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L’idea alla base del mito di oggi è che “una crisi è anche un’opportunità”. Su che basi è possibile dire una cosa del genere? Eeeh… Perché… perché “i saggi orientali” hanno deciso di usare certi caratteri nello scrivere la parola “crisi”. Sarebbe una giustificazione tirata anche se fosse vera, e invece per di più è campata in aria… Vi risparmio l’ormai classica carrellata di facepalm, tanto ci siamo capiti.

Prima di addentrarci fino al cuore del mito di oggi, voglio confessarvi che non è un’esagerazione dire che è proprio questo mito che mi ha fatto sentire la necessità di iniziare la rubrica dei “Miti da sfatare”. Perché? Perché è un mito davvero interessante, che unisce storia, società e scrittura. Perché è un mito, per così dire, “su più livelli”. E perché la confusione che si è creata attorno a questo mito è talmente tanta… ((;゚Д゚)))

Ma andiamo con ordine!

La frase

La frase riportata nell’immagine più su, pronunciata da J. F. Kennedy, è probabilmente quella corretta; anche se va detto che secondo alcune fonti JFK parlò, sbagliando, di “two brush strokes” (cioè “tratti di pennello”) e non di “caratteri” come avrebbe dovuto.

Si tratta in realtà di una frase ben più antica (perlomeno del 1938), ma ha guadagnato popolarità soprattutto dopo che l’ha usata JFK. Per motivi che vedremo a breve, è sbagliata, un mito, appunto, ma come se non bastasse spesso viene stravolta e resa addirittura ridicola. Si parla di giapponese, cosa ancora accettabile (a breve ci torneremo), o addirittura la si riformula dicendo cose come Il carattere/vocabolo che significa “crisi” vuol dire anche “opportunità”… insomma, cose che non stanno né in cielo né in terra.

I kanji/hanzi, ovvero i “caratteri cinesi”

I caratteri presenti nell’immagine sopra pongono un’altra questione interessante: sono usati spesso per presentare questo aforisma, ma avrebbe più senso usare i caratteri del cinese standard (危机 wēijī), cioè i cosiddetti caratteri semplificati. I caratteri disegnati sullo sfondo dell’immagine invece sono quelli più “antichi”, che si ritrovano in giapponese e, suppongo, nel cinese di Taiwan, Honk Kong e Singapore.

miti-da-sfatare-crisi-come-opportunita-cinese-giapponese-4Qualcuno ogni tanto ci prende pure

L’origine

Nella frase di JFK la parola “crisi” è citata come cinese, ma in tanti, politici, economisti (e blogger) hanno riusato questa citazione per decenni, parlando, a volte, di caratteri giapponesi. Così facendo hanno sbagliato la citazione, ma non hanno sbagliato per quanto riguarda la lingua: la parola 危機 (kiki, crisi) esiste anche in giapponese! Non se è scritta 危机 come in cinese standard, però, perché 机 in giapponese non è la forma semplificata del carattere 機! In giapponese il kanji 机 ha mantenuto in sostanza il suo significato più antico, che indicava un basso tavolino per scrivere… e oggigiorno infatti 机 indica quel che chiameremmo “scrivania” (o anche “banco”, in un contesto scolastico).

Il vero significato dei kanji (o degli “hanzi”, per i sinologi)

Ok, il kanji 危 di 危機 indica davvero qualcosa di pericoloso, tanto che lo ritroviamo in parole come 危ない abunai e 危険 kiken, due aggettivi che significano entrambi “pericoloso”.

È il secondo kanji, 機, o meglio la sua traduzione con “opportunità”, che lascia perplessi. Nessun giapponese (o cinese) vedendo il kanji 機 (o 机 nel caso dei cinesi) penserebbe mai all’idea di “opportunità”, quindi la frase in questione non sta in piedi, punto, mito sfatato.

Il kanji 機 inizialmente era scritto 幾 cioè 機 senza la parte sinistra. Poi si iniziò a usare 幾 con un altro scopo (nel senso di “quanti?”), perché suonava allo stesso modo, mentre si aggiunse quella parte sulla sinistra, che rappresenta il kanji 木 ki, albero, solo scritto molto più… “stretto”. Ciò successe per un motivo molto semplice: 幾 poi diventato 機 (telaio) è un oggetto di legno! Se un kanji ha a che fare con il legno ritroviamo sempre nel kanji in questione, il kanji di “albero” (木), più o meno schiacciato. Vale per 机 scrivania, 果 frutto, 枝 ramo, 板 tavola/etta, 松 pino, 杯 coppa/ciotola, ecc.

E 機? 機 rappresenta un “telaio” (in giapponese 機, se letto con la pronuncia “hata”, significa proprio “telaio”). Quindi mettiamoci l’animo in pace, 危機 kiki, crisi, si scrive con i kanji di “pericolo” e di “telaio”. A meno che “telaio pericoloso” si una complessa espressione che indica un’opportunità insperata, proprio non ci siamo.

Per via del significato di “telaio” in passato si è attribuito a questo kanji anche il significato di “macchinario”, che poi è il senso con cui 機 è maggiormente usato. Ad esempio 飛行機 hikouki, aereo, è un “macchinario (機) che si muove (行) volando (飛)”, mentre 洗濯機 sentakki, lavatrice, è un “macchinario (機) che lava (洗) e sciacqua (濯)”.

Ma 機 ha anche dei significati più astratti (derivati dall’idea del lavoro al telaio, probabilmente), che si ritrovano solo in certe parole. Da qui deriva, secondo certe interpretazioni, l’idea di “controllo” (d’altronde il lavoro al telaio richiede precisione), per cui il nostro “kiki”, crisi, deriverebbe dall’idea di un “controllo pericoloso” o di un pericolo nel controllare qualcosa.

Secondo un’interpretazione simile, solitamente più condivisa, indicherebbe, sempre in senso figurato, qualcosa di importante o un momento particolare, spesso cruciale. Dalla prima di queste due sfumature deriva il vocabolo 機密 kimitsu, segretezza/informazioni riservate; dalla seconda derivano invece termini come 危機 kiki, crisi (ovvero “un momento cruciale e pericoloso”), 機会 kikai, opportunità (ovvero “incontrare (会) un momento importante/cruciale”), 待機 taiki, restare in attesa (cioè “attendere (待) qualcosa di importante, come ordini di un superiore, o del momento giusto”), e così via.

Dunque in breve…

  • Un cinese/giapponese non guarda 機 e pensa “Ah, il kanji di opportunità!” 機 vuol dire tutto e niente.
  • Nell’uso comune in giapponese 機 come parola a sé stante significa “telaio” (pron. hata) o “aereo” (pron. ki)¹, in cinese “macchinario”.
  • La stragrande maggioranza dei cinesi in effetti non usa nemmeno il kanji 機, perché per semplificarne la scrittura è stato sostituito con il kanji 机 che in origine indicava un tavolino (in giapponese ancora oggi è così).
  • La parola opportunità si può dire in vari modi, 機 non è uno di questi. Si usano invece termini come 機会 kikai, きっかけ kikkake, 機運 kiun, チャンス chansu, 好機 kouki, 潮時 shiodoki …a seconda della sfumatura che si vuole dare alla parola in questione (p.e. kouki indica una “buona opportunità”, lett. un “momento cruciale favorevole”).

¹ Quanto detto riguarda l’uso quotidiano, se proprio volessimo andare a guardare il pelo nell’uovo le cose cambiano, ma per questo vi rimando al secondo commento a questo articolo.

Il contenuto

Nonostante sia campato in aria, per decenni questo detto è stato usato come “slogan” motivazionale… anche quando la gente non era malata di aforismi, anche quando non c’era internet e con esso la possibilità di schiaffare qualunque sciocchezza in un’immagine e farla passare per verità assoluta.

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Anche nel merito, infatti, questo detto ha davvero poca sostanza… Suona bene, tutto qui. Una crisi è un’opportunità nello stesso modo in cui la distruzione d’una città è l’occasione per ridisegnarne l’urbanistica da zero.

Certo, in tempi di crisi un grosso numero di aziende possono fallire e si aprono spazi insperati per chi può offrire il prodotto migliore. Ma una crisi non è un’opportunità per un’azienda che sta fallendo, lo è per i rivali o per chi non ha ancora creato un’azienda.

Alla fine dei giochi tutto riporta alla necessità di una casta di privilegiati di far credere al popolino che se si impegna potrà entrare a far parte della casta in questione, il famoso “1%”, perché finché la gente ci crede, sta buona e non crea rogne. Non a caso i “motivational” (gli slogan motivazionali) nascono nelle aziende, dove controllare i dipendenti (e così la loro resa) è cruciale.

miti-da-sfatare-crisi-come-opportunita-cinese-giapponese-3Fate caso al sito che ha realizzato l’immagine…

E il bello è che in tanti casi non servono nemmeno politici e opinion leader che creino e perpetuino di questi slogan (come invece è successo nel caso del nostro detto, da JFK ad oggi); spesso infatti sono gli stessi membri del 99% che, volendo crederci… o volendo semplicemente arrivare a fine giornata, inventano slogan simili, perpetuando il mito.

Una prova?

L’aforisma sulla “crisi come opportunità” è stato introdotto anche in Giappone! Ovviamente però lì non si poteva usare il discorso dei caratteri, cui nessuno avrebbe dato credito. E quindi? Come fare? Ecco a voi un estratto da un blog…

危機(Crisis)の語源は、ギリシャ語のカイロス(καιρο)に由来し、元々は「機会(チャンス)」を意味する言葉だと習いました。
Kiki(Crisis)no gogen wa, girishago no kairosu(καιρο)ni yurai shi, motomoto wa「kikai(chansu)」wo imi suru kotoba da to naraimashita。
Ho imparato che l’origine della parola “crisi” si può ricondurre alla parola greca kairosu (καιρο), che inizialmente significava “opportunità” (chance)。

Wow. Pensa tu le coincidenze. Di sicuro non è successo perché tutto il mondo è paese e ovunque la gente si fa abbindolare dalle stesse “belle parole” ad opera di chi usa la conoscenza (vera o presunta) come un’arma.

Ovviamente le cose non stanno così. È vero, kairos significa “opportunità”, ma il termine crisi deriva dal greco κρίνω (krino), separare, in senso figurato “scegliere” e “decidere” …non da “kairos”. La stessa radice di termini come κρίση (krísi), che significa sia “giudizio” che “crisi”, e κρίσιμος ‎(krísimos), che significa “critico” (come aggettivo).

Forse vi sembrerà strano che “krino” significhi sia “separare” che “scegliere/decidere”, ma l’idea che separare, dividere in parti più piccole porti maggior comprensione è radicata nella nostra cultura e nella nostra lingua. Parole come risolvere e soluzione hanno la stessa radice di sciogliere, soluto e solvente. Analisi viene dal greco lysis, dividere. Senza andare così lontano, possiamo anche citare “discernere”, per il quale il dizionario riporta “vedere bene, comprendere a pieno” e lo definisce come “distinguere, dividere minutamente le cose o le idee per meglio ravvisarle, conoscerle o giudicarle”… perché dico che con “discernere” non andiamo lontano? Perché deriva da dis+cernere e il latino “cernere” deriva dal greco – indovinate un po’ – esatto, “krino”, cioè “separare”.

Tra l’altro lasciatemi aggiungere che “crisi” ha la stessa radice etimologica di “crimine” (in quanto un crimine è “oggetto di decisione giudiziaria”). Vogliamo dire che anche un crimine è un’opportunità? Oddio, a ben pensarci, per certa gente sì… ma lasciamo stare.

Bene, per oggi è tutto. Concludo facendovi notare che l’articolo di oggi è ospitato anche sul sito dell’antropologa Marianna Zanetta, Japan Soul Traveler, come parte di una collaborazione tra noi che si spera possa portarvi più articoli, sempre più interessanti e di valore.

6 thoughts on “Miti da sfatare – Crisi come opportunità

  1. …ecco!
    Studiando questa lingua è facile demoralizzarsi.
    Spesso non si riesce a capire il significato “vero” di un’ espressione o di un carattere cercandolo solamente su un dizionario, poichè un elenco dei vari possibili significati non spiega quale di questi sia usato nel parlato quotidiano, o quale invece sia un modo di dire che si applica solo in determinate circostanze oppure un significato arcaico che ormai non viene più usato.

    E’ sempre necessario che qualcuno che parli correntemente la lingua dia spiegazioni.

    Ad esempio su Jisho.org il kanji 機 ha come prima tra le varie traduzioni proprio occasione/opportunità
    con tanto di esempio.

    (。>﹏<。)

  2. Hai ragione, la demoralizzazione è sempre dietro l’angolo. Anche perché quello che uno cerca, trova. Internet è così. Se cerchi una parola di cui si sbaglia spesso lo spelling, la trovi sia con lo spelling giusto che con quello sbagliato, per esempio. Come faccio notare spesso per il giapponese, se cerchi il kanji di “sorella” (姉) trovi riportata anche la pronuncia “haha” (madre).
    Non preoccuparti troppo però, perché posso dirti che c’è un semplice metodo per ovviare al problema, attuabile appena uno ha un po’ d’esperienza con il giapponese: prendere un vocabolario monolingua per bambini, perché ti permette di capire cosa è davvero importante. Insieme a un dizionario dei sinonimi, risulta un’ottima ed efficace combinazione.

    Ora, una precisazione.
    Non è che 機 non abbia il significato di “opportunità”, ha anche quello (lo si vede anche in 好機 kouki, “momento cruciale+positivo” = “buona opportunità”). Ma, sempre come parola, significa anche “aereo”. Come kanji invece richiama innanzitutto l’idea di “macchinario”, perché si trova in molte parole basilari proprio con questo significato. Non a caso 機 ki come parola, con il senso di opportunità, guardando i dizionari che possiedo lo ritrovo su un dizionario per ragazzi delle superiori, ma non su quello per bambini, né su quello dei sinonimi alla voce “kikai”, opportunità.

    La riprova maggiore però la si ha dal blog che citavo nell’articolo. In Giappone evidentemente 機 ki da solo non richiama abbastanza l’idea di “opportunità” da costruirci sopra un mito come quello detto, tanto che si è preferito usare una (falsa) etimologia greca perché molto più difficile da confutare da parte dei giapponesi.

    Una cosa che ho taciuto, un po’ per convenienza, lo ammetto, sia per non complicare troppo le cose sia per non allungare troppo l’articolo, è che …una cosa è la linguistica, che appunto “mi dà ragione” e vede 機 ki come parola/kanji estremamente polisemica, i.e. dai molteplici significati, un’altra cosa è l’uso quotidiano.
    Nel caso dei giapponesi, come testimonia il blog citato, 機 ki come parola non è esattamente d’uso quotidiano, ma può sostituire il più comune 機会 kikai in una frase.
    Nel caso dei cinesi 機 (机) ji non è una parola (non può sostituire 機会 jihuì) …ma insapettatamente il detto “crisi = opportunità perché i kanji ecc. ecc.” è in realtà diffuso, anzi è insegnato nelle scuole!

    Al posto dell’educazione civica, infatti, hanno una materia che si chiama “politica” e tra le altre cose insegna quel che chiamano “filosofia”, ma in effetti è poco più della dottrina del partito (che non è “comunista”, ma “socialista alla cinese”, cioè “capitalismo estremo disperatamente mascherato da socialismo”). Tra le altre cose viene spesso propinato questo “detto” e quindi la gente lo conosce e lo usa, ma probabilmente è arrivato dall’occidente (un po’ come i biscotti della fortuna, inventati a San Francisco) e comunque è un uso strumentale della lingua sul quale la linguistica non può concordare… “机” vuol dire “opportunità”? Sì, ha anche questa sfumatura, ma il kanji in origine voleva dire “tavolino”, mentre il vero kanji in questione 機 era un telaio e il kanji da cui questo deriva, 幾, per alcuni era un telaio, per altri era riferito al dispositivo di lancio di una freccia in una specie di balestra cinese! (Le interpretazioni etimologiche differiscono).
    E anche non guardando all’origine dei kanji in questione… le sfumature oggigiorno legate a 機 (机) sono talmente tante che ha poco senso parlarne nei termini citati: “opportunità” è solo una sfumatura possibile che il kanji assume in certe parole a causa del suo significato figurato di “momento cruciale”.

    1. Non so cosa ha sentito o se le app in questione siano fatte male… comunque 危機 è kiki e la pronuncia non si avvicina nemmeno a shiki, quindi non dovrebbe essere possibile confondere le due cose. Comunque, una volta di più ciò dimostra che c’è poco da contare sulle app se non sono fatte da gente seria, in collaborazione con qualcuno che sappia il giapponese e non solo gestire un database o sintetizzare una voce (-.-”)

Fatti sentire!

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