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Una stranezza giapponese troppo a lungo rimandata è quella dei neko café o cat café che dir si voglia, cioè dei locali (non esattamente simili ai nostri bar per l’aspetto, come vedrete, ma insomma, è il pensiero che conta!) in cui i clienti possono accarezzare e/o godere della compagnia dei gatti accuditi dallo staff del locale. Ah, dico “troppo a lungo rimandata”, perché ormai vi sarà forse nota, visto che perfino la stampa se ne è accorta (il video che vi propongo oggi è del prestigioso giornale inglese The Guardian).


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Perché?! Perché – direte voi – i loro clienti non si prendono un gatto e stop? Perché, per poter accarezzare un gatto, andare apposta in un locale in centro a Tokyo?! Perché rischiare che ti si riempia il mangiare di peli? Perché pagare prezzi gonfiatissimi? …sì, perché i prezzi possono essere assurdi, come quelli del locale nel video sotto, un locale di Shinjuku, che conosco e che ha prezzi di ingresso a dir poco salati (sì, non si paga solo la consumazione, come in un bar): anche 10-20 euro a seconda (al cambio attuale: per un giapponese “pesano” molto di più, come 20 o 30 euro qui)… Non solo, ci sono vere liste di attesa! Si può entrare in un ristorante con un venti minuti di attesa, di norma, ma possono servire due ore per un neko café!

Dunque, tornando a noi… Perché tutto ciò?

Perché i giapponesi non hanno la possibilità, di norma, di tenere gatti a casa… le regole condominiali raramente permettono animali domestici (noi italiani, che ultimamente imitiamo la tendenza, invece, non abbiamo scuse). Difatti in Giappone si vedono pochissimi cani in giro (e posso dirlo perché oltre a viverci quasi un anno e mezzo, mi sono girato mezzo Giappone da Nikko a Kumamoto), a meno che si vada verso la periferia, là dove si trovano perlopiù villette prefabbricate, case basse a un piano, e pochissimi appartamenti… si può immaginare quindi la sorte non sia diversa per i gatti. Ma i giapponesi adorano i gatti! Ecco quindi che qualcuno ha risposto all’esigenza offrendo questo tipo di “servizio” e lucrandoci sopra il più possibile. So che sembrerà assurdo, ma non è troppo diverso, come concetto, da un kyaba kurabu (cabaret club, un locale di dubbia moralità che permette di bere in compagnia di giovani e avvenenti ragazze o ragazzi) o dal soine-ya.

Da tutto ciò deriva il successo pazzesco di questi locali (ci sono perfino riviste sul tema “neko café”) …e per chi è appassionato di altro, locali simili. I giapponesi hanno una risposta (commerciale) per tutto.

E ora scusatemi, ma per me è ora di colazione, quindi vado a sorseggiarmi il mio caffè mentre accarezzo la mia gatta… ( ̄ー+ ̄)キラリ

5 thoughts on “Stranezze giapponesi (38) – Cat café

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