La linea di abbigliamento Seiren ha un prodotto di cui vanta le proprietà antiodore, DEOEST. Di questo prodotto esiste un modello “premium” (come il suo prezzo), che vanta una caratteristica decisamente particolare… essere rimasto esposto all’aria Hawaiiana per giorni.

Mi sono immediatamente detto… “Ma se è anti-odore, il fatto di restare esposto all’aria hawaiiana non dovrebbe dargli un buon odore (è anti-odore). E allora che fa?!”. Ma sorvoliamo sulla pura logica, che non va mai d’accordo con le pubblicità giapponesi e i 珍道具 chindougu, cioè gli “strani oggetti/attrezzi”, di cui la nostra rubrica di stranezze è piena zeppa.

Riuscite, piuttosto, a indovinare di quale prodotto si tratta? No? E allora guardate il video!

Sì, esatto, mutande. All’aria dell’Hawaii. Le impacchettano per la gioia del nostro pacchetto.

Che senso ha – vi chiederete – esporre al buon odore dell’aria hawaiiana un prodotto anti-odore, per poi impacchettarlo, affinché i clienti lo indossino e ne cancellino l’odore, al primo lavaggio che fanno (i vestiti appena presi andrebbero sempre lavati prima di essere indossati) o comunque entro un paio d’ore da quando le hanno indossate?!?!

Allora, ragazzi, cosa vi ho detto a proposito di logica, pubblicità e prodotti giapponesi? Eh, dai, non fatemi ripetere -__-”

Ma come è possibile tutto ciò?! Da dove arriva questa magia? Sì, lo so, dal Giappone, ma la mia era una domanda retorica, d’effetto… lasciamo stare. Piuttosto, vi chiederete: perché dovrei crederci?! Forse perché “sono pazzi questi giapponesi”? Anche, ma più che altro per via di questo video che ne spiega la “attenta preparazione”.

Allora, che ne dite, è abbastanza strana questa stranezza? Mi devo impegnare di più?

12 thoughts on “Strane pubblicità giapponesi – Una ventata di aria fresca là sotto (una di numero)

  1. Forse poi vendono dei pacchetti di ricarica di aria hawaiiana a cui esporre le proprie mutande dopo il lavaggio o dopo una lunga giornata lavorativa :-p
    Sì, sì, lo so…non ha senso…non ha senso, vero? 【・_・?】

      1. What the f… ho appena visto il prezzo!! 60 dollari per un paio di mutande? Non penso siano usa e getta, ma se uno se le cambia tutti i giorni cosa deve fare? Aprire un mutuo? Ahahahah, come direbbe Obelix: “Sono pazzi questi… giapponesi”.

  2. 🙂
    Il tuo nome…no, sorry, non ne ho idea, troppe variabili nanori… e magari non lo hai usato nemmeno il nanori…in più quel suffisso mi dà l’idea di qualcosa di chimica. Se è un nome, proprio non saprei, altrimenti è un gioco di parole che può capire giusto un esperto. Ciao!

    1. Ah ah! Il some si legge “Ma tei a”, cioè “Mattia” XD So che i Kanji sono difficili (sono i Kanji di “Davvero Talentato Genio”), ovviamente ho scelto dei Kanji belli (fin troppo 😀 ), che si pronunciano Ma tei a, ma posso scriverlo con dei Kanji schifosi…
      Il tuo nome, Francesco, potrebbe essere traslitterato in “Furanchiesuko”, e potrebbe essere così: 夫藍智栄寿子 , con dei Kanji che significano “Marito, indaco, la saggezza, la prosperità, longevità, bambino”,
      Oppure così: 富卵稚栄寿子, con i “Kanji di Ricco, Uovo, Giovane, Prosperità, Longevità, Bambino” e con mille altri modi!
      Ciao! da 真呈亜 (Furigana, cioè lettura dei Kanji: まていあ = Ma te i a) = Mattia 😀

      1. Peccato che la pronuncia sia Mateea…abbastanza lontano da Mattia! Il mio ancora ancora lo preferisco in katakana, che è poi la traslitterazione usuale per uno straniero e mi dà i suoni che mancano in giapponese.
        Per il resto…basta con gli off-topic o Kaze ci lincia!

        1. Grazie Fra… linciaggio a parte mi hai tolto le parole di bocca. È vero Mattia si scriverà con te-i ma la i è piccola, si usa per rendere il suono ti. È sempre bene non usare i kanji per il proprio nome, se non come un gioco.

Fatti sentire!

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