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N5 in sintesi – La particella wa (parte 2)

は (wa)
seconda parte – approfondimento per il precedente post su “wa”

☑ 意味: Riguardo a…; introduce il tema (detto anche argomento o topic)

Per capire questa lezione potrebbe essere utile studiare prima certe differenze tra “wa” e “ga” che ho esaminato nella lezione su Aがあります dalla seconda pagina in poi. Soprattutto però è indispensabile che leggiate la prima parte di questo articolo.

Ecco le altre frasi d’esempio che avevo promesso (minacciato?). Come vedrete sono un po’ più complesse (ciò significa che forse non vi serviranno per l’esame del JLPT N5, ma ciò non toglie che siano argomenti essenziali da trattare per capire qualcosa della lingua giapponese). Esplorano ciascuna aspetti diversi, diverse sfumature, soprattutto, rispetto alle frasi viste nella prima parte di questo argomento.

☑ 例文:

  1. niku wa tabenai ga, gyokairui wa ookee
    Non mangio la carne, ma pesce e frutti di mare sono ok.
  2. a) musume wa byouki da kara, kaisha he ikemasen
    Dato che mia figlia è malata, (lei) non può andare in ufficio
    b) byouki da kara, musume wa kaisha he ikemasen
    Dato che sono malato, mia figlia non può andare in ufficio
    c) musume ga byouki da kara, kaisha he ikemasen
    Dato che mia figlia è malata, (io) non posso andare in ufficio
    (grazie a Shishigami per avermi fatto pensare a questo tipo di frasi)
  3. niku wa tabenai ga gyokairui wa taberu hito mo iru
    Ci sono persone che non mangiano la carne ma mangiano pesce e frutti di mare
  4. sushi wa mochiron taberu ga, fugu wa chotto…
    Il sushi, certo, lo mangio, ma il pesce palla è un attimo… ehm… (meglio di no)
  5. kaasan! (boku wa) konbini ni ikimasu yo!
    Mamma! (Io) vado al konbini!
  6. ikanai yo, boku wa.
    (Guarda che) non ci vado… io. (=io, perlomeno, non ci vado)
  7. kyou wa, Toukyou ni ikimasen
    Non vado a Tokyo, oggi
  8. D: (haha wa futari kyoudai he) “sagashite’ta no yo, futaritomo! doko ni itta no?”
    (La madre ai due fratelli) Ehi voi due! È un po’ che vi cerco! Dov’eravate?
    R1: “chotto konbini made (itta)” → (Siamo andati) un attimo al konbini
    R2: “boku wa chotto konbini made (itta)” → Io (sono andato) un attimo al konbini
  9. Takeo wa te ga ookii
    Takeo ha le mani grandi (lett.: Riguardo a Takeo, le mani sono grandi)
  10. Genta-kun wa ojiisan ga byouki desu
    Genta ha il nonno malato/Il nonno di Genta è malato
  11. Hanako wa ki ga mijikai yo
    (Guarda che) Hanako è irascibile!
    (= Hanako ha lo spirito corto; più lett.: Riguardo a Hanako, lo spirito è corto)

☑ 注意:

  • Nella prima frase (la 5) troviamo un contrasto molto simile a uno già visto nel post precedente. La differenza sta nel fatto che non è “simmetrico”. Come vedete nella seconda frase manca il verbo “taberu”, invece ho ookee (desu), cioè “ok”, “va bene”.
    Piccolo ulteriore “dettaglio”, la particella wa qui sostituisce “wo” del complemento oggetto. Abbiamo già detto che il wa tematico sostituisce ga e wo, ma si aggiunge alle altre particelle (es. “ni wa”). Vale anche nel caso in cui il wa sia contrastivo.
  • Con la frase 6 abbandoniamo un attimo il contrasto per considerare un altro punto importante con wa e ga. La particella wa, salvo rari casi, non va nelle frasi secondarie. La frase con “kara” è una causale: il verbo alla forma del dizionario, subito prima di kara è il verbo della frase causale, il suo soggetto deve essere espresso con “ga” se è solo il soggetto della causale (frase c), se trovo wa è perché il tema ha a che fare solo con la principale o al più con entrambe le frasi. Vediamo come.
    Se il tema compare prima di una frase secondaria, risulta tema della principale E della secondaria… ma ciò non significa che sia soggetto della principale E della frase secondaria. Però posso dire che SE è soggetto di entrambe le frasi, allora devo metterlo prima della secondaria (frase a). Se invece non lo è, è opportuno usare una virgola dopo wa per separarlo dalla secondaria o meglio ancora spostare il tema dopo la secondaria (frase b).
  • La 7 si basa sulla 5, ma termina con un verbo in posizione attributiva, cioè “taberu” precede un sostantivo (hito) riferendosi ad esso, creando una relativa. Nonostante nelle frasi secondarie non vada inserito il “wa” tematico (come detto al punto precedente), questo non vale se la particella wa è usata con valore contrastivo.
    Ah, a chi invece pensasse, vedendo la 5, che questa frase si possa tradurre anche “io non mangio la carne, ma ci sono anche persone che mangiano il pesce”, faccio notare che così metto in contrasto “io” e “persone”, non “pesce” e “carne”.
  • La frase 8 è praticamente identica alla 5, ma è qui per due motivi… uno è farvi vedere la tipica espressione con “xxx wa chotto…”, un modo elegante per rifiutare o chiedere di evitare qualcosa. Il secondo motivo è per sottolineare che il contrasto non si ha solo con verbi negativi come certi libri lasciano credere.
  • La frase 9 presenta un soggetto che può essere sottinteso. Il risultato è lo stesso, si direbbe. Sto ovviamente dando un’informazione alla mamma, ma “io” come detto altre volte è sempre implicitamente parte di un discorso fatto da me, non serve introdurlo nel discorso, quindi usa “wa”. Che differenza fa se lo metto?
    Proprio come in italiano, possiamo dire che crea un leggero contrasto. Cioè, ho due possibili interpretazioni, affidabili al più al tono della voce. La prima riguarda il caso in cui intendiamo il wa in senso tematico. Stiamo dicendo:
    “Riguardo a me, (sappi che) vado al konbini”
    …e ho aggiunto “sappi che” (sia perché c’è “yo” che ben traduce l’idea di “guarda che”, sia) per fare capire che nella parte che precede ho il tema, mentre quel che segue è un’informazione, qualcosa che esprimo, dico riguardo al tema.
    Il secondo caso è quello del wa contrastivo. Possiamo renderlo così:
    “Per quanto mi riguarda, io vado al konbini”
    …sembra simile, ma quest’espressione crea una limitazione. Una limitazione è difatti un contrasto tra me e “tutto il resto”, un qualcosa di indefinito e non espresso.
    Tenete presente però che difficilmente il soggetto “io” è fraintendibile, quindi è spesso sottinteso, perciò se è tematico è normale non trovarlo a meno che sia difficile capire chi compie l’azione. Dunque se in frasi del genere il soggetto è espresso, di solito sarà un contrasto… tenete comunque presente però che a conti fatti, contrasto o no, la frase nel complesso ha lo stesso significato… non ne farei un dramma insomma, non andate in crisi pensando “sarà tema o contrasto” in frasette del genere!^^;;
  • La frase 10 è negativa e con il negativo ho di norma il soggetto con wa perché le frasi negative sono “per loro natura contrastive” (vd. questo commento per approfondire) …figuriamoci qui che il soggetto è “io” e quindi è normale che sia tema. Difatti possiamo vederla in modo simile a come abbiamo posto il discorso al punto precedente… “ikanai” da solo poteva bastare, se aggiungo il soggetto probabilmente è proprio per creare un contrasto… ma… ehi, avete notato l’ordine della frase?!
    Il tema non va sempre all’inizio e il verbo alla fine?! Non proprio, per maggiore enfasi si può usare quest’inversione. Essendo così enfatica possiamo toglierci il dubbio e dire che il wa è contrastivo.
    Ah, “enfasi” è molto generico come termine, a volte suona proprio come se chi parla decidesse di specificare il soggetto alla fine perché pare non essere chiaro dal contesto. Come dicessi… “blablabla… non mi pare il caso di andare. Io, perlomeno“. (nb considerate solo la parte in corsivo, ho scritto “non mi pare il caso di andare” solo perché non avevo altro modo in italiano di rendere incerto il soggetto, mentre in giapponese i verbi non si coniugano in base alla persona, quindi il soggetto è sempre incerto).
  • La frase 11 ci ricorda che anche altre parti della frase, pure quelle che di norma non hanno alcuna particella come l’avverbio temporale “oggi”, possono creare un contrasto usando il “wa contrastivo”. La frase lascia intendere che oggi non ci vado ma un altro giorno/di solito/domani,,, ci vado. Insomma, crea un chiaro contrasto per quanto non espresso chiaramente. Piccolo nota bene, non conta se il verbo è affermativo o negativo, una frase così crea comunque un contrasto (a meno che tolga wa, nel qual caso la traduzione è uguale in italiano, ma varieremmo il tono di voce, senza calcare su “oggi”).
  • Nella domanda della frase 12 viene chiesto a due fratelli dov’erano. Uno risponde per entrambi senza mettere il soggetto (R1). In questo modo il verbo suona come plurale… “Siamo andati…”. Se invece mette il soggetto “boku wa” (R2) è perché va a creare un contrasto: io ho fatto questa cosa… ma non so dire cosa abbia fatto mio fratello.
    E se avesse messo il soggetto al plurale? Bokutachi wa konbini ni itta. Il soggetto, che è superfluo (come si legge nella R1), si tenderà a leggere la frase come se wa fosse contrastivo e suonerà come Noi siamo andati al konbini (ma non so dove sia papà…/tu cosa hai fatto? …dipende tutto dal contesto in cui è detta la frase).
  • Le frasi dalla 13 alla 15 hanno tutte la struttura delle frasi con “suki”. Il tema è un cosiddetto “tema puro” (vedrete in seguito che vale per molte situazioni, quando si esprime volontà o potenzialità ad esempio). La 13 presenta una tipica costruzione, con una persona o qualcosa posta come tema, è una parte di lei che viene qualificata in qualche modo. In questo caso traduco Takeo ha le mani grandi, ma se avessi avuto Takeo wa atama ga itai avrei tradotto “A Takeo fa male la testa”, se invece avessi avuto Takeo wa se ga takai avrei tradotto “Takeo è alto”.
    Come vedete serve un po’ di flessibilità nel tradurre, ma in genere i “casi” sono questi con il verbo avere, essere e fare (es. fa male, fa bene, fa paura… ecc.).
    La frase 14 propone la stessa struttura, ma nel tradurre si perde l’equivalenza “tema giapponese = soggetto italiano”, a meno di dire “Genta ha il nonno malato” invece del più banale “il nonno di Genta è malato”… Basta prendere un altro verbo però e tenere Genta come soggetto della frase diventa impossibile in italiano. Gentakun wa, ojiisan ga nakunatta si traduce con “A Genta è morto il nonno” o, meglio, “Il nonno di Genta è morto”.
    La frase 15 corrisponde bene alla 13, ma presente un’espressione per noi intraducibile. Una frase simile, ma più banale, è “Hanako wa atama ga ii”, cioè Hanako è intelligente (lett.: Riguardo ad Hanako, la testa è buona).

Bene, anche per stavolta è tutto… ricordate quanto detto all’inizio… nulla di tutto ciò dovrebbe servirvi per il jlpt, ma se dovesse mai venirvi qualche dubbio o voleste approfondire ricordatevi di passare di qui ^__^

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