Site icon Studiare (da) Giapponese

Info sull’autore

In questa pagina trovate più che altro notizie su di me e nell’immagine in alto potete vedermi in una delle mie sessioni di Shodou 😉 Be’, se è una foto che volete, forse è meglio se guardate l’home page o magari il mio profilo Facebook.

  • Due parole da e sull’autore (sui co-autori e su di voi!)
  • La mia esperienza personale con il Giapponese (in ordine cronologico)
    • L’università
    • Il JLPT N2
    • La scuola in Giappone
    • Il tanto sognato JLPT N1
    • E ora?
  • Come seguire il sito e contattare l’autore

Se cercavi una pagina di informazioni sul sito, la puoi trovare qui.

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Due parole da e sull’autore


L’autore, in linea di principio, sono io, quello che posta come Kazeatari o 風当たり, al secolo Riccardo Gabarrini, classe ’81, laureato in Scienza dei Materiali …presto vi racconterò come sia arrivato da qui al Giapponese, ma ora lasciatemi dire cosa faccio nella vita.

Ho iniziato come traduttore da inglese e giapponese, ma anche grazie a questo sito sono presto passato a fare l’insegnante di giapponese. E ora, finalmente posso dirmi scrittore a tempo pieno, di opere sulla lingua giapponese (e il Giappone ovviamente), che puoi trovare anche direttamente su Amazon, sulla mia pagina autore o su quella di mia moglie.

Sempre grazie a SdG ho avuto delle esperienze molto interessanti, tra cui la collaborazione con un regista (è stata troppo breve Gian Maria!), un’intervista su Radio 1 Rai sul tema degli Hikikomori (Grazie Patrizia! Grazie Anna Maria!) e, sullo stesso tema, un’altra intervista poi trasposta nel libro Generazione Hikikomori di Anna Maria Caresta, due pubblicazioni sulla rivista di Aikikai, l’associazione italiana Aikido… giusto per citare le più particolari 😉

C’è chi storce un po’ il naso all’idea di un insegnante non madrelingua, ma si sbaglia e non di poco: quello dell’insegnante madrelingua è un vero e proprio mito. “Tutti insegnanti madrelingua” è uno slogan per attirarvi a questo o quel corso, ma le università assumono sempre un italiano per spiegarvi la grammatica… perché capisce come pensate, i vostri dubbi, e sa spiegare al meglio in italiano. Per fortuna molti di voi lo hanno capito e ho tanti studenti da faticare a respirare tra una lezione e l’altra.

E il tuo studio del giapponese…?

Domanda che mi viene rivolta spesso. Studio giapponese ormai da una vita: “Ho iniziato nel 2008”, rispondo di solito, ma in realtà da molto prima. Ho iniziato prendendo ossessivamente nota di vocaboli mentre ascoltavo qualunque cosa in giapponese riuscissi a trovare in rete, anime, canzoni… Studiavo da circa 1 anno quando l’1 gennaio 2008 ho iniziato a tenere un corso sul forum, ormai scomparso credo, del gruppo di fansub MDW. Ero ancora uno studente, ma cercando di risolvere i miei dubbi… e tutti i dubbi degli altri utenti che mi facevano domande sono migliorato rapidamente e per me imprevedibilmente… Non era certo voluto! Ad ogni modo, tra traduzioni di canzoni (e poi di anime) e risposte agli utenti di MDW (e poi di Jappop e, dal 2011, di questo sito), ho finito per consumare la grammatica Hoepli… e tanti altri testi, perché mi sono presto reso conto che il giapponese era molto più vasto di quanto quel libro non facesse credere.

Intanto senza volere ho portato avanti una sorta di full immersion virtuale (ne ho progettato una versione “mini” anche per voi: (Soprav)vivere in Giappone). Difatti ho abbandonato tv, musica e libri in italiano: qualunque cosa guardassi, ascoltassi o leggessi era in giapponese.

La mia full-immersion è divenuta completa quando ho sposato mia moglie che a tutt’oggi non parla un H né di italiano né di inglese, per cui il giapponese è la nostra lingua comune… e dunque dal 2013 parlo ogni giorno giapponese 24 ore su 24… eccetto quando parlo italiano ai miei studenti. Nel 2013 ho iniziato a fare l’insegnante (dal Giappone! A volte a mezzanotte, anche per 3 euro l’ora!) e da allora ho proseguito, “senza riuscire mai davvero a smettere”, su insistenza dei miei studenti… nemmeno adesso che è il 2022 e scrivo libri a tempo pieno.

Se volete una panoramica sui miei studi di giapponese la trovate più giù, se vi interessa il metodo di studio (davvero non-convenzionale, vi avverto), potete leggere l’articolo Come ho imparato il giapponese.

I co-autori

Mi definisco “l’autore”, ma non sono l’unico, in effetti, ad aver scritto su questo sito: vari autori hanno collaborato in modi diversi, sempre preziosi. A proposito di coautori sarebbe un delitto dimenticare i collaboratori (più) attivi, primi fra tutti Tenshi e Memory, a cui andrà sempre la mia infinita gratitudine.

Un sito però, specie un sito come Studiare (da) Giapponese, non è fatto solo da chi scrive. Non esisterebbe niente di simile all’attuale SdG se non fosse per tutti voi lettori, che con le vostre domande, i vostri suggerimenti, gli spunti, le condivisioni e gli incoraggiamenti avete letteralmente costruito insieme a me questo sito e il sito della community, Nihongo no Kuni (battezzato da un’utente, tra l’altro!). Per avviare SdG sono partito dalla mia passione per lo studio e l’insegnamento del giapponese, ma è grazie a voi se SdG è cresciuto perché ho imparato qualcosa da ognuno di voi.

Le domande che ricevo, infatti, sono spesso rivelatrici e mi insegnano molto. Alcune sono sorprendenti e io stesso non me le ero mai poste prima, altre, che gli stessi autori si affrettano a definire “domande forse sciocche”, per quanto semplici hanno comunque un grande valore per me come insegnante. Leggendole mi rendo conto che in quell’argomento, o in quel punto della mia spiegazione, c’era un elemento di dubbio, di possibile confusione, ecc.

Dunque continuate a porvi dubbi e a farvi domande; fatelo innanzitutto per voi stessi …perché è un ottimo metodo di studio e perché chi vive di certezze non va lontano. E poi fatelo per il sito: se non riuscite a risolvere il problema che avete davanti, chiedete! Gli altri utenti del sito ed io ve ne saremo grati. D’altronde il mio personale credo è riassunto nella parola giapponese 改善 kaizen, “miglioramento continuo”. E non ci sarebbe miglioramento alcuno senza l’aiuto delle vostre domande.

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La mia esperienza con la lingua giapponese


Veniamo ora al mio “curriculum”, il motivo per cui potete decidere di fidarvi di questo sito. Perché in fondo è questo che facciamo su internet, leggiamo e ci fidiamo dell’autore o della sua buona fede, perlomeno. Purtroppo però, per quanto riguarda il Giappone, “là fuori” c’è molto di cui non è il caso di fidarsi. Ci tengo quindi a presentarvi chiaramente su quali basi potete scegliere di fidarvi di me… a parte la mia sconfinata, e spero evidente, passione.

Il mio unico timore è che tutto ciò suoni come una serie di vanterie. Detesto anche solo l’idea che quanto scrivo possa essere interpretato così, ma non so come altro fare: dato che in vari anni di presenza su internet ho subito 2-3 violenti attacchi personali denigratori, è per me importante provarvi chi avete davanti… E – perché no? – raccontarvi anche un po’ la mia storia. Spero quindi che guardiate alla storia nel complesso e possibilmente che chiudiate un occhio se vi sembrerà che mi stia vantando, anche perché da parte mia c’è al più solo della soddisfazione personale.

Attenzione, qui non parlo del metodo di studio (per quello leggete Come ho studiato giapponese), vi riporto piuttosto quelle che sono state le mie “tappe”.

A. L’università… tra Scienza e Giapponese

Tl;dr? Due 30 e lode, un 29 e un 30.

Noterete che ero iscritto, a un diverso corso di laurea (Scienza dei materiali). Impossibile? No! Potete dare qualunque esame dell’Università a cui siete iscritti, sulla base del solo fatto che vi interessa. Certo, non rientrerà nel piano di studi ai fini della vostra laurea, sarà solo una soddisfazione personale.

Lingua giapponese 1, 2 e 3 appartengono alla triennale (notare come abbia dato il 2 e il 3 a distanza di 3 settimane), mentre l’ultimo è Giapponese 2 avanzato, ossia il secondo esame della magistrale… perché la prof mi ha sentito e mi ha detto che, essendo i due esami scritti fissati per lo stesso giorno, era il caso dessi direttamente il secondo, che tanto non avrei avuto problemi. Così ho fatto e lo vedete verso la fine (sotto Fisica delle nanostrutture). Peccato per il 29 dirà qualcuno… vero, ma considerate che avevo scordato il dizionario a casa, quindi in realtà è il voto di cui sono più fiero! XD

Dunque io non ho una laurea in Giapponese, ho solo approfittato della possibilità di sostenere degli esami qui a Milano, per soddisfazione personale. Come ho spiegato in un articolo non molto tempo fa, bisogna capire che, per certi versi, la laurea in lingue è sopravvalutata, o perlomeno mitizzata, da chi aspira a imparare una lingua: non ruota tutto attorno alla lingua, anzi, la lingua è solo una piccola parte dell’intero corso (di solito 5 esami in 5 anni, più eventualmente linguistica o lingua classica) e nel caso della lingua giapponese vi porterà al livello N4, N3 o N2 del JLPT (a seconda dell’Università e del corso di laurea).

Il passo (logico) successivo per me è stato affrontare il JLPT (Japanese Language Proficiency Test o 日本語能力試験 nihongo nouryoku shiken).

B. L’esame JLPT N2

Il mio primo impatto con questo famoso esame è stato al livello N2. Per capirci, il livello più basso è l’N5 e ad ogni livello la difficoltà, la quantità di vocaboli e kanji da conoscere e il tempo da dedicare allo studio sostanzialmente raddoppiano. Il livello più alto è l’N1, che superato con voti alti corrisponde a un livello da native speaker (anzi, da 母語話者 bogowasha).

Ho passato l’esame N2 nel 2012 con voti particolarmente alti. Anche questa volta senza studiare apposta per l’esame… Progettando di andare in Giappone volevo la certezza di andarci con un pezzo di carta in mano da mostrare, così ho giocato sul sicuro e ho perfino preso il massimo in ascolto. Ad ogni modo, inutile dire che è stata un’enorme soddisfazione che mi ha dato lo slancio per lanciarmi nell’impresa successiva, pochi giorni dopo aver ricevuto i risultati…

C. La scuola di Giapponese in Giappone

Sono partito alla volta del paese del Sol Levante a inizio 2013 per frequentare una scuola di giapponese, così ho vissuto per un periodo in Giappone …ed è successo di tutto! Ho iniziato sentendomi turista e ho finito sentendomi Tokyoita, mi sono sbloccato e ho iniziato a parlare in giapponese a macchinetta… cavolo, ho iniziato perfino a pensare in giapponese, sono stato al Comiket come alla sagra dell’ostrica (unico occidentale in zona XD), ho visitato il Giappone dal Kanto al Kyushu… Mi sono addirittura sposato mentre ero lì!

Se me l’avessero detto alla partenza, avrei riso per tutto il viaggio in aereo… e sono quasi 12 ore!

Ad ogni modo, non fosse altro che per il fatto che la mia futura moglie si nascondeva tra i miei compagni di classe, è stata un’esperienza di vita meravigliosa. Più difficile (e meno entusiasmante) il discorso da un punto di vista didattico, ma… ehi, non si può volere tutto.

A tal proposito, se voleste dei consigli su una scuola di giapponese in Giappone, leggete l’articolo linkato e anche quello su Le migliori scuole di giapponese in Giappone.

D. L’esame JLPT N1

Appena 6 mesi dopo l’N2 ho sostenuto e passato l’N1 in Giappone (il livello da 母語話者 bogowasha di cui sopra, ricordate?). Fedele al mio motto (sì, 改善 kaizen, come il motto della Toyota XD) l’ho riaffrontato di nuovo nel 2014 in Italia, migliorando il voto… Ed intendo continuare a cimentarmi nell’esame ogni uno o due anni per evitare di sedermi sugli allori e per misurare i miei miglioramenti.

Eccovi quindi la foto del diploma della scuola e del JLPT N1 (attenzione, la foto è volutamente poco chiara per evitare che ne venga fatto un uso scorretto: nei paesi vicini al Giappone un N1 può avere un notevole valore per molti perché significa accesso all’università senza esame di lingua, quindi ne è nato un “mercato nero”!)

Affrontare il JLPT è, devo dire, un’ottima esperienza e ve la consiglio.

Certo, potreste prendere un libro e controllare da soli quanto sapete, ma vivere la tensione della scadenza, la pressione dell’esame, la lotta contro il tempo (le tre ore e passa a disposizione vi sembreranno immancabilmente poche)… sono tutte cose che hanno un loro perché, quindi provateci, almeno una volta, e fatemi sapere ^__^

E. …e ora?

Tornato dal Giappone mi sono iscritto alla Ca’ Foscari, alla magistrale in lingua (ho potuto accedervi grazie agli esami dati e al certificato N1), pensando che in fondo “il pezzo di carta” mi avrebbe aiutato come insegnante e chissà, mi avrebbe permesso una carriera accademica. Purtroppo a distanza di nemmeno un mese mio padre ha scoperto di essere ammalato di cancro al polmone e a quel punto tutto ha iniziato a sembrarmi uno stupido sogno. Poco dopo la sua scomparsa mi sono ritirato dall’Università, rendendomi anche conto che in buona parte era a lui che volevo dimostrare qualcosa e che invece dovevo smettere con quell’atteggiamento “da figlio con lo sguardo fisso sulla schiena del padre” e guardare la strada che mi aveva indicato, iniziare a camminare con gli occhi fissi ad un’altra meta, più lontana eppure tanto più facile da raggiungere.

E ora?

E ora seguo quella strada e vivo la mia passione: insegnare giapponese. Occasionalmente traduco, sto scrivendo dei libri di testo che spero aiuteranno più persone possibile. Più in generale vivo le mie giornate (in Italia) immerso nel giapponese, parlandolo 24/7 con la mia (bellissima) moglie …che per quanto ci provi, ancora non riesce a imparare l’italiano. A parte le parolacce. Chissà perché quelle le memorizza subito, quando ancora non sa nemmeno che significhino… ha un radar per scovarle in mezzo ad ogni frase!

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Come seguire il sito e contattare l’autore


Potete seguire il sito in vari modi, grazie ai social network più famosi.

All’occorrenza potete contattarmi via mail, tramite l’apposito modulo o cliccando l’ultima icona a destra qui sopra.

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