Una rapida premessa: se siete agli inizi e volete sapere cosa sono i kanji, ovviamente, ma anche i kana (ovvero hiragana e katakana), cominciate dall’articolo: Introduzione alla scrittura giapponese.

In questa pagina troverete…

  1. Consigli per lo studio dei kanji
  2. Articoli vari sui kanji
  3. Scoprire come nascono i kanji: l’etimologia
  4. Le liste dei kanji divisi per anno scolastico
  5. Le liste dei kanji da studiare per il JLPT

1. Consigli per lo studio dei kanji

Il mio personale consiglio è di studiare i kanji usando Anki. I kanji li trovate nelle liste linkate in questa pagina (consiglio quelle del punto 4). Per sapere cos’è Anki, invece, e trovare i necessari “mazzi di carte” (flashcards) già pronti andate a questa pagina (da aggiornare alla nuova versione di Anki)

Mentre studiate cercate frasi contenenti il kanji (o la parola) che state studiando; per farlo l’ideale è usare tatoeba.org: al link seguente vi ho già impostato la lingua del sito e la ricerca di frasi in italiano. NB come database contiene i suoi errori, ma dato che è l’unico disponibile anche in italiano, c’è poco da fare. Se conoscete l’inglese potete usare dizionari di vocaboli e frasi come alc.co.jp e Weblio.

Controllate le FAQ se avete dei dubbi o siete in cerca di altri suggerimenti.

2. Articoli vari sui kanji

* Sia la lista ufficiale dei jouyou kanji (redatta dal 文部省 “Monbushou”, il ministero dell’istruzione giapponese) sia l’esame del JLPT prevedono lo studio di un elenco di (116) vocaboli in cui i kanji compaiono con pronuncia irregolare.

3. Scoprire come nascono i kanji: l’etimologia

L’etimologia dei kanji è davvero affascinante! Lo so che è difficile da immaginare perché già dal nome vi sembrerà molto noiosa, ma di solito piace a tutti gli studenti di giapponese! Date un’occhiata a tutti gli articoli in materia cliccando sull’immagine qui sotto.

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4. Le liste dei kanji divisi per anno scolastico (kanji per grade)

Di seguito trovate anche i kanji in ordine di anno scolastico giapponese. Il progetto vuole includere tutti i jōyō kanji (常用漢字), o meglio i 2136 kanji post-riforma 2010, i kaitei-jouyou kanji (改定常用漢字).  Per cominciare però partiamo con i kyouiku kanji (教育漢字), cioè i 1006 kanji che si imparano nei 6 anni di elementari giapponesi (tra i 6 e i 12 anni)… per quel che riguarda gli altri 1130… chi vivrà vedrà^^

  1. Kanji del primo anno (80字 – kanji da 1 a 80)
  2. Kanji del secondo anno (160字 – kanji da 81 a 240)
  3. Kanji del terzo anno (200字 – kanji da 241 a 440)
  4. Kanji del quarto anno (200字 – kanji da 441 a 640)
  5. Kanji del quinto anno (185字 – kanji da 641 a 825)
  6. Kanji del sesto anno (181字 – kanji da 826 a 1006)
  7. Kanji per il JLPT N3 (49) e N2 (114) che non sono parte dei kyouiku kanji
  8. Gli altri kanji delle superiori (vedremo poi quando^^)

Chi volesse conoscere solo i 196 nuovi kanji (detti a volte shin-jouyou o kaitei-jouyou) può consultare questa pagina, con pronunce e parole d’esempio per ciascuna pronuncia (NB è tutto preso dalla lista ufficiale del ministero giapponese dell’istruzione).
Attenzione che alla fine ho aggiunto anche un elenco di kanji che erano già dei jouyou kanji, ma hanno guadagnato delle nuove pronunce ufficiali. Per le traduzioni (finché non le aggiungerò) vi consiglio Firefox e l’estensione “rikaichan” (oppure questa lista su wikipedia (in inglese), ai numeri compresi tra il 1946 e il 2141).

5. Le liste dei kanji da studiare per il JLPT (Japanese Language Proficiency Test)

Non penso di dovervi più presentare il JLPT (a.k.a. Nihongo nouryoku shiken), ma se voleste ulteriore informazioni potete andare alla pagina principale sul JLPT (dove non trovate solo i kanji! Troverete anche liste per grammatica, espressioni e vocaboli!) al sito dell’istituto di cultura giapponese o al sito ufficiale del JLPT (in inglese).

  1. Lista kanji del livello N5 (103字 – kanji da 1 a 103)
  2. Lista kanji del livello N4 (181字 – kanji da 104 a 284)
  3. Lista kanji del livello N3+N2 (inglese; 739) sono i kanji dell’ex-2°livello del JLPT, perché non esistono liste ufficiali per il livello N3. Tuttavia essendo presentati in ordine di frequenza vi basta farne la prima metà (o più) per prepararvi al meglio.
  4. Lista kanji del livello N1 (inglese; 1232 kanji)

57 thoughts on “Kanji

    1. Buonasera Riccardo. Vorrei chiederti qualche delucidazione sul kanji 思. Lo sto studiando dal tuo mazzo anki e scrivi che i significato sono pensare, ritenere. Poi tra parentesi dici che è legato a opinioni o sentimenti. In giro su internet trovo principalmente che vuol dire appunto pensare, poi però sul libro di Andrew Scott Conning trovo che vuol dire anche feel e wish. Ho un po’ di confusione in testa, sapresti darmi una piccola spiegazione? Grazie e scusa del disturbo.

      1. Il fatto è che quando diciamo “pensare” in italiano, usiamo un termine che si ricollega anche all’idea di ragionare su qualcosa. Per esempio in “ci ho pensato a lungo e ho deciso che…”. In una frase del genere non useresti il verbo 思う omou. Perché? Perché 思う omou si può tradurre anche “pensare”, sì, ma quando questo verbo è legato a opinioni e sentimenti, es.: “io la penso così” (opinione) o “Ti penso sempre!” (sentimento).
        Posso anche usare il sostantivo 思い omoi, in frasi come questa
        kono omoi wa tomaranai! significa proprio “Questo sentimento non si ferma (= non riesco a fermarlo)” = Non posso trattenermi/smettere di amarla/ecc.
        …anche se qui il termine 想い omoi è più appropriato, le due parole hanno un’origine comune, e di per sè 思い omoi non si può dire sia sbagliato.
        Altro esempio è poi 相思相愛 soushisouai, tradotto con “amore reciproco”, in effetti significa “pensarsi a vicenda, amarsi a vicenda”… ma anche in italiano questo “pensarsi” indica un sentimento, no?

        Per altri esempi puoi leggere il mio articolo su omou e kangaeru
        https://studiaregiapponese.com/2016/08/31/vocaboli-penso-quindi-sono/

        Ti faccio presente però che una cosa sono questi verbi e una cosa sono i kanji coinvolti. I kanji non hanno “significati” veri e propri, come invece succede alle parole, perché sono caratteri, non parole, quindi semmai dovremmo dire che hanno delle sfumature.
        Dunque non devi stupirti pensando, ma come questa “parola” ha 2 significati?!
        Perché in effetti hai di fronte un carattere con 2 sfumature!

        Ad ogni modo, ragionando sul carattere notiamo che è composto da 田 campo di riso e 心 cuore, animo… ma solo perché il kanji si è evoluto finendo per assumere questa forma, in effetti 思 deriva dallo stesso disegno da cui deriva
        脳 nou, cervello! La parte alta era infatti 囟 e 思 si scriveva quindi 恖… ma il disegno da cui deriva questo simbolo 囟 indicava la “fontanella”, la zona della testa dove le ossa del cranio non sono perfettamente saldate nei bambini piccoli… ed era dunque un chiaro riferimento al cervello. Insomma, 思 riuniva in un unico concetto le idee di “mente” e “cuore”!

        Spero tutto ciò risponda alla tua domanda (sennò chiedi) e se ti piacciono questo tipo di discorsi ti raccomando il mio libro Capire i kanji! 😉 😀
        https://studiaregiapponese.com/libri/capire-i-kanji-la-loro-origine-e-il-loro-uso/

        1. Ti ringrazio tantissimo per la risposta. Mi hai aiutato molto. Il tuo libro ce l’ho e lo consulto spesso. Spero a breve esca il prossimo. Grazie e buona serata.

  1. Ciao!

    non so se sia il posto giusto, ma avrei una domanda sul tuo libro di kanji, che mi è arrivato pochi giorni fa e sto cominciando a leggere.
    Non riesco a trovare da nessuna parte cosa tu intenda quando nelle pronunce metti uno “tsu” piccolino…ho cercato dovunque ma non sono riuscito a trovarlo…

    grazie mille, tra il sito e il libro ti dovrebbero fare un monumento!

    1. Prima del libro di kanji dovresti iniziare con il libro sui Kana, che sono qualcosa di più basilare. Per questo non ti è chiaro a cosa serva quel piccolo tsu 😉 Si tratta di un modo di indicare che la consonante del kana successivo viene raddoppiata.
      Mikka scritto in kana , com’è? み è mi, か è ka, ma la K? Non c’è un kana per le singole consonanti, quindi…? Si usa lo tsu piccolo per dire di raddoppiare la consonante dopo: みっか è mikka, まっちゃ è maccha, いらっしゃい è irasshai ecc.
      Lo tsu piccolo ha poi un altro uso, molto “da manga”, ma per ora non ti interessa, se vuoi lo puoi trovare nel libro Kana

      Nell’ordine dovresti leggere prima Kana, poi il libro di corso che sto scrivendo (uscirà, penso a marzo 2020) in parallelo con il libro di kanji… o al limite prima il corso e poi quello di kanji.
      Il libro di Kana è descritto (e acquistabile) da questa pagina:
      https://studiaregiapponese.com/libri/kana/

      Buono studio! ^__^

  2. Ciao Riccardo! mi sto appassionando allo studio dei kanji e vorrei chiederti quali sono i libri migliori da acquistare per poterli imparare secondo il metodo che proponi nel tuo libro… ho visto che ci sono già alcuni post su questo tema, ma magari negli ultimi tempi sono stati pubblicati libri più adatti o hai comunque qualche nuovo suggerimento da dare!

    1. Inizia subito con il dirti che fra qualche mese uscirà il secondo volume del mio libro quindi forse vuoi aspettare.
      Comunque rispondo lo stesso alla tua domanda: purtroppo non ci sono libri che includono l’etimologia dei caratteri se non alcuni che però non includono un serio studio dell’etimologia od uno studio aggiornato dell’etimologia.
      Dunque la risposta breve, per non annoiare, è se sai bene l’inglese usa il dizionario kodansha kanji learners, studiando con attenzione i vari significati proposti sotto cui vengono raggruppati i vocaboli elencati per ogni kanji. Hanno fatto un buon lavoro nel cercare di mettere in luce come certi significati e certi vocaboli con lo stesso kanji siano connessi tra loro anche se non lo sembrano.
      Nel caso tu decida per questa strada, te lo linko qui se vuoi essere così gentile da usare il mio link affiliato (non costa assolutamente nulla)
      https://amzn.to/42pvfHU
      A ciò puoi aggiungere, se ti interessa l’etimologia dei kanji, il libro di Henshall che ti linko qui sotto
      https://amzn.to/42mL9D5
      …ma più giù torno su questo punto.

      Se non ti senti di usare l’inglese, purtroppo c’è poco da fare, è molto più difficile usare testi italiani. Quel che posso fare è raccomandarti un dizionario *di kanji* decente che aiuta più degli altri… dell’altro, credo ne esista solo un altro^^
      http://amzn.to/2aaLP94

      Per quanto riguarda l’etimologia… Il libro che ti cito è la risorsa migliore in inglese, ma non è certo ideale; difatti lo consultavo per farmi un’idea delle varie teorie esistenti, ma a conti fatti l’ho citato/usato davvero poco nel realizzare i miei libri. Ad ogni modo, questa è la parte noiosa che se vuoi puoi saltare.

      Parto da una premessa: esistono tante teorie per ogni kanji, molte campate per aria. Praticamente ogni studioso dà la sua interpretazione, i più seri citano delle “prove”, ma i più semplicemente dicono “è così” o, se hanno una coscienza, “probabilmente è così”.
      Diciamo che ci sono tre livelli: un primo livello che comprende tantissimi libri in cui l’etimologia viene inventata di sana pianta (con lo scopo di creare un’immagine più semplice da ricordare oppure per semplice ignoranza); c’è poi un secondo livello (di cui fa parte per esempio a visual key to kanji) i cui libri si basano sull’etimologia come è stata spiegata da un famoso studioso che purtroppo era in realtà un mezzo ciarlatano (Shirakawa Shizuka)… Le etimologie che si è inventato però erano così affascinanti e proposte in un modo tale che è tuttora uno degli studiosi di kanji più famosi (e sicuramente il più pubblicato e citato) in Giappone.
      Al terzo livello metterei il libro di Henshall citato sopra, che ha un approccio serio perché cita, molto brevemente purtroppo, gli studi fatti da altri… Non considera infatti se gli studi altrui fossero validi o no, non dice nulla a sostegno delle teorie che cita, né ha fatto di suo delle ricerche vere e proprie… Che io sappia c’è un solo studioso *così* serio, ma purtroppo i suoi libri sono in giapponese (ed è su quelli che baso il mio lavoro, insieme a quelli di un altro studioso, molto coscienzioso nel suo lavoro sulla fonetica del cinese antico).

      1. Ti ringrazio davvero tanto per la tua esaustiva risposta! Comprerò senza dubbio il tuo secondo volume e penso di lavorare in contemporanea anche sul Kodansha, così da prendere sempre più confidenza con il tuo metodo e cercare poi di applicarlo allo studio di tutti gli altri kanji.

        Personalmente trovo più stimolante questo lavoro di confronto tra vocaboli diversi che usano uno stesso carattere, che permette di cogliere le diverse sfumature di significato di ogni singolo kanji e mi sembra si avvicini di più a quella che è l’etimologia in senso classico.
        Invece la ricerca del significato delle singole componenti del kanji in quanto “disegno” (che mi sembra faccia il libro di Henshall, ma ho dato solo una veloce occhiata all’anteprima!) è sì interessante, ma forse più per una conoscenza della società cinese antica. Dal momento che sono stati creati molti secoli prima della loro introduzione in Giappone, magari già all’epoca erano incerti su che cosa una buona parte di essi effettivamente rappresentassero e in questo caso una ricostruzione di questo tipo non aiuta molto per la comprensione del loro effettivo significato nella lingua giapponese…

        Ma chiaramente ne so ben poco di queste cose visto che ho appena iniziato il mio studio, quindi con questo mio dubbio posso appena aver detto una grande stupidaggine o viceversa qualcosa di totalmente ovvio… quindi correggimi pure senza pietà!

        1. In sostanza, sì, è come dici. L’etimologia ci dice perché si è arrivati ad avere una certa forma per un kanji che ha un certo significato (o più d’uno). Lega quindi forma e significati e può aiutare a ricordare come scriverlo.
          Inoltre, l’etimologia spesso porta con sé “storie interessanti” (come il fatto che le conchiglie fossero usate come valuta e quindi il kanji di conchiglia si trova in vari kanji che hanno a che fare con il comprare e il vendere) e questo aiuta a dare un maggior peso nella memoria a quei kanji e ce li fa ricordare più facilmente…
          Dovendo però scegliere tra etimologia e studio dei significati, ovviamente il secondo è più importante… Perché è ciò che vogliamo in effetti ricordare. Anche perché oggigiorno sempre meno gente scrive a mano e per digitare al PC un kanji basta ricordarne la pronuncia, la forma è secondaria.
          Invece inquadrare davvero l’idea dietro un kanji è essenziale.
          Molti parlano di studio dei vocaboli *al posto dello studio dei kanji* ma è un grosso errore se si vuole andare lontano con il giapponese… Un esempio che faccio spesso è 博物館 hakubutsukan, museo (di scienze naturali, per esempio, non di arte). Contiene il kanji 博… E se uno studia solo i vocaboli finisce per credere che abbia a che fare con “cose del passato”, storia, scienze naturali… E poi quando più avanti trova parole come 博愛 non sa interpretarle senza vocabolario (amore per le cose passate?!). E pazienza cercherò sul vocabolario! …pensano i più, ma il fatto è che i vocaboli giapponesi usati normalmente sono TANTISSIMI e dover continuamente cercare sul dizionario è uno strazio e rallenta la lettura e lo studio. Imparando I vocaboli come dico uno immagina i significati dei vocaboli che incontra grazie ai kanji, sottolinea i vocaboli nuovi (per tornarci poi) e va avanti nella lettura. Si impara molto meglio così, altrimenti sembra di fare un compito di scuola e non di leggere un manga e alla fine uno molla… E lo dico perché è quel che è successo a me prima di decidermi a ristudiare i kanji in modo più attento 😅

  3. Buonasera! Ho letto qui sul sito che state lavorando ad un secondo libro sui kanji e, dato che ho molto apprezzato il primo, volevo chiedere quando ne è prevista la pubblicazione… Grazie

Fatti sentire!

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