Punto primoQuesto “mini-corso” serve solo a chi si prepara per il JLPT N5, potrebbe essere troppo difficile per un principiante che non sa assolutamente nulla di giapponese.

Secondo punto – Fare un post su un preciso argomento è molto difficile, perché non posso fare un post sul verbo essere e dire “io sono un insegnante”, se non spiego anche come fare per dire “io”.
Per questo motivo sotto trovate alcune premesse a questo “mini-corso”.

Quando dico “mini-corso” intendo che presenterò i principali argomenti del livello N5 del JLPT, trattandoli in modo molto schematico (per questo il titolo è “N5 in sintesi”).
Tuttavia, dovete scusarmi, le premesse non saranno molto schematiche… ci ho provato, ma è poco pratico: se voglio essere chiaro, devo scrivere di più.

Vi ricordo che a questo link trovate un indice con i vari articoli dove affronto gli stessi argomenti che trovate qui sotto, ma molto più in dettaglio. Se ad esempio vi sfugge qualcosa sui verbi o sugli aggettivi, andate a leggere lì… c’è tutto il necessario.
Nella stessa pagina, sotto l’indice, trovate una lunga tabella, con tutti gli argomenti necessari per il JLPT N5, compresi anche quelli più banali, che qui di seguito trascurerò. Se non capite/sapete leggere tutti gli esempi che trovate in quella tabella, non siete pronti per il JLPT N5.

PREMESSE

1. Il tema (o “argomento”) della frase
Verrà affrontato, ma dopo il verbo essere… dove però uso anche esempi in cui è presente. Il tema è l’argomento della frase. È indicato con la particella は (letta, praticamente solo in questo caso, “wa”). は come tutte le particelle giapponesi viene messa subito dopo il sostantivo a cui si riferisce. Un ragazzo per dire “io” potrà dire “boku wa”, una ragazza potrà dire “watashi wa” (n.b. per i pronomi personali leggete le relative lezioni del corso).
Molto spesso, quando il soggetto è “io”, “tu”, “lei”… o una persona nota a chi parla e a chi ascolta, il tema della frase coincide con il soggetto. Se il tema non coincide con il soggetto, allora il soggetto si indica con “ga”. Se il tema coincide con il complemento oggetto, allora la particella “wa” sostituisce la particella “wo” del complemento oggetto.
Tutte le altre particelle di tutti gli altri complementi non vengono sostituite da “wa” nemmeno se il complemento che formano diventa tema della frase (es. boku ni wa).

2. I verbi (ichidan, godan… e quelli irregolari, suru e kuru)
Se studiate giapponese dovreste sapere che i verbi giapponesi non cambiano in base al soggetto, come accade in italiano (io mangio, tu mangi, egli mangia…). Inoltre, a parte la copula, terminano solo in alcuni modi precisi: con i kana う、く、ぐ、す、つ、ぬ、ぶ、む、る
Questi verbi sono detti godan, ma esistono alcuni verbi terminanti in る che si comportano in un modo un po’ diverso e sono detti ichidan. I verbi ichidan terminano con il suono -eru o -iru. Spesso li riconosco perché il suono “e” o “i” della desinenza non fa parte della pronuncia del kanji, è parte della pronuncia di un kana che compare dopo il kanji.
Per esempio: 食べる、入れる、始める、覚える、押さえる、用いる、報いる
Non è una regola che funzione sempre, perché ho verbi ichidan come 見る (miru) o 寝る (neru), fatti da due sillabe appena, ma funziona comunque abbastanza bene… il resto si impara a memoria… non si tratta di molti verbi.
Terzo gruppo di verbi è quello dei “verbi in suru”, formati da sostantivo+suru. Per usarli basta saper coniugare il verbo suru… che è irregolare.
Altro verbo irregolare è kuru.
Infine vanno ricordate le (poche) irregolarità degli altri verbi… aru, esserci, al negativo fa “nai”, mentre iku, andare, al passato fa “itta” e alla forma in -te fa “itte” (cos’è la forma in -te verrà detto durante le lezioncine in questione).
Ovviamente poi bisogna sapere come fare la forma negativa di un verbo godan e di un verbo ichidan (oltre ovviamente ai casi irregolari), come si fa il passato (affermativo e negativo). Le forme cortesi saranno affrontate nel corso-in-sintesi.

3. Gli aggettivi in -i e gli aggettivi in -na
Anche questi argomenti, come i verbi, sono stati trattati nelle lezioni per il jlpt N5 in grande dettaglio, per cui se dovesse servire potete guardare in quella pagina.
In breve gli aggettivi in -i si “coniugano”.
Quindi se ho un aggettivo in -i “alla forma presente e affermativa” (es. kawaii = carina), posso metterlo alla forma negativa presente (kawaikunai = non carina) o anche al passato (kawaikatta = era carina) o al passato negativo (kawaikunakatta = non era carina). Di volta in volta, come vedete, cambia nella parte finale. Se voglio fare una forma cortese aggiungo semplicemente il “desu”. Se voglio mettere l’aggettivo prima di un sostantivo (cioè dire “quella ragazza carina” e non “quella ragazza è carina”), semplicemente metto una delle forme citate prima del sostantivo, ma senza “desu” (al diavolo la cortesia! XD).
Con gli aggettivi in -na quel che cambia è il verbo essere che segue l’aggettivo. Il -na invece si vede solo se l’aggettivo viene prima di una parola.
shizuka na heya = una stanza silenziosa
kono heya wa shizuka da/desu = questa stanza è silenziosa (con desu la frase è cortese)
kono heya wa shizuka janai (desu) = questa stanza non è silenziosa
kono heya wa shizuka datta/deshita = questa stanza era silenziosa
kono heya wa shizuka janakatta/jaarimasendeshita = questa stanza non era silenziosa

Per concludere, una sorta di glossario e di schema su come saranno fatte le schede:
In ciascun post/scheda troverete il minimo indispensabile:
Argomento (p.e. です il verbo essere)
Significato (意味 imi)
Frasi d’esempio (例文 reibun)
Note (注意 chuui) …se necessarie.

Bene, è tutto direi…

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7 thoughts on “Premesse al corso “N5 in sintesi”

  1. complimenti davvero per quello che fai!!! ho provato vari modi per studiare giapponese da autodidatta e questo è il sito più chiaro e completo che abbia trovato.
    Ancora complimenti.
    P.S. sosterrò presto JLPT N5

  2. “Con gli aggettivi in -na quel che cambia è il verbo essere che segue l’aggettivo. Il -na invece si vede solo se l’aggettivo viene prima di una parola.”
    invece di parola intendevi ‘nome’ o ‘sostantivo’ immagino… anche un verbo è una parola

    1. Hai ragione in parte: dopo un aggettivo troverai di solito un sostantivo e non un verbo, ma non è detto che tu possa trovare solo un sostantivo.
      Anche se il sostantivo non può mancare, tra l’aggettivo e il sostantivo potrai avere degli altri elementi…
      Puoi trovare un altro aggettivo ad esempio, poiché come ho spiegato in questo articolo
      https://studiaregiapponese.com/2015/07/17/miti-la-coordinazione-degli-aggettivi/
      …non sempre gli aggettivi vanno coordinati. Puoi trovare ad es.:
      kirei na + atarashii + kaban
      agg. na + na + agg in -i + sost.

      Puoi trovare perfino un verbo, in realtà, se funziona da relativa/da aggettivo. P.e. nella frase a seguire, presa da internet, il verbo “tsuite’nai” (che deriva dall’espressione “un ga tsuite iru”, ma si può usare senza “un ga”) equivale a dire “sfortunato”. E’ insomma un verbo in posizione relativa, usato come aggettivo (altrimenti la relativa sarebbe più complessa e avresti qualche altro elemento dopo l’aggettivo in na e prima di tsuite’nai):
      上条さんより 不幸なついてない洋一 ってどうなってんの?
      …fukou na tsuite’nai Youichi…
      …l’infelice, sfortunato Youichi…

Fatti sentire!

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