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Pillole di Giapponese 03 – Le caratteristiche della lingua

pillole di giapponese 3

Di nuovo benvenuti al mini-corso di Studiare (da) Giapponese, Pillole di Giapponese: il giapponese a piccole dosi 😉

Prendendo la nostra prima pillola (di giapponese) abbiamo visto che un testo, o anche solo una frase, può contenere, insieme, kanji, hiragana e katakana. Riprendiamo la frase d’esempio in questione per vedere alcune altre importanti caratteristiche del giapponese.

アメリカ
AMERIKA ni iku.
Vado in America.

  1. Non ci sono spazi tra le parole (la volta scorsa li avevamo inseriti per praticità).
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  2. Le parole (di solito) non cambiano per genere o numero, cioè non importa se sono maschili o femminili, singolari o plurali. Per es. “neko” vuol dire gatto, ma anche gatta, gatti, gatte. Nella frase abbiamo il verbo “andare” (iku), e anche questo non cambia. Ho tradotto “vado” per comodità, ma “vai”, “va”, “andiamo”, ecc. e anche “andrò”, “andrai”, ecc. si dicono tutti allo stesso modo: “iku”.
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  3. In giapponese il verbo va sempre a fine frase (salvo poche eccezioni).
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  4. “Vado America” non vuol dire nulla, ma se ci mettiamo “in” diventa tutto chiaro: “Vado (dove?) in America”. La preposizione “in” lega (in modo logico) il verbo “vado” e la parola “America”. Per chiarire come una parola si lega al verbo, cioè il ruolo di quella parola nella frase, il giapponese usa delle “posposizioni”: sono simili alle nostre preposizioni, ma vanno dopo la parola a cui si riferiscono: Amerika ni iku = Vado in America.

Ci sono altre “famose” caratteristiche della lingua giapponese, ma le vedremo durante il corso, quando sarà necessario. Se qualcuno volesse portarsi avanti però può leggere questa lezione di introduzione al giapponese.

Gli articoli di questa rubrica sono raccolti nella pagina Pillole di Giapponese.

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