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Pillole di Giapponese 08 – Presentarsi

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Eccoci ad un’altra lezione del corso Pillole di Giapponese: la lingua giapponese a piccole dosi! (⌒▽⌒)

La volta scorsa abbiamo visto i pronomi e come di solito si cerca di evitarli, oggi vedremo subito un’applicazione pratica di questo fatto con le presentazioni.

Oggi vedremo un esempio di dialogo che si può avere quando due persone si presentano (spesso scambiandosi dei 名刺 meishi, biglietti da visita).

中口:はじめまして。中口です。どうぞよろしくおねがいします。
Nakaguchi: Hajimemashite. Nakaguchi desu. Douzo yoroshiku onegai shimasu.
Nakaguchi: Piacere. Sono Nakaguchi. La prego, mi affido a Lei perché le cose vadano bene (tra noi/perché Lei mi tratti bene).
(libera) Piacere. Sono Nakaguchi.

高本:(はじめまして、)高本です。こちらこそ、どうぞよろしくおねがいします。
Takamoto: (Hajimemashite,) Takamoto desu. Kochira koso, douzo yoroshiku onegai shimasu.
Takamoto: (Piacere,) sono Takamoto. Semmai sono io che devo affidarmi a Lei perché le cose vadano bene.
(libera) Takamoto. Piacere mio.

Molti elementi non sono indispensabili. La prima persona potrebbe “saltare” l’iniziale “hajimemashite” ad esempio; il “douzo” aggiunge un certo grado di cortesia, ma può non esserci. Lo stesso vale per “onegai shimasu”. Allo stesso modo “kochira koso” (semmai sono io che…) non è strettamente necessario. Alla fine della fiera i due potrebbero dire solo i propri cognomi e nulla cambierebbe (certo, suonerebbe molto freddo e “brusco”, ma in anime o film sentirete anche di queste cose).

Attenzione alla pronuncia!

Ricordate che CH e SH si leggono all’inglese (come in “chat”/”champions” e “shampoo”)


Curiosità – Le presentazioni che trovate di solito nei libri di testo

Il normale modo di presentarsi riportato su molti testi (watashi wa xxx desu) è in realtà del tutto innaturale, salvo rare situazioni. Si agisce così per non mandare in crisi i madrelingua inglesi che hanno bisogno di avere sempre un soggetto nelle loro frasi. Per fortuna però inglese e italiano sono diversi e noi non abbiamo bisogno di questi sotterfugi. ^_^ Tenete dunque presente che presentandosi i giapponesi di norma non usano il soggetto “io” (watashi wa) salvo determinate situazioni in cui si può usarlo senza risultare innaturali, ma non è comunque necessario usarlo.

Lo stesso discorso vale per presentazioni tipo “Il mio nome è Pinco Pallino”, che uno può trovare in un libro dove il protagonista parla di sé e dice qualcosa del genere, ad esempio, ma non troverete al momento di una presentazione di norma. Si trova spesso nei libri perché ricalca il “My name is…” dell’inglese.

Gli articoli di questa rubrica sono raccolti nella pagina Pillole di Giapponese.

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