-te iru - azione risultante

Le forme in -te iru

Ho parlato al plurale di forme in -te iru perché questa forma può avere tre diversi significati! Prima però recuperiamo un punto importante affrontato pochi articoli fa.

In Giapponese i verbi si possono dividere essenzialmente in verbi durativi e verbi istantanei (si possono dividere in altri modi, p.e. d’azione e di stato*, ma per ora non ci interessa). Abbiamo già parlato dei verbi durativi in giapponese, oggi ci occuperemo di quelli istantanei, quelli cioè, la cui azione avviene in un istante solo, quelli che sono quindi “privi di una durata”.

-te iru - azione abituale 01

意味1: V-て + いる・います indica in questo primo caso un’azione abituale o ripetuta. Sia i verbi durativi che quelli istantanei si possono usare in questa forma.

例文:

  1. 毎晩早く寝ています。(qui neru è v. istantaneo)
    maiban hayaku nete imasu.
    Vado a letto presto ogni sera.
  2. 大学で日本語を勉強しています。(benkyou suru è v. durativo)
    daigaku de nihongo wo benkyou shite imasu.
    Studio giapponese all’università.
  3. イタリアでは交通事故で毎日たくさんの人が死んでいます。(shinu è v. istantaneo)
    itaria de wa koutsuujiko de mainichi takusan no hito ga shinde imasu.
    In Italia muiono un sacco di persone ogni giorno per via degli incidenti stradali.
  4. 彼女は週末ごとに大阪へ行っている。(iku è v. istantaneo/di moto)
    kanojo wa shuumatsugoto ni oosaka he itte iru.
    Lei va ad Osaka ogni fine settimana.
  5. 私は若い頃、よくあの喫茶店で友達と話していた。(hanasu è durativo)
    watashi wa wakai koro, yoku ano kissaten de tomodachi to hanashite ita.
    Io da giovane parlavo spesso in quel caffé con i miei amici.
  6. 昔はよく薬を飲んでいましたが、最近はあまり飲みません。(nomu è v. durativo)
    mukashi wa yoku kusuru wo nonde imashita ga, saikin wa amari nomimasen.
    In passato prendevo spesso medicine, ma di recente non ne prendo quasi mai.
  7. 最近は全然勉強していない。どうしよう~
    saikin wa zenzen benkyou shite inai. dou shiyou…
    Ultimamente non sto studiando per niente… come posso fare (per l’esame)?

注意:

  • Molto spesso questa forma è accompagnata da avverbi di tempo che indicano una frequenza (nelle frasi sopra ritroviamo i seguenti: ogni giorno, spesso, ultimamente, ogni fine settimana, ecc.), ma ciò non è d’obbligo. Ad esempio nella frase due abbiamo tradotto “studio giapponese all’università”. Questa frase e questa traduzione vanno benissimo così… se il contesto è chiaro; se ad esempio ci hanno chiesto “Cosa fai nella vita?” e rispondiamo usando la frase 2, questa va tradotta così come abbiamo detto (studio giapponese all’università”).
    Se però ci avessero chiesto al telefono “Cosa stai facendo in questo momento?” in giapponese avremmo avuto la stessa risposta, ma la traduzione italiana sarebbe stata sto studiando giapponese in università”, perché in questo contesto la forma -te iru avrebbe chiaramente indicato un’azione in corso e non un’azione abituale. Su questo punto torneremo dopo, vedendo il prossimo significato (意味2).
  • Sia il presente che la forma in -te iru possono indicare un’azione abituale o ripetuta (意味1). Non viene citato spesso, ma una differenza tra l’uso di una o dell’altra forma si può trovare. L’uso della forma in -te iru conferisce all’azione un carattere più temporaneo. Dunque se una certa cosa non va avanti da un po’ e non assumo che continuerà anche nel prossimo futuro, allora non uso il semplice presente per indicare un’azione abituale, ciclica o ripetuta come quella del caso 意味1. Ad esempio:
    この1週間ほど、毎朝6時に {起きています/起きます}。
    kono isshukan hodo, maiasa rokuji ni okiteimasu/okimasu.
    In quest’ultima settimana circa mi alzo ogni mattina alle sei.
    私の朝はいつも早いですよ。毎朝6時に {起きています/起きます}。
    watashi no asa wa itsumo hayai desu yo. maiasa rokuji ni okiteimasu/okimasu.
    Io sono mattiniero. Mi alzo alle sei ogni mattina.
  • Il verbo neru può significare “andare a letto” e quindi, in quanto verbo di moto, in giapponese è ritenuto un verbo istantaneo. Oppure può significare “dormire” e con questo significato è considerato un verbo durativo (vd. 意味2, 例文2, la frase n°1). Anche come verbo durativo avremmo potuto usarlo con il significato in questione (意味1), ad esempio: 毎日8時間寝ています mainichi hachijikan nete imasu, “(Io) dormo (per) otto ore ogni giorno” (qui “neru” è certamente un verbo durativo: l’azione “dormire” dura ben otto ore… cosa che io, da insonne, invidio molto).
  • Notare l’uso del negativo nelle ultime due frasi. Perché semplice presente in un caso e non nell’altro? Il punto di questo 意味1 è se un’azione è o no un’abitudine o un’azione ripetuta. Non fare qualcosa non lo è, significa solo “non fare qualcosa”, appunto. Tuttavia avere l’abitudine di non fare o evitare ripetutamente di fare qualcosa… è un’altra storia e può essere intesa come 意味1 e resa con presente o -te+iru (inutile dire che di norma la scelta sicura è il semplice presente).

-te iru - azione abituale 02

La progressione di un’azione: stare facendo…

意味2: V-て + いる・います indica il progredire di un’azione; si può tradurre con stare facendo l’azione V”, es.: io sto mangiando. Questo secondo caso riguarda solo i verbi durativi: a differenza di quanto succede in italiano un verbo istantaneo non può avere questa forma. Ad esempio in italiano possiamo dire “sta morendo”, in giapponese non possiamo prendere il verbo “shinu”, morire, e scrivere “shinde iru” pensando significhi “sta morendo” (difatti, vedremo in 意味3 che significa invece “è morto”).

-te iru - azione in corsoL’idea alla base di tutto ciò è che un verbo giudicato “istantaneo” non può mai indicare un’azione “in corso”, perché non ha una durata, avviene in un istante. Quindi un’azione indicata da un verbo istantaneo o non è ancora avvenuta o è già avvenuta: non posso mai¹ dire “sta avvenendo”.

  1. 静かに!チエちゃん寝ているよ。(qui neru è v. durativo)
    shizuka ni! chiechan nete iru yo.
    Silenzio! (Guarda che) Chiechan sta dormendo.
  2. 今は図書館で日本語を勉強している。
    ima wa toshokan de nihongo wo benkyou shite iru.
    In questo momento sto studiando giapponese in biblioteca.
  3. 昨日の3時には都市高速道路を走っていました。
    kinou no san-ji ni wa toshi-kousokudouro wo hashitte imashita.
    Alle tre di ieri stavo andando in tangenziale (percorrendo la tangenziale).

Può tornare comodo tener presente che questo caso corrisponde al present continuous dell’inglese …se lo ricordate dai tempi della scuola, altrimenti scordatevi che lo abbia citato 😛

Se non è specificato un momento questa forma si riferisce sempre a quel che si sta facendo adesso. Ragion per cui la prima immagine del punto precedente significa “(di solito) elimini i peli del naso?” (azione abituale) e non “ti stai liberando dei peli del naso (in questo momento)?” …che sarebbe molto strano come sondaggio!

¹Quel che non posso fare è usare con i verbi istantanei questa forma in -te+iru per intendere “stare… (facendo l’azione istantanea X)”, tuttavia in determinati casi, con determinati verbi istantanei, posso ancora esprimere questa idea, ma dovrò farlo con altre forme (che però studieremo molto più avanti).

L’azione dei verbi istantanei e lo stato risultante

In Giapponese, dicevamo, i verbi istantanei sono quelli la cui azione avviene in un istante solo, quelli, cioè, che sono privi di una durata… ma questo secondo i canoni giapponesi!

Sì perché purtroppo non basta la nostra sensibilità per decidere se un verbo è o no istantaneo: i verbi di moto, come andare, venire ecc., e quelli di cambiamento, come diventare, cambiare, sciogliersi, ecc. (a volte considerabili come un gruppo a parte) si comportano da verbi istantanei secondo i giapponesi, anche se per noi indicano azioni che hanno una durata non trascurabile.

意味3: La costruzione V-て + いる・います (con V = verbo istantaneo) indica lo stato in cui qualcosa si trova come risultato dell’azione V.

Quando ad esempio dico 結婚している kekkon shite iru, sto usando una forma diversa da 結婚する kekkon suru. Quest’ultimo significa “sposarsi” (mi sposo/mi sposerò), mentre 結婚している kekkon shite iru significa “sono sposato” e indica quello che è il mio “stato” (“coniugato” è il mio stato civile, no?), la mia situazione.

Dunque se io annuncio cosa farò oggi, più tardi o fra un anno allora dirò 結婚する kekkon suru (mi sposo/mi sposerò). Una volta passato il mio matrimonio, riferendomi al giorno delle nozze potrò dire 結婚した kekkon shita (o “shimashita” se non siete abituati ai passati in forma piana), ovvero “mi sono sposato”; riferendomi invece al mio stato attuale in un qualsiasi momento dopo le nozze (fino a un eventuale divorzio^^;; ) potrò dire 結婚している kekkon shite iru, cioè “sono sposato” (notare che è sparito il “mi” in italiano).

Quindi poco prima delle nozze dico “fra poco mi sposo/erò” (kyou kekkon suru), il giorno dopo le nozze dirò “mi sono sposato ieri” (kinou kekkon shita) se voglio riferimi al giorno delle nozze… dirò “sono sposato” (kekkon shite iru) se voglio parlare della mia situazione in questo momento.

Insomma, la forma in -te iru di un verbo istantaneo indica lo stato attuale (io sono sposato) risultato di un’azione già compiuta (io mi sono sposato).

例文:

  1. 結婚していません。
    kekkon shite imasen.
    Non sono sposato.
  2. まどが開いています。
    mado ga aite imasu.
    La finestra è aperta. (lib.: C’è la finestra aperta).
  3. 電気が消えているよ。
    denki ga kiete iru.
    La luce è spenta (lib.: C’è la luce spenta!).
  4. テレビはついています。
    terebi wa tsuite imasu.
    La tv è accesa. (più lett.: Per quanto riguarda la tv (/La tv, perlomeno), è accesa)
  5. 社長はアメリカに行っています。
    shachou wa amerika ni itte imasu.
    Il direttore si trova in America (i.e.: è andato in America e si trova ancora lì)
  6. バスが来ているよ! Cfr.: バスが来たよ!
    basu ga kite iru yo! Cfr.: basu ga kita yo!
    L’autobus è qui! (=L’autobus (è venuto e) si trova qui)
    Cfr.: È arrivato l’autobus (detto quando lo vedo arrivare o quando l’autobus si ferma)
  7. お父さんはおふろに入っています。
    otousan wa ofuro ni haitte imasu.
    Papà è nella vasca. (i.e.: Papà è entrato nella vasca e si trova ancora lì)
  8. あ、見て、見て!さいふがおちている。
    a, mite, mite! saifu ga ochite iru.
    Ah, guarda, guarda! C’è un portafogli a terra (i.e.: un portafogli è caduto ed è ancora là)

注意:

  • La frase 2 può essere affrontata come la 1. Il verbo aku è il verbo aprirsi, quindi doa ga akimasu = si apre la porta, doa ga akimashita = si è aperta la porta, mentre doa ga aite imasu = la porta è aperta (cioè la porta si è aperta e come risultato ora è aperta).
  • Purtroppo però non tutti i casi possono essere ridotti alla sparizione del pronome riflessivo nella traduzione italiana (mi sono sposato → sono sposato; la porta si è aperta → la porta è aperta). Per questo le frasi dalla 5 alla 8 non sono di immediata comprensione… va però tenuta presente bene quella che è l’idea di fondo: azione già compiuta → stato risultante.
    Ad esempio l’azione già compiuta dal direttore nella frase 5 è “è andato” (iku = andare), il risultato è che ora è lì, giusto? L’azione compiuta dal portafogli nella frase 8 è “è caduto” (ochiru = cadere), lo stato del portafogli come risultato di questa azione sarà “si trova a terra”… non siete d’accordo? -_^
  • A dire il vero la forma in -te + iru non è “tutta qui”. Ci sarebbero altri casi distinguibili, ad uno di questi accenneremo in seguito, per il resto… che dire? È una forma davvero molto complessa, di cui vale la pena parlare in modo approfondito, ma un post sull’N5 non è certo la sede più adatta.

*Si dice di norma che i verbi di stato (essere, trovarsi in un posto, ecc.) e le forme potenziali dei verbi (poter fare, poter andare, ecc.), insomma, verbi come desu, aru, iru, dekiru, ikeru (f. pot. di iku), ecc. non possono mai essere messi alla forma in -te iru. Questo in effetti non è vero per desu e dekiru, ma si tratta di argomenti abbastanza avanzati, quindi rimandiamo la discussione. Infine, si dice che ci sono verbi utilizzabili esclusivamente alla forma in -te iru (p.e. naru e shiru). Anche questa è un’esagerazione e anche quest’aspetto lo spiegheremo un’altra volta.

Torna all’indice

34 thoughts on “N5 in sintesi – Le forme in -te iru e i verbi istantanei

  1. Finalmente…una delle lezioni che aspettavo da taaanto! Ottima e ben fatta, almeno ora non tradurrò più -te+iru sempre e solo come presente progressivo.
    Un paio di correzioni: nell’ultima sezione alla frase 4 la rōmajizzazione (sì lo so, mi sono inventato una parola) è terebi WA; alla 5 invece manca la i in 行ってます; e infine alla 8 manca del tutto il rōmaji.

    Quindi se non ho capito male, per quanto riguarda l’ultima sezione, per indicare lo stato di un qualcosa userò -te+aru con un verbo durativo e -te+iru con un istantaneo.
    Nel primo caso il verbo sarà transitivo e lascerà ad intendere che qualcuno ha fatto l’azione e ha lasciato il qualcuno/cosa nello stato finale.
    Nel secondo invece il verbo sarà intransitivo(?o forse non sempre?) e indicherà più semplicemente lo stato del qualcuno/cosa in un dato momento.

    Non c’è un modo per sapere se un verbo è durativo o istantaneo, vero? Nel senso: se guardo su un dizionario non ci troverò Vx è istantaneo?

    1. Con te aru il verbo sarà transitivo (se messo alla forma del dizionario) e quello che normalmente dovrebbe essere complemento oggetto avrà la particella GA perché di quello si parla.
      Nel caso degli istantanei (di solito intransitivi, ma non sempre, vd. wasureru) farai la stessa cosa con la forma in te iru, ma senza la sfumatura che hai ben citato.
      No, non trovi scritto che è istantaneo.
      In compenso i durativi sono più semplici. Se trovi un esempio in te aru è fatta. Poi prova a restate al buon senso, se puoi dire di aver fatto una cosa “per tot tempo”
      Ho studiato per due ore
      Perfetto, è durativo. Invece
      È morto per due ore.
      …non va, è istantaneo.
      Poi ricorda che movimenti e cambiamenti sono istantanei di norma.
      Non sarà un modo perfetto, ma è meglio di niente o di sparare a caso.

      Grazie delle segnalazioni, sono preziose per me… Purtroppo scrivere questi post richiede ore e ore, quindi ripensamenti, discorsi spezzati e semplici typo sono all’ordine del giorno… E molto spesso pubblico all’ultimo minuto utile per pubblicare in un dato giorno… senza davvero rileggere tutto, devo ammetterlo.

      1. Grazie dei consigli, saranno sicuramente utili. Per le segnalazioni invece, non devi mica dare giustificazioni…fai già tanto per noi poveri utenti ignoranti, e noi diamo una mano come possiamo per rendere il sito più fruibile e comprensibile 😉
        Doumo arigatou

      2. Ciao, ricollegandomi alla questione sollevata nei commenti precedenti (modo per sapere se un verbo è durativo od istantaneo), io quando incontro un nuovo verbo ormai mi pongo sempre il dubbio, ma purtroppo non riesco sempre a scioglierlo.
        Ad esempio, la settimana scorsa un’amica mi racconta in una sua lettera che 最近、少し落ち込んでいた.
        Il verbo 落ち込む non lo conoscevo, ma il fatto che lei abbia usato la forma ている, mi ha fatto subito porre il dubbio: ma allora questo 落ち込む sarà un verbo istantaneo, no? Purtroppo non è tra gli esempi di verbi istantanei elencati nella grammatica “blu” della Hoepli, non è un verbo di “movimento”, e non è (almeno, a prima vista) un verbo di “cambiamento”. Su tangorin vedo che è un verbo intransitivo (buon indizio) e che nelle frasi di esempio citate si usa praticamente sempre nella forma ている per esprimere una “condizione di tristezza/depressione”. Ergo, concludo, secondo me questo è proprio un verbo istantaneo, che andrebbe usato in questa forma per esprimere uno stato di tristezza… ma ovviamente non ne ho la certezza piena, eh!

        Perché se fosse veramente un verbo istantaneo, allora 落ち込んだ cosa rappresenterebbe? Il momento in cui è avvenuta l’azione del “diventare triste”, che ha causato lo stato di tristezza/depressione? A me questa cosa puzza un pò! A me non sembra essere come i verbi 行く、閉まろ、死ぬ e via dicendo, per i quali mi sembra invece più facile identificare la “istantaneità” dell’azione che ha dato origine al cambiamento dello stato.

        Non so, forse sbaglio a farmi tutte ste domande, e in realtà dovrei semplicemente prendere atto che “sono depresso/triste” col verbo 落ち込む si usa con ている e bom, ma mi piacerebbe riuscire a capire il motivo che c’è dietro.

        1. Puoi dire
          moto-kano ga kekkon suru koto wo kiite ochikonda.
          …quindi sì, ochikonda indica il momento (passato) in cui uno è diventato depresso e ochikonde iru indica uno stato 😉

          L’esempio non era calzante ma non è che tu non abbia intuito qualcosa. Ci sono situazioni in cui trovi una forma in -te iru che sembra indicare uno stato con un verbo che proprio non sembra istantaneo!
          Tanaka-san wa mikka mae ni koko de shokuji wo shite iru.

          …la forma in te-iru è mooolto più complessa di quel che sembra. Può esprimere un’esperienza, il completamente di qualcosa (conosci già la forma negativa, mada tabete imasen, ma si può usare anche in forma affermativa nei giusti casi) e infine un’irrealtà. Purtroppo non è possibile affrontare qui l’argomento, né basterebbe un post (e avrebbe un seguito quasi nullo). In compenso posso annunciarti che uno dei libri che farò (dopo quelli di N5 e N4) sarà dedicato ai “segreti del giapponese”, quello che di solito non si dice. Lì verrà trattato sicuramente anche questo argomento.

        2. Grazie! 😀

          Il fatto che tu abbia citato come esempio “Tanaka-san wa mikka mae ni koko de shokuji wo shite iru” la trovo una cosa bellissima e “scandalosa”: non ho mai avuto il coraggio di chiederlo a nessuno, perché i libri che ho non ne parlano praticamente mai (si parla sempre e solo del caso al negativo!), ma chiaramente i madrelingua lo usano…

          Detto questo, non vedo l’ora che esca questo “I segreti del giapponese”, quando sarà pronto di sicuro una copia sarà mia!

          Grazie ancora, e alla prossima!

  2. Grazie per la lezione,
    ho però almeno un dubbio:

    Tutti I verbi istantanei che hai citato negli esempi (V-te + iru) sono intransitivi, essi hanno però il corrispettivo transitivo molto spesso, ad esempio 開く – 開ける

    まどが開いています = la finestra è aperta.

    私はまどを開けています = ??

    quest’ ultima frase è possibile?
    ha un significato o è grammaticalmente sbagliata?
    Qui anche se il verbo è istantaneo lo stato risultante non è del soggetto…

    1. Intransitivo jidoushi e istantaneo non sono la stessa cosa anche se i jidoushi di solito sono intransitivi e istantanei.

      Detto ciò. Aku è un verbo, akeru è un altro verbo. Hanno in comune un kanji, ma tutto lì.
      Aku è jidoushi e istantaneo, akeru è tadoushi e durativo.
      La frase che hai scritto rientra nel caso del significato due: è una progressione e non uno stato.
      Doa wo akete imasu
      Sto aprendo la porta

      Anche i tadoushi possono esprimere uno stato risultante, ma usano aru e il soggetto diventa la porta.
      Doa ga akete arimasu

  3. 起きる non è un verbo istantaneo? 私は起きていた significa che io ero in piedi, non che io mi stavo alzando, no?

    Per quanto riguarda 寝る, se dicessi 私は寝ていた, significherebbe sia che io stavo dormendo, sia che io ero andato a dormire? Uno come farebbe a distinguere il significato se si dicesse soltanto così, senza il contesto?

    1. La seconda è un’ottima domanda… non si può distinguere senza un contesto. Appena inserisco qualcosa in più però diventa chiaro. Per esempio con “4jikan dake neteita” diventa “io avevo dormito solo 4 ore” (neru con significato durativo).

      L’altra domanda si riferisce alle note relative alla forma abituale? Okiru e okiteiru significano quel che dici ma okiteiru può anche essere una forma abituale… come praticamente tutti i verbi che fanno la forma in te iru istantanei o durativi
      Di nuovo in base al contesto okiteiru avrà un significato diverso, “sono in piedi” o “mi alzo (ogni giorno alle 6)” …questo secondo significato diventa possibile solo con un’espressione di tempo tipo ogni giorno, ogni mattina, ecc che richiama l’idea di una abitudine.

      1. In realtà, la frase originale era 兄は起きていましたが、私は寝ていました, tradotta con “Mio fratello era in piedi, ma io dormivo ancora”. Quando l’avevo incontrata la prima volta, in base a quello che sapevo allora, non avevo capito perché fosse tradotta così; per me, avrebbe dovuto essere “Mio fratello si stava alzando, ma io stavo andando a dormire/stavo dormendo”. Adesso, invece, credo di capirlo. Quindi, nella prima parte il verbo è istantaneo (起きていました: “era in piedi”, non “si stava alzando”), nella seconda, così come è scritta, può essere sia durativo che istantaneo (寝ていました: “stavo dormendo” o “ero andato a letto”), anche se istintivamente penserei che sia durativo. No?

  4. ti segnalo altri due “errori” nelle note di 意味1 nell’esempio io sono mattiniero, mi alzo alle 6 tutte le mattine nella traduzione in romaji manca un pezzo: 私は朝は早いですよ。毎朝6時に {❍起きています/❍起きます}。
    “watashi wa hayai desu yo. maiasa rokuji ni okiteimasu/okimasu.” -> manca il “asa wa”
    e nella parte 意味 3 nelle frasi di esempio manca la traduzione in romaji del secondo esempio,
    e ultima cosa nel terzo esempio hai scritto: 電気が消えているよ。non si può tradurre anche con :” è sparita la luce! “o “la luce è sparita!” nel senso di è andata via la luce?
    E nell’esempio citato poco più su quello con watashi wa asa wa… è corretto mettere 2 “は”così vicini? chiedo perché non lo so non per mettere in dubbio ciò che hai scritto eh.

    1. Grazie della segnalazione, ora sistemo ^_^

      Per le tue domande…
      1. no, perché kieteiru indica lo stato attuale di della luce, quel che dici tu è denki ga kieta, ed è un’azione collocabile nel tempo (che so, “5 minuti fa è sparita la luce”); kieteiru è “adesso la luce non c’è”
      2. puoi avere perfino 3 wa in una frase, ma solo il primo può essere tematico (vd. qualche post in cui si parla di wa contrastivo, più recente è e meglio è). In quella frase va bene se il contesto è appropriato. Per esempio uno arriva spesso tardi per qualche motivo, un altro suppone che si alzi tardi e faccia tutto all’ultimo secondo… invece non è così, vuol fargli notare il primo tizio… Ecco in un contesto così va bene sicuramente. Ma anche vedendo la differenza con il roomaji probabilmente l’ho presa da internet e poi avevo deciso di semplificarla, ma ho dimenticato di sistemare il testo in kanji

      1. Grazie infinite per la spiegazione dico davvero, è tutto chiaro per quanto riguarda l’esempio con “wa”, mentre per quanto riguarda l’esempio della luce ho capito dove sbagliavo, ma ho un altro piccolo dubbio la cosa di avere un’azione collocabile nel tempo e lo stato attuale si può applicare a tutti i verbi o ci sono delle limitazioni? per esempio posso dire cosi: “生きた/生きて” e “生きている” ? per esempio in un contesto dove due amici fanno qualcosa di molto divertente o estremo per dire, e alla fine uno dei due euforico dice la seconda per dire come si sente ora “vivo”….spero di non aver detto una di quelle eresie massime >__<

        1. Non a qualunque verbo, solo ai verbi istantanei, come da titolo. Puoi fare la te-iru di altri verbi ma prende un altro significato.
          Ikite iru è un po’ particolare ma possiamo considerarlo uno stato risultante

          Ps scusa il ritardo nella risposta non mi ero accorto del tuo commento, per fortuna ogni tanto controllo i vecchi commenti

    1. Bella domanda! Pensa tu che non viene nemmeno scritto sul dizionario! Ci sono degli elenchi su certi libri, ma ovviamente non si può fare un elenco esausutivo.

      In realtà te ne rendi conto a forza di sentirli usare alla forma in -te iru. Dal contesto capisci che non significa “sto facendo la cosa X” e quindi capisci che quel verbo è un istantaneo usato per esprimere uno stato

  5. Se mettessi -te iku/kuru alla forma in -te iru, cioè -te itte/kite iru, iru si potrebbe riferire sia al verbo che precede itte/kite o a questi ultimi, a seconda del contesto?

    Cioè, se volessi dire che ultimamente sto andando al lavoro a piedi, potrei dire “Saikin shigoto ni aruite itte iru”. In questo caso, iru si riferirebbe al verbo aruku, che è un verbo durativo, no?

    Invece, se volessi dire che Tadashi è andato al lavoro a piedi ed è ancora là, potrei dire “Tadashi-kun wa shigoto ni aruite itte iru”. In questo caso, iru si riferirebbe a iku, che è istantaneo, no?

    1. Attenzione che la prima frase è un abitudine quindi non importa se la riferisci a un durativo o a un istantaneo, va bene lo stesso.
      Ma capisco cosa vuoi dire. Aruku è durativo e “sta camminando (in questo momento)” è un’azione in corso.

      Anche sentendo l’ultima frase, però, uno pensa immediatamente che Tadashi di norma, come abitudine, va a lavoro a piedi. E non che “è andato a piedi” e “si trova a lavoro”.
      Perché aruite è “è andato a piedi” solo se “riceve” il tempo passato dal verbo della principale. Mi spiego…
      nonde tabemashita significa, in un certo senso, “nomimashita + tabemashita”. Allo stesso modo nonde tabemashou vuol dire “nomimashou + tabemashou”, idem per la forma in -te iru: nonde tabete iru = “nonde iru + tabete iru”.
      In pratica la forma del verbo della principale si “riflette” sul verbo alla forma in -te.

      Dunque se la forma in -te iru sta lì a rappresentare lo stato derivante dall’azione conclusa andare, va applicata allo stesso modo ad aruku… ma non puoi perché aruku non accetta di fare la forma in -te iru per rendere uno stato risultante.
      Se la forma in -te iru sta lì ad indicare un abitudine con il verbo andare, puoi “applicarla” anche ad aruku perché anche i durativi possono rendere un abitudine con la forma in -te iru!
      Ecco perché quell’espressione fa pensare subito a una abitudine e la tua interpretazione non fila.

      1. E, se dicessi solo “Tadashi-kun wa shigoto ni itte iru”, potrebbe significare sia che è andato al lavoro ed è ancora là sia che va abitualmente al lavoro, secondo il contesto?

        1. Sì!
          Itsumo jitensha de shigoto ni itte iru
          È chiaramente abitudine.
          Viceversa è l’uso di itte iru per dire che si trova lì ad essere più raro perché hai espressioni più banali per dire la stessa cosa: shigoto ni itta o shigotoba ni imasu
          …e questo shigotoba mi porta all’ultimo nota bene. Shigoto non è un luogo, nemmeno in shigoto ni iku (dove è più un fine, come fosse “andare a lavorare”), quindi non dici ima shigoto ni iru (puoi pure trovarlo ma non è il massimo) è meglio se sostituisci shigoto con kaisha per esempio. Con itte iru per molti è più accettabile perché diventa è andato a lavorare e l’effetto dell’azione perdura, non è un verbo che indica davvero dove uno si trova

  6. Quindi: quando parliamo di -te iru applicato ad un verbo istantaneo abbiamo che questa forma esprime lo stato risultante e si traduce in italiano con il verbo al passato. Il carattere di forma progressiva di -te iru si esplicita nel fatto che lo stato risultante deve mantenersi anche nel tempo presente. Per cui, se voglio dire “ho comprato una macchina rossa” e questa macchina ce l’ho tuttora allora posso usare katte iru/imasu, mentre se la macchina non ce l’ho più devo usare katta/kaimashita. E’ giusto?

    1. >> “…esprime lo stato risultante e si traduce in italiano con il verbo al passato”
      Detto meglio sarebbe “esprime uno stato (cioè descrive la situazione attuale) che è il risultato di un’azione ISTANTANEA compiuta nel passato (e quindi un’azione che non solo è terminata, ma è terminata in un attimo, perché istantanea!) ma che ha un effetto che perdura nel tempo”.
      P.e. il giorno prima del mio matrimonio potevo dire “domani mi sposerò” (kekkon suru) e il giorno dopo potevo dire “ieri mi sono sposato” (kekkon shita). Nel giorno del matrimonio l’azione è terminata, ma ha un effetto che perdura (ora vivo con qualcuno), ne deriva che mi trovo in un certo stato (risultante): “kekkon shite iru” = “sono sposato” …che è il mio STATO (civile!)
      Il soggetto dello stato in questione non è necessariamente chi ha agito, come nel caso dello sposarsi, anzi spesso non è coniderato in queste forme.
      P.e. aku = aprirsi
      doa GA aite iru = la porta è aperta
      …l’avrà pure aperta qualcuno, ma non è questo il punto del discorso e il soggetto di aite iru è la porta, perché aite iru descrive il suo stato, “essere aperta”.

      Non devi avvicinare questa forma alla “forma in -te iru progressiva”, poiché i verbi che possono creare una forma “progressiva”, in genere detta “continuata/iva”, sono detti DURATIVI e non possono mai creare una forma in -te iru come quella in esame (salvo particolare eccezioni possibili per certi verbi).
      I verbi durativi riguardano azioni che hanno una durata, i verbi istantanei riguardano un’azione che non ha una durata. Se un verbo avviene in un istante non potrai usarlo per dire che “sto facendo l’azione X”, no?

      L’unico problema è che i verbi giapponesi sono giapponesi, non sono esattamente come i verbi con cui li traduciamo. P.e. il verbo sposarsi per noi potrebbe essere durativo… perché il giorno del mio matrimonio non dovrei poter dire “mi sto sposando”? E invece in giapponese non puoi, non usando la forma -te iru.
      Allo stesso modo 行く iku è gen. tradotto come “andare”, ma è istantaneo, non posso dire “sto andando a lavoro” (p.e. al telefono mentre sono per strada) usando la forma in -te iru del verbo iku, perché è un verbo istantaneo, un po’ come il nostro “partire”. Allo stesso modo “naru”, diventare, non è durativo, è istantaneo.
      C’è un momento in cui “sto per andare” e l’attimo dopo “sono andato (=partito)”, una volta arrivato posso dire “itte iru” (cioè mi trovo in un posto per effetto del fatto che ci sono andato). Di nuovo, non posso dire “itte iru” nel senso di “sto andando” (azione in corso. Quindi…
      iku –> itta –> itte iru
      ochiru (sta per cadere/cadrà) –> ochita (è caduto) –> ochite iru (è a terra)
      (NB quest’ultimo ci ricorda che non possiamo dire di “tradurre queste forme in -te iru con un passato”)

      Viceversa “kau”, comprare, potresti pensare sia istantaneo… e invece è durativo.
      kau (sto per comprare/comprerò) –> katte iru (sto comprando) –> katta (ho comprato)

      1. Mah guarda, se c’è qualcosa che ho capito della lingua giapponese è che non ti puoi mai fidare delle apparenze. Personalmente non mi sarei mai avventurato nel presumere che kau fosse un verbo istantaneo, se non fosse che da qualche parte me l’avevano passato così. OK, appunto preso.

      2. E più precisamente, l’ho trovato qui: https://www.wasabi-jpn.com/japanese-grammar/japanese-aspect-the-beginning-middle-end-of-actions/

        Si parla di tutt’altro argomento, ma ad un certo punto viene nominato kau definendolo come “azione momentanea” contrapponendolo ai verbi che impiegano del tempo ad esplicare la loro azione. O magari sono io che sono saltato troppo in fretta alla conclusione che l'”azione momentanea” di cui si parla è lo stesso che intendiamo quando parliamo di verbi istantanei e durativi

        1. Questo è uguale in italiano: “Sto comprando delle cose” va bene, “Ho iniziato a comprare delle cose” non funziona.
          Comunque, potrebbe essere che intendessero momentanea proprio nel senso di istantanea e abbiano sbagliato… I siti di giapponese in italiano sono pieni di erroracci e spesso scritti da gente che non ha nemmeno un N4. Di quelli inglesi possiamo dire perlomeno che non saranno certo immuni da errori.

          Se la cosa non ti convince però, guarda qui, prima risposta in alto (No. 4 ベストアンサー)
          https://oshiete.goo.ne.jp/qa/10123589.html
          Dopo aver detto di essere un insegnante di giapponese procede a spiegare usando la successione dei momenti, proprio come ho fatto io:
          kau -> katte iru -> katta (e parla espressamente di “keizoku”, continuità, per katte iru)
          In contrapposizione con saku, istantaneo
          saku -> saita -> saite iru
          Uno può sbagliare i termini, ma se questa è l’immagine del verbo che un giapponese ha, non ci sono dubbi sulla sua natura.

          Comunque, se la cosa ti può consolare, tutto ciò crea problemi anche i giapponesi… nello stesso thread c’è chi non ha mai sentito parlare di verbi di cambiamento e l’ultima risposta (la prima in ordine di tempo) è quasi divertente:
          「買っている」というと、買った結果今手に持っているのではなく、店で今買っているところをイメージする。
          従って「買う」は瞬間動詞。
          “Quando si dice “katte iru” si immagina (uno) che sta comprando (qualcosa) in un negozio in questo momento, non uno che ha qualcosa in mano come risultato dell’averlo comprato.”
          …fin qui perfetta descrizione di un verbo durativo. Purtroppo il tizio prosegue:
          “Dunque “kau” è un verbo istantaneo”
          EEEHH???!
          …come vedi di fronte a istantanei e durativi sono in difficoltà anche i giapponesi e come dicevo, l’immagine del verbo è quella, ma appunto, anche i giapponesi si fanno fregare dalla terminologia.

Fatti sentire!

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.