Come funzioneranno le lezioni?

Anche qui ci saranno differenze a seconda della scuola. Fondamentalmente però dappertutto vi troverete a studiare per lo più grammatica e kanji.

Con tutte le differenze che potreste trovare, l’insegnamento che vi verrà riservato sarà fondamentalmente nozionistico. È il modo in cui sono abituati ad imparare (e quindi ad insegnare) i giapponesi e gli asiatici in generale.

Questo è uno dei motivi per cui la scorsa volta vi ho consigliato di scegliere una scuola in cui non ci siano solo asiatici. Se gli insegnanti sono abituati ad avere a che fare con gli occidentali saranno anche più abituati ad ascoltare molte domande (i cinesi e i coreani, così come i giapponesi, in generale non ne fanno) magari improvvise, durante il corso della lezione.

Questo atteggiamento che abbiamo noi, di chiederci “perché è così?” o “perché si fa proprio così e non in quest’altro modo?” per un asiatico di norma è qualcosa di “strano” e anche abbastanza fastidioso.
Se avete però a che fare con un cinese o un giapponese che conosce un minimo la cultura occidentale, saprà benissimo che non è per maleducazione che domandate, ma per formazione culturale. Semplicemente siamo diversi ed abbiamo anche un diverso modo di fare e di apprendere. Pensare che il nostro atteggiamento sia maleducato, o che il loro sia dettato da disinteresse, è illogico come giudicare maleducato un giapponese perché quando conosce qualcuno non dà la mano. Basta semplicemente rendersi conto che in Giappone non si fa così e che il contatto fisico non è così ben visto come da noi, quindi si preferisce l’inchino. Sono differenze culturali: è ovvio aspettarsi che ne esistano (e più due paesi sono lontani, più saranno marcate).

Se posso dire la mia, quella di fare domande, in Asia come in Europa, è un’ottima idea.
Innanzitutto, non siamo stati cresciuti come di norma accade agli asiatici, abbiamo una diversa “forma mentis”… Insomma anche se ci mettessimo a studiare con il loro metodo (cioè ripetere, ripetere, ripetere) il nostro cervello ad un certo punto ci direbbe “ma che cavolo stai facendo?”. Per un motivo molto semplice… citando Radiofreccia: “da te stesso non ci scappi neanche se sei Eddy Merckx.

Per dirla in modo più prosaico: se ripeto una cosa che non ho capito, la imparo (a memoria), ma non continuo a non averla capita.
E direi che è sempre meglio capire ciò che si sta facendo (specie se poi è necessario saperla applicare): può sembrare dura all’inizio ma alla lunga paga.

 

  1. Da dove si comincia con lo studio?
  2. Il metodo di studio
  3. Come funzioneranno le lezioni?
  4. Qual è il modo migliore di studiare in Giappone?
  5. Conclusioni

11 thoughts on “Studiare in Giappone (parte 3)

  1. Che bell’articolo!
    Mi sto appassionando al tuo blog, e questo genere di articoli è il mio preferito. Mi piacciono molto questi articoli che parlano dei metodi di studio, che valgono più o meno per qualunque lingua, escludendo le parti delle scuole.
    Per me, un buon incoraggiamento è “ho imparato l’italiano, posso imparare tutto!”. ^^
    Scherzi a parte, appena qualcuno sa che studio cinese si mette le mani fra i capelli, certa che quella sia una lingua atrocemente difficile.
    In realtà i caratteri cinesi sono d’aiuto, mentre invece il congiuntivo e il condizionale italiano, i verbi irregolari e tutto il resto non lo sono.
    Aspetto con ansia l’approfondimento sui Kanji!
    P.S. Ho saputo solo adesso del terremoto. Spero che non sia nulla di grave.

  2. Grazie Massimo! Tutto bene、 qui nessuno si e accorto del terremoto。

    Ciao Anega, grazie anche a te!
    Si si, dato che studi cinese il pezzo dei kanji credo (spero) potra essere utile. In fondo anche io trovo che lo studio dei suddetti sia affascinante e dia molte soddisfazioni. Basta prenderlo nel verso giusto.

  3. Ciao a tutti! Soprattutto a te a te Karusama
    Scusami se dico così ma per me che studio da autodidatta(lavoro permettendo) forse questo articolo mi è stato più utile degli altri…………a volte capire le priorità in fatto di studio è più importante dello studiare tutto di tutto, sbaglio?
    Mi sono reso conto di avere un italiano buono, ma studiando la grammatica giapponese ho anche scoperto di avere delle lacune enormi nella grammatica italiana.
    Per carità scrivo e leggo perfettamente, ma facendo tutto in automatico, sono un lettore accanito e veloce, memorizzo facilmente le cose che mi interessano e sto scrivendo il mio terzo libro( che se continua così dovrò dividere in due volumi perchè sono già oltre le duecento pagine e non ne vedo la fine, nel senso che ho ancora una miriade di cose da scrivere nella mia testa). Sto divagando, quello che vorrei chiederti è: non riuscendo a memorizzare il katakana, conoscendo bene l’hiragana, dovrei tralasciare la grammatica per i kanji oppure il contrario? Se c’è un’altra opzione dilla pure, per come sto ora qualsiasi cosa mi permetta di andare avanti è ben accetta.

  4. Ciao Diego! Grazie mille anche a te.

    Il mio consiglio è di non tralasciare nulla. Se non ho capito male, sei agli inizi vero?
    Cerca di dare il giusto peso a tutto, altrimenti prima o poi ti troverai con la coperta corta.

    Per memorizzare il katakana, il trucco è lo stesso che si dovrebbe usare per hiragana, kanji e ….tutto.

    Non perdere tempo a scrivere pagine intere di カ, tanto per fare un esempio. Non serve a nulla.

    Scrivi parole in giapponese, qualsiasi parola.

    Prendo ad esempio il mio nome カルミネ
    in questa parola trovo 4 caratteri.
    Poi prendi un carattere a caso e cerca un’altra parola che lo contenga.

    Ad esempio ルミコ(Rumiko, il nome di una famosa mangaka)
    in questa parola ritrovo ミ、ルe poi un nuovo carattere コ

    Continuo e provo a scrivere タカハシ( takahashi, il cognome della stessa), qui ritrovo カe ben 3 nuovi caratteri.

    Chiaro il sistema? In questo modo riesci automaticamente a ripetere e ad imparare caratteri nuovi in modo molto piu rapido.

    Scrivere fino alla noia un determinato carattere è una cosa scientificamente insensata. Dopo due o tre volte che avete scritto la stessa cosa, il cervello inserisce il “pilota automatico”, per cui pur scrivendo non state in realta fissando nulla nella vostra memoria.

    Spero di essere stato d’aiuto. Se hai altre richieste, non esitare a domandare.

  5. Grazie! Ci provo appena posso, con i kanji avevo iniziato a fare qualcosa di simile cercando le parole che avessero lo stesso kanji che stavo studiando(suggerite dal mio vocabolario di kanji) proseguirò così.
    Ci sentiamo presto, grazie ancora.

    1. io ho imparato i kana trascrivendo parole/pezzi di atti giuridici…e poi sceglievo i kana che non usavo mai e scrivevo parole a caso in romaji, che poi traducevo. E per non perdere tempo, mi sono pure scritto i kana in dei foglietti di carta in cui da una parte c’era il kana, dall’altro la traduzione in romaji e nei tempi morti tipo aspettando il bus, o camminando per andare a prendere la macchina, provavo a vedere se li avevo memorizzati.

  6. salve Karusama! Innanzitutto volevo complimentarmi per il magnifico post (nonostante lo abbia letto solo adesso poiché sono iscritto al sito da poco tempo). in secondo luogo vorrei che mi dia un consiglio: ho 14 anni e da qualche mese ho cominciato a studiare cinese, tuttavia sono anche molto appassionato della cultura del Sol Levante😍 e non vedo l’ora di cominciare a studiare il giapponese. Però l’altra volta ne ho parlato al mio prof il quale mi ha consigliato di consolidare prima il cinese, poi fra qualche anno cominciare il giapponese. Io però non resisto😕, quindi volevo chiederle: anche lei crede davvero che dovrei consolidare prima il cinese oppure potrei studiare tutte e due le lingue contemporaneamente? Grazie mille in anticipo per la risposta😄

Fatti sentire!

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