La forma in -te (o テ形, te-kei) come causale

Nel caso di proposizioni in cui la forma in -te equivale ad una causale, nella frase principale possiamo avere solo una riposta emotiva del soggetto o una situazione inevitabile …cioè nella principale non c’è espressione di volontà del soggetto; se ci fosse, sarei costretto a usare kara o node per esprimere chiaramente la causa che voglio esprimere.

暑いからエアコンをつけよう。
atsui kara, eakon wo tsukeyou.
Dato che è caldo, accendiamo il condizionatore.

Questo è un esempio di frase che esprime volontà e che quindi non può essere resa con la forma in -te. Attenzione però, anche se ci fosse un presente/futuro nella principale sarebbe lo stesso:

このカメラは、安くて、買います。
kono kamera wa, yasukute, kaimasu.
Dato che questa macchina fotografica è economica, la compro

Difatti, se condidero questa te-kei come causale, la frase è scorretta perché il presente futuro è espressione di ciò che si intende fare e quindi di volontà; se la considero come coordinata, l’uso della te-kei è comunque scorretto perché non si può coordinare frasi che esprimono un’azione nella principale e uno stato nella frase con la forma in -te (e viceversa), così come avevamo accennato nella lezione La forme in -te usata per coordinare (1).

このパソコンは高くて、買えません。
Kono pasokon wa takakute, kaemasen.
Questo pc è caro e/quindi non lo posso comprare.
Poiché questo pc è caro, non lo posso comprare.

Qui sopra, per via della presenza della forma potenziale (per i godan kau → kaeru, noru → noreru, ecc.) il soggetto di frase principale e secondaria è lo stesso, quindi posso usare wa tematico a inizio frase.

Infatti il soggetto della forma potenziale in giapponese, nel caso di verbi transitivi, è ciò che fa da complemento oggetto per il verbo in forma del dizionario. Quindi se posso dire kamera wo kau (comprare una macchina fotografica), alla forma potenziale avrò kamera GA kaeru (poter comprare una macchina fotografica).

Il soggetto della frase secondaria e della principale, però, non deve essere per forza lo stesso, come vediamo negli esempi seguenti:

彼が来て、安心した。
Kare ga kite, anshin shita.
Poiché è arrivato, mi sono tranquillizzato.
Lui è arrivato e quindi mi sono tranquillizzato.

彼が(来なくて/来ないで)、心配した。
Kare ga konakute, shinpai shita.
Poiché non è arrivato, mi sono preoccupato.
Lui non è arrivato e quindi mi sono preoccupato.

Questi primi esempi, come potete notare, vedono una risposta emotiva nella principale. Nelle frasi a seguire invece il verbo della frase principale indica una situazioen inevitabile, non controllabile dal soggetto:

お金が足りなくて、電車に乗れませんでした。
Okane ga tarinakute, densha ni noremasen deshita.
Non avevo soldi e quindi non sono potuto salire sul treno.

子供が生まれて、家がにぎやかになりました。
Kodomo ga umarete, ie ga nigiyaka ni narimashita.
Poiché è nato un bambino, la casa si è fatta piena di vita.

6 thoughts on “N5 in sintesi – La forma in -te come causale

  1. Ciao,
    questi articoli di sintesi sono molto utili e interessanti, ma devo chiederti un chiarimento. Nell’esempio 彼が(❍来なくて/✘来ないで)、心配した。perchè 来ないで non va bene? Ammetto che a senso “suona male” , ma non saprei spiegarlo. C’è un principio per distinguere tra le due forme?
    Grazie per l’aiuto,
    Elisa

    1. L’idea è quella di capire se si sta esprimendo una causa e quindi evitare la forma in -naide perché non può essere usata per esprimere la causa, tutto qui. Per gli altri casi in cui invece si può usare la forma in -naide, vedi le lezioni precedenti sulla te-kei

  2. Non capisco una cosa.
    Mi sembra di capire che non si può usare la forma -te quando nella frase principale c’è un verbo e nella frase secondaria c’è un aggettivo (o viceversa).
    Dunque perché in questo articolo li hai usati come se fossero corretti?
    Ad esempio: “このパソコンは高くて、買えません。”
    Non è scorretta?

    1. Nella situazione di cui parli non si può usare la forma in -te che coordina, ma si può usare la forma in -te causale.
      Per la precisione ciò non vale solo per le situazioni in cui hai un aggettivo e un verbo, in effetti ciò è vero quando in una hai un verbo d’azione e nell’altra hai un’espressione di stato (cioè un aggettivo o un verbo di stato o un verbo in una forma che esprime uno stato)… E anche questa definizione va presa in realtà cum grano salis, perché anche un verbo d’azione può comportarsi come una descrizione e quindi come un aggettivo e permettere la coordinazione con un altro aggettivo (es. Nihonjin wa itsumo majime de yoku hataraku, i giapponesi sono sempre seri e lavorano sodo.)

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