Lacrime, lolite e deliri di massa

minegishi-cards-dropped-2Abbiamo appena letto l’articolo di Karusama su Minami Minegishi e le vicende che l’hanno vista recentemente protagonista, ma Karu ha scritto l’articolo una decina di giorni fa (il ritardo è colpa della mia trasferta olandese, come saprete), così volevo approfittare per “aggiornarvi” e provare a spiegare (non giustificare, eh) quel che sta succedendo, da dove nascono certi comportamenti per noi fuori dal mondo.

Considerate che se avrete la pazienza di leggere questo articolo penso che lo troverete – sorprendentemente – molto interessante (uno dei migliori che ho scritto, direi). Partiremo dal fatto di cronaca come spunto, ma finiremo a parlare di molto altro (idol, tagli di capelli, bonzi, lacrime, tsunami, kawaii, akogare, amae…), vedrete, ce n’è per tutti i gusti. Purtroppo però è venuto molto lungo e lo pubblicherò in tre parti nei prossimi giorni.

Ma veniamo subito a noi…

Voglio premettere che sono d’accordo con Karu: l’immagine della donna da cui questi comportamenti nascono (e che questi comportamenti contribuiscono ad alimentare) e l’idea di femminilità e dell’ “essere donna” che, così facendo, la società inculca nella testa delle bambine (e dei bambini) risultano estremamente lesive della dignità delle donne di oggi e di domani (poiché i bambini crescono con questi modelli). Su questo punto, come notava Karu, si rinnova la strana vicinanza tra Italia e Giappone, paesi spesso molto più vicini, sotto certi aspetti… perlomeno più di quanto si possa pensare.

I FATTI

I fatti non ci interessano poi molto, ma, ecco, non sono chiari. Simili scandali si sono già visti, in genere si nega tutto. Non si poteva dire “è un amico, sono solo andata a trovarlo, c’erano altre persone”?.
Dopodiché in genere qualche fan si arrabbia e brucia la sua collezione di gadget e CD, altri fan passano al crimine e scrivono lettere minatorie o pubblicano su internet velate minacce di morte (stile “foto con coltello piantato sopra”, diciamo).

La questione è “perché questo video?”. È stata un’idea autonoma o ci è stata costretta? Sembrerebbe si tratti di un’idea autonoma, perché la sua “retrocessione” è stata decisa (pare) dopo il video e quindi, forse, non per la pubblicazione delle foto “compromettenti”, ma per la brutta situazione in cui l’agenzia delle AKB48 si è ritrovata in seguito alle critiche che le sono piovute addosso (in Giappone si suol dire che “per una ragazza i capelli sono la sua vita”, per indicarne l’importanza cruciale).

Sì, perché, è bene tenerlo presente, ci sono state davvero molte critiche… quelle rivolte all’agenzia perché pareva aver costretto la ragazza o perché comunque l’aveva punita o perché a prescindere non avrebbe dovuto imporre l’insensata regola. Dall’estero le critiche si sono spostate dall’agenzia al Giappone, ma sono rimaste le stesse… e questo ha portato a varie critiche… alla ragazza! Perché con la sua “alzata di testa”, e perdonate il gioco di parole, aveva dato una brutta immagine del Giappone, dando l’idea che simili punizioni siano normali lì.

minami-minegishi-3_1In seguito a queste critiche sono uscite delle altre foto, una la vedete qui sopra, dove presumibilmente le altre ragazze del gruppo AKB48 consolano e sostengono la Minegishi in questo momento difficile. Sembrerebbe evidente che la loro pubblicazione (ufficialmente “non ufficiale”, cioè non decisa dall’agenzia) sia stata decisa apposta per smorzare i toni, per dire “ehi, non è successo poi nulla di grave, vedete? E’ felice e serena, no?”.

E tuttavia sono nate altre critiche! Quasi ci fosse un’intenzione malevola, quella di screditare il Giappone(!), da parte della Minegishi, che in realtà non era affatto dispiaciuta, evidentemente, per nessuna delle sue colpe… Lo so, sembra assurdo, ma ho letto simili critiche.

Insomma, da quel che appare sembra di capire solo una cosa: qualunque cosa faccia questa ragazza, viene bersagliata da critiche. E questo è ingiusto, stop.

L’unica plausibile critica è “hai firmato un contratto, lo devi rispettare”. Non serve arrivare a quel che si dice in Occidente ai personaggi pubblici, e cioè che la perdita della privacy è “il prezzo della fama”, qui la questione è più semplice: c’era un contratto e come tale un contratto vincola nel pubblico e nel privato.
Se posso dire, tra l’altro, vengono obbligate a ben di peggio che all’astinenza (sì, dico davvero)… Per convincersene basti vedere le strategie di marketing e i lavori che il management sceglie per loro...

Comunque, se il contratto le pareva ingiusto (come in effetti è) poteva non firmarlo, si dirà, ma è pur vero che queste ragazze aspiranti “idol”, anzi アイドル (letteralmente “idoli”) probabilmente più che ai soldi aspirano alla figura stessa di “idol” perché a loro volta sono cresciute idolatrando altri “idoli”, perché bombardate da messaggi niente affatto subliminali su quali siano i “modelli positivi cui aspirare” (da noi è Corona, a ciascuno il suo) …e allora diventa quasi una scelta obbligata in cui si sceglie di diventare idoli senza badare a cosa si firma e prima di rendersi conto di che cosa si perderà.

Ma non vorrei dar loro troppo (poco?) credito, né fare la figura di quello che dice nanimokamo seiji/shakai no sei (何もかも政治のせい/社会のせい è tutto colpa della politica/società) e magari in realtà vale anche qui, molto semplicemente, quello che diceva Ennio Flaiano del mestiere di giornalista… “sempre meglio che lavorare”.

IL VIDEO

Il video incriminato, come detto, è alquanto insolito (chi l’ha voluto? Lei sola? L’agenzia? O è una “mossa” decisa tra le AKB come protesta?).
Poi, e sia chiaro che lo dico senza alcun intento provocatorio, andrà probabilmente a beneficio della Minegishi. O perlomeno potrebbe essere che sia stato fatto con queste intenzioni.
Si può infatti pensare (o si poteva farlo prima delle tante critiche ricevute) che un simile video avrebbe messo al riparo Minami dall’espulsione dalle AKB e dalle imprevedibili reazioni dei fan. Perché è lecito pensarlo?

In Giappone, come vi accennavo, i capelli sono di grande importanza, specie per una ragazza (visto il detto di cui sopra), ma non è per questo che si tratta di un gesto di pentimento.
La testa rasata così come la vedete nel video è detta 坊主頭 “bouzu atama”, “testa da bonzo” (i.e. da giovane monaco), il taglio è detto “bouzu-gari”, “taglio da bonzo”… per il semplice motivo che scegliendo la vita monastica chiunque si doveva radere la testa (un segno d’abbandono della mondanità e dei desideri terreni?) ed era abbastanza normale che le uniche vie d’uscita per espiare una colpa o un’onta fossero il suicidio rituale, seppuku, o tutt’al più, per l’appunto, la vita monastica (ovviamente qui parliamo della casta dei samurai, non di persone del popolo).

Ad ogni modo farsi monaci significava cambiare vita e quest’idea è rimasta e ancora si notava negli anime di qualche anno fa, dove in seguito a una delusione amorosa o per indicare un diverso spirito con cui si affronta una nuova pagina della propria vita, il/la protagonista si sottopone a un cambiamento radicale di pettinatura, ritrovandosi con capelli perlomeno molto, molto corti… non rasati però, perché ormai da parecchio tempo avere una bouzu-atama risulta assai imbarazzante. Tuttavia, piccola curiosità, fino agli anni ’70-’80 era un popolare taglio da ragazzino (e questo lo rende oggi ancor più imbarazzante), se posso azzardare un’ipotesi (pensando alle difficili condizioni del Giappone del dopoguerra), probabilmente per scongiurare i pidocchi.

Secondo fattore del video è il pianto: in Giappone “chi si pente in lacrime è a metà dell’opera”. Non molto tempo fa la Toyota ritirò dal mercato milioni d’automobili e il presidente della compagnia andò in tv a chinare il capo e piangere.
Il perché è per noi incomprensibile: non è colpa sua ma di qualche ingegnere, non ci sono stati incidenti, quindi…?
Ricordo un commento d’un giapponese che diceva che un pianto al momento gusto dimezza la pena di ogni condannato. Presumibilmente non è vero, ma è vero che molto spesso un processo si chiude con il criminale che si scusa.
In un paese che si basa molto sulla forma non appare strano che a chiudere un processo, uno scandalo o, non so, un contenzioso, siano delle scuse pubbliche più che un verdetto di un giudice.
In un certo senso le scuse non servono a chiedere/ottenere un perdono ma a chiudere il problema, calmare la situazione… e chi si è scusato inevitabilmente verrà visto un po’ meglio, se non altro dall’opinione pubblica, perché ha comunque posto fine al clamore, alla situazione problematica irrisolta, assumendosi la responsabilità… 一件落着 ikkenracchaku come dicono in Giappone (i.e. “E un problema è finalmente risolto!”).

So, che è un po’ difficile da credere, ma un buon esempio lo abbiamo avuto tempo fa, dopo lo tsunami del 2011. Un insegnante abbandonò gli allievi e si mise in salvo da solo (senza dire nulla e senza perder tempo, per chi l’accusa, o dopo aver provato, a suo dire, a convincere gli altri insegnanti a salire più in alto lungo la montagna dove si trovavano). Non ammise davvero alcuna colpa (penale), non disse mai nulla di incriminante, diede velatamente la colpa agli altri insegnanti (morti) semmai, ma andò comunque a scusarsi in lacrime davanti alle telecamere e ai genitori per non essere riuscito a salvare i loro figli. Perché se con la versione che offriva il linciaggio sarebbe dovuta essere la conseguenza naturale?

Il lato “comico” dietro tutte queste lacrime giapponesi è che il pianto “privato” è quasi un tabù, in pubblico, poi, è ancor più grave perché “uccide l’armonia” (noi parleremmo di “atmosfera”^^). Se pensate di nuovo al dopo-tsunami e al precedente tsunami che devastò il sud-est asiatico, trovate un tratto comune.
Le persone che raccontavano nei documentari coprivano le lacrime con mezzi sorrisi. Ho visto un documentario dove si raccontava come una madre avesse cercato per mesi la figlia, prendendo la licenza per usare una ruspa e continuando a scavare quando non poteva più pretendere che lo facessero gli uomini della protezione civile. Per mesi. Poi sua figlia fu ritrovata in mare, dodici chilometri più a sud lungo la costa… dopo un anno in mare ne era rimasto solo il torso. Onestamente non riesco a immaginare nulla di più orribile e crudele di questo destino. Ma lei raccontava tutto ciò con mezzi sorrisi d’imbarazzo, appunto… e non erano certo, come sostenevano alcuni giornalisti in tv, “sorrisi che dimostravano il grande stoicismo e capacità d’accettazione degli orientali”.

Le lacrime sono un fatto estremamente privato, qualcosa che perciò ci si vergogna a mostrare… a meno che siano “dovute al pubblico”. Se è alla comunità che si devono le scuse, allora “lacrime a dirotto, please!”.

I FAN e LE LOLITE

creepy-otaku-002La spiegazione facile che chiunque ha pensato vedendo questi ragazzi, a volte uomini fatti, sbavare dietro a ragazzine tra i 13 e i 25 anni (ma di norma liceali) è semplice da immaginare: sono frustrati a cui nessuna la darebbe mai. Errore. Cioè, spesso è vero, ma le due cose non sono direttamente connesse.

Tanto per cominciare, come già notava Karu nell’articolo sulla Minegishi, le AKB48 sono il gruppo più seguito della scena musicale giapponese. Si può assumere che la loro base di fan sia così composta:

● ragazzine che si immedesimano… o meglio aspirano ad una data “figura di successo”, che diviene il sogno di ciascuna perché l’età è compatibile con la loro e perché le AKB48 sono un gruppo enorme di ragazze scelte tramite selezione (e ciò dà l’idea di poterne farne parte anche se è un sogno assurdo simile a quello di vincere la lotteria).

● ragazzi più grandi, quelli definiti frustrati poco più su, detti ヲタ/ヲタク wota/wotaku (letto sempre otaku, ma così scritto fa intendere che si tratta di “otaku di idol”).

daredemo-daisuki-001Se la questione delle fan ragazzine è abbastanza semplice, molto interessante è quella dei ragazzi/uomini fan delle AKB e di gruppi similari. Questi non vedono di norma queste ragazzine come oggetto sessuale (spesso si dice lolite, e quello è l’aspetto, ma l’età varia moltissimo in modo da “coprire ogni fascia di mercato”).
La riprova è semplice… l’immagine che le ragazze devono avere è del tutto opposta.

È importante capire questo o si finirebbe a pensare che in Giappone ci sono molioni di pedofili in libertà. Certo, ci sono le dovute eccezioni. È capitato alcune volte infatti che un fan si presentasse ad una sessione di 握手 akushu (eventi in cui i fan si mettono in coda per dare la mano alle loro beniamine), con la mano presumibilmente coperta del proprio sperma…

Se avete finito di vomitare possiamo andare avanti. Come dicevo di norma non sono viste come oggetto sessuale, ma questo non significa che non ci sia dietro una brama di possesso. アイドルはみんなのもの aidoru wa minna no mono, un/a idol appartiene a tutti.

Se possiamo associare le riviste scandalistiche e di gossip ad un fenomeno di voyeurismo collettivo, possiamo anche dire che l’adorazione che i fan hanno per le idol rappresenta un fenomeno di stalking collettivo.
Per questo un idol non può fidanzarsi: non c’è nulla che fa imbestialire uno stalker come un/a fidanzato/a che arriva sulla scena a rovinare le sue fantasie.

Ma perché questi fan hanno come IDOLO “ragazzine carine, giovani e pure”?

Con i prossimi due post proveremo a spiegarlo. Nel prossimo, come “premessa” tratteremo il concetto di kawaii per capire come mai in Giappone tutto deve essere “carino”. Nell’ultimo articolo invece tratteremo i concetti di amae e akogare e come questi si realizzano, nel bene e nel male, nella società giapponese.

23 thoughts on “Alcune delle tante facce del Giappone (prima parte)

  1. Se possiamo associare le riviste scandalistiche e di gossip ad un fenomeno di voyeurismo collettivo, possiamo anche dire che l’adorazione che i fan hanno per le idol rappresenta un fenomeno di stalking collettivo.
    Per questo un idol non può fidanzarsi: non c’è nulla che fa imbestialire uno stalker come un/a fidanzato/a che arriva sulla scena a rovinare le sue fantasie.

    Questo in effetti spiega il caso che si è andato a montare sulla vicenda, anche se personalmente rende ancora più inquietante il tutto: pare quasi che chi diventi Idol, o aspirante tale, sia costretto a snaturalizzarsi e ad assumere sembianze-aspetto-attitudini decisi a tavolino da manager senza scrupoli.

  2. Mi chiedo se questo ti farà ricredere su quel “sembra QUASI”…

    Mix in CG dei loro volti su corpi di bambini
    akb48-loli-dance-cm-1

    Si passano del cibo di bocca in bocca per una pubblicità

    Con un calendario delle AKB in regalo le mutandine appartenenti alle AKB

    Vestite da gatto, ma direi che è il meno…
    Però qualcuno dovrebbe dirgli che le ragazze gatto sono carine solo in 2D, cioè se sono anime, conciate così sono solo stupide, stop.

    Una delle mie preferite… paghi un abbonamento mensile per “fare un figlio con la tua idol preferita”, nel senso che prendono una tua foto, la mixano con quella di lei e ne ricavano un pupazzo

  3. in regalo le mutandine appartenenti alle AKB –> avevo letto anni addietro quasi per caso una notizia simile, parlava di negozi a Tokio specializzati nella rivendita di biancheria intima usata da poersonaggi famosi, ma confesso che non vi avevo creduto. Agghiacciante: cancello il “quasi”.

    paghi un abbonamento mensile per “fare un figlio con la tua idol preferita”, nel senso che prendono una tua foto, la mixano con quella di lei e ne ricavano un pupazzo –> …questa non so nemmeno come definirla: debbo aumentare il mio vocabolario personale con i turpiloqui dei portuali mi sa…

    1. No…andava in onda con il meteo in sovrimpressione, quindi alle 7e50 di mattina col titolo “comic dance”… direi che non è un incitamento alla pedofilia, è solo stupidità allo stato più puro che abbia mai visto…

  4. Grazie del post, ottimo lavoro come sempre.
    L’atteggiamento verso gli idol, non so perchè, mi ha sempre ricordato il kaimami, lo spiare la donna attraverso le cortine di bambù prima di corteggiarla o di avere un rapporto con lei. Per carità, è un topos letterario di epoca Heian e fa parte di tutte le pose (veritiere o meno, la critica si spreca su questo punto) che dettano le fasi del corteggiamento, però è curioso che questa forma di “stalking cortese” sia arrivata ad avere tanta importanza da diventare, appunto, un topos letterario. Osservare la donna nella sua intimità (a sua volta costruita) era parte del piacere e, in fondo, anche in questo caso la donna, un po’ come un’idol, accettava e recitava un ruolo.
    Detto questo, il balletto con le facce delle ragazze su corpi di bambine è di pessimo gusto, punto e basta…

  5. Nota laterale – Forse il paparazzo di cui hai postato la foto è semplicemente riuscito male, voglio potergli dare il beneficio del dubbio dato che non ho informazioni a sufficienza per poter dare un giudizio in merito se non quello che ne deriva vedendolo in foto (e vi assicuro che non è affatto a suo favore) ma vi assicuro che se mi trovassi nei dintorni un tipo del genere, macchina fotografica o meno io lo randello!

    Tornando all’argomento primario. Purtroppo sono a conoscenza dell’orrore (o disgustosa perversione?) che ruota intorno al mercato delle IDOL e la cosa che mi scandalizza è realizzare che nonostante tutto sto schifo le ragazze siano ancora attirate da quel mondo. Mi rendo conto purtroppo però che quando cresci con modelli che ti insegnano che tutto ciò non solo è perfettamente normale, ma è anche favoloso, non puoi venire su molto diversamente….vedi il concetto di “velina o letterina” “valletta di programma” “sposerò di un calciatore (o negli ultimi tempi un disgraziato, purché ricco sfondato e possibilmente che se ne parli in tv)” e chi più ne ha più ne metta. Forse meno maniacale in senso stretto ma analogamente disgustoso.

    Per curiosità: il range di età delle IDOl di questo tipo vanno dai 16 ai 25 anni ipotizziamo, ma quando escono da questa fascia di età che succede? Intendo alla AKB48 in questione ed ai relativi fan? …se tanto mi da tanto c’è un suicidio di massa dei fan…
    Mi spiego meglio. Qui una velina cha ha successo ha una sorta di posto garantito in TV per un lungo periodo di tempo (nel migliore dei casi – nel peggiore ti ritrovi a fare televendite), diciamo che fare la valletta/velina ecc è una sorta di gavetta per qualcosa d’altro, lì invece cosa succede dopo?

    1. Alla fine della corsa c’è l’oblio… Possono diventare attrici o cantanti, qualcuna potrà continuare un po’ a fare la modella per le riviste immagino (ma non ci credo troppo… più una è stata famosa, meno è probabile imho che poi faccia la figurina in posa sui giornali)… però una carriera “seria” è possibile solo per quelle davvero brave… che presumo siano poche

  6. Ho aspettato quest’ora per leggerlo, niente TV, niente rumori di bambini che ti girano intorno, ultimamente sono sempre di più i post “seri”, che fanno riflettere.
    Non pensavo che si fosse a questo livello, per questo genere di cose almeno, da noi si fa la fila per i provini del grande fratello che forse è qualcosa di similare(chi è l’attuale presidente del consiglio italiano ? Me pare Paolo Berlusconi…..questo qualche anno fa, l’ultima era : chi è il presidente degli stati uniti? Ma n’era quer negro che cantava in televisione un par d’anni fa?………….A Roma questo ho sentito………………..
    non c’entrano i contratti, ma quelli te li fanno dopo che hai passato i provini, giusto?
    Spero vivamente che le notizie filtrino maggiormente, vorrà dire che c’è la volontà di far uscire qualche problemino nascosto aallo scoperto visto che queste cose possono “diminuire” solo parlandone maggiormente, più il problema appare più dovranno eliminarlo velocemente, soprattutto se si scopre a breve qualche altro caso similare.
    Io la penso così, forse la faccio troppo facile ma si dice che la speranza è l’ultima a morire……………..
    Comunque sia, grazie per il post Kaze, grazie a Karusama che lo ha “iniziato!, e grazie a tutti noi che lo leggiamo e commentiamo seriamente e serenamente quale che sia l’argomento.

    1. Se ne sentono di cose agghiaccianti dalle tue parti… o_0

      >> Spero vivamente che le notizie filtrino maggiormente…

      Le AKB dovrebbero essere esasperate dalla cosa perché alcune sono state cacciate, altre se la sono cavata, ma è parecchio che sopportano cose così… per questo tendo a pensare che questa cosa sia orchestrata…

      1. Anche a me aveva sfiorato il fatto che potesse essere una macchinazione per portare un pò di attenzione (che non fa mai male) sul gruppo. Come diceva sempre Andreotti “Non importa quello che si dice su di me purché di me si parli” (questo ovviamente quando era nel pieno della sua carriera politica).
        Non sapendo se il mondo dello spettacolo Giapponese gira come qui in Italia non mi permetto di speculare sull’argomento.
        Ammetto però che le lacrime su di una donna fanno sempre sì che la si compianga, anche se dieci minuti prima te l’ha messo in quel posto. Ma se poi, magari se smascherata per esempio, vuole cavarsela, il più delle volte scoppia in pianto lasciando l’altra persona (la maggior parte delle volte ovvio, mica funziona sempre) in una situazione che non sa come gestire e si lascia infinocchiare. Le donne hanno questa capacità di fare la cazzata e far sentire in colpa qualcun altro per averla fatta (…)

        1. Non che non sia vero in generale (XD) ma qui mi riferivo, più che al pianto, al gesto estremo del taglio di capelli “pubblicizzato” con un video per portare l’attenzione su quello che per le akb è diventato un problema.

          EDIT: Dimenticavo… la frase in questione non è di Andreotti, è di Mussolini

        2. Oh scusa avevo frainteso!

          Beh se questo era il suo scopo credo che ci sia riuscita appieno visto quanto, solo noi nel nostro piccolo, stiamo seguendo la faccenda ^^

          Vi pongo un quisito che ribalta il punto di vista (non fraintendetemi, non è inteso a ribaltare la faccenda per incolpare la ragazza badate, solo ad analizzare un’eventualità remota e molto femminile in modo del tutto oggettivo).
          Pronti?! Bene!
          Quisito: Se la ragazza avesse fatto il tutto di proposito per ingigantire il problema in modo che la sua bravata passasse in secondo piano? Ora lei passa come vittima a tutti gli effetti invece di colpevole di aver violato il contratto…(fermo restando che le clausole di contratto siano intollerabili, ma questo non è il punto al momento)
          Magari potrebbe averlo fatto per altre ragioni, per esempio per puntare un faro sul problema generale che colpisce le AKB o forse per altre ragioni di cui sono ignara, del resto come potrei?! 😛
          All’estero la vicenda ora viene vista come Lei = Vittima – Manager = Carnefici., quindi per il momento sarebbe in vantaggio lei su tutta la linea.
          Io non ho ancora la pradronanza della lingua per capire cosa scrivono sulla faccenda in Giappone, qui potete colmare la mancanza solo voi Kazeatari e Karusama, e chi a differenza mia il Giapponese lo sa leggere a menadito, come viene vista la faccenda in Giappone? Cosa pensano i Giapponesi dopo il video, la dichiarazione ecc?

        3. Direi che in Giappone era vista come vittima (dei manager e dei suoi creepy fan), finché la cosa si è risaputa all’estero e lì è stata vista come vittima (del Giappone in generale), a quel punto le critiche si sono alzate anche contro di lei per la brutta immagine data del Giappone… o questo ho potuto dedurre dal poco che ho letto.

  7. Bello, bello, bell’articolo davvero!
    Per me, definire il sorriso della madre che ha perso la figlia “simbolo della stoica sopportazione degli orientali (edaje, con ‘sti orientali!)” non è solo stupidaggine, come dimostrato dall’articolo, ma anche un grave insulto. Velatamente si dice che alla fine alla madre non gliene freghi poi così tanto della morte della figlia, quando in realtà soffre come ogni altra madre del mondo.
    Questi articoli sono davvero interessanti, e non solo, ti fanno anche pensare.
    Una buona via di mezzo tra “uh, tutti pazzi e ipocriti ‘sti giappi (so che è un termine razzista,ma qui è apposta)” e “il Giappone è il posto migliore del mondo! UI LòV GiApAn!!!111!!”.

    1. Sapevo che avrebbe catturato la tua attenzione… è una questione che mi è venuta in mente dopo che ne avevamo parlato di recente, sia del termine orientali, sia dei pregiudizi sulla “grande spiritualità” ecc. che tendono a trascurare di considerare gli altri come persone, viste invece come strane e curiose creature

    2. “Per me, definire il sorriso della madre che ha perso la figlia “simbolo della stoica sopportazione degli orientali (edaje, con ‘sti orientali!)” non è solo stupidaggine, come dimostrato dall’articolo, ma anche un grave insulto. Velatamente si dice che alla fine alla madre non gliene freghi poi così tanto della morte della figlia, quando in realtà soffre come ogni altra madre del mondo.[…]”

      Purtroppo è vero che le persone che non conoscono l’universo Giapponese possono avere questa impressione, ma chi lo conosce un poco sa perfettamente che l’atteggiamento della donna è solo una maschera. Il dolore è una cosa che ogni persona vive a modo suo, e tanti non amano che altri interferiscano, ma questo concetto non è condiviso da tutti in Italia, mentre in Giappone, mi pare di capire che sia molto più sentito.

  8. Le società di oggi purtroppo si basano molto sull’ “apparire a tutti i costi”; non mi stupiscono tutte queste pubblicità perchè le ritroviamo anche negli altri paesi, compresa l’Italia; semplicemente le vediamo con occhi diversi, “familiari”. Come già citato prima le veline e tutto il mondo dello spettacolo ci mangiano su questo…

    Chi è giusto condannare?I manager che “divorano” queste persone o le persone stesse che accettano tutto questo?

    Ihmo

Fatti sentire!

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