Terza parte, a lungo attesa, della famosa favola di Urashima Tarō. Qui trovate la prima parte e qui la seconda parte di questo grande classico del racconto popolare giapponese.
Sopra ad ogni riga in hiragana trovate, scritta in bianco, la corrispondente traslitterazione, sì, insomma il roomaji. Evidenziate la riga con il mouse se volete controllare la vostra lettura.
La traduzione, con qualche modifica da parte mia, è di Shishigami, autore di Kanji Mania. Il post è a questo indirizzo.
Roomaji e hiragana sono contributo di Tenshi: un grosso grazie va lei (si aggiunge a una lista già lunghissima) per averli scritti al posto mio, permettendomi così di concentrarmi sui prossimi articoli.
L’audio è preso da questo indirizzo, ma potete usare il lettore incluso nella pagina, così da trovare giusto giusto la parte su cui ci esercitiamo oggi.
Buona conclusione!
(kazoku ya tomodachi wa, doushite iru darou?)
あるとき、うらしまさんは、はっとおもいだしました。
かぞくやともだちは、どうしているだろう?
Un giorno Urashima-san d’improvviso si ricordò:
Che staranno facendo i miei familiari e i miei amici?
そこでうらしまさんは、おとひめさまにいいました。
E così, Urashima-san disse alla principessa:
「おとひめさま、いままでありがとうございます。ですが、もうそろそろうちへかえらせていただきます」
“Principessa, La ringrazio di tutto quanto ha fatto fino ad oggi. Però, vorrei tornare a casa entro breve”
「かえられるのですか? よろしければ、このままここでくらしては」
“Ritornare dici? Se lo desideri, puoi vivere qui come hai fatto finora”
「いいえ、わたしのかえりをまつものもおりますので」
“No, ci sono delle persone che aspettano il mio ritorno”
するとおとひめさまは、さびしそうにいいました。
Al che la principessa, con aria triste, disse:
「・・・そうですか。それはおなごりおしいです。では、おみやげにたまてばこをさしあげましょう」
“…capisco. La tua partenza mi rattrista molto. Ma se così dev’essere, prendi almeno questo prezioso scrigno come ricordo.
「たまてばこ?」
“Un prezioso scrigno?”
「はい。このなかには、うらしまさんがりゅうぐうですごされた『とき』がいっております。
これをあけずにまっているかぎり、うらしまさんはとしをとりません。
“Si. Qui dentro è stato messo il tempo che Urashima-san ha passato nel Palazzo del Drago. Finché resterà chiusa, Urashima san non invecchierà.
ずーっと、いまのわかいすがたのままでいられます。
ですがいちどあけてしまうと、いままでの『とき』がもどってしまいますので、けしてあけてはなりませんよ」
Potrai restare sempre giovane come adesso. Ma se l’aprirai anche una sola volta, il tempo passato fino ad adesso ritornerà, quindi, non aprirla mai!”
「はい、わかりました。ありがとうございます」
“Si, ho capito. Grazie infinite”
おとひめさまとわかれたうらしまさんは、またカメにおくられてちじょうへかえりました。
Separatosi dalla principessa, Urashima-san venne trasportato di nuovo dalla tartaruga e tornò in superficie.
ちじょうにもどったうらしまさんは、まわりをままわしてびっくり。
Tornato in superficie, restò stupito guardandosi attorno.
「おや? わずかさんねんで、ずいぶんとようすがかわったな」
“Eh? Sono passati solo tre anni, eppure la situazione è cambiata moltissimo”
たしかにここはうらしまさんがつりをしていたばしょですが、なんだかようすが
ちがいます。
Quello era sicuramente il posto dove Urashima san andava a pescare, eppure le cose erano in qualche modo diverse.
うらしまさんのうちはどこにもみあたりませんし、であうひともしらないひとばかりです。
La sua casa non si trovava da nessuna parte e le persone che incontrava erano tutte dei perfetti sconosciuti.
「わたしのうちは、どうなったのだろう? みんなはどこかへ、ひっこうしたのだろうか? ・・・あの、すみません。うらしまのうちをしりませんか?」
“Che sarà successo alla mia casa? Dove saranno tutti quanti, si saranno trasferiti? …ehm, mi scusi, conosce la casa di Urashima?”
うらしまさんがひとりのろうじんにたずねてみると、ろうじんはすこしくびをかしげていいました。
「うらしま? ・・・ああ、たしかうらしまというひとならななひゃくねんほどまえにうみへでたきりで、かえらないそうですよ」
Quando Urashima-san provò a chiedere ad un anziano (di passaggio), questi inclinò un po’ la testa da una parte e disse:
“Urashima? …aah, mi pare che ci fosse qui una persona di nome Urashima che circa settecento anni fa uscì in mare e non fece più ritorno”
「えっ!?」
ろうじんのはなしをきいて、うらしまさんはびっくり。
“Ehhh!?”
Sentendo la storia del vecchio, Urashimasan restò di sasso.
“Kazoku mo tomodachi mo, minna shinde shimatta no ka…”
りゅうぐうのさんねんは、このよのななひゃくねんにあたるのでしょうか?
「かぞくもともだちも、みんなしんでしまったのか・・・」
“I miei familiari ed i miei amici sono dunque tutti quanti morti…”
I 3 anni nel Palazzo del drago erano forse equivalenti a 700 anni in questo mondo?
がっくりとかたをおとしたうらしまさんは、ふと、もっていたたまてばこをみつめました。
Col cuore a pezzi e afflitto, Urashima-san posò d’un tratto lo sguardo sulla scrigno che portava con sé.
「そういえば、おとひめさまはいっていたな。
このたまてばこをあけると、『とき』がもどってしまうと。
・・・もしかしてこれをあけると、じぶんがくらしていたときにもどるのでは」
そうおもったうらしまさんは、あけてはいけないといわれていたたまてばこをあけてしまいました。
Ora che ci penso, la principessa me ne aveva parlato. Aprendo questo scrigno, Il tempo finirà per tornare… forse significa che se la apro tornerò io stesso al tempo che ho vissuto”
Così pensando, Urashima san aprì la scatola che gli era stato detto di non aprire.
Suru to, naka kara, masshiro no kemuri ga dete kimashita.
モクモクモク・・・。
するとなかから、まっしろのけむりがでてきました。
Pof! Pof! Pof!
Aperto lo scrigno ne uscì del fumo d’un bianco candido.
「おおっ、これは」
けむりのなかに、りゅうぐうやうつくしいおとひめさまのすがたがうつりました。
“Ohhh, ma questo…”
In mezzo al fumo, le immagini del Palazzo del Drago e della bellissima principessa si muovevano.
そしてたのしかったりゅうぐうでのさんねんが、つぎからつぎへとうつしだされます。
E poi i tre felici anni passati al Palazzo gli passarono davanti agli occhi uno dopo l’altro.
「ああ、わたしは、りゅうぐうへもどってきたんだ」
うらしまさんは、よろこびました。
“Ahhh, sono tornato al Palazzo del Drago”
Disse felice Urashima-san.
でもたまてばこからでてきたけむりはしだいにうつれていき、そのばにのこったのは
かみのけもひげもまっしろの、ヨボヨボのおじいさんになったうらしまさんだったのです。
Tuttavia il fumo venuto fuori dallo scrigno andò gradulamente svanendo e ciò che rimase era un Urashima san diventato vecchio e debole, con barba e capelli bianchi.
おしまい
Fine
P.s. per chi dovesse aver problemi a digerire il finale. Considerate che “Urashima Tarou” non è una favola occidentale (che DEVE finire bene, con un “happy ending”) e non è forse nemmeno il caso di definirla “una favola” (c’è perfino chi dice sia ricollegabile a fatti reali e c’è un posto (o un paio di posti) che si attribuiscono i natali di Urashima). Si tratta piuttosto di un mito, come i miti greci… e difatti Tatamebako, lo scrigno prezioso regalato da Otohime a Urashima, è il corrispondente, nel linguaggio comune, del nostro Vaso di Pandora: ti ho detto di non aprirlo, tu lo apri, peggio per te.
Ciao, felice di sentirti. Mica sai dove è possibile trovare l’equivalente di questa favola ma scritta con i kanji invece che tutta in hiragana? Vorrei provare ad “affrontare” la versione kanji per vedere se riesco ad ottenere le stesse traduzioni… ^_^
Nei link che ho fornito. Il post di Shishigami riporta i kanji. Il tutto è preso dal link con l’audio della favola.
Colpa mia! Avendo visto che si trattava di audio neanche o controllato! すいません Tra l’altro lo conoscevo gia quel sito da cui hai preso la favola *_*
Evviva! Finalmente l’ultima parte è arrivata!
Grazie Kaze, l’aspettavo da una vita, ora ce l’ho.
P.S. è saltato il video che avevi caricato, ti da errore. Ciao, ciao…….
Naa… pubblicità. Ma grazie della notifica, vuol dire che qualcosa proprio non va.
Salve complimenti per il sito,lo conosco da poco ma me ne sono già innamorato! 😉
Vorrei chiedere una cosa riguardo il testo.
Perchè ままわしてびっくり。 viene tradotto come mimawashite bikkuri.?
Io lo avrei tradotto come mamawashite e non mimawashite..
Cosa sbaglio? grazie 😉
Un semplice errore di trascrizione…
Conosco questo sito da poco ma già devo ringraziare per tutto il materiale disponibile! Ora mi resta solo da imparare a leggere fluentemente hiragana e katakana prima di passare a qualche kanji, e con queste favole riesco a imparare senza annoiarmi ^.^
ありがとうございます
Prego e… Mi fa molto piacere. Non annoiare era un po’ lo scopo di tutto ciò, quindi significa che ci abbiamo preso ^__^
Sono sempre io a romperti le scatole… tra un pò mi odierai XD
Come al solito ascoltando l’audio qualcosa non combacia.
Innanzitutto sento sempre “ie” a posto di “uchi”. Uchi è un altro modo per indicare “casa”?
Poi, alla nona riga se l’udito non mi inganna – ho ascoltato più volte XD – sento “toki no haitte orimasu” o “toki haitte”, non “gaitte”. Poco dopo mi par di sentire “motte” non “matte”.
Proseguendo dove c’è scritto “desu ga” non sento ichido ma passa direttamente a “akete”.
Grazie delle segnalazioni, ora controllo
Ok, grazie ^_^
Per il finale, nell’area celtico-germanica ci sono moltissimi racconti che presentano una struttura simile. I protagonisti sono persone che, per qualche motivo, si ritrovano in un regno fatato dove vengono trattati con riguardo e possono godere di tutto ciò che nel mondo umano non hanno. Tuttavia anche in queste storie le persone sentono la mancanza di casa, e alla fine decidono di tornare (capita anche che siano avvisati dell’irreversibilità di questa scelta). Una volta giunti a nel proprio villaggio, non trovano più alcun luogo o persona conosciuti; a questo punto chiedono a un vecchio (in una tradizione prettamente orale l’anziano era considerato la fonte più affidabile), notizie di casa, dei parente, e infine di sé medesimi. Quando l’anziano informa il protagonista che sì, uno con il suo nome. era vissuto in quel villaggio (talvolta viene aggiunto il dettaglio “quando ero bambino mio padre mi raccontava che…”) ma era scomparso circa 100, 200 anni prima, il protagonista magicamente invecchia e si trasforma in polvere all’istante
Wow, è molto interessante come temi simili possano essere sviluppati allo stesso modo anche agli antipodi del mondo… A riprova forse che esistono paure, speranze e principi morali comuni a tutti gli esseri umani
E’ un classico delle leggende irlandesi: la persona che si perde nel bosco, incontra il piccolo popolo che gli promette di riaccompagnarlo a casa ma prima deve passare la notte a fare festa con loro, e lui balla, mangia, beve e si addormenta e la mattina dopo, quando lo riportano al suo villaggio, scopre che sono passati 100 o 200 anni.
Se fossi una persona che crede nelle storie degli UFO che hanno visitato la Terra in epoche primitive, considererei queste storie come una “prova” (tra molte virgolette) che qualcuno in passato sia stato trasportato nel mondo degli UFO (appunto, il regno fatato) e una volta tornato a casa si sarebbe accorto che per gli effetti relativistici il tempo sulla Terra fosse trascorso più velocemente.
LoL, bella l’interpretazione finale. Tuttavia si può pensare le storie di rapimenti alieni siano storie folkloristiche proprio come quelle di Urashima Taro e simili poiché riflettono paure umane/animali (quella di restare irrimediabilmente separati dal gruppo e morire soli)