Site icon Studiare (da) Giapponese

N5 in sintesi – Le particelle ni e de dello stato in luogo

で (de)/に (ni)

☑ 意味: “de” indica lo stato in luogo in cui avviene un’azione, in un certo senso delimita l’area in cui un’azione è compiuta. La particella “ni” indica, come “de”, uno stato in luogo, ma riguarda l’esistenza di qualcosa, il punto preciso in cui qualcosa si trova (esiste/accade). Per questo lo stato in luogo con aru/iru è indicato da “ni”.

☑ 例文:

  1. Mainichi, choushoku wo ie de tabemasu
    (lett.) Mangio la/(lib.) Faccio colazione a casa tutti i giorni
  2. anta no isu no ue ni neko ga iru yo
    Ehi, c’è un gatto sopra la tua sedia…
  3. ashita kara atarashii shokuba ni tsutomemasu
    Da domani lavorerò in un posto nuovo


☑ 注意:

A parte il primo e secondo punto (che vanno saputi!) le note successive (nella prossima pagina) sono spiegazioni un po’ difficili da capire e certamente non si tratta di argomenti valutati al livello N5… ma sono anche cose che si incontrano e prima o poi vanno imparate! Riguardano strettamente questo argomento per questo le ho messe qui e vi direi di provare almeno a leggerle… E poi se non le capite, lasciate stare, ma provateci prima!

  • Una prima eccezione a quanto detto si può avere ad esempio per ciò che “ha luogo” in un certo posto, cioè non “si trova” semplicemente in un posto, ma si svolge lì. Per questo anche se ho il verbo “aru” devo usare “de” per indicare dove quella cosa si trova/svolge. Tipici esempi sono parate, concerti, eventi… es.:
    depaato no okujou de konsaato ga arimasu
    sul tetto dei grandi magazzini c’è un concerto.
  • Posso avere altre eccezioni più “imprevedibili”, dovute alle “preferenze” del verbo per una data particella. Ad esempio dico kaisha de hataraku, ma la frase kaisha ni tsutomeru, con lo stesso identico significato (lavorare in azienda), come vedete usa la particella “ni” invece di “de”. Sì, potrei tradurre “lavoro PER un’azienda” e non considerare “kaisha “ni” come un complemento di luogo, tuttavia la stessa cosa vale per “sumu” (vivere) e se vivo in un posto, quel posto crea sicuramente un complemento di luogo… e va comunque con “ni” perché “sumu” preferisce “ni” come particella (forse perché “vivere in un luogo” e “esistere in un luogo” sono concetto molto vicini.
    Vi chiederete come è possibile sapere queste cose… Semplicemente quando imparate il verbo tsutomeru o il verbo sumu imparate anche che si usano con に, tutto qui.

Se volete continuare a leggere per capire meglio la differenza tra で e に …e capire in quali altre occasioni uso “de” con il verbo aru/arimasu e quando, viceversa, uso “ni” con verbi d’azione “normali”, allora dovete andare alla prossima pagina.

Come detto al termine della pagina precedente, questa seconda pagina serve a capire meglio la differenza tra で e に …e capire in quali altre occasioni uso “de” con il verbo aru/arimasu e quando, viceversa, uso “ni” con verbi d’azione “normali”
  • Spesso appare molto difficile capire la differenza tra lo stato in luogo “normale”, con で, e lo “stato in luogo di esistenza”, come lo chiamo io, quello con に insomma. La colpa è del fatto che siamo abituati all’italiano e l’italiano non è preciso. Pensateci…
    “Compro una casa ad Odaiba” (Odaiba è una zona di Tokyo) …cosa significa? Odaiba è il posto dove la compro, cioè è dove si trova l’agenzia in cui la compro (ma poi la casa si trova in un’altra zona) …oppure è il posto dove si trova la casa?
    L’italiano non è preciso, mentre un giapponese direbbe “Odaiba DE”, se la compro ad Odaiba, oppure direbbe “Odaiba NI” se la casa si trova a Odaiba.
    “Costruisco in casa una cuccia per il cane” …cosa significa? Che la costruisco in casa …ma poi la metto in giardino? Oppure che la costruisco perché poi il cane viva in casa? Anche qui, nel primo caso uso で nel secondo caso uso に.
    La questione è semplice. Proprio come detto “de” indica dove avviene l’azione, mentre “ni” indica esistenza. Le frasi proposte si prestano meglio di altre al “gioco” fatto. È ovvio che “mangio a casa”, ie de tabemasu, può usare SOLO “de”, perché la casa è il posto dove si svolge l’azione “mangiare”. Però per le frasi proposte sopra non è così.
    L’azione “comprare” può svolgersi a Odaiba, l’azione “costruire” può svolgersi in casa, ma è anche vero che la casa della prima frase e la cuccia della seconda frase, finite le rispettive azioni, ESISTERANNO in un determinato luogo. Quindi è lecito chiedersi: “ma non è che “a Odaiba” non indica il luogo in cui si svolge l’azione “comprare” bensì il luogo in cui esiste la casa?”. Allo stesso modo posso chiedermi: “ma non è che “in casa” non indica il luogo in cui si svolge l’azione “costruire” bensì il luogo in cui dovrà trovarsi la cuccia?”
    In realtà, in italiano, avvicinare il complemento al verbo (es. costruisco in casa una cuccia) è come usare il “de” giapponese (la costruzione è quel che avviene in casa). Invece allontanarlo dal verbo, avvicinandolo al sostantivo (es. costruisco una cuccia in casa) equivale a usare il “ni” giapponese (la cuccia a fine costruzione si troverà in casa). Purtroppo cogliere queste finezze non è da tutti e essendo l’italiano così flessibile nel posizionare gli elementi della frase… be’, è davvero chiedere troppo a chiunque… siamo onesti, chi direbbe mai che c’è differenza tra la due frasi citate? Nessuno, via pare?
  • C’è un secondo modo di distinguere de e ni. Prima ci siamo occupati delle frasi con “azioni normali” che si possono svolgere in luogo. In questi casi il luogo è indicato con で. Se però è presente un sostantivo che si trova da qualche parte (come la casa a Odaiba o la cuccia in casa) allora devo usare に. Ma cosa succede quando l’azione, anzi, il verbo della frase è aru (esserci/trovarsi)…?
    In parte l’abbiamo già visto. Se “c’è un concerto in piazza”, significa che il concerto si svolge in piazza e quindi uso “de” (es. hiroba DE konsaato ga arimasu). Questa però è una “interpretazione” del verbo “aru” che agisce come una delle “azioni normali” citate qualche riga più su. È vero che un concerto o un evento “si svolge” in un posto, non è che “si trova” in un posto… Non è qualcosa che sta lì, appoggiato, statico… Siamo d’accordo? Quindi è comprensibile che non usi “ni” con arimasu in questi casi, perché non è questione di “esistenza”, ma sto esprimendo dove si svolge l’azione “esserci” propria del concerto. Appunto “interpreto” l’azione “esserci” come fosse una delle “azioni normali” citata e un’azione è qualcosa che può “svolgersi” in un posto, no?
    Un po’ tirata, ma è una spiegazione. Però non è detto che sia sempre così.
    Se “aru” mantiene intatto il suo significato, posso ancora avere “ni” o “de” per indicare il luogo? I libri dicono sempre che con aru/iru si usa solo “ni”, ma abbiamo già provato che si sbagliano, giusto? Quindi non ci aiuteranno con questo secondo caso in cui “aru” conserva il suo significato. Quel che ci aiuterà è la natura delle particelle “de” e “ni”, come vedrete a breve.
    Possiamo cominciare a discuterne portando subito un altro esempio… ma devo dirvi che purtroppo ancora una volta l’italiano ci delude.
    “C’è stato un terremoto nel Kanto” …cosa significa? Che è accaduto in una zona del Kanto o che ha investito tutto il Kanto? L’italiano non è chiaro. Il giapponese però può fare una distinzione. Se anche parlassimo di dove “il terremoto si è svolto” la cosa non ci aiuterebbe granché e le domande di sopra resterebbero senza risposta.
    Il discorso può essere messo in questi termini.
    La particella “ni”, e questa è un’idea ricorrente in giapponese, indica un punto preciso. Cioè quel che precede “ni” è il punto preciso in cui esiste qualcosa (o l’azione stessa). Dunque se dico che c’è stato un terremoto (jishin ga atta) nel Kanto (kantou NI), sto dicendo che il Kanto (tutto) è il punto in cui ho avuto il verificarsi (l’esistenza) del terremoto. Dunque tutto il Kanto ha sentito il terremoto.
    La particella “de” invece “crea un cerchio”, una zona che racchiude il verificarsi (lo svolgersi) dell’azione. Quindi se dico “Kantou de jishin ga atta” significa che si è verificato un terremoto da qualche parte nella zona del Kanto (il Kantou è il cerchio/la zona che racchiude il verificarsi dell’azione “c’è stato un terremoto”, non è più il punto preciso in cui c’è stato il terremoto, come invece dicevamo prima).

Se aveste ancora dei dubbi, provate innanzitutto a leggere questo mio commento in cui ho scritto un po’ una sintesi di tutte le regole che riguardano le particelle ni/de usate per il complemento di stato in luogo.

Torna all’indice

Exit mobile version