come nei due casi che hai elencato prima tu con gli esempi XXX e YYY.

    Però di norma va Wa anche se si tratta del verbo avere se il valore è quello “contrastivo”
    Spero di aver capito bene é_è

  10. Mi veniva in mente un altro buon esempio… ne approfitto per rispondere e approfondire anche
    “okane GA nai” = sono i soldi che mi mancano (p.e. perché sono povero o comunque non ne avrei abbastanza per comprare questa cosa)
    “okane WO motte inai” = Non ho soldi! (qui con me)
    “okane WA motte inai” = I soldi (di cui parliamo) …non li ho (qui con me)
    “okane wa nai” = non ci sono soldi

    Ora mi soffermo sull’ultima frase e specifico una cosa sul tuo ultimo commento…
    E’ bene distinguere tra un WA che “compara” perché ho il negativo… e un “WA contrastivo” (con un contrasto più o meno implicito).
    La frase detta sopra, okane wa nai, può indicare semplicemente che non ci sono i soldi di cui parlavamo (tema) o può essere la descrizione di una situazione (p.e. faccio sapere, in quanto tesoriere o negoziante(?) che “non ci sono soldi in cassa”). Di norma una simile “nuova informazione” richiede un “ga” alla forma affermativa, ma per la natura “intrinsecamente contrastiva” della forma negativa uso “wa”. Se preferisci puoi dire che introduco a forza un tema Per esempio: “(se vi stesse chiedendo qualcosa in proposito) non ci sono soldi (quindi quest’idea non sarà finanziata)”.
    Banalmente parlo di “natura della forma negativa” perché non descrivi una situazione o dai un’informazione nuova dicendo cosa non c’è, ma dicendo cosa c’è…no? Se dico cosa non c’è, dico cosa “manca” e quindi sto creando naturalmente un contrasto (con quello che c’è o con la situazione come dovrebbe essere). Per questo pur descrivendo difatti qualcosa (o informando) mi ritrovo a usare wa e non ga.
    Praticamente è filosofia… cerca di cogliere solo l’essenziale^^
    Poi c’è il “vero contrasto”. Qui la frase non descrive una situazione, ha una speciale sfumatura
    per questo parlo di “vero contrasto”…
    Con il contrasto è esplicito il fatto che la cosa A c’è, la cosa B o un qualcos’altro invece manca.
    Se A c’è e B no, il contrasto è esplicito.
    Se A c’è, ma qualcos’altro di cui non parlo invece no… allora il contrasto è implicito.
    Ma di questo parlerà a breve per il corso del jlpt in sintesi ^_^

  11. Sempre più chiaro 🙂
    Mi appunto le quattro frasi con Okane perchè penso che spiegano benissimo le varie sfumature in cui si usa Ga o Wa, più leggo e più chiaro diventa 🙂
    Aspetto comunque anche l’articolo per il corso Jplt Sintesi 🙂
    Ma è già chiaro così 🙂

    Grazie davvero per la tua pazienza ad avermi spiegato tutto con spiegazioni così chiare e piene di esempi 🙂

  12. Posso solo dire con sollievo che ho trovato qualcuno che sa realmente di cosa sta parlando! Lei sicuramente sa come portare un problema alla luce e renderlo importante. Altre persone hanno bisogno di leggere questo e capire questo lato della storia.

  13. Ciao! Ti segnalo quella che mi è sembrata una piccola svista. Nel post c’è la frase:
    (i) inu wa imasu = “il gatto? (Quello) C’è” o solo “il gatto c’è…” (ma manca, o ancora non vedo, l’altro animale di cui parlavamo)

    Non dovrebbe essere neko invece che inu?
    Ciao

    1. Certo, purtroppo mi capita spesso… cambio idea sulla frase da scrivere e poi non rileggo… specie post così dannatamente lunghi! ^^;;;

      Grazie della segnalazione, invece di neko ho riportato tutto su inu, per restare in linea con gli altri esempi

  14. Leggendo la pagina ” L’uso di “wa e ga”: i casi più comuni” ho pensato nuovamente a delle frasi e situazioni che possano aiutarmi a capire meglio gli esempi:

    1) kyoushitsu ni seito ga imasu: magari caminando per il corridoio, passando davanti all’aula (durante l’orario scolastico) mentre parlo di altro uso questa frase per descrivere lo stato dell’aula “uhm…ci sono degli studenti nell’aula”. Oppure aspetto qualcuno (con cui non ho ancora parlato di studenti o aula e che ha appena girato l’angolo) per entrare nell’aula e quando costui arriva lo informo che “kyoushitsu ni seito ga imasu” cioè “In classe ci sono degli studenti”;

    2) a! kyoushitsu ni seito ga imasu: sto entrando in classe convinto che non ci sia nessuno ma vedo degli studenti che non mi aspettavo di trovare la e quindi esclamo la frase d’esempio. Oppure mi trovo sull’uscio della porta fuori dall’aula mentre parlo con qualcuno, pensando che la classe sia vuota ma vedo passare qualcuno all’interno e quindi esclamo di colpo “a! kyoushitsu ni seito ga imasu”;

    3) kyoushitsu ni wa seito ga imasu: una persona mi chiede se c’è qualcuno nell’aula e io rispondo con la frase d’esempio (kyoushitsu ni wa diventa tema), oppure si parla in generale dell’aula, si dice che è grande, o che è stata appena pulita e per ultimo aggiungo l’informazione “kyoushitsu ni wa seito ga imasu” (con kyoushitsu ni wa che è sempre tema).
    Se magari qualcuno dice “In quest’aula non c’è nessuno” oppure “In giardino non c’è nessuno” e rispondo “kyoushitsu ni wa seito ga imasu” creo un contrasto con la classe di cui si parlava prima e il giardino e nonostante nessuno avesse parlato dell’ultima classe (quindi non potrebbe essere tema) si utilizza “KYOUSHITSU NI WA seito ga imasu” (INVECE IN QUESTA CLASSE ci sono gli/degli studenti);

    4) seito wa kyoushitsu ni imasu: qualcuno chiede “dove sono gli studenti?” quindi nella risposta “seito wa” diventa tema.
    E se volessimo vedere “seito wa” come contrasto? Una frase che mi è venuta in mente è “non ci sono insegnanti insegnanti in classe” oppure potrebbe chiedere “ci sono insegnanti in classe?” e quindi la risposta “seito wa kyoushitsu ni imasu” creerebbe contrasto, ma non sono sicuro!

    Per quanto riguarda la frase 5 e 6 devo dire che ho ancora difficoltà a comprendere il doppio WA contrastivo. Potresti farmi un esempio?

    Scusa il poema!

    1. Da 1 a 4 hai riassunto bene, direi.

      Nel punto 4 se vuoi contrastare gli studenti, lo farai con l’insegnante.
      sensei wa kyoushitsi ni imasen.
      seito wa (kyoushitsu ni) imasu (yo/kedo…).

      Puoi pensare a queste frasi come se fossero delle risposte a delle domande che non abbiamo scritto. Pensa poi a wa come a un punto di domanda

      Caso 1

      A: Gli studenti? (Seito wa?)
      B: Uhm? Gli studenti? Ci sono. = Gli studenti (? = wa) ci sono.

      Qui nella risposta di B “gli studenti” può essere tema o contrasto a seconda del contesto (e del tono di voce)… magari chi risponde intende che “Gli studenti, sì, ci sono, tranquillo… Non vedo però l’insegnante…”. Di solito questo si rende scrivendo “Seito wa, imasu kedo…” (nota la virgola che indica una pausa).

      Caso 2

      A: L’insegnante? (Sensei wa?)
      B: … Gli studenti? ci sono. = Gli studenti (? = wa) ci sono.

      In questo secondo caso nella risposta di B “Gli studenti” può essere solo contrasto.

      1. Grazie per la risposta! Credo di aver capito!
        Anche perché forse al punto 4 ho fatto un errore: se qualcuno chiede “ci sono gli i segnanti in classe” o “gli insegnanti sono in classe?” rispondendo che “gli alunni sono in classe” dovrei usare “seito GA” visto che sto dando una informazione nuova (A: c’è xxx wa? B: no, c’è yyy ga).

        Mentre se qualcuno chiedesse “gli alunni e gli insegnanti sono in classe?” Allora “seito wa kyoushitsu ni imasu” (gli alunni ci sono, ok, gli insegnanti o non ci sono o non li vedo o non so”.
        Spero di aver più o meno capito. È un argomento davvero filosofico più che grammaticale.

  15. Ciao! Non mi è chiaro l’utilizzo di imasu quando si parla di essere in un posto. Mi spiego meglio. Per dire, ad esempio, “domani alle 2 circa dove sarai?” il libro propone la frase “ashita no niji goro doko ni imasu ka.”, non capisco però che differenza c’è con “…doko desu ka.” (e ne approfitto anche per chiedere perché in un caso la particella ni è presente e nell’altro no). Analogamente per la frase “kichijouji niwa, itsumo hito ga takusan imasu.” non capisco quale differenza c’è con “… takusan desu.”.

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