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Predire i terremoti

awajimajishinIl 13 Aprile, 33 persone sono rimaste ferite per via di un terremoto, 6.3 gradi di magnitudo. Tutto ciò è avvenuto sull’isola di Awaji, prefettura di Hyougo, anche se i giornali, quelli italiani se non altro, hanno parlato di un “terremoto a Kobe”, per cercare di ricordare un precedente terremoto, avvenuto a Kobe il 17 gennaio 1995, particolarmente distruttivo (7.2 di intensità, 6400 morti) e così generare un po’ di paura, falsa commiserazione o forse solo una perversa eccitazione alla sola idea d’una catastrofe e di migliaia di morti possibili.

Ad ogni modo, oltre a spaventare a morte i miei genitori che non sanno dove sia Kobe (è a 500 Km da dove sto), questo terremoto ha causato 33 feriti, di cui solo 9 gravi, in tutta la zona del Kinki (parliamo di 4-5 prefetture) e a conteggio parziale (18 feriti), solo uno, non grave, era di Kobe.

A parziale discolpa dei giornalisti – che, siamo onesti, di certo non lo sapevano – l’isola di Awaji è stata epicentro anche del famoso terremoto di Kobe (sebbene disti 20-30 Km).

Ad ogni modo, questo terremoto ci insegna due cose.

La prima è che c’è grossa differenza tra due terremoti la cui intensità differisce di appena un grado. La scala dell’energia dispersa durante un terremoto è logaritmica, con un fattore moltiplicativo… termini complessi per dire che un terremoto di grado 7 è 30 volte più intenso e potente di un terremoto di 6° grado, 900 volte se lo confronto con un terremoto di grado 5 (posto sia colpita la stessa area per uno stesso arco di tempo).

Per questo motivo e, ovviamente, grazie alla coscienziosa opera di ricostruzione messa in atto in seguito al terremoto del 1995, questo nuovo terremoto nella zona di Kobe non è nemmeno paragonabile al precedente.

La seconda è invece potrebbe essere una novità assoluta.

Un’organizzazione no profit per gli studi volti a predire i terremoti ha effettivamente predetto il terremoto di Awaji con un credibile e ragionevole anticipo, in base a un metodo che controlla l’abbondanza relativa di certi ioni nell’atmosfera.
Il metodo in sé non è ancora riconosciuto ufficialmente, ma ci sono specialisti che guardano ad esso positivamente.

I ricercatori misurano la concentrazione degli ioni in questione in 17 punti in Giappone, al momento perlomeno, quindi emanano un allarme nel caso di improvviso aumento, in base al sistema in questione, denominato PISCO, ovvero Precursory quake-Information System by Citizen’s Observation.

Il 6 Aprile, le strumentazioni della città di Minamiawaji hanno misurato una variazione di un fattore 12 per centimetro cubo (da meno di 1000 a circa 12000 ioni/cc). A partire da questi dati hanno annunciato un terremoto di magnitudo 5 che sarebbe avvenuto di lì a poco sull’isola di Awaji (come è effettivamente successo a distanza di una settimana).

Rivoluzionaria scoperta o pura coincidenza?

Non lo so, ma non mi importa.

Se è vero che generare allarme dicendo “ci sarà un terremoto qui, ma potrebbe essere da domani come l’anno prossimo” è una cosa stupida da fare perché evacuare una regione per un anno non è possibile, è pur vero che è il caso di smettere di dire “i terremoti non si possono prevedere” e iniziare a finanziare serie ricerche per provare la validità dei metodi esistenti e eventualmente trovarne degli altri… evitando di affidare questo compito a crociati (o martiri) della comunità scientifica o, come in questo caso, a organizzazioni no profit, finanziate solo dalla buona volontà – o dalle passate sofferenze – dei cittadini.

Fonte: Mainichi JP via rocketnews

Immagine: tenki.jp

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