Arashiyama è un paesino vicino Kyoto da visitare assolutamente almeno una volta (o due) quando andate in Giappone. A parte lo spettacolo del fiume, con la pesca con il cormorano nelle sere d’estate, a parte l’oasi di pace della foresta di bambù e la sorpresa dell’Iwatayama Monkey Park, un parco dove le scimmie girano libere… Avrete forse visto qualcosa tra le mie foto su Giorni giapponesi… ma a parte tutto ciò, dicevo, c’è anche un locale in particolare che forse val la pena di visitare (starà a voi decidere dopo aver visto le foto di questo articolo).

Lo so, ne abbiamo già visti di negozi strani, come nell’articolo XXX café o in Negozi sospetti, ma vi assicuro che anche questo, in tutta la sua normalità, non vi deluderà!

Il locale si chiama Tenpura-matsu; sul 暖簾 noren, la tendina sopra l’ingresso, si vede scritto solo tenpura, ma tutto in kanji, che da un tocco “old-style” (di solito si scrive 天ぷら ma qui vediamo 天麩羅).

Ma cos’è il tenpura?

Ne avrete sentito parlare, ma per scrupolo vi faccio presente che il termine tenpura (o tempura che dir si voglia) indica verdura o gamberi immersi in una pastella e fritti nell’olio. La parola è di origine straniera, perché straniera è l’origine del piatto, cucinato dai “barbari del Sud” (南蛮 nanban), ovvero gli occidentali per le quali le porte del Giappone si aprivano a Sud, nel Kyushuu (punto strategico per gestire i commerci tra Cina e Giappone). Non si sa però da quale parola derivi; tra le varie ipotesi ci sono “tempero”, cioè “cucinare” in portoghese, e “temperança”, un’altra parola portoghese che significa “temperanza” (moderarsi, astenersi …la virtù esercitata sotto quaresima e ogni venerdì quando non si mangia carne… e difatti la tenpura prevede verdura e gamberi, ma niente carne). Avrete intuito che i “barbari del Sud” erano essenzialmente portoghesi, ma ci sono ipotesi che riguardano lo spagnolo (come “templo”, cioè “tempio” in spagnolo).

Ora immagino che avrete due domande per la testa…

Una sarà qualcosa tipo “Ma io ho sentito dire sempre LA tenpura, perché dici IL tenpura?”

Perché convenzionalmente, poiché le parole giapponesi non hanno genere di loro, si è deciso che ogni termine giapponese (non riferito a persone e non ormai parte integrante anche della nostra cultura) debba ricevere l’articolo maschile. Aggiungo tra l’altro che non ha l’accento sulla “u”, la “u” di tenpura si sente appena, suona come tenp-ra.

La seconda domanda che vi frullerà per la testa sarà…

“Ma non ci dovevi parlare di ramen alla svedese? Che è ‘sta manfrina sul tenpura?”

Avete ragione… ora ci arrivo. Il locale, contrariamente al nome, non serve solo tenpura, anzi. Mira innanzitutto a riproporre la cucina tradizionale, ma reinterpretandola in chiave moderna, nella misura in cui ciò significa curare l’estetica di un piatto. Lo si può notare da soluzioni come il salmone affumicato su legno, di fronte al cliente, o dal sake servito in un contenitore di bambù… e da foto come queste.

Terza domanda… sì, l’ho sentita arrivare… e vi precedo: no, questo non è un blog di cucina.

E il ramen alla svedese?!?

Innanzitutto, ho semplificato un po’ troppo… si tratta in effetti di udon (se il ramen assomiglia ai nostri spaghetti, gli udon sono degli spaghetti che hanno mangiato come lottatori di sumo). Questi sono serviti come 冷やしうどん hiyashi-udon, cioè “udon freddi”… Un modo comune di servire ramen, udon e soba in generale, ma questo ristorante lo fa usando cubi di ghiaccio scavati!

Più svedese di così, che volete?!

Stranezze giapponesi Tenpura e udon in stile svedese (1b)

Sembrerebbe un dettaglio da poco il fatto che si tratti di udon e non di ramen, ma è proprio la grandezza degli udon (rispetto ai ramen, fini come spaghetti, dicevo) che permette a questi udon in ghiaccio di essere scambiati per…

Allora?! Mi sbaglio? Non lo so, mi ci sono fissato io? Sono solo io che lo vedo?! A me sembrano cervelli in formalina! O comunque qualcosa di disgustoso!

E diciamocelo! Non è che se uno ci mette la fogliolina di bambù, il petalo di sakura o tutto quel che richiama il Giappone, quello poi diventa arte sublime, cavolo!

E a voi ha fatto impressione? O siete menti candide, che mai avrebbero pensato a qualcosa di così grottesco? >_>

5 thoughts on “Stranezze giapponesi (50) – Tenpura e ramen in stile svedese

  1. Vedendolo così, mi ricorda quella pubblicità del 71 del BrancaMenta… quella con i bicchiere di ghiaccio. Cervello in formalina, no quello no. Forse i spaghettoni ciccioni presi al di fuori del contesto, mi ricordano vagamente … i vermi intestinali. Ma solo perchè si parla di cose splatter 😀. Comunque complimenti per il blog! Interessantissimo! Nonostante non sia una studiosa di lingue orientali, mi affascina leggere di culture e tradizioni di altri paesi.

    1. Eh?! E’ del 71 quella pubblicità? °° Com’è che la ricordo anch’io? °° XD

      Be’, anche i vermi intestinali non è male, dai… ^^;;

      Grazie dei complimenti e non preoccuparti non discriminiamo i non studiosi di lingue orientali qui, anzi XD Essere affascinati da culture e tradizioni diverse è, come direbbero i giapponesi, davvero erai! (lodevole)

  2. A me quel tamago-udon? mi ha fatto venire solo fame! Poi c’è chi è più impressionabile di me, ma nessuno di questi piatti mi ha fatto rabbrividire (se non per il ghiaccio)…anzi! [ ☉ ڡ ☉ ]

    1. Brrrr….Brancamenta!

      XDDD

      ( ´Д`)=3 …sono vecchio.

      p.s. non c’è un tamago-udon ma l’uovo è una comune possibile aggiunta in piatti del genere (udon, soba, raamen). Di base invece si trova ad esempio nello tsukimi udon (crudo o semisodo …o come dicono in Giappone: “nama” o “hanjuku”)

Fatti sentire!

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