urashima_01Terza parte, a lungo attesa, della famosa favola di Urashima Tarō. Qui trovate la prima parte e qui la seconda parte di questo grande classico del racconto popolare giapponese.

Sopra ad ogni riga in hiragana trovate, scritta in bianco, la corrispondente traslitterazione, sì, insomma il roomaji. Evidenziate la riga con il mouse se volete controllare la vostra lettura.

La traduzione, con qualche modifica da parte mia, è di Shishigami, autore di Kanji Mania. Il post è a questo indirizzo.
Roomaji e hiragana sono contributo di Tenshi: un grosso grazie va lei (si aggiunge a una lista già lunghissima) per averli scritti al posto mio, permettendomi così di concentrarmi sui prossimi articoli.

L’audio è preso da questo indirizzo, ma potete usare il lettore incluso nella pagina, così da trovare giusto giusto la parte su cui ci esercitiamo oggi.

Buona conclusione!


il roomaji è qui sotto in bianco, seleziona la riga, o tutta la pagina, per vederlo.
Aru toki, Urashima-san wa, hatto omoidashimashita.
(kazoku ya tomodachi wa, doushite iru darou?)

あるとき、うらしまさんは、はっとおもいだしました。
かぞくやともだちは、どうしているだろう?

Un giorno Urashima-san d’improvviso si ricordò:
Che staranno facendo i miei familiari e i miei amici?
soko de Urashima-san wa, otohime-sama ni iimashita.
そこでうらしまさんは、おとひめさまにいいました。
E così, Urashima-san disse alla principessa:
“Otohime-sama, ima made arigatou gozaimasu. desu ga, mou sorosoro uchi he kaerasete itadakimasu”
「おとひめさま、いままでありがとうございます。ですが、もうそろそろうちへかえらせていただきます」
“Principessa, La ringrazio di tutto quanto ha fatto fino ad oggi. Però, vorrei tornare a casa entro breve”
“Kaerareru no desu ka? Yoroshikereba, kono mama koko de kurashite wa…”
「かえられるのですか? よろしければ、このままここでくらしては」
“Ritornare dici? Se lo desideri, puoi vivere qui come hai fatto finora”
“iie, watashi no kaeri wo matsu mono mo orimasu no de”
「いいえ、わたしのかえりをまつものもおりますので」
“No, ci sono delle persone che aspettano il mio ritorno”
suru to otohime-sama wa, sabishisou ni iimashita.
するとおとひめさまは、さびしそうにいいました。
Al che la principessa, con aria triste, disse:
“…sou desu ka. Sore wa onagori oshii desu. Dewa, omiyage ni tamatebako wo sashiagemashou”
「・・・そうですか。それはおなごりおしいです。では、おみやげにたまてばこをさしあげましょう」
“…capisco. La tua partenza mi rattrista molto. Ma se così dev’essere, prendi almeno questo prezioso scrigno come ricordo.
Tamatebako
「たまてばこ?」
“Un prezioso scrigno?”
“Hai. Kono naka ni wa, Urashima-san ga Ryuuguu de sugosareta “toki” ga itte orimasu. Kore wo akezu ni matte iru kagiri, Urashima-san wa toshi wo torimasen.
「はい。このなかには、うらしまさんがりゅうぐうですごされた『とき』がいっております。
これをあけずにまっているかぎり、うらしまさんはとしをとりません。

“Si. Qui dentro è stato messo il tempo che Urashima-san ha passato nel Palazzo del Drago. Finché resterà chiusa, Urashima san non invecchierà.
Zutto, ima no wakai sugata no mama de iraremasu. desu ga ichido akete shimau to, ima made no “Toki” ga modotte shimaimasu node, keshite akete wa narimasen yo”
ずーっと、いまのわかいすがたのままでいられます。
ですがいちどあけてしまうと、いままでの『とき』がもどってしまいますので、けしてあけてはなりませんよ」

Potrai restare sempre giovane come adesso. Ma se l’aprirai anche una sola volta, il tempo passato fino ad adesso ritornerà, quindi, non aprirla mai!”
“Hai, wakarimashita. Arigatou gozaimasu”
「はい、わかりました。ありがとうございます」
“Si, ho capito. Grazie infinite”
urashima_06
Otohime-sama to wakareta Urashima-san wa, mata kame ni okurarete chijou he kaerimashita.
おとひめさまとわかれたうらしまさんは、またカメにおくられてちじょうへかえりました。
Separatosi dalla principessa, Urashima-san venne trasportato di nuovo dalla tartaruga e tornò in superficie.
Chijou ni modotta Urashima-san wa, mawari wo mimawashite bikkuri.
ちじょうにもどったうらしまさんは、まわりをままわしてびっくり。
Tornato in superficie, restò stupito guardandosi attorno.
“Oya? wazuka sannen de, zuibun to yousu ga kawatta na”
「おや? わずかさんねんで、ずいぶんとようすがかわったな」
“Eh? Sono passati solo tre anni, eppure la situazione è cambiata moltissimo”
Tashika ni koko wa Urashima-san ga tsuri wo shite ita basho desu ga, nandaka yousu ga chigaimasu.
たしかにここはうらしまさんがつりをしていたばしょですが、なんだかようすが
ちがいます。

Quello era sicuramente il posto dove Urashima san andava a pescare, eppure le cose erano in qualche modo diverse.
Urashima-san no uchi wa, doko ni mo miatarimasenshi, deau hito mo shiranai hito bakari desu.
うらしまさんのうちはどこにもみあたりませんし、であうひともしらないひとばかりです。
La sua casa non si trovava da nessuna parte e le persone che incontrava erano tutte dei perfetti sconosciuti.
“Watashi no uchi wa, dou natta no darou? Minna wa dokoka he, hikkoushita no darou ka? …ano, sumimasen, Urashima no uchi wo shirimasen ka?”
「わたしのうちは、どうなったのだろう? みんなはどこかへ、ひっこうしたのだろうか? ・・・あの、すみません。うらしまのうちをしりませんか?」
“Che sarà successo alla mia casa? Dove saranno tutti quanti, si saranno trasferiti? …ehm, mi scusi, conosce la casa di Urashima?”
Urashima-san ga, hitori no roujin ni tazunete miru to, roujin wa sukoshi, kubi wo kashigete iimashita. “Urashima? …aa, tashika Urashima to iu hito nara, nana hyaku nen hodo mae ni umi he detakiride, kaeranai sou desu yo”
うらしまさんがひとりのろうじんにたずねてみると、ろうじんはすこしくびをかしげていいました。
「うらしま? ・・・ああ、たしかうらしまというひとならななひゃくねんほどまえにうみへでたきりで、かえらないそうですよ」

Quando Urashima-san provò a chiedere ad un anziano (di passaggio), questi inclinò un po’ la testa da una parte e disse:
“Urashima? …aah, mi pare che ci fosse qui una persona di nome Urashima che circa settecento anni fa uscì in mare e non fece più ritorno”
“Eh!?” Roujin no hanashi wo kiite, Urashima-san wa bikkuri.
「えっ!?」
ろうじんのはなしをきいて、うらしまさんはびっくり。

“Ehhh!?”
Sentendo la storia del vecchio, Urashimasan restò di sasso.
Ryuuguu no sannen wa, kono yo no nana hyaku nen ni ataru no deshou ka?
“Kazoku mo tomodachi mo, minna shinde shimatta no ka…”

りゅうぐうのさんねんは、このよのななひゃくねんにあたるのでしょうか?
「かぞくもともだちも、みんなしんでしまったのか・・・」

“I miei familiari ed i miei amici sono dunque tutti quanti morti…”
I 3 anni nel Palazzo del drago erano forse equivalenti a 700 anni in questo mondo?
Gakkuri to kata wo otoshita Urashima-san wa, futo, motteita tamatebako wo mitsumemashita.
がっくりとかたをおとしたうらしまさんは、ふと、もっていたたまてばこをみつめました。
Col cuore a pezzi e afflitto, Urashima-san posò d’un tratto lo sguardo sulla scrigno che portava con sé.
“Sou ieba, Otohime-sama wa itte ita na. Kono tamatebako wo akeru to, “Toki” ga modotte shimau to. …moshikashite kore wo akeru to, jibun ga kurashite ita toki ni modoru no de wa” Sou omotta Urashima-san wa, akete wa ikenai to iwarete ita tamatebako wo akete shimaimashita.
「そういえば、おとひめさまはいっていたな。
このたまてばこをあけると、『とき』がもどってしまうと。
・・・もしかしてこれをあけると、じぶんがくらしていたときにもどるのでは」
そうおもったうらしまさんは、あけてはいけないといわれていたたまてばこをあけてしまいました。

Ora che ci penso, la principessa me ne aveva parlato. Aprendo questo scrigno, Il tempo finirà per tornare… forse significa che se la apro tornerò io stesso al tempo che ho vissuto”
Così pensando, Urashima san aprì la scatola che gli era stato detto di non aprire.
Mokumokumoku…
Suru to, naka kara, masshiro no kemuri ga dete kimashita.

モクモクモク・・・。
するとなかから、まっしろのけむりがでてきました。

Pof! Pof! Pof!
Aperto lo scrigno ne uscì del fumo d’un bianco candido.
“Ooh, kore wa” Kemuri no naka ni, Ryuuguu ya utsukushii Otohime-sama no sugata ga utsurimashita.
「おおっ、これは」
けむりのなかに、りゅうぐうやうつくしいおとひめさまのすがたがうつりました。

“Ohhh, ma questo…”
In mezzo al fumo, le immagini del Palazzo del Drago e della bellissima principessa si muovevano.
Soshite tanoshikatta ryuuguu de no sannen ga, tsugi kara tsugi he to utsushidasaremasu.
そしてたのしかったりゅうぐうでのさんねんが、つぎからつぎへとうつしだされます。
E poi i tre felici anni passati al Palazzo gli passarono davanti agli occhi uno dopo l’altro.
“Aa, watashi wa, Ryuuguu he modotte kitanda” Urashima-san wa, yorokobimashita.
「ああ、わたしは、りゅうぐうへもどってきたんだ」
うらしまさんは、よろこびました。

“Ahhh, sono tornato al Palazzo del Drago”
Disse felice Urashima-san.
Demo tamatebako kara dete kita kemuri wa shidai ni usurete iki, sono ba ni, nokotta no wa, kami no ke mo hige mo masshiro no, yoboyobo no ojii-san ni natta Urashima-san datta no desu.
でもたまてばこからでてきたけむりはしだいにうつれていき、そのばにのこったのは
かみのけもひげもまっしろの、ヨボヨボのおじいさんになったうらしまさんだったのです。

Tuttavia il fumo venuto fuori dallo scrigno andò gradulamente svanendo e ciò che rimase era un Urashima san diventato vecchio e debole, con barba e capelli bianchi.
oshimai
おしまい
Fine
urashima_08

P.s. per chi dovesse aver problemi a digerire il finale. Considerate che “Urashima Tarou” non è una favola occidentale (che DEVE finire bene, con un “happy ending”) e non è forse nemmeno il caso di definirla “una favola” (c’è perfino chi dice sia ricollegabile a fatti reali e c’è un posto (o un paio di posti) che si attribuiscono i natali di Urashima). Si tratta piuttosto di un mito, come i miti greci… e difatti Tatamebako, lo scrigno prezioso regalato da Otohime a Urashima, è il corrispondente, nel linguaggio comune, del nostro Vaso di Pandora: ti ho detto di non aprirlo, tu lo apri, peggio per te.

16 thoughts on “Favole in hiragana – Urashima Tarō (terza parte)

  1. Ciao, felice di sentirti. Mica sai dove è possibile trovare l’equivalente di questa favola ma scritta con i kanji invece che tutta in hiragana? Vorrei provare ad “affrontare” la versione kanji per vedere se riesco ad ottenere le stesse traduzioni… ^_^

      1. Colpa mia! Avendo visto che si trattava di audio neanche o controllato! すいません Tra l’altro lo conoscevo gia quel sito da cui hai preso la favola *_*

  2. Salve complimenti per il sito,lo conosco da poco ma me ne sono già innamorato! 😉
    Vorrei chiedere una cosa riguardo il testo.
    Perchè ままわしてびっくり。 viene tradotto come mimawashite bikkuri.?
    Io lo avrei tradotto come mamawashite e non mimawashite..
    Cosa sbaglio? grazie 😉

  3. Conosco questo sito da poco ma già devo ringraziare per tutto il materiale disponibile! Ora mi resta solo da imparare a leggere fluentemente hiragana e katakana prima di passare a qualche kanji, e con queste favole riesco a imparare senza annoiarmi ^.^
    ありがとうございます

  4. Sono sempre io a romperti le scatole… tra un pò mi odierai XD

    Come al solito ascoltando l’audio qualcosa non combacia.
    Innanzitutto sento sempre “ie” a posto di “uchi”. Uchi è un altro modo per indicare “casa”?

    Poi, alla nona riga se l’udito non mi inganna – ho ascoltato più volte XD – sento “toki no haitte orimasu” o “toki haitte”, non “gaitte”. Poco dopo mi par di sentire “motte” non “matte”.
    Proseguendo dove c’è scritto “desu ga” non sento ichido ma passa direttamente a “akete”.

  5. Per il finale, nell’area celtico-germanica ci sono moltissimi racconti che presentano una struttura simile. I protagonisti sono persone che, per qualche motivo, si ritrovano in un regno fatato dove vengono trattati con riguardo e possono godere di tutto ciò che nel mondo umano non hanno. Tuttavia anche in queste storie le persone sentono la mancanza di casa, e alla fine decidono di tornare (capita anche che siano avvisati dell’irreversibilità di questa scelta). Una volta giunti a nel proprio villaggio, non trovano più alcun luogo o persona conosciuti; a questo punto chiedono a un vecchio (in una tradizione prettamente orale l’anziano era considerato la fonte più affidabile), notizie di casa, dei parente, e infine di sé medesimi. Quando l’anziano informa il protagonista che sì, uno con il suo nome. era vissuto in quel villaggio (talvolta viene aggiunto il dettaglio “quando ero bambino mio padre mi raccontava che…”) ma era scomparso circa 100, 200 anni prima, il protagonista magicamente invecchia e si trasforma in polvere all’istante

      1. E’ un classico delle leggende irlandesi: la persona che si perde nel bosco, incontra il piccolo popolo che gli promette di riaccompagnarlo a casa ma prima deve passare la notte a fare festa con loro, e lui balla, mangia, beve e si addormenta e la mattina dopo, quando lo riportano al suo villaggio, scopre che sono passati 100 o 200 anni.

        Se fossi una persona che crede nelle storie degli UFO che hanno visitato la Terra in epoche primitive, considererei queste storie come una “prova” (tra molte virgolette) che qualcuno in passato sia stato trasportato nel mondo degli UFO (appunto, il regno fatato) e una volta tornato a casa si sarebbe accorto che per gli effetti relativistici il tempo sulla Terra fosse trascorso più velocemente.

        1. LoL, bella l’interpretazione finale. Tuttavia si può pensare le storie di rapimenti alieni siano storie folkloristiche proprio come quelle di Urashima Taro e simili poiché riflettono paure umane/animali (quella di restare irrimediabilmente separati dal gruppo e morire soli)

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