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JLPT livello N5 – Grammatica – Kuu mono ga nai!

Riprendiamo da dove eravamo rimasti la volta scorsa. Partiamo con l’enigmatica frase del titolo… e subito la lasciamo un attimo da parte^^.

Gli ultimi esempi fatti prima della parentesi sull’italiano hanno un tratto comune: tutti presentano un sostantivo che corrisponde al complemento oggetto della frase relativa. Es. “il pane che ho comprato ieri ormai è duro”. “Il pane” è certamente soggetto della frase principale “il pane è duro”. Tuttavia, logicamente, è il complemento oggetto della frase relativa (io ho comprato il pane). Mah, in realtà questo ruolo è affidato al “che”, ma passando alla traduzione giapponese notiamo subito che non c’è nessuna parola equivalente al nostro “che”!
Dunque, in “l’autobus che porta all’università è appena passato”, l’autobus è soggetto della frase principale e della relativa, mentre nell’esempio sul pane, il pane cambia di ruolo nella relativa: da soggetto (nella frase principale) passa a complemento oggetto (nella relativa).

Perché vi annoio con questi dettagli? Perché sono più importanti di quel che pensate e vanno visti ora per non pentirci dopo.

In ogni altro caso (cioè a parte il caso in cui un sostantivo fa da soggetto in una frase e da complemento oggetto nell’altra frase… come visto sopra per il pane, insomma), in lingua italiana, è evidente il ruolo della parola nella frase relativa.

Esempio: “il compagno a cui ho prestato il mio quaderno oggi non è venuto a scuola”. La frase relativa è in grassetto e come deduciamo da a cui” il compagno è un complemento di termine nella frase relativa, ma il soggetto della principale. Un discorso simile si può fare se scrivo “il parco dove (=in cui) giocavo da bambino non c’è più”.

Già vi immagino preoccupati.
Ora che vi rendete conto che l’italiano ha tante particolarità che usate senza farci caso, vi chiederete “come sarà in giapponese?!”.
Esattamente come per l’autobus della volta scorsa… non serve nessun termine nuovo, niente di niente!
Così Il parco dove giocavo (da bambino)” è “(kodomo no koro) asonde’ta kouen. Come vedete “dove” sparisce, proprio come il “che” o “a cui” o “con il quale”… Tutti i termini che in italiano introducono una frase relativa, spariscono! Nella frase giapponese non c’è niente del genere, semplicemente metto il verbo subito prima del sostantivo.

Tutto ciò può creare confusione? Sì, a volte sì, purtroppo^^

Immaginiamo ad esempio un riccone al ristorante, di fronte a un tavolo imbandito… i camerieri si sono affaccendati vari minuti per portare tutto. Alla fine si fanno da parte, per lasciar mangiare in pace il cliente e questo con una certa arroganza (o giusta impazienza?) esclama: “kuu mono ga nai!” letteralmente “non ci sono cose che mangio”, più propriamente “non c’è nulla da mangiare!”.
Possibile? Il tavolo è pieno di roba da mangiare, i camerieri sono interdetti: ci si aspetta una certa arroganza da un cliente così, ma… fino a questo punto?

E invece il cliente ha tutte le ragioni!

Ha detto “non ci sono cose con cui mangiare”. Gli era stato portato tutto il cibo, ma i camerieri avevano dimenticato forchetta e coltello… e/o le bacchette, se preferite^^.

Insomma, il giapponese con le frasi relative presenta il grande pregio della semplicità. Se in italiano noi usiamo vari pronomi… Ad esempio che, quale, cui (oltre a “dove” = “in cui”) alcuni dei quali arricchiti di preposizioni (es. “in cui”, “del quale”, “con il quale”, “per cui”…) …in giapponese nessuno di questi pronomi è necessario, mi limito a mettere il verbo prima del sostantivo e tutto ciò che precede il sostantivo sarà una frase relativa.

Tanta semplicità ci obbliga a pagare un prezzo in termini di chiarezza, ma di norma grazie al contesto è possibile capire tutto quel che c’è da capire.

La prossima volta vedremo alcune particolarità delle relative e alcune relative particolari^^

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