Dopo l’articolo 9 passi per trovare il tempo, ho ricevuto un commento da Camaleonte98 che in sostanza voleva dire “Trovare il tempo non basta”. Ho deciso di partire dalla sua domanda per creare un articolo sul metodo di studio di una lingua, basato sulla mia esperienza personale di studente e di insegnante in rete (anche se in certi punti risponderò precisamente ai suoi dubbi).

Mi limito a linkarvi la domanda in questione perché troppo lunga da riportare. Vi basti sapere che in sostanza i punti salienti sono “i consigli dati mancano di concretezza”, “si tratta solo di retorica”, “è necessario spiegare che e quanto fare” (perché anche avendo dedicato molto tempo al giapponese, Camaleonte98 sente di non aver fatto progressi). Infine chiede come fare per memorizzare vocaboli, e come migliorare nella comprensione e nel parlato.

Caro Camaleonte98, lasciami dire, a beneficio degli altri utenti, che il tuo sfogo, per quanto comprensibile, era a sproposito. Il mio articolo era 9 passi per trovare il tempo, non è che io abbia scritto un articolo su “come studiare giapponese” e poi colpevolmente abbia parlato solo di trovare il tempo.

L’articolo voleva far riflettere tutti quelli che dicono “vorrei imparare il giapponese ma non trovo il tempo” eppure nel contempo considerano lo studio di una lingua come qualcosa che “viene dopo i loro impegni e dopo il loro tempo libero”. Se si studia una lingua bisogna farne una delle proprie priorità… o rassegnarsi ad andare lenti.

Diciamo però che capendo quanto possa essere duro lo studio di una lingua, capisco che solo di sfogo si trattava, quindi ci passiamo sopra e veniamo a noi…

Innanzitutto una premessa sull’N2, che citi. Impiegare 3 anni per l’N2 è fattibile. Io ho impiegato circa 5 anni e mezzo per l’N1 (che ha il doppio di kanji e vocaboli dell’N2), e per di più con lunghe interruzioni (una di oltre un anno) e con un metodo per nulla convenzionale (non ho seguito un corso né ho studiato mirando a dare il jlpt). Puoi dubitare della parola di altri blogger, ma per me ci sono le prove su internet, su inizio, pause, N2 e N1.

Detto ciò, partiamo con il nostro discorso sul metodo, ma lo facciamo proprio dal tempo.

Una premessa sul tempo, costanza e obiettivi


Mi hai detto che leggi decine di blog su come studiare giapponese. Ecco, un buon modo per studiare giapponese è non seguire quei blog. Per due motivi: (1) non ti puoi fidare e (2) tutto il tempo che non perdi a leggere blog è tempo guadagnato per il tuo studio.

Ci sono corsi online scritti da gente che di giapponese sa, letteralmente, poco o nulla (e comunque non ho mai visto corsi in italiano privi di errori grossolani, nemmeno quelli di giapponegiappone o animeclick, relativamente famosi). I “blog-senza-corso” invece sono in genere zeppi di tanti consigli… ma sempre gli stessi, più o meno vuoti e/o riciclati.

Può essere utile scoprire dei metodi per memorizzare i kanji, ma se hai già letto decine di blog, come dici, è il momento di smetterla coi blog …eccezion fatta per il mio sito, ovviamente 😛

Scherzi a parte, quel che cerco di fare con questo sito è dare autentiche lezioni di giapponese su punti che i libri di testo colpevolmente non toccano, semplificarne certe astrusità e nel contempo tenere anche acceso l’interesse degli studenti per la lingua parlando di curiosità legate sia alla lingua che alla cultura… e parlandone nel modo opportuno! Credo infatti che non ci sia in questo sito nemmeno un solo articolo su una curiosità, anche una semplice stranezza giapponese, che non includa kanji e vocaboli o riferimenti socioculturali.

Se a parte il mio trovi altri siti simili, ben vengano, ma guardati dai blog che io definisco “motivazionali”… ovvero da tutti quei siti che a conti fatti, vendono aria fritta. Ci sono alcune tipologie e le riconosci subito perché in genere hanno uno di questi approcci:

  • non fanno altro che propagandare quanto sia facile imparare il giapponese (magari col loro metodo, per il quale c’è la sezione “premium”),
  • ti dicono che basta semplicemente “parlare, parlare, parlare”,
  • dicono che per imparare non servono libri. In questo rientrano, secondo me, i siti alla duolingo, babbel (che a differenza di rosetta stone non hanno nemmeno un testo) …e a volte contengono errori (ne ho trovati). A mio parere, errori a parte, danno una falsa idea di apprendimento, mentre si tratta solo di elaborati SRS. Il solo fatto di ricordare non implica il capire e io ancora non ho letto di qualcuno che abbia usato solo quel metodo e sia fluente in una lingua. Funzionerà per qualcuno, ma a me non piace… e hanno l’elemento debole degli SRS.
  • variante del precedente “niente libri”, mettono a tema “il giapponese è divertente” e insistono che “per impararlo devi solo divertirti”,
  • suggeriscono di buttarsi in una full immersion in Giappone (cosa del tutto inutile per un principiante), ecc.

Veniamo a un punto a cui tengo moltissimo.

Studiare, anche poco, ma tutti i giorni” NON è retorica …non hai idea di quanta gente, me compreso, abbia fatto/faccia una fatica immane a mantenere un simile impegno. Si presume quindi che se si riesce a convincere qualcuno a iniziare a studiare con l’idea “tanto sono solo 15 minuti”, poi magari studia per mezz’ora, e, prendendoci la mano, anche per più tempo… ma in fin dei conti, 15 minuti è sempre meglio di niente.

Certo, io suggerivo solo come recuperare del tempo, ma quanto tempo si riesce a recuperare e quanto di quel tempo impiegare per il giapponese sono cose che dipendono dalla singola persona, dai suoi impegni e dai suoi obiettivi. La gente compra i frasari perché NON mira all’N2, ma anche per studiare quelli serve tempo.

Andiamo all’esatto opposto dei frasari. Un ragazzo poco tempo fa mi ha chiesto come fare per arrivare da zero all’N1 in un anno e io gli ho fatto notare che stime ragionevoli sono di 4500 ore di studio (se non sai i kanji). Si tratta di 3 anni se si studia 4 ore al giorno.

Poi quella è una stima (la più alta), è chiaro che dipende TUTTO dallo studente. Ci sarà forse chi ci riesce con 2 ore al giorno per 3 anni per chissà quale motivo (ha più memoria, ha già studiato cinese e quindi sa i kanji, è più intelligente/portato della media, sua moglie è giapponese…!).

È assolutamente ovvio che se miri all’N1 in un anno, non puoi fare 5 minuti al giorno. Ma questo dipende dai tuoi obiettivi e io non li conosco: è lo studente che deve chiarirsi i suoi obiettivi e ragionare sul tempo da dedicare allo studio (ne ho parlato apposta nell’articolo sul trovare il tempo). Tieni presente però che nella mia “lunga pausa” di cui parlavo a inizio risposta, non ho studiato altro che kanji per un anno e passa… Cioè praticamente non dedicavo tempo al giapponese a parte quei 10-15 minuti tutti i giorni per studiare kanji. E posso affermare con sicurezza che erano sempre e solo 10-15 minuti… Perché si trattava dell tempo che passavo in bagno (fidati, funziona! XD).

Cosa serve per definire proficua una giornata?


Dipende dai tuoi obiettivi, dal tuo livello e dai tuoi punti forti/deboli! Non posso rispondere se devo fare un articolo che valga per tutti. E non posso creare (gratis poi!) un piano per ciascuno studente di giapponese che me lo chieda.

Faccio sì questo lavoro… ma come lavoro, appunto, per i miei studenti (do lezioni private via skype/hangout). Non c’è ricetta per tutti, è qualcosa che DEVE essere personalizzato per gli obiettivi e, è la mia filosofia, sugli interessi dello studente.

Quello che posso dirti è solo quel che posso dire un po’ più generale, cioè come studiare una lingua a mio parere e secondo la mia esperienza (astraendo un po’, perché quel che io fatto, un metodo davvero non convenzionale, non si può applicare a chiunque).

Un po’ di metodo…


Tra blog, canali youtube, lezioni di TED, seguaci di AJATT e poliglotti vari… davvero in tantissimi consigliano “di parlare da subito”. Io sono convinto sia una sciocchezza (che mira solo a crearsi un seguito di persone che non vogliono studiare e sognano la scappatoia facile). Perché è una sciocchezza? Pensiamoci, parto da zero, non ho aperto un libro (come alcuni proprio suggeriscono di fare), come faccio a parlare?

L’idea, se applicata dopo alcune lezioni, può avere un senso:

  • se hai occasione di parlare con un madrelingua che incoraggia te e i tuoi sforzi
  • per tenere vivo l’interesse di chi studia (e per ricordare i vocaboli come dirò a breve) se e solo se lo studente è un tipo socievole che studia innanzitutto per comunicare

…perde invece di senso se lo studente è motivato di suo ed ha come obiettivo, non comunicare, ma comprendere il parlato per guardarsi dei drama, o lo scritto per leggere romanzi o perché è appassionato di shodou (calligrafia).

Dopo i fanatici del “parlare senza saper parlare” ci sono i fanatici del metodo classico, che in genere ripresentano ciò che hanno sentito a lezione dai propri insegnanti. Li riconosci facilmente perché insistono su cose come bandire il roomaji, imparare il radicale di ogni kanji e il suo numero di tratti a memoria, studiare i kanji solo copiandolo più volte… e così via.

Ecco, tutte queste persone non saranno d’accordo con me, ti avverto.

A mio parere è necessario seguire un certo ordine nello studio.

  1. Iniziare ad ascoltare da subito (con i sottotitoli ricordandosi di tenere aperte le orecchie, oppure, magari più avanti, rivedendo tutto due volte, la seconda senza sottotitoli). Questa fase serve ad abituare l’orecchio e permette di acquisire vocaboli… e non va interrotta mai, è una costante del proprio studio. (Vd. oltre).
  2. Studiare la grammatica …non semplicemente aprendo un libro di grammatica da pagina 1 in poi, né usando un corso, di cui sono davvero poco appassionato (dialoghetti, frasette ecc.). Il metodo che preferisco lo tengo per me e i miei studenti, ma tu dici di essere coperto in tema, per cui andiamo avanti.
  3. Leggere tutto il leggibile (partendo con cose semplici, chiaramente). In questo passaggio si fa avanti e indietro dal libro di grammatica e si imparano nuovi vocaboli. Comprende sia lettura che traduzioni, ma attenzione, solo traduzioni dal giapponese all’italiano, va assolutamente evitata la direzione opposta se si tratta di frasi complesse e inventare testi in giapponese di proprio pugno finché non si sono assorbite le costruzioni del giapponese naturale.
  4. Iniziare a scrivere. Scrivere un sakubun, in questa fase, non deve significare pensare una frase italiana e tradurla in giapponese, deve essere usare le costruzioni giapponesi che si conoscono per dire quel che si vuole in modo naturale. Se si deve cercare continuamente sul dizionario per scrivere è un possibile indizio del fatto che forse non siete pronti.
  5. Parlare. Si inizia a parlare e si porta avanti anche la fase della scrittura: le due cose si rinforzano a vicenda. All’inizio sarà un dramma perché si pensa la parola/frase giusta, ma la si pronuncia male (ci si impappina, si incespica sulle parole), oppure semplicemente la frase non viene. Poi pian piano si impara “l’arte del girarci attorno”, di dire quel che si vuole evitando una parola o una costruzione che non ci viene. Ci saranno errori, tanti, e molti li farete rendendovi conto subito dell’errore, spesso orrendo, da assoluti principianti… ma è una fase che passa, se parlate abbastanza.

Sia chiaro che ogni fase non può in effetti essere “archiviata”. Non possiamo studiare tutta la grammatica tutta in una volta e pensare sia finita lì. Possiamo studiare i contenuti di un corso base e iniziare la fase successiva, ma salteranno continuamente fuori delle nuove costruzioni particolari, nuove congiunzioni da imparare e via così. Allo stesso modo non possiamo smettere di leggere e così via… L’idea delle fasi è solo quella di dividere tutto in aspetti su cui concentrarsi (eccetto la prima fase che è proprio una costante).

Ricordare i vocaboli


Il miglior modo per ricordarli è usarli nel proprio quotidiano, parlando. Me ne sono reso conto in prima persona perché dovendo parlare giapponese con mia moglie e mi accorgo che le parole che cerco e uso perché si rivelano necessarie durante una conversazione, sono le parole che ricordo con più facilità anche a distanza di giorni e giorni, quando mi ricapita di volerle usare.

Per quanto farci una frase non sia lo stesso di usarli nel quotidiano, è comunque meglio di niente. Però comunque sia, dici bene, non puoi certo usarli continuamente, né abbastanza da ricordarli, né certamente puoi usarli tutti!

Per questo motivo è indispensabile usare un programma SRS come Anki. Gli SRS hanno un punto forte, un requisito necessario e un punto debole. Ti permettono di memorizzare davvero, ma vanno usati sempre (poco ma tutti i giorni!). Il punto debole invece è che vanno anche usati per sempre: non puoi mai smettere del tutto perché le info che non usi o non capisci davvero (a seconda di cosa vuoi studiare, vocaboli, grammatica ecc.; vd. rif. a siti come babbel e duolingo fatto più su) prima o poi verranno dimenticate, quindi non puoi usare un mazzo per un mesetto, finire il mazzo e smettere.

La terza via per ricordare i vocaboli è lasciare che qualcun altro te li ricordi… cioè ascoltare tantissimo audio… che è poi la prima fase del nostro metodo e il nostro prossimo punto.

La fase di ascolto


Prima ancora di iniziare a studiare sarebbe bene iniziare già a “esporsi al parlato reale”. Questo perché i CD di un libro sono naturalmente (1) ridicolmente brevi e (2) creati per chi impara, quindi con una pronuncia spesso non realmente naturale (è più scandita, lenta… oltre che mal recitata). A parte ciò nutro un odio personale per i dialoghetti di inizio unità, la gente che chiede l’ora perché ha scordato orologio E cellulare(!), per chi chiede le indicazioni stradali… e il meteo poi! Cosa c’è di più noioso di sentire una che ripete quindici volte “ii tenki deshou”?!

Torniamo a noi. Cosa vuol dire “esporsi al parlato reale”?

Io ho guardato tonnellate di anime, drama e film sottotitolati. E, ovviamente, ho ascoltato solo canzoni giapponesi per anni (lo faccio tuttora). Questa fase è indispensabile. Inizia pure adesso (meglio tardi che mai): è ovvio che all’inizio capisci poco o niente, ma è imprescindibile.

Finora hai provato a fare le cose in un ordine sbagliato. Hai studiato, poi hai guardato un film e ti aspettavi di capire. Invece devi prima guardare (è un “prima” metaforico, non puoi mai smettere di ascoltare la lingua), senza all’inizio avere aspettative di comprensione, ma cercando di cogliere qui e là… devi farlo per esercitare l’orecchio ai suoni e al parlato reale.

Attenzione! I programmi TV non sono consigliabili perché la gente si parla sopra, ci sono dialetti, riferimenti all’attualità ecc. Mentre i programmi non sottotitolati o sottotitolati in giapponese NON vanno bene per un principiante (ci sarà tempo poi).

Lo studente però deve tenere sempre presente perché sta guardando quel film e ricordarsi di aprire le orecchie, cercare di associare l’audio al testo dei sottotitoli (non ogni parola, ma cercare di coglierne alcune è importante)… altrimenti l’utilità della cosa crolla drasticamente.

Questo esercizio serve a:

  • esporti ai suoni di un’altra lingua estranei al tuo cervello (il cervello dopo i 13 anni non riconosce più i suoni nuovi, li approssima a quelli che già conosce: per questo la R giapponese suona a volte come la R italiana e a volte come la L italiana)
  • farti imparare nuovi vocaboli
  • ricordarti quelli che già conosci
  • tenere vivo il tuo interesse per lo studio della lingua
  • insegnarti qualcosa sulla cultura giapponese (un ulteriore fattore cruciale che va considerato assolutamente quando si prova a conversare con un madrelingua)

Parlare


Per usare davvero il giapponese e parlarlo spesso, puoi fare lezione di conversazione, con me (14,90€ l’ora o con un abbonamento mensile) e io ti aiuto, correggo, spiego. Oppure puoi fare conversazione con un “penfriend”, che obiettivamente non è ugualmente utile, perché se capisce non ti corregge e non può spiegare in italiano, ma è gratis.

Una cosa che va capita bene è che anche se tu avessi superato l’N1, non avendo mai parlato con un giapponese, riusciresti a stento a esprimerti (esperienza personale). Durante lo studio si devono abituare le orecchie (prima) e la lingua (poi) a recepire e produrre suoni a cui non sono abituati. È un fatto di meccanica ed esercizio: la lingua è un muscolo e come non puoi fare canestro se non ti sei mai esercitato, così non puoi pretendere che la lingua agisca come si deve nel fare movimenti complessi anche se hai già imparato i singoli suoni del giapponese, perché una parola, una frase sono una sequenza di movimenti (difficili di per sé).

Per tornare all’analogia con il basket, solo perché sappiamo saltare e muovere le braccia non significa che sappiamo fare canestro. Allo stesso modo, solo perché conosciamo dei suoni non significa che la nostra lingua saprà creare parole e frasi dai quei suoni.

In conclusione


Imparare il giapponese non è impossibile. Io parlo giapponese 24/7 con mia moglie eppure fino all’N2 non avevo mai rivolto la parola a un giapponese… se non contiamo l’insegnante madrelingua, ma *solo* agli esami dell’Università (non frequentavo), quindi un 40 minuti in 5 anni, più qualcosina durante una vacanza nel 2010.

Il problema, anzi, i problemi sono:

  • trovare il tempo,
  • chiarire i tuoi obiettivi
  • se necessario, aumentare il tempo dedicato in base agli obiettivi
  • capire che mezzi hai a disposizione 1. per studiare (lezioni, corsi, libri, ecc.) e 2. per non annoiarti (non sottovalutare questo punto pensando “stringo i denti e vado”,
  • farti una strategia che cerca di usare i tuoi interessi, per non annoiarti, e al tempo stesso mira a rispettare i tuoi obiettivi (si tratta di arrivare a un compromesso, ovviamente),
  • rispettare il piano e studiare, concentrato, ma senza mai odiare quel che fai

Mi raccomando, insisto sull’andare avanti senza odiare quel che si fa, senza frustrazioni o peggio. Tutto ciò non sarebbe solo un semplice ostacolo allo studio nell’immediato: odiare quel che fai e sentirti frustrato nel doverlo fare ti dà la matematica certezza di dimenticare in futuro… È per questo che agli appassionati di manga ecc. consiglio sempre il corso de “il giapponese a fumetti” (per chi non trovasse la versione italiana c’è Japanese in Mangaland: Learning the Basics). A parte che non è niente male, anche se c’è meno che su altri testi, la cosa più importante è non annoiarsi… secondo me. Poi ci saranno tanti che non si fanno troppi problemi, ma io devo parlare in generale.

Le mie lezioni


A breve dedicherò una sezione qui sul sito alle mie lezioni private. Si tratta di un metodo e un prezzo pensati per premiare chi si impegna davvero (una lezione sarebbe 24,90€ ma con l’abbonamento mensile si può arrivare a 6,6 euro l’ora). Lo ripeto: premia chi si impegna davvero, quindi non i più bravi, sia chiaro, ma chi ci si mette sul serio… inoltre l’idea di base è la possibilità di avere a disposizione il vostro insegnante in ogni momento, anche senza preavviso, anche per una domanda veloce, con lezioni che si possono iniziare a qualunque ora tra le 9 e le 23, così anche se siete spesso occupati con lavoro o altro… non ci sono più alibi (=^・^=)

Chi fosse interessato può già mandarmi una mail. La prima ora è gratis e serve a conoscersi, capire gli obiettivi e gli interessi dello studente, discutere di cose come il libro, il metodo e da dove partire.

LE LEZIONI SONO SOSPESE PERCHÉ STO PORTANDO AVANTI UN DIVERSO PROGETTO E HO BISOGNO DEL TEMPO PER COSTRUIRLO. NON VI DICO DI TRATTENERE IL FIATO PERCHÉ RICHIEDE TEMPO, MA ASPETTATEVI GRANDI COSE.

Ad ogni modo, comunque desideriate proseguire, come sempre… Buono studio! (╹◡╹)

16 thoughts on “FAQ – Come studiare giapponese?

  1. Ma nessuno ha mai parlato di app tipo Obenkyo? Io con Anki non mi sono trovata bene, un po perche usavo il mazzo con tutte le pronunce ed è assolutamente inutile imparare le singole pronunce on-youmi se il kanji non viene inserito in una parola; ma soprattutto per me il non poterlo usare sempre, ma solo quel poco tempo che potevo stare al computer, mi limitava molto. Con Obenkyo, Ja-sensei, Kotoba-chan,studiavo in ogni momento -autobus, scuola, letto, ogni volta che avevo un minuto libero- e lo trovavo davvero utile. Sono tutti in inglese ma in italiano non si trova nulla di altrettanto efficace. Come ho detto, Obenkyo è spettacolare, ha una grammatica davvero esauriente e inoltre è strutturato come un grande ipertesto: basta cliccare su una parola per visualizzare i kanji da cui è composta, e poi per ognuno si accede alla scheda che dà tutte le pronunce e tutte le parole in cui è contenuto quel kanji. Ogni parola poi porta ad altri kanji e via cosi all’infinito. Per ogni kanji si può visualizzare un’animazione che mostra la corretta sequenza di tratti e si puo fare pratica di scrittura direttamente li. I test di kanji, vocaboli, numeri, particelle, sono divisi secondo il JLPT e per ogni elemento viene calcolato il grado di acquisizione che si è raggiunto, in base agli errori che si fanno.
    Non so se ne avete gia parlato, ma comunque io lo consiglio a tutti! (Credo sia disponibile solo per Android).

  2. Tantissima gente non si fida del proprio inglese o non lo sa. Questo spiega perché di solito non recensisco il materiale inglese.

    Anki, sia chiaro, esiste anche in versione per il cellulare (android; con l’iphone si può usare ankiweb via browser o pagare per l’app ufficiale). Lo puoi usare sia per studiare i kanji che per studiare i vocaboli
    Inoltre molte app sono basate sullo sostesso sistema quando si tratta di memorizzare kanji o parole.

    Lo “studio di on e kun da sole” è lo studio dei kanji ed ha assolutamente significato. Non è il caso di trascurarlo. Per quanto è bene accompagnarlo con lo studio di vocaboli. Se controlli la lista ufficiale dei jouyou kanji fornita dal ministero giapponese, trovi kanji, pronunce e un esempio per pronuncia…
    http://www.bunka.go.jp/kokugo_nihongo/joho/kijun/naikaku/kanji/joyokanjisakuin/index.html

    Nel mio stesso mazzo di anki sono compresi questi vocaboli
    https://ankiweb.net/shared/info/214234931

    Obenkyo
    Ho provato a usarlo e ha il solito difetto… usa i database disponibili di kanji e vocaboli, senza alcun aggiustamente.
    Ciò significa che per il kanji 姉 ane, SHI, riporta anche la pronuncia HAHA (sì, come mamma), che è ovviamente impensabile (era nel database per ragioni storico letterarie che a noi non interessano), viceversa non segnala che si usi in お姉さん oneesan.
    Per il kanji 気 poi trovi le pronunce: iki, KI, KE. Peccato che iki non sia assolutamente da imparare.

    Ho provato a usarlo, dicevo, pensando di ripassare per l’N1, così ho visto pregi e difetti.
    Apro il test vocaboli e mi esce 伝言
    pronunce segnalate dengon/tsutegoto …ma la seconda non si usa affatto.
    E tutte le parole che danno questa possibile confusione per colpa del database, non sono state minimamente controllate. Ad esempio riporta “akiudo”, “akyuudo” e “akibito” per 商人 che però si legge shounin o al più akindo, la pronuncia akiudo e le altre 2 non sono nemmeno sul dizionario monolingua 新明解 shinmeikai, per capirci (per me il miglior dizionario cartaceo che si può desiderare).

    C’è poi il difetto delle risposte multiple nei test… diventa un gioco di esclusione, semplice se si parte dal significato del kanji. Si può passare il test senza aver memorizzato nulla in effetti, solo escludendo le risposte sbagliate o scegiendo la risposta legata al significato dei kanji che la compongono… ma quando uno si troverà a fare il jlpt non avrà opzioni in inglese tra cui scegliere.

    La grammatica invece è quella di Tae Kim, un coreano emigrato negli stati uniti nel 1971, che ha un suo sito di grammatica giapponese. Ha il pregio della chiarezza, spiega correttamente varie cose, ma ci sono degli errori… ad esempio che “da” è assertivo (ma lo è anche desu) e quindi non si usa con le domande …peccato che in realtà si usi con i pronomi interrogativi (es. “dare da?”). Piccolezze, nel complesso… e soprattutto in confronto al materiale disponibile in italiano, quantomeno deprecabile. A questo punto tanto vale usare la sua app, Learning japanese .

    Ho disinstallato JAsensei, perché se non sbaglio era molto limitato e col premium, mentre non ho installato kotobachan nonostante l’icona splendida, perché progetto abbandonato, si diceva, ma a questo punto gli darò un’altra chance.

    Nel complesso le app, sì, sono uno strumento per avvicinarsi al giapponese e magari utili per determinati esercizi (tra gli altri esercizio di scrittura, per cui raccomando 小学生手書き漢字ドリル, e ripasso dei vocaboli, per i quali raccomando 虫食い漢字クイズ300), ma in genere, perlomeno quelle gratuite che ho avuto modo di visionare, sono molto limitate. Possono essere utili per non sprecare il tempo in cui uno non può sedersi al tavolo o al pc, ma non possono sostituire lo studio, in nessun modo… non al momento attuale del loro sviluppo, in futuro, chissà ^__^

  3. Innanzitutto grazie per l’aritcolo lungo ed esaustivo. Non capisco una cosa… da un lato è importante esporsi al parlato quindi guardare attivamente (cioè ascoltando e seguendo i sottotitoli) un video, però scrivi anche che dopo i 13 anni il cervello non associa più i suono nuovi, e cerca di approsimarli alla lingua che già conosci.
    Questo vuol dire che il lavoro di apprendimento con questo metodo risulterà più difficile che per un bambino da assimilare?

    Inoltre mi chiedevo, tenendo conto che da bambimi si parte solo ed esclusivamente ascoltando e ripetendo quello che si è sentito, e poi i genitori correggono la parola finchè il bambino la dice correttamente, e la grammatica è una cosa che si inizia a imparare solo verso i 6 anni quando ormai si parla più che correttamente senza alcuna nozione, se un buon metodo potrebbe essere quello di ascoltare dei dialoghi, più o meno difficili, e ripeterli più e più volte fino ad assimilarli, “lasciando” lo studio della grammatica ad un tempo più esiguo?

    1. L’unico vantaggio dei bambini è quello di avere il cervello più aperto di fronte a nuovi suoni, per questo possono diventare “native speaker”. Tuttavia, quanto a velocità… I bambini sono pessimi studenti. In sette anni si può diventare davvero bravi in una lingua, i bambini però impiegano il doppio almeno.
      Se è vero che devi ascoltare tantissimo è anche vero che il tuo cervello non è quello di un bambino che assorbe tutto… Non riconosci i suoni e comunque non puoi ascoltare 24/7… E non hai tutto il tempo che hanno i bambini, quindi no, non è un buon metodo.

  4. Ciao, conoscevo questo sito da diversi anni ma non so perché lo avevo “archiviato” tra i miei preferiti non consultandolo piu. Ma sono passati un po di anni quindi me ne sarò dimenticata! >o<
    Comunque volevo veramente ringraziarti ho iniziato a leggere diversi articoli per valutare il sito e lo trovo veramente fatto bene per me, sono ancora una principiante lo so anche se é tipo 4 anni che “studio” giapponese, non ero costante per via della scuola, ma quest’anno ho intenzione di fare il jplt n5 e sto facendo un gran ripasso di tutto!
    Mi sono sorpresa leggendo questo articolo perché pensavo di sbagliare e invece il mio metodo di studio é molto simile! Il mio problema principale è la memorizzazione dei vocaboli che incontro, li scrivo in continuazione ma si non è semplice, significato e pronuncia li so quando li vedo ma se devo scriverli faccio un po fatica ><
    la struttura di questo sito mi piace é semplice e anche divertente per vari esempi ecc 🙂 ora devo solo rivedere le cose che so e imparare le nuove cose!
    Grazie ancora :3

    1. Grazie dei complimenti Shirubia 😉
      Purtroppo la memorizzazione, non potendo quasi mai usare il vocabolo nel parlato, risulta una parte difficile dello studio.
      Se si tratta proprio di riuscire a mandarlo a memoria, usarlo fisicamente è importante, quindi mettere il vocabolo in una frase d’esempio e leggere AD ALTA VOCE, può essere di enorme aiuto.
      Se invece il tuo problema è la scrittura… il discorso cambia. Qui si vede come “riconoscere” (cosa che fai leggendo) e “richiamare alla mente” (cosa che fai scrivendo) sono cose molto diverse tra loro. Soluzione? Mi spiace, ma l’unica è, alla fin fine, “sforzarsi”. Più ti sforzi di ricordare e di scrivere, più convinci il tuo cervello che è importante ricordare quel qualcosa.
      Vale lo stesso per il vocabolo come suono, ma avendo i kanji, ricordare il suono non basta… bisogna imparare anche il vocabolo per come è scritto, e questo richiede l’esercizio della mano, una diversa area del cervello.

      1. Si hai ragione! avendo fatto anni fa un corso di cinese l’ho notato, ero brava a ricordarmi i vari caratteri e mi sorprendevo, scrivevo senza difficoltà, pur non esercitandomi molto, forse però era anche grazie alla bravura dell’insegnante che appunto ci faceva scrivere molto! ><
        Mi sto concentrando di più sui vocaboli infatti, non sopporto l’idea di sapere la grammatica ma non riuscire a scrivere delle frasi per via dei vocaboli.
        Grazie per la risposta! ^-^

  5. Ciao, grazie mille per i consigli sul metodo di studio!!
    Sono nuovo e quindi non ho mai avuto l’opportunità di una lezione provata con te, dal momento che sono sospese, quindi volevo chiederti:
    Questo progetto a cui stai lavorando sostituirà le lezioni private?

    Grazie! : )

  6. Ciao, vedo che l’ultima risposta a questo post è del 27 luglio. Ci sono aggiornamenti sul proseguire del tuo progetto? Ricominceranno le lezioni? io sarei parecchio interessato alle lezioni via skype.

    1. Il post è vecchio, ma l’edit è molto più recente.
      La scadenza che ci siamo dati per il videocorso (online) è fine giugno 2017, ma è solo indicativa e dipende da un mare di fattori (banalmente i lavori procedono nel mio poco tempo libero).
      Al momento sto dando lezioni via skype, ma posso seguire un numero limitato di studenti (da qui l’idea di creare un corso online) e al momento sono al limite. Possiamo parlarne meglio però, se mi scrivi una mail.

      https://studiaregiapponese.com/mandami-una-mail/

      Se possibile dovresti dirmi che tipo di esperienza hai con il giapponese, se sei a zero o se sei un principiante o se magari sei già un po’ più esperto; poi dovrei sapere anche se vuoi essere seguito nello studio di un libro che magari stai già usando (in questo caso potremmo fare lezione subito) oppure vorresti seguire da zero le lezioni preparate da me (questo mi richiede troppo più tempo e quindi non accetto al momento studenti, come dicevo). Infine quante ore al mese vorresti fare (il che immagino si leghi anche al prezzo, ma siccome ci sono varie opzioni, di questo ne parliamo via mail).

Fatti sentire!

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