~て形 te-kei (forma in -te) – particolarità

La scorsa volta abbiamo iniziato a trattare la te-kei, て形 (o テ形), o “forma in -te”. Dobbiamo finire gli argomenti lasciati indietro, cioè la forma negativa, il passato e la forma cortese…

Siete pronti? Perché sappiate che sono in arrivo varie sorprese. La te-kei è così, non finisce mai di stupire XD

La forma negativa della te-kei… in effetti sono due!

1. La prima forma negativa che vediamo è anche la più usata. È abbastanza semplice da fare. I verbi e gli aggettivi al negativo (forma piana) finiscono tutti in -nai, giusto? E sappiamo che -nai si comporta come un aggettivo. Bene, basta fare la te-kei della desinenza -nai seguendo la regola vista sopra.
Di norma chiamerò questa forma negativa “te-kei in -nakute”.

Per i verbi ichidan:

forma affemativa: taberu → tabe+te = tabete
forma negativa: taberu → tabenai → tabenaku+te = tabenakute

Per i verbi godan:

forma affemativa: iu → i+tte = itte
forma negativa: iu → iwanai → iwanaku+te = iwanakute

Per il verbo essere:

forma affemativa: da/desu → de (datte e deshite, “rare” per gli studenti)
forma negativa: da → janai → janaku+te = janakute

N.B. Qualcuno vedendo “desu” avrà pensato “e la forma cortese negativa?”
Più giù c’è un paragrafo apposta sulla forma cortese.

Per gli aggettivi in -i

forma affemativa: takai → takaku+te = takakute
forma negativa: takai → takakunai → takakunaku+te = takakunakute

Per gli aggettivi in -na

Come uso “de” alla forma affermativa, uso “janakute” a quella negativa.

2. La seconda forma negativa ha un uso più limitato. Difatti si può fare solo per i verbi (niente aggettivi) e non per il verbo essere… in compenso è davvero semplice: si prende la forma negativa, così com’è, e si aggiunge “de” (quindi ho la desinenza -naide). Per questo, ovviamente la chiamerò “te-kei in -naide”. Vediamo due esempi.

Per i verbi ichidan

forma affemativa: miru → mi+te = mite
forma negativa: miru → minai → minai+de = minaide

Per i verbi godan

forma affemativa: iu → i+tte = itte
forma negativa: iu → iwanai → iwanai+de = iwanaide

forma affemativa: noru → no+tte = notte
forma negativa: noru → noranai → noranai+de = noranaide

Non abbiamo bisogno, questa volta, di trattare delle eccezioni, per un motivo molto semplice. Non è coinvolta la ren’youkei. Ripensate a come creo le due forme negative… in entrambi i casi parto dalla forma negativa piana (quella in -nai), quindi la forma in -te negativa non presenta delle sue peculiari eccezioni, ma al più le stesse della forma negativa (ad esempio il verbo kuru, che fa konai, avrà le forme konakute e konaide)

Il passato della te-kei…

Non esiste! Vedremo che si capisce dal senso e/o dal verbo a fine frase quando è il caso di tradurre una “te-kei” con il passato (o un’altra forma verbale).

La forma cortese della te-kei
Non esis… No, esiste, ma non si usa. Si usa solo nel linguaggio molto formale però (cioè vale quanto detto per “deshite” nella prima lezione sulla te-kei).
Le frasi d’esempio, ovviamente, hanno senso solo se si parla anche dell’uso che si fa della te-kei… e di questo ci occuperemo la prossima volta.

6 thoughts on “N5 in sintesi – La forma in -te: negativo, passato e forma cortese

  1. Ciao Kaze, eccomi qui come da tue indicazioni per porti l’ennesimo quesito sulla lingua giapponese. A volte si incontrano i verbi in questa forma: 待ってて、見てて、育ってて. Di che si tratta? Grazie, sally__75

    1. Sono contrazioni, si tratta della te-kei della forma in te+iru, quindi ていて -te ite, es.: 見ている alla forma in te sarà 見ていて, che contratta diverrà 見てて.
      Quanto a senso, è ovviamente legato ai significati della forma in te. Il caso più strano sarà forse quello degli imperativi, che implicheranno una continuità dell’azione; es.: matte = aspetta, matte(i)te = continua/resta qui ad aspettarmi
      Se ci fai caso di norma si usa sempre il primo se si vuole che qualcuno si fermi, mentre il secondo quando si chiede a qualcuno di non muoversi per tot tempo

Fatti sentire!

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