ovvero

Invertendo l’ordine dei kanji… il risultato cambia! (o no?)

Il tema di questo post origina da un giochino per ragazzini giapponesi che stanno imparando i kanji; è un gioco che consiste nel trovare parole che abbiano senso anche invertendo la posizione dei kanji che la compongono.

Ok, sì, lo ammetto: alcuni dei kanji che vedremo oggi sono un po’ difficili, per cui per ora prendete il tutto come una curiosità. Più avanti, però, durante il vostro studio, ricordatevi del metodo perché sarà un buon modo per imparare e ricordare facilmente alcuni vocaboli e memorizzare varie pronunce.

Be’, almeno per me è un buon modo; vedete se si adatta a voi come metodo e se sì… sono ansioso di sapere che ne pensate… e se trovate nuove “coppie” del genere!

N.B. nel roomaji metto uno spazio per chiarire la pronuncia dei due kanji, ma ovviamente si tratta di una parola unica.

A. Parole in cui la pronuncia dei singoli kanji non cambia nonostante l’inversione

会社 kai sha – compagnia, azienda, corporazione
社会 sha kai – società, comunità; come “aggettivo in no” rende “sociale” (ma non confondete sociale = social = socievole, socievole è 社交的 shakouteki)

事故 ji ko – incidente
故事 ko ji – tradizione popolare, evento storico, aneddoto

運命 un mei – fato, destino
命運 mei un – fato, destino

慣習 kan shuu – usanza, consuetudine, “usi e costumi”
習慣 shuu kan – costume, abitudine, modi (non confondetelo con 週間 shuukan, cioè settimana^^;; )

名著 mei cho – libro famoso, capolavoro
著名 cho mei – rinomato, famoso, di chiara fama

魚雷 gyo rai – torpedo, siluro
雷魚 rai gyo – un tipo di pesce

進行 shin kou – progresso, avanzamento
行進 kou shin – marcia, parata

和平 wa hei – pace
平和 hei wa – pace, calma, serenità

画面 ga men – teleschermo, inquadratura, fotogramma
面画 men ga – disegno su una data superficie (vocabolo dolorosamente inutile e raro)

決議 ketsu gi – risoluzione
議決 gi ketsu – decisione

議会 gi kai – La Dieta (il parlamento giapponese), parlamento
会議 kai gi – meeting, riunione, assemblea

議論 gi ron – discussione, disputa, polemica, controversia
論議 ron gi – discussione, dibattito

理論 ri ron – teoria
論理 ron ri – logica

階段 kai dan – scale,
段階 dan kai – un livello, step

事情 ji jou – situazione, circostanze
情事 jou ji – relazione extraconiugale

楽器 gak ki – uno strumento musicale
器楽 ki gaku – musica strumentale

揮発 ki hatsu – volatile (nel senso di “portato ad evaporare con facilità”)
発揮 hak ki – mostrare, manifestare, esibire

光栄 kou ei – onore, gloria, privilegio
栄光 ei kou – gloria

海外 kai gai – estero (perché i paesi stranieri sono oltre mare, e 海 = mare, 外 = fuori)
外海 gai kai – mare aperto, alto mare

国外 koku gai – fuori dal paese
外国 gai koku – estero, paese straniero

数人 suu nin – alcune persone
人数 nin zuu – numero di persone

数字 suu ji – numerale, cifra
字数 ji suu – numero di caratteri (lettere, cifre, kana, kanji…)

出演 shutsu en – performance, apparizione in pubblico (tv, teatro, cinema ecc…)
演出 en shutsu – direzione/produzione (es. di un evento, programma, ecc)

材木 zai moku – legno, legname
木材 moku zai – legname

名曲 mei kyoku – musica famosa, splendida, canzone famosa (ma rif. alla melodia)
曲名 kyoku mei – titolo di un pezzo musicale

実現 jitsu gen – realizzazione, realizzarsi (p.e. di un sogno)
現実 gen jitsu – realtà

忠誠 chuu sei – lealtà, devozione (es. tra il samurai e il suo daimyou, Signore)
誠忠 sei chuu – lealtà (come chuusei)

途中 tochuu – a metà; spesso corrisponde a “nel bel mezzo di” (p.e. ryokou no tochuu de = nel bel mezzo di/durante il viaggio), ma in sostanza si riferisce a un punto tra inizio e fine di qualcosa (n.b. comprende anche il significato di chuuto, salvo quando compare in determinate espressioni, come chuutotaigaku (lasciare la scuola senza finirla), o ancora chuutohanpa, che indica qualcosa che, più che a metà, è fatto con la metà dell’impegno necessario).
中途 chuuto – (fino) a metà; spesso sottolinea l’idea di qualcosa arrivato solo a metà o oltre, ma comunque non compiuto.

B. Parole in cui la pronuncia dei singoli kanji varia con l’inversione

日本 nihon – Giappone
本日 hon jitsu – Oggi (più formale rispetto a 今日 “kyou”)

日数 nis suu – 1. numero di giorni, 2. tot giorni; (pronuncia alternativa irregolare: hikazu)
数日 suu jitsu – alcuni giorni

家出 ie de – lasciare casa, scappare di casa
出家 shuk ke – prete, monaco, (vs) prendere i voti

母乳 bo nyuu – latte materno
乳母 uba – tata (che allatta il bambino al posto della madre)

力学 riki gaku – Meccanica, Dinamica (intese come branche della Fisica)
学力 gaku ryoku – conoscenza, abilità letteraria, scolarizzazione

男優 dan yuu – attore
優男 yasa otoko – uomo dai tratti delicati, gentili

根性 kon jou – forza di volontà, carattere; (con aru) avere “gli attributi”
性根 shou ne – carattere, natura

生誕 sei tan – 1. nascita (di qualcuno deceduto, es. “i 100 anni dalla nascita di…” oppure in espressioni come “nato il… morto il…”), 2. natale (es. paese natale); rif. solo a persone.
誕生 tan jou – nascita (in senso più ampio, anche figurato, nel senso di formazione di qualcosa, es. un gruppo ecc.). Ah, tanjoubi significa “compleanno” (il “bi” è 日 giorno).

凸凹 dekoboko – irregolarità, ruvidezza (nome e agg.in な); pron.altern.: totsuou
凹凸 ou totsu – irregolarità, ruvidezza (nome e agg.in の)

規定 ki tei – regolamento, clausola; (-suru) stipulare; (-no) da regolamento, obbligatorio
定規 jou gi – righello

敬愛 kei ai – rispetto e affetto
愛敬 ai kyou – fascino, capacità di affascinare e risultare amabile

表裏 hyou ri (o omote ura) – 1. fronte e retro (come aspetti diversi di qualcosa, ma strettamente connessi); 2. due aspetti incompatibili, contrastanti di qualcosa (vd. 2 sotto)
裏表 ura omote – 1. fronte retro, avanti indietro, dentro e fuori; 2. le due facce di qualcosa (uraomote ga aru hito, “una persona con due facce”, significa ipocrita)

下手 heta – incapace/punto debole (a seconda del soggetto scelto per la traduzione)
手下 te shita – sottoposto, subordinato (rif. a persona)

分子 bun shi – molecola; elemento (gen. persona parte di un gruppo); numeratore
子分 ko bun – sottoposto, seguace, membro (di una gang)

海上 kai jou – (sopra/al)la superficie del mare/oceano
上海 shanhai – pron. giapponesizzata del nome cinese della città di 上海 Shanghai

様子 you su – aspetto, stato, apparenza
お子様 o ko sama – bambino/a (cortese); “o-” è prefisso onorifico, quindi anche “Suo figlio”

口出し kuchi dashi – intromissione, l’impicciarsi (lett.: “metter bocca”)
出口 de guchi – uscita

腹切り harakiri – suicidio rituale (i kanji sono quelli di “taglio del ventre”)
切腹 seppuku – suicidio rituale (gen. inteso con “bonus-decapitazione”, per soffrire meno)

Allora, che ve ne pare? Bellini questi ultimi, no? ^_^

17 thoughts on “Kanji allo specchio!

  1. Mi hai letto nel pensiero! Proprio in questi giorni mi chiedevo se ci fosse una logica nell’inversione dell’ordine dei kanji, e volevo scriverti per chiedertelo. A volte le parole composte sono comprensibili pensando che il primo kanji fa da aggettivo e il secondo da sostantivo (all’inglese, per capirci), ma questa regola mi pare che si possa applicare di rado.
    Ok, prenderò un po’ di pastiglie per la memoria! 🙂

  2. Due pasticche di “smemorin” dopo i pasti fanno sempre bene.
    Mi sembra un giochetto divertente e soprattutto utile, grazie dell’imbeccata Kaze.

  3. Ne ho trovato uno carino:
    鳥人 chou jin – aviatore (uomo che fa l’uccello)
    人鳥 jin chou – pinguino (uccello fatto a uomo)
    Non capisco una cosa: ho trovato queste parole in ZKanji. Per aviatore mi dà la pronuncia in hiragana, per pinguino in katakana. C’è un motivo?

    1. Davvero carina questa coppia. Tieni presente però che non sono parole comuni! Il primo si dice piuttosto 飛行家 hikouka, 飛行士 se intendi più “pilota” (o anche più spesso パイロット pairotto, da “pilot”). Per il secondo si usa la parola derivata dall’inglese ペンギン pengin (da penguin).

      p.s. la risposta-post per te, quella sui composti, arriva… è in ritardo, ma arriva

  4. Bellissimo e utilissimo post.
    Un po’ mi ricorda quando a lezione affronto l’inversione dell’aggettivo in italiano: uomo povero/pover’uomo, o libro grande/grande libro. Io mi diverto un sacco, gli studenti invece rimangono sbigottiti.
    Sai se l’inversione dei kanji viene usata nel linguaggio comune o nei modi di dire? Modi diversi per dire diversi modi?

    1. Uhm, direi di no, anche perché invertendo l’ordine dei kanji spesso il senso cambia drasticamente.
      Ad ogni modo ti suggerisco di non perdere l’articolo di giovedì sulla formazione dei sostantivi come quelli visti sopra… se ho capito i tuoi interessi in materia, penso proprio che ti piacerà

  5. Ciao, evviva le liste!
    Mi sono venute in mente altre due coppie:

    近付く/近付ける chikazuku/keru – avvicinarsi/avvicinare
    付近 fukin – (nelle) vicinanze

    背後 haigo – dorso, schiena, dietro
    後背 kouhai – dietro, alle spalle (後背地 = entroterra).

    1. Ottimo, penso le inserirò, appena sono a casa. Davvero grazie mille per aver partecipato alla caccia, Elisa!

      Scusami poi se lascio uscire la mia anima di sensei e pignoleggio un po’. Tieni presente, per completezza, che fukin vuol dire anche in questa zona, nella zona di, … Al posto di zona puoi avere area, quartiere, vicinato…
      Haigo non significa dorso, schiena (per sicurezza ho guardato un dizionario che sì, riporta back, rear, ma li intende in senso figurato), ma appunto 1. dietro, alle spalle (lett. o fig.), 2. sullo sfondo (lett. o fig.), dietro le quinte (fig.).
      Kouhai invece è una parola molto rara e significa dietro, o haigo, appunto (i.e. il senso non cambia).

      1. Oops, ho tirato un po’ via, grazie delle correzioni. Ho preso i significati di haigo sullo Shougakukan, ma avrei dovuto specificare l’uso figurato, mea culpa…
        Ti lascio con un’altra coppia:
        置物 okimono – 1) soprammobile, ornamento (letteralmente “cosa da mettere, da posare”) in questa accezione vale anche come offerta agli dei, oppure 2) prestanome, persona di facciata senza un vero potere.

        物置 monooki – ripostiglio, sgabuzzino.

      2. Lo shougakukan non è un gran vocabolario purtroppo (specie per la parte italiana e specie se si inizia a far sul serio). Io lo suggerisco perché è l’unico che ci sia… non si può certo usare sempre lo zanichelli.
        Basta fare la controprova, magari, su quello italiano – giapponese, così da rendersi conto che ci sono parole e espressioni usate a sproposito.

        Mi rendo conto che tu possa pensare che dico fesserie e voglio coprire un mio errore: non è così. Ad esempio, basta provare a cercare “muovere”, forse l’esempio più eclatante che ho trovato in tanto tempo (a parte certe parole inventate o totalmente in disuso).

        Tra le espressioni suggerite:
        muovere il fuoco (si dice smuovere la legna de/il fuoco)
        muovere una domanda (si muove un’obiezione al più)
        muovere le ali… possibile, ma non se il significato voluto è “tobu”, volare.
        muovere il pianto (straantiquato per “muovere AL pianto”)
        muovere il riso (sbagliato, muovere AL riso …che già così è abbastanza antiquato)
        muovere un grido, un inganno, difficoltà…
        Puro nonsense.

        Purtroppo l’editoria italiana è messa come è messa e lo Shougakukan, l’unico vocabolario con dimensioni decenti, è di una casa giapponese, non si può pretendere sia pensato per noi, con una lingua moderna e del tutto naturale… mi rendo conto e sopporto, ma basta per dire che non è granché affidabile come vocabolario.

        1. Figurati 🙂 ! Non penso affatto che tu abbia detto una fesseria o che io voglia difendere lo Shougakukan (nel primo caso ti avrei corretto, nel secondo caso mi schiaffeggerei da sola perchè conosco bene le insidie di questo dizionario, e il volume italiano-giapponese non l’ho nemmeno comprato…), ho solo commesso il mio errore più tipico – lasciare fuori informazioni importanti nella fretta.
          Credo che il discorso valga un po’ per tutte le lingue: il dizionario va bene quando si è all’inizio, poi quando si tratta di imparare a usare quello che si è imparato, il dizionario non basta più e bisogna cominciare a parlare e ad ascoltare il più possibile. Personalmente sfrutto molto Tangorin, soprattutto gli esempi, o anche solo google, digitando la frase o il pezzo di frase che mi interessa al momento.

Fatti sentire!

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