Pronti per una nuova stranezza? Come dicono i giapponesi “Jaa-jaaan!” (cioè “Ta-daan!”)

fuji-aisu 02Un gelato viola… Riuscite a indovinare il gusto?

Esatto! Si tratta della pianta rampicante lì dietro nella foto, detta 藤 fuji (niente a che fare con il Monte Fuji 富士 o meglio con il 富士山 Fujisan). Questo kanji abbastanza complesso ritorna spesso nei cognomi… 藤本 Fujimoto, ad esempio, o 佐藤 Satou, uno dei cognomi più diffusi in Giappone, se non il più diffuso in assoluto.

Ecco che potete ritrovarlo nell’immagine qui sotto, dove vendono questi gelati…

fuji-aisu 01Per quanto diffuso, per qualche strano motivo, nei cognomi dei giapponesi (con la pronuncia fuji o tou), come detto è il nome di una pianta, detta wisteria in inglese e “glicine” in italiano.

A detta della persona nella foto il sapore… è “di difficile comprensione”, ma dev’essere senz’altro il vero sapore del glicine… d’altronde, giustamente, chi è che finora conosceva il sapore di glicine prima che ne venisse fatto un gelato? Nessuno… dunque a rigor di logica in quel gelato potrebbero esserci squame di pesce, unghie di maiale e nemmeno una traccia di glicine, ma noi non lo sapremo mai.

E voi? Lo assaggereste un gelato al glicine?

10 thoughts on “Stranezze giapponesi (33) – E ora anche i gelati viola…

    1. Non avevo idea che si usasse il glicine anche in altre cose^^
      Sì, comunque meglio gelato al glicine che quella roba che trovi di solito al konbini, no? Tipo il gelato al mais, anzi, al “corn potage” e quelle altre pazzie tipiche da far girar la testa a un purista del gelato^^

      1. Ecco, quella roba pazza che si trova al konbini la evito, ormai. L’ho provata e non mi ha convinto per niente. Per fortuna ci sono anche gli onigiri al konbini. Che tirino fuori onigiri al glicine, prima o poi? Che è un po’ come dire gelato al mais. 🙂

        1. Per carità, sono già pochi i gusti che sopporto degli onigiri: quelli all’umeboshi, al tarako, al mentaiko, per esempio, per me sono assolutamente immangiabili^^;;; Magari sono solo io, ma non capisco proprio come possano non solo piacere, ma essere addirittura dei “classici”…^^;;

  1. Il gelato al glicine non so come sia, e sarei anche propensa ad assaggiarlo. Una volta a Nizza mi portarono in una gelateria che faceva gusti al sapore di fiori. C’erano la rosa, la viola, il gelsomino, la gardenia e altri che non ricordo. Io presi la rosa e la viola, e sapevano di rosa e di viola, ma non so dirti se per farli utilizzassero degli aromi o proprio il fiore stesso. 😀

  2. Il glicine è una pianta dal profumo intendo e un gelato così lo assaggerei. Non è nemmeno di un viola tanto accentuato per cui, anche se non è a base di glicine almeno richiama a qualcosa di reale. Per dire, ho vissuto la mia infanzia con il gelato “gusto Puffo”, una cosa che oggi potremmo definire mostruosa. Chi come me è degli anni 80, sicuramente si ricorderà di quel coso azzurro intenso a base di E e polverine e dal sapore indefinibile. Mai capito di cosa sapessero i Puffi XD.

      1. Dai :D! Diciamo che all’epoca non si badava molto a cosa si mangiava.
        Tornando al gelato al glicine, c’era una cosa che mi incuriosiva. Ho notato che comunque ha un etichetta e quindi immagino che siano riportati delle indicazioni. Ma in Giappone come funzionano le etichette alimentari? sono riportati gli ingredienti come da noi in Italia? Grazie per le precedenti risposte! sei gentilissimo.

        1. In genere sono molto precisi con le etichettature di ogni tipo.
          Le etichette oltre a ingredienti e allergeni (tutto scritto molto più chiaramente e in grande che da noi) riportano per esempio come riciclare ogni singola parte della confezione. Non solo, le indicazioni delle calorie si ritrovano ovunque, anche sulle etichette dei prodotti cucinati e confezionati dentro il supermercato… E perfino sui menù dei ristoranti!

          Certo in Europa abbiamo standard molto alti sulla sicurezza alimentare ma non credo in Giappone siano da meno… E come ho appena detto, su certe cose ci battono anche. Alla fine è sempre sull’attenzione ai dettagli e sulla sensibilità verso il cliente che sono imbattibili… Merito di una diversa mentalità.. e forse della bolla economica.

  3. Fantastico, grazie mille!
    Lavorando in parte nel mondo della grafica, la scelta di scrivere gli ingredienti e altre indicazioni, bene in grande in modo che chi ha problemi di vista (e non) possa leggerli con più facilità, è un dettaglio non da poco. C’è da imparare.

Fatti sentire!

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