happy_bunny_rabbitLa 資生堂 Shiseido, fondata nel 1872, è una delle industrie di cosmetici più famose e antiche del mondo (nonché la quarta al mondo per dimensione). Il 28 febbraio ha annunciato che interromperà l’uso di animali come cavie nello sviluppo dei principi attivi dei cosmetici e di altri prodotti quasi-farmaceutici.

Era ora!
Finalmente si sono resi conto che i coniglietti non possono diventare più carini di così!

Sebbene la compagnia avesse già abolito i test di prodotti cosmetici internamente alla società nel marzo 2011, questa nuova dichiarazione (articolo giapponese) è altrettanto importante poiché impone uno stop definitivo a tutti i test e anche alle aziende che collaborano con la Shiseido.

Si conclude così un cammino iniziato nel marzo 2010, quando la compagnia aveva dichiarato la sua intenzione di porre fine ai test nel caso in cui fosse riuscita a garantire contemporaneamente la sicurezza dei suoi prodotti. Da allora si sono susseguite discussioni, tavole rotonde con la collaborazione di vari esperti, istituti accademici e organizzazioni per la difesa degli animali.

Per giungere a questo importante risultato, una pietra miliare nella storia della difesa degli animali dalla crudeltà dell’uomo, la Shiseido ha introdotto nuovi metodi nella sua struttura di valutazione della sicurezza dei prodotti, a partire dall’uso di pelle artificiale e sistemi informatici, tra cui un vasto database con i dati di sicurezza dei componenti, delle “materie prime”, per così dire, dei farmaci. Venuta finalmente meno la necessità di test preliminari sugli animali, ecco finalmente lo stop definitivo agli esperimenti.

Avendo un fratello biologo (che non ha alcun legame con le cause farmaceutiche o cosmetiche) ho discusso spesso e sapevo da tempo delle problematiche legate a questo tema. Purtroppo c’è molta disinformazione a riguardo, molti strepiti… e molti soldi in ballo. Una falsità da sfatare sta nel fatto che i test sugli animali siano una crudeltà inutile. Gli scienziati non lo fanno per sport o per divertimento… le compagnie non spenderebbero soldi per il loro divertimento, no?
Ora abbiamo la riprova che nel caso di test per cosmetici, che quindi coinvolgono essenzialmente solo la pelle, con gli opportuni sforzi e investimenti è possibile evitare queste pratiche… queste sì, inutili, poiché una cosa è sacrificare un animale per mangiare o per curare il cancro, un’altra cosa è sacrificarlo per avere le mani morbide o attenuare le rughe intorno agli occhi.

D’ora in poi dunque le aziende di cosmetici che non seguiranno l’esempio della Shiseido saranno da considerare certamente colpevoli di sacrificare animali per quello che è – ora risulta provato – solo un tornaconto economico, non un’esigenza scientifica.

Viceversa non c’è modo di evitare esperimenti sugli animali quando sono coinvolte case farmaceutiche e centri di ricerca (come detto, ho una fonte attendibile). Se ne limita già il numero con rigorosi regolamenti, ma allo stato attuale delle cose sono un male necessario… e aggiungerei che il numero di animali uccisi per sfamarci è talmente superiore che se un non-vegetariano protesta, le sue proteste sono chiacchiere vuote basate solo sull’idea che i coniglietti sono più carini delle mucche.

Se a protestare è un vegetariano convinto invece, gli do ragione. Al momento attuale pare impossibile, ma è certo che società scientifica, stato e aziende debbano (essere obbligate a) muoversi nella direzione dell’abolizione dei test, sviluppando ad esempio modelli bioinformatici di portata tale da permettere perlomeno la quasi totale eliminazione degli esperimenti.

Questo si presume sia fattibile (o perlomeno insufficientemente indagato), quindi astenersi dall’investire in questa direzione dovrebbe essere considerato deprecabile e i prodotti di aziende che non si adattino andrebbero evitati ad ogni costo per esercitare pressione sulle aziende.

Purtroppo per ottenere un simile obiettivo non bastano i picchetti, né d’altra parte i soldi. Serve informazione, cultura e disponibilità da parte delle persone, quindi, visti tutti i fattori in gioco, temo che ci vorrà ancora molto, molto tempo.

Intanto però applaudiamo tutti, insieme ai coniglietti, la lodevole iniziativa della Shiseido.

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8 thoughts on “News – Stop ai test sugli animali

  1. Bene, questo mi fa davvero piacere sentirlo, che non toccheranno più gli animali (anche se mi spiace sentire che lo abbiano fatto sino ad ora ma meglio tardi che mai). Mi auguro davvero che molte delle altre aziende possano prendere la stessa decisione e lasciare in pace gli animali che non meritano di essere usati per alcun sacrificio

    (nè per cosmetici ma a mio avviso potrebbe essere evitato anche per cure o cibo, la natura ha di che offrire in abbondanza in modo naturale e senza alcun duro sacrificio ma va bè).

    Ad ogni modo un buon modo per rispettarli da parte nostra è cominciare a controllare bene e con attenzione le etichette di ogni prodotto e verificare davvero che non vengano fatti test su animali per la loro realizzazione. Acquistare prodotti naturali, biologici e realizzati senza test è un buon modo per sconsigliare questa assurda mania di tormentare le piccole e grandi creature della terra.

    Ad ogni modo mi congratulo con la Shiseido… era ora!

    1. A quanto ho capito sono la prima azienda di cosmetici a imporre un simile stop totale. Finora se leggevi “non testato su animali” su un’etichetta avevi probabilmente due “gabole”.
      La prima è “il prodotto FINITO non è testato sugli animali, ma la ricerca alla base, sui principi attivi, usava i test che voleva”, la seconda è “NOI non abbiamo sacrificato animali… ma abbiamo pagato altri, esterni all’azienda, perché lo facessero al posto nostro”.
      Insomma, il grosso merito della Shiseido è essere stata la prima azienda che ha smesso con i trucchetti… finora l’uso dei cosmetici non poteva essere considerato guilt-free, diciamo, cioè senza sensi di colpa.
      Ho postato l’articolo nella speranza di sensibilizzare le lettrici a comprare, sempre che si trovino in Italia (immagino di sì, ma alla peggio c’è internet), solo prodotti di questa marca.

      Per quel che riguarda le aziende farmaceutiche… c’è poco da dire, per me sono belle parole e basta. Tra dei topi e un bambino che sta morendo di SLA trovo moralmente giusto sacrificare i topi per dare una speranza al bambino, poiché è questione di sopravvivenza e in natura gli animali sacrificano e mangiano altri animali per sopravvivere, è parte di un ciclo naturale e dell’ecosistema… Se si può scegliere di diventare vegetariani (possibilmente dopo aver studiato bene come fare per non rovinare la salute a sé e ai propri figli), non si può scegliere di non avere la SLA o altre malattie e, in nome della sopravvivenza trovo giustificata e naturale anche la scelta di sacrificare animali laddove non sia ancora possibile fare diversamente.

  2. Condivido il tuo pensiero Sakura. Era davvero ora!

    E si che basterebbe farsi una semplice domanda:
    “ma se le parti fossero invertite, vi divertireste ad essere usati come cavie da laboratorio?”

    Per carità mi rendo conto che la tecnologia probabilmente solo ora rende possibile utilizzare altri mezzi, ma trovo comunque difficile credere che non ci fossero, anche in precedenza, metodi alternativi. Ma del resto questo mondo gira intorno ai soldi, molto probabilmente i mezzi c’erano ma semplicemente costavano di più…

  3. Anche qui, lungi da me l’idea di far polemica, però mi rivolgo a tutti (specie chi non ha ancora postato poiché vedo un flame in arrivo al primo post anti-vegetariono/anti-proteste animaliste) e dico… Nello spirito del sito, teniamo la discussione libera da ipocrisie e basata su fatti.

    Un primo ovvio appunto per le industrie di cosmetici su cui si dovrebbe indagare è “da quanto tempo esiste pelle artificiale veramente simile a quella umana?”, “i dati di tossicità necessari per sapere cosa usare e cosa no da quanto tempo sono disponibili?”
    Per le aziende farmaceutiche invece la domanda è quanto costerebbe sviluppare modelli bioinformatici (già ora usati nelle fasi preliminari di un progetto) in grado di prevedere perfettamente l’effetto d’una sostanza sull’intero organismo (perché una cosa che non danneggia i reni potrebbe danneggiare il fegato o altro… o favorire la diuresi pur dando il cancro… Quindi l’invito è al beneficio del dubbio di fronte a quello che è un sistema, il corpo umano, che è così complesso che è plausibile l’idea di non riuscire a modellizzarlo).
    Personalmente sono sempre in favore della teoria “non lo fanno perché ha dei costi”, ma qui mi tengo il mio dubbio e per questo penso debbano essere gli stati, con progetti il più possibile internazionali, a finanziare ricerche del più alto livello con risultati poi resi pubblici e gratuiti.

    Per quel che riguarda chi critica invece, fin dove arriva la sua integrità?
    Gli permette, mano sul cuore, di scagliare la prima pietra? Ovvero, parla un vegetariano che non usa cosmetici e non si curerebbe con farmaci testati su animali, a costo di morire?

    Mi rendo conto di prentedere quasi l’impossibile, ma da un lato vorrei limitare la polemica, dall’altro vorrei evitare di creare uno di quei thread (ne ho visti fin troppi) di fanatica contrapposizione tra vegetariani e non… contrapposizione che ho sempre giudicato più sportiva che altro, perché non riesco a dipingermi gli uni come in grado di lasciarsi morire per un principio, né gli altri uccidere a sassate tenerissimi gattini per il puro gusto di farlo.
    Insomma, se il giusto mezzo è nel mezzo, come prevedibile, perché corriamo sempre in direzioni opposte?

    Fine parentesi e fine dei miei interventi, torno a scrivere un post di grammatica per ritrovare qualcuna delle mie sicurezze ^__^

    1. Mi piace il tuo commento Kazeatari! Dimostri una notevole capacità di astrazione su argomenti che, non solo sono di difficile gestione , ma pongono anche un quisito che normalmente le persone non considerano, ovvero : un “analisi di coscienza”. Mi spiego meglio: tutti (beh diciamo generalmente tutti ^^) sono capaci di distinguere cosa è bene e cosa è male quando si tratta di “teoria”, ma quando si tratta di mutare la teoria in pratica ed effettuare delle scelte che spesso, per non dire sempre, portano a dei disagi non tutti rimangono coerenti. Es: “Non indosso più niente di pelle perché uccidono gli animali per fabbricare indumenti in pelle” – Bel pensiero, ma questa affermazione prevederebbe l’esclusione delle scarpe, che quasi per la totalità sono fatte in pelle.
      Apprezzo molto il tuo modo oggettivo di affrontare queste tematiche! Davvero! Complimenti!
      Hai ragione anche sul fatto che spesso si conosce solo una frazione del tutto, il ché non dovrebbe permettere di dare un giudizio “lapidatorio” . Quindi ritiro il mio commento precedente, in effetti non conosco abbastanza i settori dove purtroppo vengono impiegati gli animali.
      Rimango però ferma sul fatto che non condivido tali usi degli animali in quanto NON li reputo una proprietà dell’essere umano ma esseri differentemente senzienti con gli stessi diritti di vita che abbiamo noi umani.

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