Negative: Nothing è un documentario che gentilmente RamenSensei ha portato alla mia attenzione pochi giorni fa. Quello che vedete sopra è il teaser, un trailer più lungo del solito. Purtroppo non è possibile trovare il film per intero al momento, ma potete vedere altro e sperare in una uscita italiana controllando il sito ufficiale o una loro pagina ufficiale sui principali social network.

Il video è sottotitolato in inglese, ma per capire sono sufficienti davvero poche parole di presentazione. La persona che vedere, sempre, in un modo o nell’altro, con un buffo cappello, è in effetti uno svizzero, ex-agente di viaggi.

Si occupava di viaggi in Giappone ed è rimasto disoccupato dopo il triplo disastro che, oltre a portare tanta distruzione in Giappone, ha anche scosso gran parte della popolazione mondiale con un conseguente crollo del turismo (e mettendo così in difficoltà ancora maggiori il popolo giapponese).

Pensando a quel poco che poteva fare, nel suo piccolo, ha finito per compiere una vera e propria impresa. E l’ha fatto a piedi, fedele all’idea che anche un viaggio di mille ri, cioè anche l’impresa più grande, comincia con un singolo passo.
Ed è stato proprio così, passo dopo passao, che ha percorso 2900 Km, da Hokkaido, l’isola all’estremo Nord del Giappone, fino al punto più meridionale del Kyushu, l’isola più a Sud delle quattro grandi isole che compongono l’arcipelago giapponese.

Prima di passare al secondo corto, anche per non interrompere la tradizioni dei corti animati, ecco il video della canzone che conclude il teaser visto sopra.
Molto singolare devo dire, certo, deve essere il vostro genere, ma spero che vi piaccia sia il video, sia questa Perspective, di Tim and Puma Mimi.

Il secondo corto sul Giappone… è sempre un trailer purtroppo. Se siete esperti potete trovarlo in rete, se non siete esperti, non posso aiutarvi perché Studiare (da) Giapponese è contro la pirateria.

Il titolo di questo bellissimo e poetico documentario è The tsunami and the cherry blossom

Vi consiglio di vederlo in alta definizione e a schermo intero (-_^)

5 thoughts on “Due cortometraggi sullo tsunami dell’11 Marzo 2011

  1. ho il magone….
    se avessimo il loro modo di vedere le cose, per certi versi staremmo meglio..
    in due mesi hanno ripulito tutto e stanno ricostruendo…
    da noi abbiamo ancora gente nei container dopo venti anni…
    da noi sono catastrofi e disastri che dopo anni e anni sono ancora lì…
    i giapponesi sanno che con l’aiuto di tutti comunque ci si rialza e si prosegue il cammino….
    e tutti si adoperano per il migliore risultato….
    vorrei che anche in Italia funzionasse così..

  2. Non ho ben capito il senso del primo video, cioè cosa stia cercando di fare l’agente di viaggi attraversando il Giappone, anche se, da quello che si vede, mi pare che stia aiutando la gente, in qualche modo. Comunque il film mi pare bellino, e mi piacerebbe sicuramente se ne sapessi qualcosa di geografia giapponese.
    Il secondo filmato, invece, è terribile, nel buon senso della parola. I video facevano letteralmente venire la pelle d’oca.
    E’ bellissima, fra le altre frasi: “nella natura ci sono egualmente bellezza e terrore, ma noi abbiamo scordato il terrore”.
    Non c’è che dire, spero che il Giappone – e il mondo intero – non se lo dimentichino mai più, il terrore, e si adoperino perché si ripeta il meno spesso possibile.
    Capito, pubblicitari con quel vostro stupidissimo spot degli scacchi?
    Mi riferisco a questo:

  3. Il senso del titolo è che non ci sono lati negativi nell’andare in Giappone, che per l’incidente di Fukushima uno non dovrebbe rinunciare a vedere altre zone, del tutto sicure, invece allora, complice l’allarmismo giornalistico, che permette di fare più audience, sembrava che il Giappone andasse ribattezzato “Cancrolandia” e il turismo era crollato praticamente a zero, con enormi danni per un sacco di persone (compreso lo svizzero in questione, chiaro)… Attraversando a piedi il Giappone voleva fare qualcosa di eclatante che richiamasse l’attenzione sulla questione e desse almeno una possibilità di far sentire un’altra campana.

    Sul nucleare in generale il discorso è semplice e veloce. Farlo apparire complicato e controverso, come un dibattito in cui entrambi i lati hanno solide motivazioni, è solo un trucco dei sostenitori del nucleare travestiti da moderatori (perché se così non fosse sarebbero degli ignoranti in materia e stop).
    Stoccando le scorie ci prendiamo un impegno, per noi e per tutti i nostri discendenti (senza consultarli! XD) per 100 mila anni, perché questa è la durata della radioattività delle scorie più pericolose. La Storia umana è pari a un 5 mila anni appena, il combustibile fossile durerà circa altri 40 anni a questo ritmo, non troppo di più se si fanno scoperte e si migliora la tecnologia, diciamo 50-80 anni è un range che comprende tutte le stime pessimiste o ottimiste, ma scientificamente serie.
    Per questo breve uso, noi obblighiamo i nostri discendenti a:
    – gestire la dismissione delle centrali (dopo un 30 anni di attività le centrali sono dismesse, ma non è che le si spegne e via! Bisogna gestirle per 30-40 anni – come la nostra Caorso – e poi “controllarle”per un totale di 100 anni).
    – gestire le scorie, per cui non esistono siti davvero sicuri in quanto in 100 mila anni qualunque luogo al mondo vede accadere uno o più terremoti, no? E a quel punto, chi ci vive sopra e magari ha dimenticato dopo 20 mila anni che lì sotto c’è un deposito di scorie? Sembra quasi una battuta, ma la storia è così… Basta pensare alla scoperta di Troia: nello stesso luogo, una sopra l’altra furono ritrovate 11 città che erano nate, erano state distrutte e sopra di esse ne era stata costruita un’altra… e questo in poche migliaia d’anni, non in 100 mila.
    Qualcuno dice che si possono costruire dei “contenitori intelligenti” per uno stoccaggio del tutto sicuro… ma è una scommessa, una scommessa che pretende che per 100 mila anni la tecnologia migliorerà, non avrà mai cali, mai un contenitore sarà rubato e usato per creare una bomba sporca.

    Poi ci sono altri fattori nell’immediato…
    – le centrali sono perfetti bersagli durante guerre e terrorismo
    – le centrali hanno periodiche fuoriuscite controllate di acqua/vapore a bassa radioattività, per cui il numero di morti provocati da una centrale (che NON ha incidenti) è considerato “accettabile”, ma l’unico numero “accettabile” è zero… ai più però sfugge. Per chi volesse “la banale spiegazione” si trova in questa puntata di Report
    – le centrali sono soggette a incidenti… anche qui in Italia, a Garigliano (vd. youtube, prego)… che nessuno o quasi conosce: alla faccia di chi non crede che siamo un paese a limitata libertà di stampa.

    1. Sì, sì, concordo con tutte le cose che hai detto. Il nucleare è una scelta davvero stupida, in ogni senso. La cosa divertente è che la quantità di scorie presentata dalla pubblicità pro-nucleare (ossia una “pedina” a testa l’anno) è ben più di quanto immaginassi. Cioè… è semplicemente un numero enorme di materie pericolose!
      Adesso che mi hai spiegato il motivo che spingeva quello svizzero a farsi chilometri e chilometri a piedi, penso di aver capito che le ragioni, oltre che economiche, siano anche ideologiche. Cioè, potrebbe essere visto anche come un non “fare di tutto il Giappone un fascio”, che invece è un tipico nostro atteggiamento. In effetti, anche a me sembra difficile pensare che il Giappone sia uno Stato di dimensioni paragonabili all’Italia. Meglio immaginarlo come due-tre isolette sparse nel mare!
      Ma è più grande il Giappone o l’Italia? Io proprio non lo so!
      Non vorrei sbagliarmi, ma immagino che, dopo Fukushima, anche il turismo in Cina sia diminuito di qualche tacca… della serie: c’è stato un terremoto in Giappone, che è in Oriente, e anche la Cina è in Oriente, quindi, per rimanere sicuri…
      アッバッソ イール ヌクレアーレ!

Fatti sentire!

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