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Che ci fa lì un “mini-ke”?!

Una domanda che ricevo spesso è che cosa sia il piccolo katakana ke che si trova in certe parole, che ci fa in una data parola, perché è piccolo… e così via. È un’ottima domanda, con una risposta che va ben al di là del poco che ci dicono i libri di testo o di quel qualcosina in più che ci dicono prof e sensei di solito, e siccome noi non siamo tipi da accontentarci (giusto?), eccovi la spiegazione di “Che ci fa lì quel mini-ke?”.

Tanto per cominciare il primo caso in cui incontriamo il “mini-ke” è nella parola 一ヶ月 ikkagetsu

Come nell’immagine qui sopra, la locandina di un film tratto da una storia vera: “La sposa con un mese di vita davanti”. Dunque 一ヶ月 ikkagetsu significa “un mese”; fosse stato 一月 lo avremmo letto ichigatsu (Gennaio), ma grazie al piccolo ke lì in mezzo sappiamo che dobbiamo leggerlo diversamente e che significa un’altra cosa. Ma perché significa un’altra cosa?

Ci arriviamo in un momento. I più attenti si saranno accorti che in ikkagetsu in effetti il “piccolo ke” è stato pronunciato ka… Lo so che lo avevate notato, non siate timidi. Questo fatto è dovuto alla sua origine e si ricollega al significato: difatti non è un piccolo ke del katakana, ecco perché non si legge “ke”! ヶ è in realtà un’abbreviazione del kanji 箇. Essendo un kanji così complesso si è preferito abbreviarlo con un piccolo ヶ …che in realtà non è un “ke” ma metà della parte alta di questo kanji, ⺮, il radicale di bamboo (竹 take). 箇 di per sé è solo un generico classificatore (come つ per chi ha studiato), insomma, ci dice semplicemente che stiamo contando qualcosa.

Poiché la sua pronuncia, come detto, è ka, ヶ può essere sostituito da un piccolo ka del katakana, ヵ. A volte, per semplicità (anche perché per scriverli al PC bisogna digitare lke e lka e quindi “uffa”), si preferisce scriverli in grande ケ e カ. Inoltre, di nuovo poiché la pronuncia è ka, e poiché vedere del katakana là in mezzo per alcuni può essere spiazzante, ke e ka del katakana vengono sostituiti da un semplice ka dell’hiragana (scritto in dimensioni normali: か).

E il kanji?! Si trova, ma molto raramente. Che poi… “il” kanji? Sul serio credevi fosse così facile? Quando qualche decennio fa si è deciso cosa era comune e cosa no, si è anche deciso che il kanji 箇 non era comune e doveva essere sostituito dal kanji più comune 個 …che però si leggeva ko e quindi a 個 si aggiunse la pronuncia ka. Insomma, se si vuole scrivere ikkagetsu si hanno le varie soluzioni con i kana, piccoli o grandi, ma anche due… ops, tre soluzioni con i kanji, poiché i cinesi pure a loro modo hanno cercato di semplificare le cose, hanno preso il kanji 箇 e lo hanno semplificato in 个 …e questo kanji, sebbene usato di raro, si è affacciato in Giappone, come alcune altre semplificazioni o abbreviazioni di kanji complessi (es. 門 mon, e kanji che lo comprendono come componente, possono usare o la sua “versione giapponese”, ).

Dunque con il significato di “un mese” in teoria possiamo trovare scritto

一ヶ月、一ヵ月、一か月、一ケ月、一カ月、一箇月、一個月、一个月

…o ancora tutte queste alternative ma con la cifra 1 al posto del kanji (nb le più diffuse sono le prime 3, con o senza cifra).

Quando si usa il “piccolo ke”?

Si usa più che altro per contare e si trova sostanzialmente solo con:

Si trova poi in nomi propri, specie di luogo. Ad esempio si trova nella parola 関ヶ原 Sekigahara il luogo di una famosa battaglia

…e anche in 霞ヶ関 Kasumigaseki, un’importante zona di Tokyo, dove si trova il Ministero degli Esteri.

Come vedi in questi casi viene sonorizzato, cioè da “ka” diventa “ga”. In questi casi equivale in pratica alla particella の no (simile alla nostra “di”). Dell’uso di “ga” (perlopiù scritto が) al posto di の no in effetti ho già parlato nell’articolo Le alternative a “no” (a parte “sì”).

Cosa davvero interessante, nell’immagine qui sopra a sinistra si nota la scritta Kasumigaseki in grande, in cui ヶ è scritto in piccolo. Poi, pochi metri più in là scendendo le scale, si passa sotto al tabellone con scritto 霞ケ関 Kasumigaseki, ma stavolta il ケ è grande (come nell’immagine a destra). Infine, a ben guardare, sul palo in primo piano troviamo scritto 霞が関 con il ga dell’hiragana al posto di ケ! Viene da gridare “Decidetevi!”

Ma sono solo degli esempi: è pieno di luoghi con nomi del genere, anche se alcuni hanno cambiato il loro nome, preferendo una grafia più semplice, come Jiyuugaoka …che ha cambiato grafia nel ’65 ma ancora non tutti si sono ageduati, nemmeno il comune, dato che il parco comunale usa il piccolo ke, come vedete sulla destra.

Un altro importante caso in cui si trova il “mini-ke” si ha con la parola 三ヶ日 sanganichi, che indica i primi 3 giorni di gennaio (non a caso 三日 vuo dire “tre giorni”), che sono dei giorni di festa; dunque sanganichi è sostanzialmente il nome proprio di questo periodo di festa… Ma, ops, a dire il vero, se si cerca 三ヶ日 su google immagini si vedono solo mandarini… perché 三ヶ日 viene letto mikkabi e si riferisce a un posto nella prefettura di Shizuoka, famoso per i mandarini. Quando si tratta di sanganichi, che teoricamente potremmo scrivere 三ヶ日, immancabilmente troviamo scritto 三が日.

Ok, penso che possiamo dirci soddisfatti, avendo sviscerato l’argomento… ora sapete TUTTO quel che c’è da sapere sul “mini-ke” …quello ke non si legge ke ( ̄ー ̄)ニヤリ

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