shinsai-32La giornata di oggi segna il finire del 2° anno trascorso da quell’11 Marzo 2011 che vide spazzar via, ad opera di un terremoto, uno tsunami e un disastro nucleare, almeno cinque mila kilometri quadrati di territorio lungo la costa orientale dell’ 北陸 Hokuriku, la parte Nord dell’ 本州 Honshuu, la principale isola del Giappone.

In un sol colpo svanirono circa 25 mila persone. E intendo proprio “svanirono” perché uno tsunami porta con sé una crudeltà ulteriore a cui, nello shock del momento è difficile far caso e su cui forse qualcuno non ha ancora riflettuto.

Un terremoto uccide, fa crollare case e scuole, è terribile, ma lascia tutto dove l’ha trovato. Uno tsunami no. Lo tsunami è assassino e ladro, perché si porta via tutto. Da un lato le vite di persone care e perfino la possibilità di seppellirle, ma dall’altro trascina via tutto ciò che potrebbe permettere alla gente di rialzarsi, di ricominciare: i negozi, le fabbriche… rovina perfino la terra; ridisegna la costa, certo, ma avvelena col sale ogni campo coltivato.

Ciò che però è meno immediato da pensare è che deruba le persone anche dei ricordi: porta via le foto e tutti gli oggetti che potevano ricordarci nostri cari. Per una bambina o un bambino di 8 o 10 anni perdere la madre è una ferita incurabile, ma non avere più l’ultimo peluche ricevuto in regalo da lei, una foto insieme e infine con gli anni perderne perfino il ricordo del viso – perché così è fatta la mente umana – e inevitabilmente sentirsi in colpa per questo?

Nei giorni successivi allo tsunami sentii dire che c’erano dei volontari che recuperavano le foto ritrovate, danneggiate dall’acqua salata ma lasciate o riportate a riva per una qualche fortunata coincidenza. La cosa mi colpì molto e così ho deciso che, a distanza di due anni, il modo migliore di ricordare fosse per immagini, con foto che testimoniassero la reazione delle persone, l’incrollabile forza di volontà che ha spinto milioni di persone a reagire subito, a riportare tutto com’era per provare a strappare al mare perlomeno il paesaggio così come lo ricordavano nella loro quotidianità.

Dunque, senza altri commenti, ecco una carrellata di foto che testimoniano l’incessante lavoro fatto per ritrovare la normalità e la forza di andare avanti.

Le foto possono essere viste in grande nella pagina Sulla via della ricostruzione. In alternativa potete cliccare su una foto qualunque di questa galleria per far partire uno slideshow (per uscire basta il tasto Esc)… potrete commentare anche una singola foto.

Chiudiamo con un video, ancora una volta a testimonianza della capacità di rialzarsi dimostrata dagli abitanti del Tohoku, della generosità di chi ha aiutato e della riconoscenza di chi è stato aiutato.

Potete vedere alcuni articoli correlati presenti sul sito. In particolare due articoli non miei, davvero molto belli e che vi consiglio assolutamente di leggere, sono il pezzo di Giulia Fresca su Fukushima e alcune considerazioni scritte da Banana Yoshimoto, in un pezzo dal titolo eloquente: “Voglio tornare a sorridere”.

21 thoughts on “In ricordo dell’11 Marzo

  1. Se mi è concessa l’espressione leggermente volgare -> “gente con le palle quadrate!”
    L’ho sempre pensato ma queste cose vanno al di la della nostra immaginazione…

    1. NON HAI IDEA di quanto ciò sia vero! Proprio oggi ho visto questo video su youtube (jpn).
      Ecco due immagini del video, prese tra la prima e la seconda onda(!!!) in un paese tra i più duramente colpiti dallo tsunami (porta via case su case e fa spiaggiare le navi).
      tsuna1
      E’ andato a recuperare la cartelletta bianca che ha in mano… SUL MOLO! Ha letteralmente rischiato la vita più volte perché ha corso (potete vedere il filmato) in posti pericolosi e si è arrampicato dove poteva finire nell’acqua che si ritirava preparando la seconda ondata.
      tsuna2
      Idem si può dire per questi due che, mani sui fianchi, sembrano guardarsi intorno e fare una stima dei danni, analizzare la situazione, decidere come procedere…

  2. Chiamatemi stupida ma leggendo il tuo memoriale non ho potuto fare a meno di versare ben più di una lacrima.
    Lo scorso anno, quando sono stata al museo del manga di Kyoto ho fatto lo stesso, ma mi sono trattenuta considerando che sarebbe stato alquanto imbarazzante soffiarmi il naso subito dopo. (sapendo che i Giapponesi non lo apprezzano vi assicuro che per chi come me ha spesso la goccia al naso da “soffiare”, la questione è traumatica)
    Comunque tornando all’aneddoto che volevo condividere: lo scorso anno ho avuto la fortuna di poter assistere e contribuire alla mostra d’arte fatta da artisti Giapponesi e Stranieri per commemorare il primo anno dopo il disastro. Oltre ad esserci l’esposizione delle opere d’arte – alcune delle quali fatte in stile manga – c’era un’intera parete ricoperta da teli ti carta dove potevi lasciare il tuo messaggio personale, in qualsivoglia lingua. Guardare quella parete era commovente a dir poco, era pienissima di firme e di messaggi, alcuni lunghi come lettere, in tantissime lingue diverse. Ai piedi della parete c’era una cassetta trasparente in plexiglass dove potevi lasciare una donazione in favore di coloro che avevano perso tutto o quasi. Anche quella era pienissima e non solo, davanti, appeso con del nastro adesivo, c’era un cartello scritto a mano che ringraziava tutti per l’aiuto dato. Perché nonostante fosse passato più di un anno, ancora si raccoglievano donoazioni cospique per i bisognosi.

    1. Dubito che qualcuno potrebbe mai darti della stupida, sebben io sia l’autore del pezzo e non dovrei essere io a dirlo, il tema resta un tema grave, sia per la tragedia in sé sia per come ha pesato nella vita dei giapponesi e nelle coscienze della popolazione mondiale (e mi riferisco ovviamente anche a quella seconda parte del disastro, causata dall’uomo).
      Grazie poi di aver parlato dell’evento al Museo del manga, non avevo idea che avessero fatto una cosa del genere, ammirevole e toccante… e anche se, un uomo perlomeno, non lo ammetterebbe mai (scherzo un po’, per sdrammatizzare^^), probabilmente non sei la sola ad esserti commossa quel giorno (anzi, questo è sicuro).

  3. Bell’articolo, specialmente per quella riflessione sulla crudeltà nascosta dello tsunami.
    Se Kazeatari mi permettesse, mi piacerebbe molto postare un link per mostrare che al mondo esistono persone che hanno la faccia tosta di non mostrare il minimo rispetto per una tragedia simile.

      1. Beh, è questo:
        http://www.youtube.com/watch?v=MIrQi23FK5k
        non è riferito specificamente allo tsunami in Giappone, ma è indubbio che quel deficiente avrebbe saputo dire lo stesso anche di questa situazione. Se riesci a riprenderti dal disgusto provocatoti da questo video, mi piacerebbe sapere un tuo commento personale.
        C’è anche questo, altrettanto disgustoso:
        http://www.youtube.com/watch?v=6A1BawevSxQ
        P.S. Non ho assolutamente nulla contro il cristianesimo, ma odio quello che dicono certi teologi che non dovrebbero avere il merito di fregiarsi di questo titolo.

        1. LOL padre Livio! Va beh, dai: se padre Livio è un teologo, io sono già direttamente eleggibile come Papa .asd. *Non ti curar di loro, ma guarda e passa / anzi cambia stazione radio*

  4. Tu mi vuoi male, Anega, ora mi costringi al rispostone, pistolotto che poi nessuno legge… non che voglia il dibattito religione, specie avendo qui il caro Light, che non vorrei affatto irritare.
    “E allora perché non eviti il pistolotto?”
    Perché sono fatto così… partecipavo alle riunioni di CL in un liceo di CL, perché da un alto sono affascinato da un modo di vita, certamente felice, dall’altro pur volendo, non lo capisco.
    Ad ogni modo…

    La religione è un fenomeno innanzitutto umano, perché fatto da uomini indubitabilmente. Come diceva Borsellino (parlava della mafia) “tutto, in quanto fenomeno umano deve avere un inizio e una fine”, ma la religione è un fenomeno incredibilmente antico che dura da più tempo di quanto possa “permettersi”.

    Cerca cioè di cambiare con l’evolversi della società, ma non riesce a seguirla del tutto, nei tempi moderni (senza considerare che quando ne è stata trascinata è stato pure peggio… penso alle Crociate, ai Borgia, all’Inquisizione), poiché questa nuova, moderna società lascia spazio al pensiero e alle interpretazioni che prima erano proibite (c’è stato uno scisma, il protestantesimo, apposta per questo, tra le altre cose) e queste “interpretazioni” prima erano proibite perché rischiavano di rovinare la struttura stessa…

    E, ora ti stupirò, per fortuna che erano proibite! Perché per lungo tempo la religione ha avuto l’incredibile pregio di dare valore alla vita quando non ne aveva, mantenere intatto il tessuto sociale (con la promessa d’una seconda vita dopo la morte) e l’ordine pubblico (con una legge/morale imposta non dagli uomini ma da ben più in alto); anche, direttamente o indirettamente, il potere politico doveva tutto alla religione (il Re era re per volere divino) e al suo potere stabilizzatore.
    Tuttavia ciò funzionava perché non era questionabile e perché non c’era scienza a porre i quei quesiti che poi avrebbero costretto la chiesa ad aggiornarsi, a cambiare idea a volte…

    Faccio un esempio per non esser subito contraddetto. San Tommaso d’Aquino, auctoritas indiscussa, dice che i bambini nati morti non hanno anima, ponendo al momento della nascita l’infusione dello spirito. La Chiesa moderna deve sostenere l’idea che l’infusione dello spirito avvenga con il concepimento… ma questo solo perché la scienza è andata ad indagare ciò che prima era impensabile.
    La scienza ha messo in discussione un punto e la Chiesa ha dovuto “aggiornare la Verità”, entrare in un dibattito che prima non sarebbe esistito e affermare un nuovo punto fermo (altro concetto davvero salvifico della religione: dà punti fermi. Se non ci fosse la religione il mestiere più antico del mondo sarebbe lo psicologo).
    In qualunque settore per resistere al cambiamento bisogna essere “flessibili”, adattarsi, no? Questo è il nuovo corso della chiesa, per reagire alle sfide di una società che evolve.

    Dunque SE si ragiona con vecchi canoni dire “l’ha voluto Dio” o “se è successo, c’è una ragione, anche se a noi non comprensibile” è sostanzialmente corretto, anzi obbligatorio per un credente.
    La nuova “corrente”, nuova per modo di dire, tende sempre a dire che il tutto va interpretato e/o a esprimersi in modo vago… un perfetto esempio, venuto “alla luce” di recente con la critica a Darwin, sta nell’accettare o meno Adamo ed Eva come personaggi reali. Sebbene la chiesa in America insista su questo punto (come alcuni preti cattolici italiani (ho letto una risposta sul web data proprio da un prete italiano), la frase del catechismo ufficiale è quanto meno sibillina… che è come dare spazio alle interpretazioni, se fosse ancora necessario provare il punto in questione.

    D’altronde porsi il problema è inutile, così come discuterne con chi è così carico di preconcetti, perché la visione del Male nella Chiesa è da sempre un nodo intricato e ricco di contraddizioni insanabili… la sofferenza purifica (o perlomeno tempra XD) è ciò che sta dietro la metafora di Giobbe. Ma se viene colpito un bambino? Perché il Dio dell’Amore dovrebbe far soffrire il bambino? Per mettere alla prova i genitori (qualcuno direbbe). E se muore anche, perché farlo morire allora? Perché “era un’anima bella e Dio la voleva al suo fianco” (non invento nulla, sono tutte frasi sentite).

    In ultima istanza esistono le due frasi vincenti: questa vita in fondo non conta, si è messi alla prova per essere premiati poi… e il grande classico “le vie del Signore sono infinite, tu non puoi comprenderle, devi solo avere fede” (sebbene in casi del genere l’altra persona ti stia chiedendo di avere fede in lui, non in Dio).
    Se unisci tutto ciò al fatto che il religioso medio non ha mai letto un testo sacro, si capisce che i più hanno fretta di arrivare a quella che è la loro carta vincente nella discussione.

    Insomma, non c’è margine per ragionare o confrontarsi poiché pur facendolo la risposta finale può essere sempre la stessa, perché ad essa si può obbiettare solo negando l’esistenza di Dio e questo significa chiudere in modo netto la discussione (ponendosi nel torto, poiché si nega la posizione dell’altra persona in modo pregiudiziale).

    Posto d’aver davanti qualcuno convinto d’un piano assoluto, d’un disegno intelligente, la risposta data DEVE essere quella dei video (o direttamente la “carta finale”). Ci tornerò fra un po’, restiamo alla spiegazione comune del Male, del dolore ecc.
    Io posso chiedere perché succede e affermare che in un disastro naturale non c’è libero arbitrio (mentre in un omicidio è presente e Dio ci ha donato il libero arbitrio, quindi se un bambino viene ucciso non è colpa del piano di Dio, ma comunque Dio vede e provvede) e ricordare anche che le persone muoiono (vengono punite?) senza distinzione a decine di migliaia.
    Posso chiedere perché lo tsunami uccide i presunti carnefici dei bambini (vd. primo video) INSIEME ai bambini, ma la risposta ultima, dopo mille sensate obiezioni, sarà sempre “tu non puoi capire” o “devi avere fede”.
    Perché la sostanza della religione è anche uno dei segreti della sua diffusione: tutti credono che la religione offra Risposte, quando in effetti dichiaratamente non ne offre (se non Gesù, nel caso del Cristianesimo), offre semmai consolazione, poiché “un motivo c’è, affidati a Dio che ti ricompenserà”…
    D’altronde La risposta del Cristianesimo è Gesù (la Verità, nel trittico “la Via la Verità e la Vita”) e se la domanda è sullo tsunami e la risposta ultima è Gesù, è chiaro che difatti si sta dicendo solo “devi avere fede” …che però è una risposta accettabile solo da un credente.
    Punto e a capo.
    Dato che pensare onestamente e sinceramente tutto ciò significa DAVVERO dare un senso alla propria vita (ma tra “dare” e “avere” c’è differenza), la religione è una gioia per molti, spesso un motivo o, perlomeno, un modo di vita.
    La cosa mi fa una certa invidia, ma nulla di paragonabile alla rabbia degli psicologi per tutti i soldi persi. Ma sto divagando un po’ (coro: “solo un po’?”).

    Se però si accetta in toto e si sceglie l’interpretazione letteraria succedono cose del genere (mai portare le cose alle estreme conseguenze, non ne viene mai nulla di buono se ci si sofferma sui dettagli, con la scusa dello studio, e si dimentica il buon senso… non a caso le dittature del ‘900 nascono da filosofie)… ma quel che hai visto è poco.
    Fece una notevole impressione su internet una ragazza americana che GIOIVA per lo tsunami in Giappone poiché era prova della grandezza di Dio… PROPRIO pochi giorni dopo che lei aveva parlato/pensato al Giappone, sentito dire qualcosa, non ricordo bene… ma ricordo d’aver apprezzato l’altro grande rischio della religione (anche più forte nel cristianesimo non cattolico), quello del rapporto diretto con Dio… Chiunque dica in giro “Dio mi ha parlato”, senza essere il Papa, perlomeno, verrebbe internato, no? Questa ragazza era lì, lì. “Se Dio veglia su di me, mi ama, mi ha scelta (in America in particolare il benessere è favore di Dio… e tanti saluti a ricchi, crune e cammelli), mi ascolta… se ho questo rapporto con Dio, perché non dovrebbe essere possibile che faccia qualcosa per indicarmi il cammino, il suo volere, il suo pensiero…
    Insomma, il protestantesimo ha messo fine alle indulgenze, ma ha aperto la strada a vari pazzi…
    Le parole di questi “teologi” (se uno va ascoltato forse è meglio sentire che ha da dire Vito Mancuso) sono più misurate e riferite ad un altro tsunami, ma la sostanza, +/- inespressa. è la stessa, “Dio ha ucciso degli infedeli”, perché questa è la LORO risposta (ecco che fanno i furbi e come la peggiore chiesa del passato danno risposte a loro comodo) al perché ciò sia successo partendo dall’ineccepibile concetto che tutto avviene perché parte d’un piano divino (come ricorda l’intelligent design XD). Ma appunto è la LORO risposta. La risposta ufficiale è la solita: “tu non puoi… anzi, non devi capire, devi avere fede”… l’ironia della cosa è che se ci credi funziona, perché sparisce la domanda.

    E ora, dopo un’ora di commento.. qualcuno mi dica “come sono finito qui?”

      1. Temo ci sia un po’ di confusione tra post (=articolo) e commento (che in italiano è ambivalente, ma sui blog è solo quel che stiamo scrivendo a fine post/articolo.
        Dunque:

        – Se ti riferisci al post…
        Commuovere, se di questo si tratta, non era l’intento però… non sono mai stato incline all’eccessiva retorica strappalacrime.

        – Se ti riferisci al commento…
        Sì, era parecchio lungo… alla fine annoiava anche me, fai tu XD

        1. Ahahaha… certo che hai la passione per i commenti/articoli lunghi… meglio così, per me più c’è da leggere, meglio è (in effetti non è sempre vero…).

  5. Non posto il link per lo spam, ma ho scritto un articolo oggi da me che riguarda proprio il come i giapponesi hanno vissuto queste “ore di anniversario”. E’ vero che oggi la priorità è stata il commemorare le tantissime persone vittime di quel giorno nei vari santuari e templi e dedicare loro profonde preghiere però anche ieri è stata una giornata importante per il Giappone, penso sia bene ricordarlo, perchè ha fatto sentire ancora la sua voce sul nucleare. Ieri, grazie ad un video che mi è stato concesso e delle foto, ho potuto vedere come la gente ieri ha manifestato per le strade di Tokyo, al parco Hibiya ad esempio e davanti a sedi governative perchè vogliono che venga abolito l’uso del nucleare: mentre quel governo che è stato rieletto nel dicembre scorso, sembra essere a favore della riattivazione dei reattori se questi sembrano rispettare norme di sicurezza, il Giappone grida ancora una volta BASTA al nucleare.

    Ciò dimostra quanto quei giorni insieme a quelli della guerra sono ancora vivi in questo Giappone che oggi vuole cambiare. Mi auguro davvero che ci riesca per il bene di tutti oggi ma anche dei bambini in futuro.

  6. Ci terrei solo, per quanto sia d’accordo su tutto il resto, a obiettare che l’attuale premier non è stato rieletto (era stato premier anni e anni fa). Il precedente governo era di sinistra, del partito democratico, e aveva imposto lo stop alle centrali “perché fossero controllate”. Tipico modo giapponese di prendere tempo, sperando eventualmente di poter abolire poi l’uso… come quando ci fu la moratoria alla pena di morte durata ben 10 anni.
    Tuttavia il governo di sinistra è stato decisamente osteggiato e la questione del terremoto è stata abbondantemente utilizzata contro il premier di allora, Naoto Kan, con una generica accusa di non aver avuto “polso fermo”, di aver “mentito ai cittadini”, ecc. insomma, da bravi populisti han cavalcato le paure.
    Kan ha lasciato il posto a Yoshihiko Noda che ha fatto un governo di transizione. In dicembre è salita di nuovo la destra, chiudendo l’unica esperienza di governo di sinistra che il Giappone abbia mai vissuto dal dopoguerra a oggi (virtualmente da sempre).
    E’ salito al potere Shinzo Abe e, in gennaio credo, ha annunciato la riapertura di due reattori… ah, un’altra mossa “tipica” è stata la proposta d’avere come festa nazionale il giorno della fine della dittatura americana del dopo-guerra… cosa che, ironia della sorte, ha fatto ribellare Okinawa poiché quel giorno è ricordato come giorno dell’umiliazione (il Giappone cedette mezza Okinawa agli Americani perché ne facessero un base, a partire da quella data, come parte dell’accordo).
    Tuttavia è quel che chiamo “machismo di destra” e non perché i reattori siano simboli fallici (sarebbero alquanto curiosi), ma perché sembra sempre che abbia il bisogno di mostrare i muscoli alla popolazione e all’estero e cerca mosse “estreme” anche se irragionevoli… Proporre il nucleare in Italia è un conto, riaccendere i reattori giapponesi prima del 2° anniversario di Fukushima è una mossa… “decisa”, “estrema”, certo, ma anche stupida… e sarebbe d’accordo con me perfino chi è favorevole al nucleare.
    Ad ogni modo parliamo del Giappone… come lo stop-temporaneo-esplorativo della sinistra giapponese era molto giapponese, così lo è questa parziale riaccensione dei reattori. E’ esplorativa. Non torneranno indietro su questi, ma non riaccenderanno subito gli altri (nulla blocca tutti gli altri reattori, nessun problema tecnico, e mentre sono “spenti” sono in realtà del tutto accesi e del tutto pericolosi, come se funzionassero! L’abbandono quasi-totale di un impianto nucleare richiede 40-50 anni)… D’altronde ora sanno che se li riaccendessero perderebbero le elezioni …e non esiste NULLA di peggio per un politico (Fukushima e tsunami compresi, temo).

  7. Ho postato un commento dall’altra parte(ho aperto le immagini in grande e ho postato lì)devo spostarlo? sono frasi scritte mentre la mia mente tornava indietro a quello che più mi era rimasto impresso all’epoca e non sono sicuro siano molto coerenti.
    leggilo tu poi fammi sapere, grazie.

Fatti sentire!

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