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JLPT livello N5 – Grammatica – Aggettivi in -na

Questo post vuole chiarire gli esempi dati nella sezione di grammatica del JLPT N5 riguardanti gli aggettivi in -na. A differenza della tabella di ripasso su tutte le costruzioni grammaticali del livello N5, qui avete il roomaji e la traduzione… ed ogni riga è commentata e spiegata! Avendo finalmente a disposizione tutti i punti della tabella spiegati nel modo più chiaro possibile, il vostro studio dovrebbe essere molto facilitato… o almeno era questa l’intenzione. (^_^;;)

Se non capite qualcosa, semplicemente chiedete nei commenti che ne parliamo ^__^
Ah! A fine pagina, dopo le spiegazioni punto per punto, ritrovate la parte della tabella di ripasso che riguarda gli aggettivi in -na (ma con roomaji e traduzione).
Tenete ancora presente che…
NB! Un “argomento avanzato” è un argomento che appartiene a un livello del JLPT superiore al livello della lezione che state studiando (presumibilmente di poco). Se lo tratto però è perché mi sembra opportuno, non per cattiveria^^
Un altro paio di note. I kanji utilizzati sono solo quelli della lista kanji del livello JLPT N5, eccezion fatta per il “gen” di 元気 , genki (che ho tradotto “pieno/a di vita”, ma può significare banalmente “in salute” o può esser trasformato in un verbo, “stare bene”, nel tradurlo). Gli asterischi nelle tabelle indicano traduzioni estremamente letterali e/o punti in cui prestare attenzione alla traduzione (p.e. che vi ricordano l’invarianza per genere o numero: tradurre hana con “fiore” o “fiori” è una scelta legata al contesto). Ricordate che “de wa” suona più formale della contrazione “ja” (dunque di norma è molto meno usato). Ok, ora si comincia davvero!

Affrontando gli aggettivi in -i abbiamo detto che gli aggettivi in giapponese si coniugano, cioè equivalgono a forme verbali, quindi variano passando dalla forma affermativa a quella negativa, da quella presente alla passata. Inoltre hanno una forma cortese e una piana (che non possiamo chiamare “scortese”… semplicemente è “neutra” e va evitata in situazioni più cortesi e formali). Questo è ancora “parzialmente vero” per i nostri aggettivi in -na. Nell’insegnare giapponese agli stranieri, parliamo di aggettivi verbali (quelli in -i) e aggettivi nominali (o pseudo-nominali; ecco perché sono indicati come Adj-n), ovvero degli aggettivi in -na (vedremo dove e perché compare il -na). Detto per inciso, la dicitura giapponese crea confusione, quindi la ignoreremo.
Dicevamo… è ancora vero che gli aggettivi in -na si “coniugano”, ma lo fanno “in modo limitato”, usando il verbo essere come ausiliare (un po’ come gli aggettivi in italiano, p.e. “sono bello” = verbo essere+aggettivo). In sostanza l’aggettivo in sé non subisce alcuna modifica per divenire passato, negativo, ecc. Dunque mentre takai al negativo diventava taka-ku-nai (cioè perde la -i, prende -ku e aggiunge “nai”, il negativo di “aru”), un aggettivo in -na, p.e. “shizuka da” diviene “shizuka janai” (vi ricordo che janai è contrazione di “de wa nai”, il negativo del verbo essere… ma trovare “de wa” è davvero molto raro, perché risulta sempre più formale e/o letterario).
Vediamo tutti i punti che riguardano gli aggettivi in -na nel dettaglio. Prima però una precisazione. Di seguito si usa spesso l’aggettivo “kirei”: è un aggettivo in -na e significa “bello/a” o “pulito/a”. Una bella persona è 綺麗な人 o きれいな人, in romaji, “kirei na hito”.
Dunque anche se leggete kirei, NON si tratta di un aggettivo in -i come takai.
Ciò è evidente perché la “i” di kirei non è okurigana, è parte della pronuncia di un kanji. Viceversa takai si scrive 高い e come vedete la “i” è un kana, non è parte della pronuncia del kanji (a volte troverete la scrittura taka-i o taka.i, per evidenziare questo fatto).
Ciò significa che se “i” è okurigana allora ho sicuramente un aggettivo in -i? No, esistono sostantivi e forme verbali che terminano con il kana い (-i) …e anche degli aggettivi in -na, a dire il vero, come ad esempio きらい (な), o meglio 嫌いな “kirai na”.
Come fare a saperlo? Man mano che imparate vocaboli imparerete anche se quel vocabolo ha o no qualcosa di… “strano”.
Ma ora lasciamo perdere il “na”, ne riparleremo fra un po’

15 Adj-n+です このスカートはきれいです。
kono skaato wa kirei desu.
Questa gonna è bella.
19 Adj-n+だ このへやは しずか だ。
kono heya wa shizuka da.
Questa stanza è silenziosa.
この店は きれい。
kono mise wa kirei.
Questo negozio è bello.

Le forme al punto 15 e al punto 19 sono rispettivamente cortese e piana degli aggettivi al tempo presente. Come vedete l’aggettivo in sé è immutato, semplicemente alla forma cortese ha “desu”, in quella piana invece ha “da”, cioè la forma piana* di “desu”… insomma è desu, verbo essere, quello che subisce la variazione.

*In realtà questa affermazione è lievemente scorretta. Punto primo, da e desu sono due diversi verbi, per quanto imparentati e vicini in alcune forme. Punto secondo, la vera forma piana di un aggettivo in -na, come per gli aggettivi in -i, si ottiene semplicemente togliendo desu. E’ linguaggio colloquiale, ma dire “ano skaato (wa), kirei” o “ano skaato (wa), kirei ne” è perfettamente regolare e naturale. L’aggiunta di “da” dopo l’aggettivo rende la frase più assertiva (più decisa nell’affermare quanto detto, il proprio giudizio: “ano ko, kirei da” = “quella ragazza è bella (punto!)”). Non a caso l’uso di “da” è più tipico del linguaggio maschile, mentre non metterlo è più vicino al linguaggio femminile (anche se queste differenze d’espressione tra i sessi vanno via via sparendo)… e non a caso l’uso di “da” nelle domande (più o meno esplicite) è molto limitato (nb. argomento avanzato).

16 Adj-n+ではありません このスカートは きれい ではありません。/
このスカートは きれい ではないです。
kono skaato wa kirei de wa arimasen/de wa nai desu.
Questa gonna non è bella.
20 Adj-n+ではない あの人はきれいではない。
ano hito wa kirei de wa nai.
Quella persona non è bella.

Al punto 16 ci sono le due possibili forme presenti, negative e cortesi. Come vedete qui sta tutto alle possibili forme del verbo essere che si aggiungono alla base dell’aggettivo. Abbiamo la forma cortese “vera e propria”, che finisce in “de wa arimasen” (o meglio jaarimasen), e una seconda forma, che prende la forma negativa piana (“…de wa nai” o “janai” che dir si voglia) e la rende cortese sfruttando il fatto che il negativo di essere si crea usando il negativo del verbo “aru” (cioè “nai”) e che questo è un verbo irregolare (nai si comporta come un aggettivo in -i). Dunque banalmente la forma negativa piana del  punto 20 sarà kirei de wa nai (o kirei janai), mentre la seconda forma del punto 16, presente, negativa e cortese si creerà aggiungendo “desu”, perché questo rende cortese gli aggettivi in -i e “nai” si comporta proprio come uno di questi aggettivi (nonostante sia un verbo). Dunque avremo kirei de wa nai desu (o kirei janai desu) come seconda possibile forma cortese, oltre alla classica (ma ormai meno usata) forma “kirei de wa arimasen”. NB se questo punto presentasse problemi forse è bene che controlliate questo discorso all’interno del post sugli aggettivi in -i.

25 Adj-n+な+N あの人は元気な人です。
ano hito wa genki na hito desu.
Quella persona è una persona “piena di vita”*.
26 Adj-n+の きれいなのを買いました。
kirei na no wo kaimashita.
Ho comprato quello/a bello/a.

Al punto 25 ritroviamo l’aggettivo in posizione attributiva… ovvero precede il sostantivo e non costituisce più un predicato nominale (ano hito wa kirei da = quella persona è bella), ma chiarisce, specifica qualcosa su un sostantivo, gli attribuisce una qualità, senza necessariamente creare una frase a sé (kirei na hito = una bella persona). Se volete altri chiarimenti sul senso di “posizione attributiva” (che poi non è altro che la posizione prima di un sostantivo), leggete ancora il post sugli aggettivi in -i (punti 13 e 14).
Guardiamo invece a un’altra cosa… la vera particolarità del punto 25:
finalmente è saltato fuori il nostro -NA! Immagino non fosse bello continuare a chiedersi “perché kirei è un aggettivo in -na? Dove cavolo è -na?”.

Ok, eccolo qui, ma… Cosa è “-na”? Non è la sua reale origine, ma oggi giorno lo si considera “la forma attributiva del verbo essere, da”. Come detto la forma assertiva, meglio nota come “conclusiva” (perché va a fine frase), è proprio “da”. Invece la nostra forma attributiva, na, si ha solo se il verbo essere – alla forma affermativa! – deve precedere un sostantivo, cioè trovarsi in posizione attributiva. Questo discorso vale proprio sempre? No, ma vale per gli aggettivi in -na (N.B.: se volete un approfondimento sul verbo essere in posizione attributiva, cioè in una frase relativa, chiedete nei commenti).
Al punto 26 vediamo questa stessa situazione, ma al posto del sostantivo abbiamo “no” nella sua funzione “sostantivante” o “pronominalizzante”. In parole povere quel che precedete questo “no” diviene un “sostantivo/pronome”: kirei = bello/a, kirei no = quello/a bello/a. Come si distingue da un “no” qualsiasi? Di norma da quello che segue (di solito una particella: watashi no wa koko ni arimasu = il mio è qui). Con gli aggettivi in -i il discorso è semplice: non possono creare complementi di specificazione come i sostantivi, quindi confondere il no di specificazione (boku no kuruma) con quello sostantivante (kawaii no wa…) non è possibile… Ma il discorso è un po’ diverso per gli aggettivi in -na. Non posso fare confusione, perché, se creo un sostantivo, ho aggettivo+na+no+particella (kirei na no wa = quello bello). Se però abbandoniamo un attimo il discorso del “no sostantivante”, scopriamo che in compenso c’è un po’ di confusione tra sostantivi che possono essere seguiti da na (no) (in certe situazioni) e alcuni aggettivi in -na (non molti per la verità) che possono essere seguiti anche da “no” (invece che da “na”) e comportarsi come sostantivi. Potrà anche non sembrarvi importante, ma confondere “anzen no hi”, il giorno della sicurezza (la ricorrenza usata per sensibilizzare la popolazione verso i problemi della sicurezza), e “anzen na hi” (un giorno sicuro, i.e. in cui non può avvenire il concepimento) potrebbe essere fonte di gravissimi equivoci.

21 Adj-n+だった 花はきれいだった。
hana wa kirei datta.
I fiori* erano belli.
22 Adj-n+ではなかった。 あの人は元気ではなかった。
ano hito wa genki de wa nakatta.
Quella persona non era “piena di vita”*.

Al punto 21 abbiamo la forma passata piana. Anche questa si costruisce a partire dal verbo essere (il passato di “da” è “datta”). La forma passata negativa e piana (punto 22) si costruisce con il negativo passato del verbo essere (che si appoggia ancora all’ausiliare -nai, il negativo di aru). Dunque abbiamo “genki de wa nakatta” o, vi ricordo la contrazione (usata più spesso), “genki janakatta“. Anche il passato però ha la sua forma cortese, affermativa e negativa. Eccole qui:

17 Adj-n+でした おばあさんはきれいでした。
obaasan wa kirei deshita.
La nonna era bella.
18 Adj-n+ではありませんでした あの人のうたは上手ではありませんでした。
ano hito no uta wa jouzu de wa arimasen deshita.
Quella persona non era brava nel canto*.

Il punto 17 e, per il negativo, il punto 18 ci dicono due cose molto importanti.
Con gli aggettivi in -i potevo aggiungere semplicemente desu alle forme piane (p.e. ho “takakatta desu” e “takakunakatta desu”). Con gli aggettivi in -na non posso farlo, o meglio, non posso aggiungere “desu” dopo “datta” (e nessun altro verbo alla forma passata piana, affermativa o negativa), quindi (×) kirei datta desu e (×) kirei janakatta desu (così come, facendo un esempio per i verbi, kawanakatta desu) sono errori!
Sono errori, sì, ma capita di sentirli lo stesso, perché sono espressioni dialettali della zona di Tokyo.
L’unica forma passata cortese del giapponese standard per gli aggettivi in -na è quella del punto 17 (affermativa) e del punto 18 (negativa).
Come vedete si costruisce con il passato di desu, deshita (es.: “kirei deshita“; vi ricordo si pronuncia “desh-tà”), alla forma affermativa, e, alla forma negativa, de wa arimasen deshita (come sempre, eventualmente, con la contrazione di “de wa” in “ja”; per esempio: “kirei jaarimasen deshita“).
Questo discorso ci porta al secondo punto di cui parlavo… mentre gli aggettivi in na fanno il passato cortese con la forma base e deshita, ciò non vale però per gli aggettivi in -i.
Quindi “genki deshita” va bene, “takai deshita” è errore. Le forme negative sono rispettivamente genki janai e takakunai, ma siccome per entrambe ho quel -nai che si comporta da aggettivo in -i, come non posso dire takai deshita, così non posso dire né “genki janai deshita” né “takakunai deshita”.
Viceversa, come detto più su, il passato piano + desu va bene per gli aggetti in -i ma non va bene per gli aggettivi in -na.
Cioè “takakatta desu” va bene, “genki datta desu” non va bene. Similmente per i negativi abbiamo “takakunakatta desu” che va bene, mentre “genki janakatta desu” è errore.
Vi consiglio FORTEMENTE di farvi una tabella e studiare bene questi errori perché sono davvero MOLTO frequenti ed è necessario impegnarsi per evitarli.

23 Adj-n+で あの人は元気でやさしいです。
ano hito wa genki de yasashiii desu.
Quella persona è gentile e “piena di vita”*.

Al punto 23 troviamo la forma coordinativa degli aggettivi in -na, anche in questo caso mi appoggio al verbo essere, da, e ne aggiungo la forma coordinativa/sospensiva*, “de” (che non è la forma in -te del verbo essere, come dicono alcuni, ma potete vederla anche così).

In questo modo posso coordinare due (o più) aggettivi qualsiasi. Se voglio che il primo sia alla forma negativa, e questo aggettivo è in -na, invece di “de” uso “janakute” (o la versione non contratta, de wa nakute).

Cosa succede invece se, a prescindere dalla forma affermativa o negativa del primo aggettivo, il secondo è al passato? Se per esempio avessi “yasashikatta (desu)”, l’aggettivo in na che lo precede, come cambierebbe per essere al passato anche lui?
In nessun modo, sarebbe uguale a quando “yasashii” era al presente.
La frase di prima sarà (in “a” si afferma che “ano hito” era “genki”, in “b” lo si nega):
a) ano hito wa genki de yasashikatta (desu)
b) ano hito wa genki janakute yasashikatta (desu)

* Spesso (giustamente) è indicata semplicemente come て形 “te-kei” (forma in -te), ma ho visto definirla in mille modi, compreso “gerundio” (un pessimo modo di definirla).
Scoprirete poi che la forma in -te dei verbi, al negativo termina in -nakute o in -naide (a secondo dell’uso che faccio di questa forma). Ciò non vale però per il “(ja)nakute” nominato qui sopra, non esiste “(ja)naide”.

N.B. Argomento avanzato – Non è indispensabile usare “de” per coordinare due aggettivi. Potete verificare su google che si può dire ad esempio: “yuumei na suteki na hito” (una splendida persona famosa) o “yuumei na atarashii omise” (un famoso nuovo negozio).

24 Adj-n+に+V あの人はかんじを上手に書きます。
ano hito wa kanji wo jouzu ni kakimasu.
Quella persona scrive abilmente i kanji*.

Al punto 24 ho la forma avverbiale. O meglio l’aggettivo seguito da “ni” e usato in modo avverbiale. Dunque se shizuka (na) = tranquillo, silenzioso, allora shizuka ni = in silenzio, silenziosamente, tranquillamente, con calma, ecc. Questa forma può avere però anche altri usi (argomenti più avanzati). Ad esempio permette una sorta di “futuro” degli aggettivi. Non ho una specifica forma futura di “shiawase (na)”, p.e. per dire “sarò felice”, ma posso usare la forma avverbiale e di seguito il verbo naru (diventare). La costruzione “…ni naru” indicherà il “diventare…” (anche con i sostantivi, ad esempio “sensei ni naru” significa “diventare insegnante”), dunque “shiawase ni naru” sarà “diventerò/sarò felice” (p.e. “shiawase ni natte miseru” è “vedrai che sarò felice”). Attenzione! Naru è un verbo a tutti gli effetti, nulla vieta d’usarlo al passato: “shizuka ni natta”, cioè “si fece/divenne silenzioso”. Inoltre non è l’unico verbo che può seguire la forma avverbiale: “shizuka ni nasai” o “shizuka ni shite” significano “fa’/fate silenzio”.

NB: nella tabella di ripasso a seguire gli asterischi indicano traduzioni estremamente letterali e/o punti in cui prestare attenzione alla traduzione (p.e. che vi ricordano l’invarianza per genere o numero: tradurre hana con “fiore” o “fiori” è una scelta legata al contesto). Ricordate che “de wa” suona più formale della contrazione “ja” (dunque di norma è molto meno usato).

N°    Espressione                          Esempio

15 Adj-n+です
このスカートはきれいです。
kono skaato wa kirei desu.
Questa gonna è bella.
16 Adj-n+ではありません このスカートは きれい ではありません。/
このスカートは きれい ではないです。
kono skaato wa kirei de wa arimasen/de wa nai desu.
Questa gonna non è bella.
17 Adj-n+でした おばあさんはきれいでした。
obaasan wa kirei deshita.
La nonna era bella.
18 Adj-n+ではありませんでした あの人のうたは上手ではありませんでした。
ano hito no uta wa jouzu de wa arimasen deshita.
Quella persona non era brava nel canto*.
19 Adj-n+だ このへやは しずか だ。kono heya wa shizuka da.
Questa stanza è silenziosa.
この店は きれい。kono mise wa kirei.
Questo negozio è bello.
20 Adj-n+ではない あの人はきれいではない。
ano hito wa kirei de wa nai.
Quella persona non è bella.
21 Adj-n+だった 花はきれいだった。
hana wa kirei datta.
I fiori* erano belli.
22 Adj-n+ではなかった。 あの人は元気ではなかった。
ano hito wa genki de wa nakatta.
Quella persona non era “piena di vita”*.
23 Adj-n+で あの人は元気でやさしいです。
ano hito wa genki de yasashii desu.
Quella persona era gentile e “piena di vita”*.
24 Adj-n+に+V あの人はかんじを上手に書きます。
ano hito wa kanji wo jouzu ni kakimasu.
Quella persona scrive abilmente i kanji*.
25 Adj-n+な+N あの人は元気な人です。
ano hito wa genki na hito desu.
Quella persona è una persona “piena di vita”*.
26 Adj-n+の
きれいなのを買いました。
kirei na no wo kaimashita.
Ho comprato quello/a bello/a.
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