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Libri (in italiano) per lo studio del giapponese (2)

Ecco l’elenco dei nostri articoli sui libri di giapponese in italiano!

0. Un’introduzione alla lingua e l’aiuto necessario per imparare hiragana e katakana
1. Corso (il libro di testo, generalmente in 2 o 3 volumi)
2. Grammatica di giapponese
3. Dizionari di vocaboli (Vocabolari giapponesi-italiano e italiano-giapponese)
4. Corso di kanji
5. Dizionario di kanji
6. Eserciziari (per ora solo quelli de Il giapponese a fumetti, vd. punto 1)
7. Materiale utile per scrivere in giapponese

È venuto il momento di trattare i testi che fanno addormentare chiunque, anche gli studenti più volenterosi: le grammatiche! (Ma se vi siete persi la prima parte, cominciate da lì)

2. La grammatica

Intanto, cos’è un testo di grammatica? La differenza tra corso e grammatica è enorme. Il corso lo si prende a pagina uno e si prosegue fino alla fine, imparando la lingua. Una grammatica la si consulta soltanto, perché è divisa per argomenti grammaticali (p.e. sostantivi, aggettivi, avverbi, verbi ecc. frasi causali, frasi finali, ecc.) e in ciascun argomento si trovano in genere anche degli aspetti (nel testo o nelle frasi di esempio) che non sono ancora comprensibili allo studente (perché gli mancano ancora altre basi necessarie per la comprensione).

Ma allora, serve davvero la grammatica? Sì, serve. E prima che insisti… Sì, per forza. Non solo! Deve essere una Signora Grammatica, proprio perché un corso di norma non spiega abbastanza.

La grammatica nota come “quella rossa dell’hoepli” ha i suoi pregi (e difetti). Titolo e codici per prima cosa. Il titolo è:
Grammatica giapponese, di Saito, Mastrangelo e Ozawa, edita da Hoepli (Link ad Amazon, ❣ Nuova edizione ❣)
…costa 27-32€ ed i codici isbn (come sempre qualunque diate al commerciante, non sbagliate) sono:
❖ ISBN-10: 8820336162 e ISBN-13: 9788820336165

Anche se non ha proprio tutto quel che serve, è la più completa in circolazione e copre almeno 3-4 anni di corso universitario.

I commenti degli studenti che hanno usato questo libro sono assai prevedibili… la usano per studiare ergo la odiano. Tanto per fare un esempio, è definita “confusionaria”, quando invece se ha un difetto, è l’eccessivo “schematismo” con cui si presenta (l’esatto opposto dell’esser confusionaria). Difatti “etichetta” ogni argomento, anzi, quasi ogni paragrafo (sto esagerando), con diciture del tipo 17.4.4.2 (capitolo 17, sezione 4, paragrafo… ecc.). Può sembrare esagerato ma secondo me è un grande pregio: così è sempre possibile far riferimento più avanti a quel particolare argomento o esempio… Il che è di grande aiuto in quanto paragonare costruzioni diverse o esempi simili è molto importante nello studio. Ah! Non dimentichiamo un enorme pregio di questa grammatica: l’abbondanza di esempi… e scusate se è poco. Viceversa, tra le critiche, ho letto commenti del tipo “Ma molti allievi si sono lamentati di non riuscire a comprendere le parti scritte in italiano (in effetti decisamente ostico!!!)”. Se l’italiano preoccupa tanto, forse si dovrebbe tornare a studiarlo, ma per i volenterosi che volessero seguire il mio consiglio, sono pronto ad aiutare sia nella comprensione del giapponese che dell’italiano “decisamente ostico” (a mio modesto parere un italiano “decisamente normale”, ma come spiego il giapponese posso spiegare l’italiano, non mi costa nulla).

Ad ogni modo la questione è assai più semplice di così. Esistono soltanto altre due grammatiche giapponesi in italiano. Una è nota come “la Kubota”: vecchissima (1989), scoraggiante e con vari altri difetti è, quasi, la prima vera grammatica giapponese pubblicata in Italia (la prima è del 1956, la vogliamo considerare?). Nell’insegnamento di una lingua (a mio modesto parere) “vecchio” = “sbagliato”. L’altra grammatica esistente è quella di Susanna Marino.

Grammatica pratica di giapponese, di Susanna Marino, edita da Zanichelli (Link ad Amazon)
Un libriccino utile, specie se volete inquadrare la lingua prima di cominciare con uno studio “più intenso”. Dà una buona panoramica sulla lingua e dice 2-3 cosucce utili che altri libri trascurano, oltre a fornire un po’ d’esercizi… ma è piccola: dovete mettere in conto che prima o poi dovrete comunque comprare la grammatica hoepli (o un testo inglese se per voi la lingua non è un ostacolo). Comprarle entrambe è probabilmente la soluzione migliore: se l’Hoepli è difficile, provate a consultare questa, poi tornare all’Hoepli e controllate se avete capito e se potete ampliare il discorso. Se dovete sceglierne uno solo, stringete i denti e prendete quella dell’Hoepli, che è il testo più completo… perché il mestiere di una grammatica è proprio questo, “essere completa”. Se usandola aveste dei dubbi potete sempre venire su questo sito a domandare: questo è il link alla sezione Domande (che si trova anche nella barra dei menù, in alto in ogni pagina).

Ad ogni modo avrete capito perché parlavo di “questione semplice”: a scegliere per noi ci pensa la scarsità di testi (a dir poco “colpevole scarsità”… se poi ci aggiungete il fatto che più nessuno è pensato per l’Italia, c’è di che incavolarsi!), che ci obbliga, secondo esigenze a scegliere tra due testi, massimo tre.

Prossima volta, punto 3, il vocabolario! (-_^)/°

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