arigatou (3)La maggior parte di voi conoscerà, immagino, l’espressione ありがとうございます arigatou gozaimasu, ovvero un cortese “grazie”. Se non la conoscete, ma anche se la conoscete, è il caso che diate un’occhiata a questo mio post: Miti – L’origine di arigatou.

Per cominciare vorrei riepilogarvi i vari modi che esistono per ringraziare.

I più comuni possono essere messi in quest’ordine di cortesia (decrescente, i.e. dal più cortese al meno cortese):

どうもありがとうございます doumo arigatou gozaimasu
ありがとうございます arigatou gozaimasu
どうもありがとう doumo arigatou
どうも doumo
ありがとう arigatou

C’è chi riporta arigatou prima di doumo, ma a mio parere si sbaglia. A tal proposito potete vedere il mio articolo su doumo, L’insostenibile leggerezza di doumo, pubblicato pochi giorni fa. Spero lo leggerete, nel qual caso…

arigatou (1)

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Ringraziare al passato


C’è un altro modo di ringraziare che sentirete spesso… ありがとうございました arigatou gozaimashita. I più esperti tra voi sapranno che il modo in cui termina quest’espressione suggerisce un tempo passato… possibile?

In realtà ci sono anche molti giapponesi che trovano la cosa strana e si sono formate “opposte fazioni”, a favore e contro l’uso di quest’espressione. D’altronde è strano: provate a pensare se direste mai Ti ho ringraziato quando vorreste dire Ti ringrazio.

Tuttavia anche i sostenitori hanno le loro ragioni. Se un fatto è avvenuto nel passato, suona meglio (per alcuni anche più cortese) usare il passato. D’altronde allo stesso modo, quando si tratta di scusarsi posso avere doumo sumimasen, ma anche doumo sumimasen deshita, al passato.

In realtà sentirete (doumo) arigatou gozaimashita soprattutto in due o tre contesti precisi.

  • da parte dei commessi dei negozi o dei ristoranti, dopo aver pagato
  • In certe espressioni, frasi fatte, come go-seichou/go-shichou arigatou gozaimashita, cioè “grazie per l’attenzione” (al termine di un discorso) o “grazie per la visione” (è il caso di shichou). Penso sia uno dei casi dove il gozaimashita è percepito come “più cortese”.
  • goseichou arigatou gozaimashita 01quando l’azione è avvenuta nel passato (non un attimo prima, come nel caso dei commessi o del discorso di cui sopra). Una tipica espressione che ne fa uso è 先日はどうもありがとうございました senjitsu wa doumo arigatou gozaimashita, ovvero Grazie mille davvero per l’altro giorno. Spesso è un filo più complicata, per spiegare la natura dell’azione di cui si ringrazia (ad es. お越しいただき、ありがとうございました okoshi itadaki arigatou gozaimashita, grazie per essere passato da noi). Ovviamente potrà apparire più o meno simile, a questa frase, variando un filo la grammatica, inserendo qualche avverbio, es.: 先日はわざわざお越しいただきましてありがとうございました senjitsu wa wazawaza okoshi itadakimashite arigatou gozaimashita, che suona come La ringrazio infinitamente per essere passato apposta da noi l’altro giorno.

Ad ogni modo, casi particolari a parte tenete presente due cose…

(1) Non va usato per cose che non sono ancora avvenute. Ad esempio se chiedete un favore e l’altra persona vi dice che lo farà, usate arigatou gozaimasu, non gozaimashita.

(2) Potete sempre fare a meno di usarlo, potete attenervi al vostro arigatou gozaimasu e andrà benissimo.

ご清聴、(goseichou)arigatou (2)

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Scusarsiringraziare……?


ごめんなさい gomen nasai (a proposito del quale vi consiglio l’articolo Miti – Gomennasai) e すみません sumimasen possono essere usati anch’essi per ringraziare (come spiegato nel link sopra), anche se di fatto, come saprete, significano “Mi scusi” (e noi stessi, quando qualcuno ci fa un favore e ci sentiamo in debito o in colpa, diciamo “scusa” al posto di “grazie”. Pensate a qualcuno che si piega per raccogliere una cosa che è caduta a una signora, magari anziana, che esita a piegarsi… quella signora non potrebbe dire “mi scusi” invece di un semplice “grazie”? E’ plausibile anche in italiano, no?

Insomma, spero la cosa non vi sconvolga troppo, perché è davvero molto, molto comune quest’uso di sumimasen …e in generale scusarsi, anche quando a noi parrebbe fuori luogo, non solo quando c’è un minimo problema di responsabilità, è un classico modo dei giapponesi di soffocare sul nascere ogni possibile conflitto.

Mah, è anche vero che potrebbe capitarvi l’esagitato che vi dice ごめんで済んだら警察いらない gomen de sundara keisatsu wa iranai yo, ovvero “Se le cose si sistemassero con uno “scusa” non ci sarebbe bisogno della polizia!”, ma voi cominciate con lo scusarvi un po’ più spesso: in Italia si davvero troppo di rado.

Ok, è ora di concludere e quindi non posso che chiudere con un “sonoro”(?)

goseichou arigatou gozaimashita 02 ご清聴ありがとうございました go-seichou arigatou gozaimashita
(Grazie a tutti per l’attenzione)

15 thoughts on “Ringraziare in vari modi, perfino al passato!

  1. Mi piace! Sempre cose interessanti e soprattutto utili veramente, non solo fini a se stesse.
    Grazie Sensei ありがとうございます

    1. Dipende da quanto studi al giorno, da quanto sei bravo come studente, da quanta memoria hai e da quanto seriamente e assiduamente studi. Infine, tutto dipende da cosa vuol dire per te “imparare bene” il giapponese.
      Un mese in Giappone non serve a nulla e un viaggio studio, se lo fai troppo presto nei tuoi studi, può essere pure controproducente.

      La prossima volta, prenditi un secondo per guardarti in giro e scegli di postare nel posto giusto, non nel primo articolo che vedi.

      1. si scusa,la prossima volta sceglierò meglio 🙂
        comunque studio con i libri hoepli compresa la grammatica e il dizionario zanichelli,studio circa 2 ore al giorno.1 ora di ripasso e l’altra per imparare cose nuove.Lo so che un’mese non serve a niente ma ci volevo andare solo per vedere un po’ com’era e poi magari tornarci anche per un anno. grazie 🙂

        1. La “prossima volta” era questa.
          Comunque, anche se mi dici quanto tempo studi, non so quanto tu sia bravo e riesca a “trattenere i concetti imparati”. In Giappone ho conosciuto gente che era l’ da 3 anni e prendeva 26/100 nel compito di kanj …ed erano circa 150 kanji da studiare su 3 mesi… non esattamente uno sforzo immane per chi mira al livello N2 o N1 del jlpt (il livello dello studio dei kanji era libero, mentre era fisso il numero di kanji da fare. Ciò avveniva perché in quelle scuole si entra in base al livello di abilità, ma si è promossi a prescindere dai risultati, quindi la classe era disomogenea… un altro motivo per cui non è molto utile lo studio in una scuola giapponese).

          Ragionando su tempistiche medie, alla velocità che dici dovresti poter raggiungere un livello di conversazione quotidiana da “turista pro” (fare la spesa, chiedere indicazioni, registrarti in albergo ecc.) nel giro di sei mesi-un anno. In 3 anni dovresti poter sostenere l’N3 o l’N2.
          Le due alternative che do, le do perché, ovviamente, molto dipende comunque dalla tua abilità, dalla tua memoria, dal materiale che hai a disposizione, da quanto riesci a parlare la lingua con qualcuno (io sono andato in Giappone dopo un N2 a pieni voti… ma non riuscivo affatto ad esprimermi liberamente in Giapponese perché non lo avevo mai parlato con qualcuno).

    1. Non essere così pessimista, l’articolo è fatto anche per stupire, quindi ho inserito una gran quantità di materiale che se tu facessi un corso di giapponese vedresti nel tempo, con calma, o impareresti naturalmente, ascoltando materiale audio/video e intuendo l’uso. Ci sono tanti argomenti che possono spaventare, sì, ma non questo, fidati… sono cose che impari senza accorgertene, nel tempo. Buono studio 😉

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