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9.Le particelle と (to), や (ya) …e ancora の (no)

La particella “to” viene in genere citata come fosse la nostra congiunzione “e”. Ci sono due motivi per cui è bene non vederla (sempre/solo) in questo modo. Il primo è che non può congiungere due frasi coordinandole come la nostra “e” (capita di trovare “to” tra due frasi, ma assume tutt’altro ruolo). Il secondo è che spesso “e” non rende correttamente il senso della particella “to”. Dunque va tradotta a volte con la “e” e a volte con la preposizione “con”. Difatti il ruolo principale di と (to) è quello di creare il complemento di compagnia o unione. L’immagine sotto il titolo recita “minna to Menma”, cioè “Menma e tutti gli altri”. Menma è il personaggio principale del bellissimo anime Ano hi mita hana no namae wo bokutachi wa mada shiranai, mentre minna vuol dire “tutti”, ma dire “Menma e tutti” in italiano è bruttino. In questo caso tradurre con “e” è praticamente d’obbligo, ma se dicessi “boku wa kimi to ikitai”, dovrei tradurre per forza con la preposizione con: “io voglio andar(ci) con te“; tradurre con “e” non avrebbe senso.
Com’è possibile tutto ciò? E’ possibile… anzi, non è nemmeno strano. Se volete accettarlo così come viene, considerate semplicemente “sostantivo+to” come fosse un complemento e continuate a leggere. Se no saltate per un attimo alla lezione 10 che è un approfondimento sugli elementi della frase giapponese a partire da questa lezione.

Una delle possibilità che la particella “to” ci dà è quella di usarla per costruire un elenco finito (e definito)… diciamo un elenco che non potreste mai finire con “eccetera”. Se per esempio volete elencare esattamente tutto quel che avete mangiato a pranzo o con quali amici siete usciti ieri, di norma farete un elenco finito:

1) Pasta, insalata di pomodori, mozzarella e frutta. 

2) Marco, Laura, Giorgio e Antonio.

…mentre se volete elencare i paesi che vi piacerebbe visitare (specie se sono tanti) o parlate genericamente di cosa portare ad una festa, probabilmente farete un elenco indefinito (generico) e incompleto:

A) Giappone, Cina, Francia, Spagna, Grecia...

B) Per la festa, voi pensate al cibo: patatine, pizza, gelato...

Come vedete un elenco finito si chiude in modo netto (prima dell’ultimo elemento metto una “e”), mentre un elenco indefinito si chiude con i puntini sospensivi o con eccetera.
In un elenco definito, come detto, ogni parola è legata da と (to), mentre in un elenco indefinito le parole sono legate da や (ya) e spesso l’elenco è chiuso con una sorta di “eccetera”, ovvero la particella など (nado; a volte in kanji, , è lo stesso kanji, con pronuncia diversa, visto per il plurale dei pronomi). Specie per elenchi lunghi capita poi di trovare solo delle virgole (、) o dei puntini a mezza altezza (・), a prescindere dal tipo di elenco …ma in tal caso, per far capire che l’elenco è indefinito, questo va chiuso con nado (Giappone, Cina, Francia nado). Se invece uso ya, allora nado non è più obbligatorio per chiarire che il mio elenco è indefinito (ci pensa già ya, quindi nado fa da rafforzativo se lo metto) e posso mettere o no delle virgole:

すしや(、)さしみや(、)てんぷら(など)を食べた。
Sushi ya(,) sashimi ya(,) tenpura (nado) wo tabeta.
Ho mangiato sushi, sashimi, tempura…

Un’ultima particolare avvertenza. Capita che trovi uno “ya” dove mi aspetterei “to” (senza un nado finale). Ciò significa che più che agli oggetti in sé mi riferisco ad essi come categoria. Se dico “Quando vengo da te porto dei dolci e da bere” in giapponese dirò “okashi to nomimono” e intenderò che porterò esattamente quelle cose (per quanto i termini siano generici). Tuttavia potrei dire “okashi ya nomimono“, implicando che porterò delle cose tipo dolci e bibite, quindi potrei portare pure patatine o che so io… Dunque la sfumatura propria di “ya” non è solo quella di “questo, questo… e altre cose”, ma anche “cose tipo questa e quest’altra” (quindi poco fa avrei potuto tradurre “Ho mangiato cose tipo sushi, sashimi, tempura…”). Queste due sfumature non sono concetti poi così lontani, anzi, sono per certi versi intercambiabili, ma è bene aver presente la cosa, così da avere più possibilità di traduzione^^

Nell’immagine qui sopra si legge il titolo di un (bel) manga: Kimi to boku no ashiato, letteralmente “le impronte di te e me” (le mie e le tue impronte… il riferimento è alle tracce che lasciamo camminando: ashi vuol dire piedi). Come vedete abbiamo fatto un passo oltre, sommando l’uso di “to” e “no”. In pratica abbiamo A to B no C invece di D no C …cioè le impronte qui non sono di una persona sola, sono di due persone, mie e tue… cioè dico che C (le impronte) appartengono a A e B (me e te). Vedendola con i colori abbiamo:

 kimi no namae (lett.: il nome di te D no C
  kimi to boku no ashiato (lett.: le impronte di te e me (A to B) no C

Tutto ciò che precede “no” specifica ciò che segue, in questo caso le impronte appartengono alle persone che precedono “no”, come il nome apparteneva alla persona che precedeva “no” (cioè “kimi” = tu). E’ tutto qui? Vale sempre? Purtroppo no.
Vediamo qualche titolo di anime:

Kareshi to kanojo no jijou = Le situazioni di lui e lei
Kanojo to kanojo no neko = Lei e il gatto di lei

In pratica nel primo caso, come prima, il complemento di specificazione è dato da tutto ciò che precede “no”; le situazioni “appartengono” contemporaneamente a due persone: lui e lei. E’ un po’ come se scrivessi, come prima per le nostre impronte: (A to B) no C.
Nel secondo caso però il complemento di specificazione è dato da una sola persona, lei, e ciò che precede “to” è coordinato al gatto (neko), non è una seconda persona che possiede il gatto. Potremmo dire che “to” non è più interno al complemento di specificazione, stavolta è fuori. In pratica, facendo l’esempio con le lettere, è come se scrivessi, A to (B no C), con “to” fuori dalla parentesi. Come posso sapere quale delle due cose è corretta? A senso! Succede anche in italiano, eh! Spesso devo regolarmi a senso, in base al contesto della frase. Per esempio:
– Cosa hai dimenticato di caricare in macchina?
– La borsa di Maria e Antonio.
Cosa significa, che la borsa che appartiene a Maria e Antonio è rimasta a casa, oppure che a casa sono rimaste due cose: la borsa di Maria e il piccolo Antonio? ^_^;
Ovviamente il discorso vale anche se aumenta il numero di elementi nella frase, come nel titolo:
Yami to boushi to hon no tabibito
Yami , il cappello e la viaggiatrice di libri
(piccola nota: nella storia i libri sono mondi paralleli)
Visto con le lettere abbiamo Y to B to (H no T). Come faccio a saperlo? A senso! L’alternativa, come visto, sarebbe (Y to B to H) no T, cioè la viaggiatrice di libri, di cappelli e di Yami; un’alternativa che qui è ovviamente fuori luogo (Yami è una persona, quindi suona parecchio più strana dell’altra frase, no?). Ok, fine, spero che le lezione vi sia piaciuta…

Come sempre mi auguro di vedere qualche vostro commento, per intanto…

Mata naa! (Alla prossima!)

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