Prima di cominciare è neccessaria una nota per chiarire il contesto… gli hyoushigi, o meglio 拍子木 (o 送撃柝 secondo un’altra scrittura possibile, che ritrovate nell’illustrazione sottostante), sono dei blocchetti di un legno particolare, che sbattuti l’uno contro l’altro producono un suono alto e quasi cristallino… comunque inconfondibile.
Se i tamburi o i corni avevano la funzione di campane o sirene, gli hyoushigi equivalevano a un campanello o ad un mestolo che percuote una padella (Ho visto una campagna di sensibilizzazione sugli incendi, della prima metà del Novecento, in cui il capofila della marcia continuava a percuoterli… inoltre si usavano anche dare l’allarme e svegliare tutti in una grande casa, per un furto o un incendio… e si usano ancora a teatro per certi generi teatrali tradizionali – Nota di Kaze).

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In passato le strade erano illuminate dalla luce delle lanterne delle pattuglie e pervase dal suono degli hyoushigi che infondevano coraggio e sicurezza nelle persone… quantomeno nelle notti di bel tempo, perché nelle giornate piovose, quando non c’era la luce della luna e delle stelle, le stesse cose che davano fiducia in altri momenti, potevano trasmettere, stranamente, se non paura comunque una certa apprensione… Certo, è necessario immaginare cosa significasse all’epoca avanzare per strade buie e vedere avvicinarsi deboli luci che fluttuavano a mezz’aria accompagnate dal riecheggiare di suoni del tutto innaturali. Sì, la testa sa di cosa dovrebbe trattarsi, ma chi è cresciuto con storie di fantasmi ed ha vissuto temendo la notte (amica solo di ladri e assassini) non ragiona con la testa, non sempre perlomeno.

Quel che voglio raccontarvi avvenne dalle parti di Warigesui, un’area periferica ricca di bettole e altri piccoli locali, e decine di prostitute ad affollare le strade.
Quella notte, a causa della pioggia, le strade erano deserte. Era proprio per salvaguardare la sicurezza in momenti come quelli che erano state istituite le pattuglie notturne, che girovagavano per le strade, ma anche a loro l’oscurità poteva creare dei problemi.

Si narra che una di queste pattuglie durante uno dei soliti giri d’ispezione, in quella notte piovosa di cui vi dicevo, sentì il suono di qualcosa di legno, come degli hyoushigi che sbattevano violentemente l’uno sull’altro, per poi lasciare il posto al lungo, sinistro riecheggiare di quel suono. Fu qualcosa di così particolare e innaturale che chi era di pattuglia si convinse che non era stato provocato da un uomo, rabbrividì all’istante e corse verso la cabina della sorveglianza (antenato dei moderni kouban? – Nota di Kaze).

Questo fenomeno chiamato Okuri Hyoushigi (lett. “battacchi di legno che accompagnano”) era spesso sperimentato da chi sorvegliava il circondario durante la notte.
L’incontro con questo tipo di youkai spesso diede non pochi problemi: da quella prima volta qualsiasi rumore battente di provenienza incerta generava nella gente del luogo la più classica delle paure e la più ingiustificata: quella dell’ignoto.

L’illustrazione è di 歌川国輝 (Utagawa Kuniteru) ed è parte della serie Honjo Nana Fushigi.

Per maggiori informazioni vi invito a leggere la pagina introduttiva dei sette misteri di Honjo

One thought on “Okuri Hyoshigi

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