non costa niente dire per favore distinguere kudasai e onegai shimasu

E no, carissimi, eccome se costa! Perché qui si tratta di usare correttamente le espressioni giapponesi che significano “per favore”, お願いします onegai shimasu e ください kudasai, e non è poi cosi facile!

Le avete già sentite, vero? Ma scommetto che non siete tranquillissimi su come usarle. Questo perché vi hanno mentito tutti finora… apposta per farvi sbagliare! …maledetti!

Ok, improperi a parte, niente paura, basta un articolo di SdG e potrete fare subito chiarezza sull’annosa questione:

Quando uso onegai shimasu e quando uso kudasai per dire “per favore”?

…e ovviamente scoprirete anche su cosa vi hanno mentito! Vi pare poco? No? Allora cominciamo!

Cosa significano kudasai e onegai shimasu?

Dobbiamo cominciare con il dire subito che né onegai shimasu né kudasai significano “per favore” …ecco perché dicevo “maledetti”: la bugia è proprio il punto principale della questione!

Il vero significato di kudasai

下さい/ください kudasai è una forma irregolare del verbo onorifico kudasaru. Trattandosi della “base in -masu” di un verbo godan dovrebbe fare “kudasari“, ma questa base risulta ormai antiquata e non si sente praticamente più (a parte in qualche drama storico); al suo posto si dice kudasai (aggiungendo, eventualmente, -masu otteniamo poi la “forma in masu” e abbiamo quindi kudasaimasu, kudasaimasen).

Il significato di kudasaru è quello del verbo “dare” in forma onorifica. Si usa cioè per rendere il verbo “dare” solo quando ad agire è una persona diversa da me che parlo e per qualche motivo voglio suonare rispettoso nei suoi confronti, “onorarla”. Non solo, implicita in quest’idea di “onorifico” è la sfumatura per cui questa persona dando qualcosa a me o a chi mi è vicino, mi fa, in qualche modo, un favore.

Ora dobbiamo aggiungere che la base in -masu può essere usata nel linguaggio cortese per rendere un imperativo… Risultato? Kudasai è una forma imperativa e onorifica del verbo “dare”. Possiamo quindi tradurlo con “Mi dia… per favore” o, non so, “Sia così gentile da darmi… per favore”.

お茶をください。
ocha wo kudasai.
Mi dia del tè, per favore.

La scrittura in kanji o hiragana è in realtà indifferente. Di regola però si dovrebbe usare il kanji quando kudasai è verbo a sé e l’hiragana quando si comporta da ausiliare (fra poco vedremo questo uso particolare).

Ci torneremo a breve, ma attenzione: la frase sopra si usa solo quando potete, in un certo senso, pretendere di avere qualcosa (per esempio ordinando in un 喫茶店 kissaten, una sala da tè), non in altri contesti. Quindi se qualcuno vi offre qualcosa dicendo “Tè o caffè” e volete rispondere “Del caffè, per favore”, non usate kudasai, ma onegai shimasu, come vedremo più giù, o un’altra espressione.

Il vero significato di onegai shimasu

Un errore frequente è quello di considerare onegai (favore) + suru (fare) come se desse quindi il verbo in suru “fare un favore”. La realtà è ben lontana da tutto ciò e il soggetto di onegai shimasu è chi chiede un favore, non chi lo fa! お願いします onegai shimasu, infatti, è una “costruzione onorifica” del verbo 願う negau, desiderare (NB la costruzione in questione è “o + base in masu + verbo suru/itasu (fare)”, di norma nelle forme in masu, shimasu o itashimasu).

Vero è che a volte, specie quando appare da sola, è difficile tradurre questa espressione con un semplice “desidero” e diviene più naturale un’espressione tipo “Glielo chiedo per favore”, “Le sarei/sarò grato per questo favore” o semplicemente “Per favore”.

じゃ、明日までに用意するね。
ja, ashita made ni youi suru ne.
Allora lo/la preparo entro domani.
お願いします。
onegai shimasu.
Sì, per favore/Perfetto, grazie mille. (traduzione adatta in questo contesto, ma liberissima)

Espressioni giapponesi Non costa niente dire per favore 1

Quando usare kudasai o onegai shimasu è indifferente?

Quando si vuole ricevere qualcosa posso sostituire kudasai con onegai shimasu; onegai shimasu però suona più cortese, perché alla fin fine “kudasai” è pur sempre un ordine dato all’altra persona, anche se in forma onorifica, quindi posso usarlo solo quando voglio ricevere qualcosa che ho il diritto di ricevere (magari perché pago, ma non è detto) e l’altra persona si suppone sia lì apposta per darmi quel qualcosa. Le ordinazioni al ristorante sono un classico esempio… ma non è detto sia l’unica situazione possibile.

コーヒーを(1つ)下さい。
koohii wo (hitotsu) kudasai.
Del caffè, per favore./Un caffè, per favore.

La seconda traduzione vale (nei due esempi, sopra e sotto) solo se si aggiunge quanto scritto tra parentesi. Inoltre tenete presente che al posto di hitotsu/futatsu potreste trovare 1杯 ippai (o 2杯 nihai o più), ma questo solo se ciò che ordinate è in tazza o in un bicchiere: hitotsu è il modo più generico di dire “uno” (in questo caso “un caffé”), mentre usare “ippai” equivale a ordinare “una tazza di caffé”.

Ah, sia nell’esempio precedente che nel successivo, la particella wo può essere sottintesa perché “ovvia” (succede spesso di omettere le particelle nel linguaggio parlato). Nella frase successiva in particolare capita di rado di avere la particella, perlomeno se non è esplicitato il numero; questo per il semplice fatto che dire “…wo onegai…” mette due “o” in fila e rende “scomoda” la pronuncia.

コーヒーを(2つ)お願いします。
koohii wo (futatsu) onegai shimasu.
Del caffè, per favore./Due caffè, per favore.

Va detto infine che nei locali, ad esempio, dove potreste ordinare qualcosa usando queste espressioni, la maggior parte delle persone (specie gli uomini) non usano nemmeno kudasai… Le buone maniere vanno perdendosi ovunque.

Ho letto discorsi in rete che limitavano il tutto alle ordinazioni… non è assolutamente vero!

ご協力をお願いします。
gokyouryoku wo onegai shimasu.
Per favore, (vi chiediamo) la vostra collaborazione.

Quando usare kudasai o onegai shimasu non è lo stesso?

Per esempio quando chiediamo di qualcuno al telefono: chiamo a casa di Akemi per parlarle e mi risponde qualcun altro… una coinquilina o il padre, a seconda dell’età di lei, vedete voi.

明美さんをお願いします。
akemi-san wo onegai shimasu.
Akemi, per favore.

Questa frase va benissimo, nessun problema. Ma cosa succede se sostituiamo onegai shimasu con kudasai?

明美さんを下さい。
akemi-san wo kudasai.
Mi dia (in sposa) Akemi.

Assolutamente non è il caso di sbagliarsi su questioni così delicate, giusto? Quindi pensateci bene prima di usare kudasai alla leggera. O invitatemi alle nozze: non dico mai di no a un pranzo gratis.

Quando si usa solo kudasai?

Quando è ausiliare; per la precisione quando segue “la forma in -te di un verbo” e non indica quindi la richiesta che qualcuno ci dia qualcosa, ma la richiesta che qualcuno faccia qualcosa (formalmente potremmo che quel qualcosa viene fatto come fosse un favore verso di noi che lo chiediamo, ma è una sfumatura che si è persa, proprio come il nostro “per favore”, che può essere viceversa persino brusco: “Non fumi qui per favore!” non suona esattamente come “Lo faccia per me, per favore, non fumi!”, giusto?).

ちょっと待ってください!
chotto matte kudasai!
Aspetta un attimo, per favore!

Come da esempio kudasai (in hiragana perché ausiliare) segue una forma in -te del verbo (待つ matsu è diventato 待って matte). A volte questa forma è presentata come “imperativo cortese”, e in effetti possiamo togliere il kudasai per suonare più colloquiali, o usare altre forme più brusche, ma in contesti davvero cortesi non lo userei (anche la presenza di “chotto”, tipico del linguaggio parlato non formale, è indicativa).

Espressioni giapponesi Non costa niente dire per favore 6N.B. Ho già parlato di forma in -te kudasai (e in precedenza anche qui) e di altre forme imperative in giapponese.

In contesti più cortesi vado a usare invece la costruzione seguente

少々お待ちください。
shoushou omachi kudasai.
Attenda solo un momento, per favore.

…ovvero “o + base in masu del verbo + kudasai”. Ovviamente il senso è lo stesso, ma il livello di cortesia e formalismo è ben diverso. Un impiegato al telefono non userebbe mai la prima di queste due espressioni con un cliente!

Come ultima nota va detto che kudasai può essere sostituito sempre da 頂戴 choudai ma è più colloquiale e (quasi) solo femminile al giorno d’oggi.

Espressioni giapponesi Non costa niente dire per favore 5

Quando si usa solo onegai shimasu?

Onegai shimasu non fa da ausiliare quindi non si può usare dopo una forma in -te del verbo come kudasai (in compenso può seguire una richiesta in -te kudasai, come nell’immagine di inizio articolo, per rafforzarla). Onegai shimasu però ha decisamente più usi di kudasai. Può essere usato…

  • per chiamare un cameriere o per attirare l’attenzione di un negoziante che non è al bancone (in questo secondo caso, se non c’è nessuno, potete usare anche gomen kudasai).
  • quando qualcuno prende in carico una nostra richiesta (il secondo esempio a inizio articolo): in parte suona come un ringraziamento e in parte come un “mi affido a te/lei per questa questione”.
  • per chiedere di parlare al telefono con qualcuno che non vogliamo necessariamente sposare
  • dopo particelle diverse da wo

Quest’ultimo punto merita un approfondimento, perché scommetto che così com’è vi dice poco. Abbiamo visto gli esempi con koohii wo kudasai/onegai shimasu. Può essere sottintesa, è vero, ma logicamente parlando questa frase vuole la particella wo perché intendo “Mi dia (che cosa?) del caffè” o “Desidero/Vorrei per favore (che cosa?) del caffè”. Qui “koohii” vuole la “wo” perché è complemento oggetto, perché è la risposta alla domanda “che cosa?”, vista tra parentesi.

Ma non abbiamo sempre “wo” in quella posizione. Mettiamo che una guida turistica ci chieda se vogliamo che spieghi in giapponese o in inglese. Noi siamo degli intrepidi e per questo gli diremo

日本語でお願いします。
nihongo de onegai shimasu.
In giapponese, per favore.

In generale la costruzione “…de onegai shimasu” funziona molto bene quando avete delle opzioni da scegliere. Ricordate la frase

じゃ、これでお願いします。
ja, kore de onegai shimasu.
Allora… facciamo questo qua./Allora… vada per questo qua.

Usate kore se potete indicare e/o “toccare” l’opzione in questione per quanto è vicina a voi, usate sore se è vicina alla persona con cui state parlando, ma non altrettanto a voi.

Espressioni giapponesi Non costa niente dire per favore 3

Tra l’altro il “de” può avere una funzione inclusiva (come in 全部でいくらですか zenbu de ikura desu ka, Quant’è in tutto?), quindi quel “kore (de)” può indicare delle cose (o una sola) per le quali finalmente ci decidiamo dopo aver fatto delle aggiunte o tolto altre cose (anche qui posso tradurre allo stesso modo “Vada per queste cose qui” …bruttina ma efficace).

Senza considerare il caso, forse, più facile in cui il “de” indica mezzo. Immaginate di voler pagare con la carta di credito e di usare “kore” (questa) invece di kaado (carta); la frase da usare sarà sempre la stessa!

これでお願いします。/カードでお願いします。
kore de onegai shimasu./kaado de onegai shimasu.
Con questa, per favore./(Pago) con la carta, per favore.

Certo, anche in questo caso potevamo aver ricevuto due opzioni dal cassiere: “Paga in contanti o con la carta?”, risposta, identica, “Con questa/Con la carta, per favore”.

O ancora possiamo chiedere che una cosa sia in un certo modo… concetto un po’ complesso, ma non voglio dilungarmi a spiegarlo, accettate la frase com’è perché torna utile:

お会計は別々でお願いします。
okaikei wa betsubetsu de onegai shimasu.
Il conto separato per favore.

Ma non c’è solo il “de”!

Ad esempio potremmo usare made chiedendo a un tassista

羽田空港までお願いします。
Haneda-kuukou made onegai shimasu.
(Fino) all’aeroporto di Haneda, per favore.

…detto tra parentesi, non fatelo: se non siete in almeno in 4 vi costa una fortuna.

O ancora potremmo trovare un avverbio: una forma in -ku per gli aggettivi in -i

Espressioni giapponesi Non costa niente dire per favore 4Se siete qui immagino conosciate già yoroshiku onegai shimasu, Piacere di conoscerLa

…oppure un aggettivo in na seguito da ni. Vediamo solo due esempi da un contesto lavorativo

早急にお願いします。/手短にお願いします。
soukyuu ni onegai shimasu./temijika ni onegai shimasu.
Con urgenza, per favore/In breve, per favore.

Ok, direi che è tutto. Ancora una volta abbiamo sviscerato l’argomento, illuminato ogni punto buio (si spera), detto tutto quello che gli altri trascurano. Spero vi abbia fatto piacere.

またな~

11 thoughts on “Espressioni – Non costa niente dire “per favore”

  1. …non c’entra nulla con l’articolo ma lo devo scrivere…. Io inizio ad ottobre un corso base di giapponese… Non ci capirò nulla 🙄ma era una vita che volevo farlo… Nel frattempo ti leggo e cerco di capirci qualcosa! Un saluto impegnato 😉

  2. Grazie! lo stavo aspettando, questo articolo 🙂

    @Astralla: anch’io vorrei iniziare un corso a settembre (sto valutando quelli della Japan Foundation) perché ho bisogno di interagire con qualcuno… in bocca al lupo! 🙂

  3. Ecco lo sapevo! Questo il rischio di utilizzare un frasario da viaggiatore che ti propone o kudasai come traduzione del “per favore”. Adesso forse capisco perché chiedendo un’informazione (stradale) utilizzando questa espressione ho notato uno sguardo strano (fastidio? irritazione? o semplice compassione, come a dire “mi fai davvero pena”? ^_^).

  4. Ciao! Innanzitutto grazie mille per aver scritto questo utilissimo post!
    Ti volevo chiedere se ne sapevi qualcosa due espressioni che in teoria dovrebbero servire per chiedere qualcosa gentilmente (o qualcosa del genere): te morae masenka / te kurae masenka
    Un madrelingua giapponese che seguo ha detto che li utilizza per chiedere qualcosa per favore, ma non li ha spiegati per nulla.
    Ero curiosa di capire in quali situazioni si utilizzano e se sono più colloquiali o formali… insomma te ne sarei grata se ti andasse di delucidarmi, ovviamente se li hai mai utilizzati!

    Grazie in anticipo!

    1. Oltre a parlare giapponese 24h su 24 perché è la lingua comune tra me e mia moglie che non parla italiano, insegno giapponese da una decina d’anni e amministro questo sito dal 2011 (quindi sì, li ho utilizzati). Questo giusto per farti capire che non sei sul solito sito che parla di Giappone e giapponese.
      Detto ciò, gli ultimi due articoli pubblicati parlano proprio di queste espressioni.
      Devi leggere prima
      https://studiaregiapponese.com/2020/02/28/agemorai-1-dare-e-ricevere/
      per capire moarau, kureru e ageru
      …e poi
      https://studiaregiapponese.com/2020/03/02/agemorai-2-dare-e-ricevere-unazione/
      per capire come i verbi citati si usano dopo una forma in -te in modo da ottenere, tra le altre forme, anche -te moraemasen ka e -te kuremasen ka, le due forme che citavi… Sono nell’ultimo paragrafo del secondo articolo, ma mi raccomando di leggere entrambi gli articoli perché per capire kureru e morau è necessario partire da lì.

Fatti sentire!

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