Riprendiamo la rubrica di (Soprav)vivere in Giappone, la full immersion virtuale di Studiare (da) Giapponese, per occuparci ancora di tutte quelle insegne e segnali che può essere molto utile saper interpretare vivendo o viaggiando in Giappone. Oggi in particolare tratteremo di tutto ciò che ha a che fare con l’entrare e l’uscire (p.e. in/da un locale), l’aprire e il chiudere, ecc.

Potremmo collegarvi anche il concetto di “aperto” e “chiuso” che ritroviamo all’entrata di locali e ristoranti, ma di quello abbiamo giù trattato in CHIUSO, APERTO… and everything in between e quindi vi rimando a quell’articolo.

E che ci sarà mai di difficile a entrare e uscire da un posto?! – direte voi. Capisco lo sfogo, ma non è così semplice come pensate. Certo, potreste trovarvi un’immagine molto esplicativa, come quella qui sotto, proprio quando avete bisogno di trovare l’uscita…

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…ma non è sempre così facile. Se il vostro primo impatto con i segnali di entrata e uscita fosse con uno di quelli qui sotto?

sopravvivere in giappone entrare e uscire difficileSenza contare che il primo cartello d’entrata che incontrate potrebbe essere un irasshaimase (Benvenuti, entrate!) come quello qui sotto. Se non avete studiato potrebbe essere un “torno subito”, per quanto ne sapete, e potreste ritrovarvi ad aspettare invano davanti a una porta aperta…

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Visto che c’è bisogno di viaggiare preparati?

Con irasshaimase, è facile: è in kana e lo abbiamo appena tradotto come una sorta di benvenuto (in effetti è un modo onorifico di dire “Avvicinatevi”)… Ma le altre scritte?

Nell’immagine sopra abbiamo 出口 deguchi (uscita), sulla sinistra, e 入り口 iriguchi (entrata), sulla destra.

Aspetta un momento! Lo hai scritto diverso dal cartello! – diranno i più attenti tra voi.

Vero, verissimo! Ho usato la scrittura “ufficiale”, quella che usa correttamente l’okurigana secondo le regole stabilite nella riforma dell’uso dei kana nel dopoguerra. Tuttavia la vita reale è un’altra cosa e almeno con il giapponese, i giapponesi non sembrano piegarsi facilmente alle regole ^_^

Fino alla seconda guerra mondiale l’uso dei kana non era rigidamente stabilito, così 入り si leggeva “iri”, ma anche il semplice kanji 入 poteva essere letto “iri”. In fondo quel che premeva era trasmettere un concetto (per cui i kanji bastavano) e poi tutti sapevano come leggere correttamente. Nel tentativo di razionalizzare la lingua giapponese si è stabilito anche il corretto uso dell’okurigana, ma le forme senza okurigana sono più brevi e comode, per cui, per parole che tutti conoscono sono difficili da evitare: ad esempio termini come 受付 uketsuke, reception, 待合室 machiaishitsu, sala d’attesa, e 立入禁止 tachiirikinshi si vedono ovunque, di norma senza okurigana (cioè non si vedono quasi mai le scritture corrette 受け付け, 待ち合い室 e 立ち入り禁止).

Allo stesso modo si preferisce quasi sempre la scrittura 入口 per iriguchi al posto del più corretto 入り口, forse anche perché appare molto “simmetrico” rispetto al termine uscita, che è scritto sempre e comunque 出口 deguchi).

Per i più interessati: ho parlato di uso e omissione dell’okurigana anche nell’articolo Parole con o senza kana?

Va detto poi che potremmo anche trovare una porta che fa sia da entrata che da uscita! In questo caso si parla di 出入り口/出入口 deiriguchi. Può tra l’altro indicare qualcosa di molto importante… Di solito si ritrova in espressioni tipo “Poiché da qui entrano ed escono persone, macchine, camion, ecc. fate attenzione”. È il caso del nostro “passo carraio”!

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Occhio che qui promettono 30 mila yen di multa (circa 270 euro al momento)!

Infine c’è un’uscita che dovrete sempre essere in grado di trovare perché come dicono i giapponesi: 安全第一 anzen daiichi, La sicurezza innanzitutto! Sto parlando ovviamente dell’uscita di emergenza. Potreste avere la fortuna di vedere un cartello chiarissimo, più o meno come quello di inizio post, oppure un cartello che riporta la dicitura completa 非常出口 hijou deguchi, lett. “uscita non ordinaria”, ma di solito ritroverete la parola abbreviata, che ormai è la norma: 非常口 hijouguchi

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…o magari delle 非常階段 hijoukaidan, cioè delle “scale d’emergenza”.

Per entrare e uscire però non basta sapere dove andare, bisogna anche sapere cosa fare …perché (spesso, sì, ma) non sempre in Giappone ci sono le porte automatiche (o 自動ドア jidoudoa)! A volte, fa quasi ridere, trovate l’indicazione 手動 shudou, cioè “apertura a mano” (a tal punto non è la norma?!). Dunque è fondamentale imparare i kanji per “spingere” e “tirare”!

Si tratta di 引く hiku, tirare, e 押す osu, spingere. Spesso è presente anche l’inglese, ma non è detto, e attenzione perché di solito viene trascurato l’hiragana: in fondo più che una scritta è una sorta di immagine, di segnale… l’importante è capirsi. In compenso, come si vede nell’immagine a destra, può esserci scritto dell’altro, di solito un benvenuto o un ringraziamento.

Per finire diamo un’occhiata ai kanji di 開く hiraku, aprire, e 閉じる/閉める tojiru/shimeru, chiudere. Li si trova, anche questi senza kana di norma, per segnalare a volte l’apertura di porte scorrevoli, come chiudere valvole… oppure, molto più utile per noi, come pulsanti per tenere aperte le porte o chiuderle in ascensore, come nell’immagine qui sotto.

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Bene, direi che è tutto, alla prossima… Cercate di sopravvivere fino ad allora! щ(゚д゚щ)

7 thoughts on “(Soprav)vivere in Giappone (03) – Entrare e uscire

  1. Che differenza c’è tra 開く (hiraku) e 開ける (akeru) ? Entrambi transitivi, entrambi tradotti con “aprire”…. sono sinonimi o c’è il solito inghippo alla giapponese, tipo il primo si usa se piove e il secondo se non piove? 😉

    1. Akeru e hiraku sono scritti con lo stesso kanji, ma si usano in situazioni leggermente diverse (e a volte non importa). Quando hai due “ante” come con le finestre è più comune hiraku (gli ascensori a volte avvertono “doa ga hirakimasu”). A tal proposito sotto giapponese-vocaboli trovi un altro articolo (forse è il link a un commento, poi lo cerco e te lo posto).
      Nel caso di kakeru… non vuol dire chiudere di per sé ma può essere usato in kagi wo kakeru per dire chiudere a chiave (ma anche in denwa wo kakeru per “telefonare”… e in questo caso a volte è sufficiente kakeru)

Fatti sentire!

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