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Kataha no Ashi

Tempo fa, durante il periodo Edo, nel quartiere di Honjo, c’era un uomo dal cuore malvagio chiamato Tomezou (留蔵). Questi cercò di sedurre una giovane vedova chiamata Okoma (お駒), che possedeva un amuleto che aveva la forma di un pezzo degli shogi e che lui desiderava ardentemente (detto per inciso, il nome Okoma è dato da un prefisso e un kanji, il prefisso “o” è di rispetto, mentre il kanji significa “pedina”, “pezzo dello shogi”).

La giovane però lo rifiutò e lui, in preda all’ira, la uccise e le tagliò la gamba e il braccio sinistro, come era comune potare i bonsai, e li buttò in un fosso.

Da quella volta nel fosso non crebbe altro che una canna chiamata Kataha no Ashi, in quanto le foglie crescevano solo su un lato della pianta (lett. “ashi” che ha le foglie da un solo lato). È possibile incontrare anche il termine sonorizzato “Kataba no Ashi” (come nell’immagine qui sopra), mentre il nome in kanji può essere 片葉の葦 oppure può utilizzare anche il kanji semplificato per “ashi”: 片葉の芦.

Ancora oggi c’è chi dice che questa pianta sia lo spirito di Okoma.

In alcune versioni della storia Okoma è la figlia di una vedova di nome Oyoshi e non vi è nessun accenno al talismano. Le azioni del giovane sono mosse solo dal risentimento verso Okoma che lo ha rifiutato.

L’illustrazione è di 歌川国輝 (Utagawa Kuniteru) e fa parte della serie “Honjo Nana Fushigi”.

Per maggiori informazioni vi invito a leggere la pagina introduttiva dei sette misteri di Honjo

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