Proseguiamo con le note della pagina precedente

  • Come si vede nella frase 6, poi, ci sono termini con cui è opzionale l’uso di “ni” (specie se possono essere usati come tema della frase e/o con “mo”).
    La sfumatura di norma sta nel fatto che usare “ni” rende quanto precede un “momento preciso”. È un fatto che si nota bene con 今 “ima”, adesso, che è ovviamente un riferimento relativo al momento in cui è detto. Se invece di “ima” dico 今に “ima ni” cambio il senso da relativo a assoluto e se cercate su un buon dizionario troverete 今に come una parola unica, nel senso di “presto”, “entro breve”, “nell’immediato futuro”. Forse non sembrerà, ma è un riferimento assoluto, sta ad “adesso” come “il giorno successivo” sta a “domani”.
    Si può capire meglio questo fatto se si considera una storia e come il narratore o lo scrittore la raccontano. Immaginiamo che vada detto che un tale Antonio non è disponibile subito o non è disponibile il giorno successivo. Il narratore non può dire:
    “…e così Antonio disse che adesso non poteva” o “…disse che domani non poteva”
    ma può dire:
    “…disse che presto avrebbe potuto” o “…disse che il giorno successivo non poteva”.
    Questo perché “adesso” e “domani” sono riferiti al tempo del narratore nelle frasi precedenti e non, come sarebbe giusto, al momento in cui si trova Antonio.
    Fin qui la bella teoria… poi vediamo che una frase tipica è la seguente:
    ima ni hajimatta koto dewanai, non è una cosa cominciata ora (non è nulla di nuovo)
    …frase che però usa il passato e quindi “ima ni” = “presto”, “a breve” …che è un riferimento al futuro, “stona” a dir poco (inoltre è un po’ un’espressione idiomatica, “un modo di dire”). Resta il fatto però che “ima ni” significa “ora” i questa frase e questo ci scombina un po’ i piani, perché ci aspettiamo che un riferimento relativo al momento in cui è detto non usi “ni”. La verità è che la regola in sé, vedrete, è piuttosto flessibile. Proseguiamo con altri esempi.
    Prendiamo ad es. la frase 6. L’espressione “wakai koro ni” significa “da giovane” ed è intesa, per così dire, in generale. Intendendo invece “quando ero più giovane rispetto ad ora“, che è un termine relativo, sarebbe meglio solo “wakai koro”.
    Allo stesso modo se dico “Domenica usciamo” o “A settembre (= nel settembre di quest’anno) mi sposerò” ho dei riferimenti temporali relativi al momento in cui parlo… e quindi andrebbero senza “ni”. Invece se dico “La domenica non si dovrebbe lavorare mai” o “A settembre (= ogni settembre di qualsiasi anno) c’è la vendemmia” ho dei riferimenti temporali assoluti che richiederebbero il “ni”.
    Ho usato il condizionale per un motivo molto semplice… Perché è inutile arrovellarsi troppo su questi dettagli: la verità è che nessuno ci bada: come detto, teoria e pratica non coincidono granché.
    Quanto detto al punto precedente però resta valido, per cui prestate attenzione alle singole parole che ho indicato e limitatevi a ricordare che “ni” è una particella che tende a indicare un punto/momento ben preciso. Per quanto riguardo il suo uso “spaziale”, invece, si vedano le lezioni di confronto tra ni e de e tra ni ed he dove questa sfumatura tipica di “ni” ritorna (appena potrò posterò la lezione “Anomalie temporali” – su mae, ato e toki – tra le lezioni extra e lì ritroverete altri riferimenti).
  • Specie i termini più complessi visti al primo punto (es. sakiototoi e via dicendo) si possono anche rendere con una perifrasi… ovvero con un giro di parole. Invece di dire “l’altroieri” posso dire “due giorni fa”, cioè 二日前(に) futsuka-mae (ni), con il “ni” facoltativo, ma particolarmente opportuno se voglio dire invece “due giorni prima” (un riferimento che, a differenza di “due giorni fa”, non risulta relativo al momento in cui viene detto). Allo stesso modo invece di 先々週 sensenshuu posso dire “due settimane fa(/prima) scrivendo 2週間前に nishuukan mae (ni). E così via.
  • Altri riferimenti temporali con e senza “ni”
    前に mae ni, tempo addietro rispetto a un momento chiarito dalla frase.
    先に saki ni, prima nel senso di in anticipo su qualcosa o qualcuno.
    後で ato de, dopo (più tardi).
    いつ itsu, quando(?)
    何XXXに nani/nan…ni (es. 何日に, nannichi ni, in quanti giorni?).
    I due con “ni”, mae e saki, ripresentano la distinzione sul momento relativo… in particolare “saki”, che da solo sarà semplicemente “prima”.
    Facciamo un esempio.
    Domanda: Takeshi-kun, shiranai? (Sai dov’è Takeshi?)
    Risposta 1: Sakki dekaketa. = E’ uscito poco fa (prima rispetto ad ora)
    nb sakki è colloquiale per “saki”.
    Risposta 2: Saki ni dekaketa = E’ uscito prima di noi (/è andato avanti, ci ha preceduto, ecc.). Come si vede c’è un riferimento relativo diverso dal banale “rispetto ad ora” che definivo come “prima in senso assoluto”.
    Mae, senza “ni”, sarebbe solo “prima” o “tempo fa”, quindi in senso assoluto, i.e. rispetto al momento in cui parlo… difatti però la distinzione si fa labile e, ad esempio, ogni “mae mo” sembra solo un “mae ni mo” con “ni” sottinteso. Si nota solo il fatto che se si cerca “mae (ni) mo atta”, il “ni” scompare in particolare quando ho riferimenti precisi al momento presente (es. kono mae mo…, kono joukyou (wa) mae mo…, ecc.).
    Per gli altri termini con o senza ni che ho elencato sopra, si deve ricordare che ovviamente molto dipende da cosa voglio dire.
    È ovvio che in “umarete kara nannichi tatta no ka na” (da quando sono nato, quanti giorni saranno passati?) manchi il “ni”: “nannichi” è soggetto!
    È altrettanto ovvio che possa dire “ato ni” se scrivo “ato ni shimasu” (nel senso di “(lo) rimando a dopo”), perché non è un’espressione di tempo!
    O ancora, prendiamo “ato nannichi?” = Quanti giorni mancano? (lett. “Ancora quanti giorni?”). Qui notiamo che “ato” da solo è ben diverso da “ato de” (e, come detto prima, “nannichi” è diverso da “nannichi ni”). In sostanza implica questa idea di “ancora” se è seguito da qualcosa che indichi una quantità (es. ato hitori = ancora una persona), oppure significa “E poi” (ad esempio ordinando al ristorante potete dire: X to Y wo kudasai. Ato, Z mo. = Mi porti X e Y per favore. Ah, e poi anche Z).

Altri complementi di tempo

  • (1) Il complemento di tempo che serve a indicare un completamento (abbiamo appena visto “in quanti giorni”, nannichi ni), cioè un termine entro il quale qualcosa avverrà, finirà o sarà terminato, si può fare in più d’un modo… Vediamo però quali diverse sfumature implicano le diverse situazioni possibili (che usano diverse particelle):
    Kono shigoto wa… (Questo lavoro…)
    …kyou owaru = finisce oggi (nb non posso usare “ni”)
    …kin’youbi (ni) owaru = finirà (di) venerdì (né prima né dopo, proprio venerdì; “ni” è facoltativo e non cambia nulla, in sostanza, come il “di” della frase italiana)
    …kyou de / kin’youbi de owaru = finirà con/per oggi/venerdì (venerdì è l’ultimo giorno, potrebbe finire prima, ma venerdì è una scadenza)
    …kin’youbi made ni owaru = finirà entro venerdì (al massimo venerdì, probabilmente o possibilmente anche prima).
  • (2) Il complemento di tempo continuato che noi scriviamo con “per” o senza nulla (es. “oggi lavorerò (per) dieci ore“), in giapponese si fa senza alcuna particella (es.: kyou wa juujikan hatarakimasu).

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13 thoughts on “N5 in sintesi – La particella ni del tempo determinato

  1. Ok prendo un po di tempo, devo studiare per bene quest’altra lezione, a quanto pare io gli stati a luogo in luogo per luogo fatico un po, fra DE HE NI ho quasi compreso le differenze.
    mi viene solo in mente la n° 2 nichiyoubi ni kyoto ni ikimasu, ok per Kyoto ni, si potrebbe anche nichiyoubi ni ma trovo difficile pensare a mettere due ni vicini, e altro pensiero 今に “ima ni” diciamo posso mettere sempre NI ? ma se 今日 kyou, oggi; 今朝 kesa, stamattina; non ci va NI ? ima ni hajimatta koto dewanai anche se è al passato alla fine si può mettere NI ? poi la frase è anche al negativo con DEWANAI cioe tradotta ADESSO NON HO INIZATO LA COSA o IL FATTO, scusa Kaze sembra che sono solo io che ha problemi con NI.

    1. Sai che cerco sempre di spiegare (e RIspiegare) tutte le volte che è necessario… anche tu però, mettici del tuo. A giudicare dalle ultime domande, hai più problemi con una calma e attenta lettura, che con “ni” in sé e per sé… inoltre dovresti leggere più volte il testo, prendere appunti se necessario, e assicurarti di aver capito tutto il possibile, prima di correre a domandare… Così sicuramente diminuiresti il mio carico di lavoro.

      Inoltre gradirei che perdessi un filo di tempo in più per formulare le domande… da “altro pensiero” in poi la domanda va interpretata perché perde via via di senso, con frasi iniziate e non finite… Dato che io dedico tempo e energie alla scrittura dell’articolo e a rispondere in modo dettagliato, mi piacerebbe che gli utenti dedicassero tempo e energie alla lettura E alle domande… non pretendo AFFATTO una grammatica corretta, solo che non siano scritte di corsa. La finisci, la rileggi e posti solo se si capisce… tutto qui. Meglio se è lunga ma chiara, che brevissima ma incasinata.

      Scusa la franchezza, ma verso la fine mi hai scritto quella traduzione letterale per una frase che io già avevo chiaramente tradotto (non è un fatto/cosa che è iniziato solo ora), sia in modo letterale che libro… ed “io” non è soggetto come hai scritto tu (hai scritto “non ho iniziato”).

      Ho anche scritto al primo punto che “ima” non ha di norma “ni”, come “kyou”, “kesa” ecc.
      Nei punti seguenti ho detto cosa può voler dire “ima ni” (= “presto” e non “adesso”) se lo cerchi su dizionario.
      Poi ho anche citato il fatto che esiste quella “frase fatta” o modo di dire… o “espressione idiomatica”, se vogliamo esser precisi, che usa “ima ni”… e che dunque CAPITA di incontrare “ima ni” non solo con il significato di “presto”, ma anche con il significato di “ora/adesso”.
      …Insomma, i libri dicono che “ima” non prende “ni”, invece lo prende, anche se non spesso. In un caso lo prende perché forma “una parola a parte”: “ima ni” = presto. Nell’altro caso vuol dire ancora “adesso” come il semplice “ima”, aggiunge enfasi – direi – e può diventare una sorta di “complemento di stato in luogo”… come nel caso di “ima NI ikiru” che equivale al nostro “vivere nel momento”.
      Comunque come detto altre volte, se non capisci certi dettagli di poco conto, lascia stare, quel che conta davvero è sempre in prima pagina… lo scrivo sempre che quel che segue è facoltativo.

      NB
      Si cerca di evitare due “ni” quando non risulta più chiaro il significato di uno dei due, ma non è affatto impossibile trovare due particelle uguali nella stessa frase… non solo si possono trovare due “wa”, ma perfino due “ga” (non due “wo” però).

      1. Si scusa e che mi ha colpito subito i 2 ni e poi visto che c’ero o continuato ma sono andato troppo a ruota libera e quando o inviato il comento mi sono accorto che dopo la prima frase o mischiato domande con non so cosa.
        Comunq. studiero e cerchero di assimilare. Volevo solo chiederti x N5 il NI che devo comprendere è quello solo della prima pagina ? Il resto e gia argomenti avanzati giusto ?

        1. Sono certamente argomenti più difficili e non richiesti nell’N5… ma non sono richiesti (e quindi nemmeno spiegati) neppure ai livelli superiori… non perché siano più difficili, che so, dell’N1, ma perché si suppone che strada facendo uno impari certi dettagli.
          Il risultato però è che alla fine nessuno spiega queste cose da nessuna parte e chi studia SE le scopre, le scopre per puro caso… quindi eccomi a spiegarle.

          p.s. come ho detto anche sopra le cose “obbligatorie” per l’N5 e/o essenziali secondo il mio parere, si trovano sempre nella prima pagina di ogni post… a meno che venga detto diversamente.

  2. Grazie mille per questa lezione! Con i complementi di tempo non sono mai andata d’accordo >_< Ora è tutto più chiaro. Non vedo l'ora di leggere anche quella sulle "anomalie temporali", anche sull'uso di mae e ato ho le idee piuttosto confuse. Grazie ancora =)

    1. Prego ^__^ La lezione su ato/mae/toki è ai primi posti tra le cose che devo fare, ma potrebbero volerci comunque alcune settimane (2 o 3) per trovare il tempo di realizzarla e prima che venga pubblicata (esiste una coda di post già pronti che hanno la precedenza).
      (^__^)/°”

  3. Ciao!
    Scusa se arrivo subito al punto xD
    Vorrei un paio di chiarimenti sulla particella ni:
    Da quanto ho capito, tra le varie funzioni che ha può essere adoperata sia per indicare stato in luogo che per complemento di tempo determinato.
    Per caso è possibile utilizzarla due volte (o più) in una frase?
    Ad esempio, se dovessi dire: “dov’eri alle 10 di mattina”, posso dire: “anata ha gozen 10ji NI doko NI imashita ka”
    Grazie in anticipo

    p.s. veramente un bel sito – おめでとう

    1. Sì, è possibile. Ma la frase che scrivi sarebbe senza soggetto espresso.
      Inoltre omedetou si usa solo quando si è compiuto qualcosa o è accaduto qualcosa di positivo… Le congratulazioni per il sito non rientrano in questi casi, non così almeno… Anche se apprezzo molto il pensiero. Grazie.

  4. Questa é una cosa che mi mette molto in difficoltà. Io avevo capito che NI si usa con complementi di luogo che specificano il giorno esatto in cui qualcosa avviene. Ecco perché con “mainichi” o “raishuu” ECC non si usa la particella ni. Però ho anche visto che non é sempre detto, forse sarebbe più chiaro capire esattamente quando si usa anziché quando non si usa.

    1. Anche questa regola non esiste.
      Kyou e ashita indicano giorni precisi ma non usano “ni”.
      I giorni della settimana possono usare o non usare il ni eppure sono giorni precisi. Allo stesso modo le stagioni, che non sono certo giorni precisi, possono usarlo (o no).
      Detto a margine, lo stesso vale per gogo e gozen, mattina e pomeriggio.

      1. Esatto! Era questo che volevo dire. Cioè, so di per certo che se dico “il 12 Aprile” allora devo utilizzare NI, così come se dico “alle 11:00”. Per il resto ho confusione, l’ho visto usare anche dopo “Tanjoubi”! o_O”

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